La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per dicembre, 2020

Speranza

Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.

 


Pablo Neruda 


Un anno da dimenticare

Finalmente questo anno di merda è agli sgoccioli.

Scusate la parolaccia, però è dal 2003 che non passavo un periodo simile.

Il 2020 purtroppo ha portato solo dispiaceri, prima di tutto la perdita di quattro persone care (nessuna per Covid), tre per quella brutta bestia che è il cancro, tutte persone giovani, tranne l’ultimo mancato per arresto cardiaco.

Una, Teresa, la conoscevo solo virtualmente su facebook, però ci scrivevamo spesso in messenger, scambiandoci spesso opinioni. Lei era molto religiosa e la fede l’ha sostenuta fino all’ultimo mentre lottava come un leone perché voleva veder crescere i nipotini, l’ultima appena di pochi mesi.

Poi c’era Marina: lei a dire il vero è mancata ancora negli ultimi giorni di dicembre del 2019, ma ho avuto la certezza della sua morte solo all’inizio di quest’anno, quando mio marito ed io ci siamo recati alla clinica dove abbiamo scoperto che era stata ricoverata. Il presentimento lo avevo già avuto quando non aveva più risposto ai messaggi che le inviavo su whatsapp. Di lei, della sua scomparsa, avevo scritto già nel febbraio scorso (“Ciao, gioia”).

Milena, e questa per me è la perdita peggiore: non si può morire in giovane età per un cancro che, pur preso per tempo, l’aveva devastata durante i tre anni della malattia: era una collega d’ufficio alla quale ero molto legata perché aveva solo pochi giorni di differenza con mio figlio maggiore e per lavoro ero spesso a contatto con lei; inoltre era una ragazza davvero molto intelligente e laboriosa. Di lei ricordo specialmente una cosa: il grande abbraccio con il quale mi aveva accolta quando, stravolta, ero tornata in ufficio dall’ospedale, dove avevo appena saputo che mia madre era condannata a morire in breve tempo.

Infine Franco, amico di famiglia da lungo, lungo tempo, con il quale avevamo condiviso molto tempo libero, molte gite: oltre al tumore aveva tanti malanni, diabete, ipertensione, disturbi renali, ma “reggeva” bene, finché il tutto non lo ha fatto collassare.

A questo si sono sommati altri inconvenienti di tono “minore”, per modo di dire, come l’operazione per la cataratta a mio marito.

Poi, inutile dirlo, il periodo di confinamento in casa: è pesata molto questa inattività forzata, specialmente i primi tempi in cui l’unica cosa permessa era fare la spesa a non più di 200 metri da casa. Pure quel disagio dovuto nel portare la mascherina ha influito, sia moralmente che fisicamente: quest’ultima cosa in quanto a causa della museruola sono inciampata, fratturandomi il braccio: operazione per inserire la placca e le viti di titanio, giorni e giorni di riabilitazione, in seguito dovrò fare una nuova operazione per rimuoverla, ma sempre per via del covid non so quando potrà essere effettuata. E per finire, un’altra operazione alla mascella cui ne seguirà una seconda verso marzo del prossimo anno. Se poi vogliamo parlare del disastro economico che ha colpito il paese, meglio che taccia.

Non ho letto cosa prevedevo l’oroscopo del 2020 per il mio segno (Scorpione), ma non credo che avrebbe potuto prevedere una serie infinita di eventi sgradevoli.

Le immagini che posto sintetizzano bene cosa penso di questo anno che volge al termine.


Senza titolo

Il fiume sospira nella gola,

condensa in ghiaccio la nostalgia di mare 

e le pietre dormono sotto la neve

con sogni verdi nel cuore. 

 

 

 Olav H. Hauge


Stamani, l’aria di vetro

Stamani, l’aria è di vetro:

stupito, cammino attraverso un muro di cristallo

e un altro muro, perché tu veda –anche se

di sera il mio cuore si incrina

–com’è semplice

vivere un miracolo

vivere ancora.

 

Gyula Illyés


La danza della neve

Sui campi e sulle strade

silenziosa  lieve

volteggiando, la neve

cade.

 

Danza la falda bianca

nell’ ampio ciel scherzosa,

poi sul terren si posa,

stanca.

 

In mille immote forme

sui tetti e sui camini,

sui cippi e sui gradini

dorme.

 

Tutto intorno è pace;

chiuso in un oblio profondo,

indifferente al mondo tace.

 

Ada Negri


Più di tutto ho temuto

Più di tutto ho sempre temuto

il vocìo degli uccelli nudi

sul sommo degli alberi

nel gelo. Al pensiero della migrazione

mi si rizzavano d’orrore i capelli.

L’avvicendarsi delle stagioni

mi consegnava alla stagione torturante

del cuore. Un occhio di donna

una promessa quale

non s’è mai realizzata, dolce più

di ogni promessa. E sono

ancora qui che scrivo. E non c’è

altro luogo in cui vorrei essere.

E amo ancora.

Natan Zach


La tua nostalgia

La tua nostalgia è un mare che puoi navigare,
la tua nostalgia è un terreno su cui puoi camminare,
perché te ne stai allora inerte e scorata
fissando il vuoto?
Verrà un mattino con un orizzonte più rosso
di tutti gli altri,
verrà un vento a porgerti la mano:
mettiti in cammino!

 

Edith Sodergran


Buon Natale, comunque.

Ero una di quelle “che palle il Natale”, poi ho visto i negozi con le lucine sbrilluccicanti, alberelli, babbi Natale… ma desolatamente vuoti, e mi è venuto lo sconforto.

Sento perfino la mancanza del Christkindlmarkt, che portava tanto traffico e confusione.

Spero in tempi migliori, e questo è il mio augurio.

Loredana


Ipocrisia in salsa natalizia

Da quando in qua un’autorità POLITICA stabilisce che il Natale ai tempi del Covid deve essere “più autentico, spirituale, intimo, lontano dalle orge consumistiche, autenticamente cristiano”?

Non compete certo ai politici (tra parentesi neppure all’autorità ecclesiastica) stabilire in quale modo ciascuno di noi voglia trascorrere questa ricorrenza. La spiritualità di ciascuno è insita nella nostra personale coscienza e non sarà certamente un estraneo a dettarci i comportamenti da tenere. Anche perché intrattenersi con parenti ed amici, riunirsi tutti attorno allo stesso tavolo, condividere non solo il cibo ed i regali ma anche l’affetto, le risate, gli abbracci, non può certo ritenersiorgia consumistica”, perché il Natale, anche per chi non è credente, è sempre una festa dei sentimenti e della convivialità.

Inoltre, e qui ritorna in campo la solita ipocrisia di coloro che si sentono superiori e ci guardano dall’alto un basso ritenendosi in grado di propinarci ordini sotto forma di consigli “per il nostro bene”, chi se non coloro che oggi ci stanno governando hanno distrutto la vera essenza del Natale, vietando recite e canti natalizi nelle scuole, proibendo i presepi o imponendone uno orrendo come quello eretto quest’anno in piazza san Pietro, il tutto per non urtare la suscettibilità dei nostri “fratelli musulmani”? Chi ha snaturato le nostre tradizioni, le nostre usanze, persino la nostra identità?

A questi “predicatori” chiedo di risparmiarci almeno i soliti sermoni pieni di retorica e di fare silenzio.


Io ti darei

Non rassomiglio agli altri tuoi amanti.
Se un altro ti donasse una nuvola
io ti darei la pioggia.
Se ti desse un lume
io ti donerei la luna.
Se ti donasse un ramo germogliato
io tutti gli alberi.
E se un altro di donasse una nave
io ti darei l’intero viaggio.

 

Nizar Qabbani


Se mi desti

Se mi desti t’ascolto,
e ogni pausa è cielo in cui mi perdo,
serenità d’alberi a chiaro della notte.

Salvatore Quasimodo


Pillole

Per lunghi mesi medici ed infermieri sono stati mandati allo sbaraglio senza alcun mezzo di protezione: niente mascherine, niente visiere, niemte tute protettive.

Ora tutti premono per vaccinarli per primi, anche se, come sembra, una buona parte del personale sanitario non sia propenso a farsi immunizzare.

L’ipocrisia di un governo che ci rinchiude “per il nostro bene”, però tiene aperte le tabaccherie dalle quali dispensa sigarette mortifere.

Ah, è il monopolio.

Pecunia non olet.


Ars poetica

Insegnavo alle mie parole ad amare,
mostravo loro il cuore
e non desistevo finché le loro sillabe
non prendevano a battere.
Mostravo loro gli alberi
e quelle che non volevano stormire
le impiccavo senza pietà, ai rami.
Alla fine, le parole
sono state costrette a somigliare a me
e al mondo.
Poi
ho preso me stesso,
mi sono appoggiato alle due rive
del fiume,
per mostrare loro un ponte,
un ponte tra il corno del toro e l’erba,
tra le stelle nere della luce e la terra,
tra la tempia della donna e la tempia dell’uomo,
lasciando circolare le parole su di me,
come automobili di corsa, come treni elettrici,
solo perchè arrivassero più in fretta a destinazione,
solo per insegnar loro come si trasporta il mondo,
da se stesso
a se stesso.

Nichita Stănescu

 

 

 

 


Il regalo di Natale

Dire che sono incazzata è poco.

Naturalmente mi riferisco a Conte. Già ha dimostrato la solita maleducazione arrivando naturalmente in ritardo, 70 minuti, alla conferenza a reti unificate strombazzata con notevole anticipo. Ormai gli unici che lo ascoltano in diretta credo siano solo le “bimbe di Conte” che si sdilinquiscono ad ogni sua apparizione e, per dovere di (dis)informazione, i giornalisti cui spesso non vengono neppure date risposte alle legittime domande, come è successo alla giornalista di Sky.

L’ultimo DPCM: le norme sono tante, confusionarie e contraddittorie: zone rosse e arancioni, ci si può spostare se i comuni hanno meno di 5mila abitanti,oppure no, entro il raggio di 30 km escludendo i capoluoghi di provincia oppure no, si possono invitare 2 persone non conviventi dalle 5 alle 22 oppure no, sono esclusi dal computo i ragazzini sotto i 14 anni oppure no…insomma un caos totale

Inoltre si stanno affossando definitivamente ristoranti e bar, i “ristori” promessi sono, come al solito, delle pure elemosine: 645 milioni distribuiti tra 320 mila esercizi…fate un po’ voi i conti: poco più di 2 mila euro ciascuno! E “quello” parla di ristori al 100%!

Poi c’è l’altra questione: e qui casca l’asino, anzi cascano GLI ASINI, ossia i grillini: gli stessi che avevano votato a favore del decreto sicurezza, oggi hanno votato contro: l’ennesima prova di quanto siano coerenti questi tizi (chiamarli persone è troppo).

Non parliamo poi della figuraccia fatta dal Governo nella liberazione dei pescatori di Mazara: vedere Conte e Di Maio ossequiare Haftar è la prova della debolezza in campo internazionale dell’Italia: mai un presidente del Consiglio si era recato a prelevare gli ostaggi, al massimo andava a riceverli non appena mettevano piede sul suolo nazionale, mentre la questioncella della geolocalizzazione del cellulare di Rocco Casalino ha fatto ridere mezzo mondo per la poca avvedutezza del tizio.

Infine una parolina sul commissario Arcuri (continuo a preferirgli il commissario Rex): l’incarico dato all’archistar Boeri (quello del Bosco verticale di Milano, che a me piace tantissimo) per la progettazione dei padiglioni a forma di primula, ben 1500 e non si sa a quale costo, dove dovrebbero essere effettuate le vaccinazioni per il covid: ospedali, ambulatori, cliniche, studi medici non andavano bene? No, bisogna spendere, così come le siringhe cinesi che costeranno molto di più di quelle che hanno acquistato gli altri paesi europei…intanto aspettiamo che arrivino, perché visti i precedenti (mascherine, tamponi, reagenti, banchi a rotelle) le premesse non sono buone. Beh, dicono che arriveranno 209 miliardi di euro, e ben 9 verranno spesi per la sanità  😀 , mentre “solo” 74,3 saranno destinati alla rivoluzione verde, 48,7 alla digitalizzazione (visto come hanno funzionato le app Immuni ed IO dovremmo farci qualche domanda) e 17,1 alla parità di genere…

La mangiatoia (non quella del presepe) è aperta.


Non importa quanti anni ho

Ho l’età in cui le cose si osservano con più calma, ma con l’intento di continuare a crescere. Ho gli anni in cui si cominciano ad accarezzare i sogni con le dita e le illusioni diventano speranza. Ho gli anni in cui l’amore, a volte, è una folle vampata, ansiosa di consumarsi nel fuoco di una passione attesa. E altre volte, è un angolo di pace, come un tramonto sulla spiaggia.
Quanti anni ho, io? Non ho bisogno di segnarli con un numero, perché i miei desideri avverati, le lacrime versate lungo il cammino al vedere le mie illusioni infrante valgono molto più di questo. Che importa se compio venti, quaranta o sessant’anni! Quel che importa è l’età che sento. Ho gli anni che mi servono per vivere libero e senza paure.
Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me l’esperienza acquisita e la forza dei miei sogni.
Quanti anni ho, io? A chi importa! Ho gli anni che servono per abbandonare la paura e fare ciò che voglio e sento.

José Saramago


Voglia di libertà

Ormai anche la stampa è decaduta, certi giornalisti sono completamente asserviti a questo governo (per carità cristiana non lo definisco regime).

Gaetano Pedullà dice chiaramente che “la gente deve smettere di pensare che tutto ciò che non è espressamente vietato sia permesso”.

Massimo Giannini, il direttore della Stampa che augurava “buon covid a tutti”, rincara la dose scrivendo che “a Natale bisogna chiudere tutto, perché i cittadini non sono in gradi di gestire le piccole quote di libertà che gli vengono concesse”.

Se non ci si rende conto che questa ormai è una dittatura, non lo so: ormai le nostre libertà non valgono praticamente nulla, la Costituzione è diventata solo carta straccia.

Ormai ho una certa età, ed essendo in gradi di intendere e volere, non ancora del tutto rimbecillita, sono anche in grado di votare (e non vedo l’ora di farlo per cercare di mandare a casa questa banda di scappati di casa a calci nel deretano) quindi credo di poter decidere in autonomia di frequentare chi voglio (sempre che gli altri siano consenzienti, ovvio), di vaccinarmi o meno, di potermi recare dove cavolo desidero, naturalmente seguendo le normali precauzioni.

Tenendo me e i miei coetanei reclusi in casa, isolati senza nessuna colpa, lontani dagli affetti più cari, questo governicchio non fa altro che farci invecchiare più rapidamente del dovuto.

Quest’anno mi sarei recata almeno una volta all’estero ed almeno altre due volte a Milano, per non parlare poi di altre brevi gite in altre città italiane. Invece, per pura grazia del PdC mi è stato concesso al massimo di potermi spostare ma solo nell’ambito della mia provincia.

A Conte, ministri, componenti di commissioni e task force di certo non auguro un buon Natale.

Spero solo che il panettone vada loro di traverso.


I giorni e le notti

I giorni e le notti
suonano
in questi miei nervi d’arpa
Vivo
di questa gioia malata
d’universo
e soffro
per non saperla accendere
nelle mie parole.

 


Giuseppe Ungaretti

 

dipinto di Sergio Cerchi


La notte

Stamane tu dormivi ancora quando mi sono svegliato.

A poco a poco uscendo dal sonno, ho sentito il tuo respiro leggero e attraverso i capelli che ti nascondevano il viso ho visto i tuoi occhi chiusi.

Ho sentito la commozione che mi saliva dalla gola e avevo voglia di gridare e svegliarti perché la tua stanchezza era troppo profonda e mortale.

Nella penombra la pelle della tue braccia e della tua gola era viva e io la sentivo tiepida e asciutta: volevo passarvi sopra le labbra ma il pensiero di poter turbare il tuo sonno e di averti ancora sveglia fra le mia braccia mi tratteneva.

Preferivo averti così come una cosa che nessuno poteva togliermi perché ero il solo a possederla, una tua immagine per sempre.

Oltre il tuo volto vedevo qualcosa di più puro, di più profondo in cui mi specchiavo: vedevo te in una dimensione che comprendeva tutto il mio tempo da vivere, tutti gli anni futuri e tutti quelli che ho vissuto prima di conoscerti, ma già preparato a incontrarti.

Dal flim “La notte” di Michelangelo Antonioni dipinto di Pablo Picasso


A Zbigniew Herbert

Nelle città straniere c’è una gioia sconosciuta,
la fredda felicità di un nuovo sguardo.
Gli intonaci gialli delle case, sui quali il sole
si arrampica come un agile ragno, esistono
ma non per me. Non per me furono costruiti
il municipio, il porto, il tribunale, la prigione.
Il mare scorre per la città con una marea
salata e allaga le verande e le cantine.
Al mercato i prismi delle mele, piramidi
che svettano per l’eternità di un pomeriggio.
E pure la sofferenza non è poi così
mia: il matto locale farfuglia
in una lingua straniera, e la disperazione
di una ragazza sola in un caffè è come
il frammento di una tela in un cupo museo.
Le grandi bandiere degli alberi si agitano
al vento così come nei luoghi
a noi noti, e lo stesso piombo fu cucito
negli orli di lenzuola, di sogni,
dell’immaginazione folle e senza casa.

 

Adam Zagajewski

 


Il Natale si avvicina

L’incapacità di questo governo la si nota in molti modi.

Primo, l’istituzione di tutte le task force e comitati vari per ottenere consigli da presunti esperti (tipo Arcuri, per intenderci), come ho già scritto altre volte; poi per le norme spesso contraddittorie che vengono emanate (Dal governo? Dagli esperti? Non è dato di sapere con esattezza, perché spesso giocano allo scaricabarile).
Ad esempio istituiscono la “lotteria degli scontrini” : prescindendo dal fatto che è un’esimia nefandezza, escludono dal computo gli acquisti fatti su piattaforme online per favorire i negozi di prossimità, e poi strillano come aquile lamentandosi che la gente esce di casa per comperare. Lo stesso però si può dire dei governatori delle varie regioni: se la loro è zona rossa o arancione strepitano col governo perché le attività commerciali sono bloccate, però appena la zona di competenza diventa gialla e il commercio riprende, subito si lagnano perché la gente esce e, udite udite, COMPERA! Allora perché tenere i negozi aperti, se la gente non DEVE fare acquisti?

Lo stesso, quest’estate, fecero quando venne istituito il bonus vacanze: prima le persone furono invogliate ad andare in ferie, poi vennero demonizzate considerandole quali possibili propagatrici di Covid.

In breve, sia il governo centrale ed in parte anche quelli locali, utilizzano le folle solo per programmare le prossime chiusure, visto che già si parla di eventuali zone rosse da reintrodurre per il periodo natalizio.

Certi giornalisti poi non sono da meno nel diffondere il terrore, tipo Massimo Giannini che ai romani che facevano shopping ha augurato “Buon covid a tutti!

Lo stesso giornalista che a gennaio diceva che chi propagava la paura era nientemeno che il solito Matteo Salvini!
Siamo nelle mani di una manica di folli ed incompetenti.

 


Neve

Mi ama tanto la città quando è deserta e bianca
e i luoghi amati dormono sotto la neve come se non ci fossero
mi baciano e basta, morbidamente, col silenzio e col silenzio
come lei ed io quando eravamo i più soli
la città mi ama quando è deserta.

 


Milivoj Slaviček,

dipinto di Charles Burkfield


All’ipotetico lettore

Ho messo la mia anima fra le tue mani.
Curvale a nido. Essa non vuole altro
che riposare in te.
Ma schiudile se un giorno
la sentirai fuggire. Fa’ che siano
allora come foglie e come vento,
assecondando il suo volo.
E sappi che l’affetto nell’addio
non è minore che nell’incontro. Rimane
uguale e sarà eterno. Ma diverse
sono talvolta le vie da percorrere
in obbedienza al destino.

Margherita Guidacci


Io ti offro questi versi

Io ti offro questi versi, non perché il tuo nome
Possa mai fiorire in questo suolo povero,
Ma perché tentare di ricordarsi,
Sono fiori recisi, il che ha senso.

Certi dicono, persi nel loro sogno, «un fiore»,
Ma significa non sapere che le parole tagliano,
se credono di designarlo, in quel che nominano,
Trasmutando ogni fiore in idea di fiore.

Tranciato il vero fiore diventa metafora,
Questa linfa che cola, è il tempo
Che finisce di liberarsi dal suo sogno.

Chi vuole avere, talvolta, la visita deve
Amare in un mazzo che abbia solo un’ora,
La bellezza non è offerta che a tal prezzo.

Yves Bonnefoy

Illustrazione di Fabian Perez

 

 


Autunno

La nebbia arriva con zampine di gatto.
S’accuccia e guarda
la città e il porto…
e poi se ne va via.

Carl Sandburg