La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per 26 aprile 2017

eccellenze

Una delle tante eccellenze che avevamo e che sono state costrette ad emigrare per avere il giusto riconoscimento.

Si chiama Katia Bertoldi, è trentina e, non ancora quarantenne, insegna ingegneria e meccanica applicata ad Harvard. Studia figure tridimensionali complesse che servono a costruire composti biologici o manipolare onde magnetiche , processi fondamentali per apparecchi medici o telefoni cellulari. Sua un’importante invenzione, un’elica anomala, ribattezzata emi-elica, che cambia continuamente la propria curvatura e che servirà per le nanotecnologie. Per un’altra sua importante invenzione, si è ispirata ad un giocattolo, il Twist_O, ideando così una minisfera di silicone che, sotto pressione, riduce le proprie dimensioni.

Grazie a quest’ultima scoperta, ha ricevuto nel 2012 un finanziamento di 400mila dollari e che le è valso pure nel 2014 il Thomas J.R.Young Investigator Award, un riconoscimento riservato agli scienziati sotto i 40 anni. Dopo essersi laureata a Trento in Ingegneria strutturale, ha frequentato un master in Svezia e, sempre a Trento, ha conseguito il dottorato in Meccanica dei materiali e delle strutture. Poi, dopo una tappa in Olanda, ha ottenuto il prestigioso incarico ad Harvard. Oltre ad avere completa libertà, è stata messa a capo di un gruppo di ricerca composto dai migliori studenti dell’università.

Cosa impensabile in Italia, dove per anni sarebbe stata costretta a fare l’assistente di un “barone” dell’ateneo. Per questo motivo la nostra brillante scienziata non prende neppure in considerazione l’ipotesi di tornare nel paese natale.

E fa specie vedere che qui da noi si fa troppo poco, se non addirittura nulla, per trattenere i migliori cervelli. Con la stessa cifra che elargiamo alle ONG per mantenere gli immigrati, si potrebbe incrementare la ricerca, creare nuove strutture, quindi incrementare anche l’occupazione. Invece si preferisce demotivare i nostri ragazzi (non tutti sono choosy) che afferrano al volo le possibilità che sono loro offerte all’estero e che l’Italia non concederà mai in quanto la meritocrazia qui da noi è cosa sconosciuta.