La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Cielo di giugno

RONDINI 05dd269f30a671f12da8b3ddce7cbda4Cielo di giugno, azzurra giovinezza

dell’anno; ed allegrezza

di rondini sfreccianti in folli giri nell’aria.

Ombre, ombre d’ali

vedo guizzar sul bianco arroventato

del muro in fronte: ombre a saetta, nere,

vive al mio sguardo più dell’ali vere.

Traggon dal nulla, scrivendo con nulla

parole d’un linguaggio

perduto; e le cancellano

ratte, fuggendo via fra raggio e raggio.

Ada Negri


La danza della neve

Sui campi e sulle strade

silenziosa  lieve

volteggiando, la neve

cade.

 

Danza la falda bianca

nell’ ampio ciel scherzosa,

poi sul terren si posa,

stanca.

 

In mille immote forme

sui tetti e sui camini,

sui cippi e sui gradini

dorme.

 

Tutto intorno è pace;

chiuso in un oblio profondo,

indifferente al mondo tace.

 

Ada Negri


Cielo di giugno

Cielo di giugno, azzurra giovinezza
dell’anno; ed allegrezza
di rondini sfreccianti in folli giri
nell’aria. Ombre, ombre d’ali
vedo guizzar sul bianco arroventato
del muro in fronte: ombre a saetta, nere,
vive al mio sguardo più dell’ali vere.
Traggon dal nulla, scrivendo con nulla
parole d’un linguaggio
perduto; e le cancellano
ratte, fuggendo via fra raggio e raggio.

Ada Negri

Immagine di Giacomo Balla

 


Pioggia d’autunno

Vorrei, pioggia d’autunno, essere foglia
che s’imbeve di te sin nelle fibre
che l’uniscono al ramo, e il ramo al tronco,
e il tronco al suolo; e tu dentro le vene
passi, e ti spandi, e si gran sete plachi.
So che annunci l’inverno: che fra breve
quella foglia cadrà, fatta colore
della ruggine, e al fango andrà commista,
ma le radici nutrirà del tronco
per rispuntar dai rami a primavera.

Vorrei, pioggia d’autunno, esser foglia,
abbandonarmi al tuo scrosciare, certa
che non morrò, che non morrò, che solo
muterò volto sin che avrà la terra
le sue stagioni, e un albero avrà fronde.

ADA NEGRI


Fine

10270514_624333957693175_1130189189784100151_n (1)La rosa bianca, sola in una coppa
di vetro, nel silenzio si di sfoglia
e non sa di morire e anch’io la guardo
morire. Un dopo l’altro si distaccano
i petali; ma intatti: immacolati:
un presso l’altro con un tocco lieve
posano, e stanno: attenti, se un prodigio
li risollevi e li ridoni, ancora
vivi, candidi ancora, al gambo spoglio.
Tal mi sento cader sul cuore i giorni
del mio tempo fugace: intatti; e il cuore
vorrebbe, ma non può, comporli in una
rosa novella, su più alto stelo.

Ada Negri