La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

25 aprile

Per ragioni prettamente anagrafiche, l’ANPI non dovrebbe più esistere o, se qualche partigiano dovesse ancora essere vivo, dovrebbe essere molto, molto anziano, dato che la guerra è terminata 72 anni orsono.

Ritengo quindi che sia assurdo far monopolizzare la ricorrenza del 25 aprile da questa associazione, anche in virtù del fatto che ogni anno rispuntano le solite questioni sulla partecipazione della brigata Ebraica e delle comunità israelitiche.

È semplicemente assurdo proibire la partecipazione al corteo a coloro che dei nazifascisti sono state le principali vittime, promuovendo invece la presenza di gruppi filopalestinesi trasformando così questa data in una manifestazione antiisraeliana. Tralasciamo il fatto che si tratti in maggior parte di gruppi di facinorosi che sfilano al grido di “Israele fascista” e “Propaganda sionista” , ma la Brigata Ebraica, che sfila ovviamente con la bandiera con la Stella di David, ha effettivamente contribuito alla liberazione dell’Italia, lasciando sul terreno un buon numero di vittime. L’intervento di Gad Lerner (mi risulta difficile considerarlo ebreo) su Radio Radicale, mentre spiega che è perfettamente legittima la partecipazione di associazioni filopalestinesi – equiparandole alle associazioni filoamericane, filosovietiche, filoisraeliane etc -, è quantomeno inopportuno: forse dimentica che l’intervento angloamericano è stato determinante nella Liberazione; ci furono certamente anche i defunti partigiani, anche se in misura assai minore. Avrei voluto vederli combattere, da soli, contro le Panzerdivisionen.

Ritorniamo alle associazioni filopalestinesi: che la loro partecipazione sia inopportuna è provato dalloe carte. È noto che Hitler si alleò con il Gran Muftì di Gerusalemme Amin al-Ḥusaynī,, ed è stato recentemente ritrovato il telegramma a firma di Himmler che lo prova, in cui il leader nazista esprime il suo sostegno alla lotta degli Arabi, specialmente quelli in Palestina, contro gli Ebrei e contro la “criminale” Dichiarazione Balfour che riconosceva agli ebrei il diritto di avere una patria.

 

Il Gran Muftì reclutò nel 1943 dei musulmani bosniaci (oltre 20mila), che furono inquadrati a tutti gli effetti tra le famigerate SS, e che furono direttamente responsabili dell’uccisione del 90% della popolazione ebrea residente in Bosnia, oltre che della distruzione di chiese e villaggi serbi.

La Brigata ebraica, inquadrata tra le forze inglesi, operò in Italia tra il 1944 ed il 1945 principalmente sulla linea Gotica e sul fronte adriatico, lasciando sul terreno una trentina di morti e numerosi feriti.

Quindi mentre la Brigata Ebraica contribuì ATTIVAMENTE alla liberazione dell’Italia, non altrettanto possiamo dire delle associazioni palestinesi che altro non sono che la naturale prosecuzione di quei gruppi islamici da sempre nemici degli ebrei.

Consideriamo infine che l’Italia è uscita sconfitta dal conflitto: certo, in extremis ha abbandonato l’Asse per passare armi e bagagli con i futuri vincitori, quindi non c’è stata “Liberazione”, ma solo occupazione da parte degli Angloamericani che, bontà loro, con noi non sono stati troppo cattivi.

Sarebbe meglio iniziare a metabolizzare questa sconfitta, facendo così cessare anche tutte le polemiche che accompagnano questa data, magari iniziando proprio dallo scioglimento dell’ANPI.

Una Risposta

  1. Hai mai avuto parenti partigiani?
    Io sì, due fratelli del nonno e ho vissuto dei loro racconti, delle esperienze della loro gioventù,l offesa dalla didattura fascista. sono d’accordo con te, sul alcune tue considerazioni, come quelle sull’intervento degli Ebrei e non dei Palestinesi, anche se l’argomento è da libri di storia e non da post nei blog, ma trovo ingiusto dimenticare.

    Ti allego uno scritto di Enrico Mentana che trovo particolarmente privo di livore , come dovrebbe essere.

    So che la pensiamo diversamente in fatto di politica, ma rispetto il tuo pensiero.

    “Le polemiche sul 25 aprile fanno davvero rabbia. Dovrebbe essere una festa di popolo, in ricordo di chi ha combattuto per darci la libertà, partigiani e eserciti alleati. Invece sempre di più tutto esplode in dispute insensate, tra sigle in gran parte svuotate della loro rappresentatività iniziale. Reducismi, frazionismi, discriminazioni. Così la festa della liberazione diventa, nella logica dei cortei lottizzati, un regolamento di conti che con la vittoria sul nazifascismo non ha quasi più nulla a che fare. Quando ero ragazzo mi prendeva l’emozione quando arrivavo ai bastioni di porta Venezia a Milano, dove partiva il corteo. Non erano anni facili, eppure il 25 aprile era la festa di tutti gli antifascisti. Lo spirito della Resistenza era ancora ben percepibile, e nessuno in quel giorno si permetteva di distribuire i biglietti d’ingresso. Oggi, a cominciare dall’Anpi (ma non solo), quello spirito naturalmente inclusivo mi pare dilapidato. Chi combattè, e chi cadde, voleva la nostra libertà, non il triste spettacolo che si profila 72 anni dopo quel meraviglioso giorno di festa”

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    24 aprile 2017 alle 22:09

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