La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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25 aprile

Come ogni anno ritornano le polemiche sul 25 aprile.

Premesso che ormai i VERI partigiani se non sono morti poco ci manca, l’ultima sparata dell’ANPI è quella per cui pure i musulmani parteciparono alla lotta di liberazione.

Certo, come no…domandatelo alle donne oggetto delle “marocchinate”: stuprate, sodomizzate, contagiate da varie malattie veneree, molte addirittura morte per le sevizie subite. Non solo donne, pure uomini e ragazzi che avevano cercato di difendere le loro mogli e madri, e perfino bimbi furono violentati. Moltissimi i casi di suicidio tra queste vittime, moltissimi i casi di aborto ed infanticidio per le gravidanze conseguenti alle violenze.

«Tutte le donne di PatricaPofiIsolettaSupino, e Morolo sono state violentate… A Lenola il 21 maggio hanno stuprato cinquanta donne, e siccome non ce n’erano abbastanza per tutti hanno violentato anche i bambini e i vecchi. I marocchini di solito aggrediscono le donne in due – uno ha un rapporto normale, mentre l’altro la sodomizza.» (Da Wikipedia, alla voce “marocchinate”)

Questi, i famigerati “goumiers”, sarebbero stati i “Liberatori”, dei quali avremmo volentieri fatto a meno. Gli americani cercarono di fermare queste violenze, ma vennero bloccati dal comandante francese che aveva dato libero sfogo per la durata di 50 ore ai suoi “soldati”.

«Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c’è un vino tra i migliori del mondo, c’è dell’oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all’ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete» (Stessa fonte, ma non verificata)

«Dalle numerose documentazioni raccolte oggi possiamo affermare che ci furono un minimo di 20.000 casi accertati di violenze, numero che comunque non rispecchia la verità; diversi referti medici dell’epoca riferirono che un terzo delle donne violentate, sia per vergogna o pudore, preferì non denunciare. Facendo una valutazione complessiva delle violenze commesse dal “Corpo di Spedizione Francese”, che iniziò le proprie attività in Sicilia e le terminò alle porte di Firenze, possiamo affermare con certezza che ci fu un minimo di 60.000 donne stuprate, e ben 18.000 violenze carnali. I soldati magrebini mediamente stupravano in gruppi da 2 (due) o 3 (tre), ma abbiamo raccolto testimonianze di donne violentate anche da 100, 200 e 300 magrebini»

Una tragica vicenda narrata anche nel film “La ciociara”, tratto dall’omonimo racconto di Alberto Moravia.

Per me i veri liberatori sono stati gli angloamericani e la brigata Ebraica; goumiers e partigiani preferisco dimenticarli, per non dire di peggio. E le nefandezze compiute da molti partigiani a guerra conclusa non sono da meno di quelle fatte dai marocchini.

Poi c’è la questione del “fascismo”.

Ora basta poco per essere etichettati quali fascisti.

Come mi ritengo anticomunista, così mi ritengo pure antifascista, aborrendo qualsiasi regime totalitario e liberticida, però ultimamente mi sono sentita etichettare fascista per il solo fatto di non “comprendere” (!) le ragioni del terrorismo islamico; oppure di ritenere che l’immigrazione venga seriamente regolamentata; o anche perché considero abominevole la pratica dell’utero in affitto; o perché non condivido le idee pseudoambientaliste di Greta.

Se questo significa essere fascisti, allora dite pure che lo sono, ma chi mi etichetta come tale prima si faccia un serio esame di coscienza. Concludendo, questo giorno per me è una ricorrenza, non certo una festa.


25 aprile

Per ragioni prettamente anagrafiche, l’ANPI non dovrebbe più esistere o, se qualche partigiano dovesse ancora essere vivo, dovrebbe essere molto, molto anziano, dato che la guerra è terminata 72 anni orsono.

Ritengo quindi che sia assurdo far monopolizzare la ricorrenza del 25 aprile da questa associazione, anche in virtù del fatto che ogni anno rispuntano le solite questioni sulla partecipazione della brigata Ebraica e delle comunità israelitiche.

È semplicemente assurdo proibire la partecipazione al corteo a coloro che dei nazifascisti sono state le principali vittime, promuovendo invece la presenza di gruppi filopalestinesi trasformando così questa data in una manifestazione antiisraeliana. Tralasciamo il fatto che si tratti in maggior parte di gruppi di facinorosi che sfilano al grido di “Israele fascista” e “Propaganda sionista” , ma la Brigata Ebraica, che sfila ovviamente con la bandiera con la Stella di David, ha effettivamente contribuito alla liberazione dell’Italia, lasciando sul terreno un buon numero di vittime. L’intervento di Gad Lerner (mi risulta difficile considerarlo ebreo) su Radio Radicale, mentre spiega che è perfettamente legittima la partecipazione di associazioni filopalestinesi – equiparandole alle associazioni filoamericane, filosovietiche, filoisraeliane etc -, è quantomeno inopportuno: forse dimentica che l’intervento angloamericano è stato determinante nella Liberazione; ci furono certamente anche i defunti partigiani, anche se in misura assai minore. Avrei voluto vederli combattere, da soli, contro le Panzerdivisionen.

Ritorniamo alle associazioni filopalestinesi: che la loro partecipazione sia inopportuna è provato dalloe carte. È noto che Hitler si alleò con il Gran Muftì di Gerusalemme Amin al-Ḥusaynī,, ed è stato recentemente ritrovato il telegramma a firma di Himmler che lo prova, in cui il leader nazista esprime il suo sostegno alla lotta degli Arabi, specialmente quelli in Palestina, contro gli Ebrei e contro la “criminale” Dichiarazione Balfour che riconosceva agli ebrei il diritto di avere una patria.

 

Il Gran Muftì reclutò nel 1943 dei musulmani bosniaci (oltre 20mila), che furono inquadrati a tutti gli effetti tra le famigerate SS, e che furono direttamente responsabili dell’uccisione del 90% della popolazione ebrea residente in Bosnia, oltre che della distruzione di chiese e villaggi serbi.

La Brigata ebraica, inquadrata tra le forze inglesi, operò in Italia tra il 1944 ed il 1945 principalmente sulla linea Gotica e sul fronte adriatico, lasciando sul terreno una trentina di morti e numerosi feriti.

Quindi mentre la Brigata Ebraica contribuì ATTIVAMENTE alla liberazione dell’Italia, non altrettanto possiamo dire delle associazioni palestinesi che altro non sono che la naturale prosecuzione di quei gruppi islamici da sempre nemici degli ebrei.

Consideriamo infine che l’Italia è uscita sconfitta dal conflitto: certo, in extremis ha abbandonato l’Asse per passare armi e bagagli con i futuri vincitori, quindi non c’è stata “Liberazione”, ma solo occupazione da parte degli Angloamericani che, bontà loro, con noi non sono stati troppo cattivi.

Sarebbe meglio iniziare a metabolizzare questa sconfitta, facendo così cessare anche tutte le polemiche che accompagnano questa data, magari iniziando proprio dallo scioglimento dell’ANPI.


25 aprile

No, mi dispiace, i partigiani proprio non mi vanno giù, almeno “quelli rossi”. Non mi piacciono per essersi appropriati di una liberazione cui hanno contribuito in minima parte; non mi piacciono per come hanno trattato il duce (Pertini in primis), negandogli un giusto processo che si sarebbe comunque concluso con la condanna a morte; non mi piacciono per lo scempio di piazzale Loreto esponendo le salme come bestie da macello e per aver assassinato la povera Petacci; non mi piacciono per l’eccidio di Porzûs; non mi piacciono per tutte le porcate commesse a conflitto finito. E mi fermo qui.
E poi… liberazione? Se siamo ancora schiavi!


Inviato dal Veloce promemoria


Per fortuna…

girnale_11150517_678849078908329_2934091506580027678_n…che non è  successo!


25 aprile…che Liberazione?

Inizia la manfrina per la celebrazione del 70° anniversario della Liberazione, ed iniziano gli sproloqui, Boldrini in testa, che vuole cancellare la scritta DUX che sta sull’obelisco del Foro Italico.

Cazzo, (stavolta lo dico, e se lo dico vuol dire che sono veramente fuori dai gangheri)…

Queste teste vuote, invece di preoccuparsi dei problemi reali dell’Italia, disoccupazione, recessione, suicidi degli imprenditori che falliscono, immigrazione incontrollata, pericolo di attentati di matrice islamica, si interessano di cose che nulla hanno a che fare con la situazione reale del paese: ed ecco allora la registrazione di matrimoni omosessuali (a loro certamente consentirei tutti i diritti, ma chiamare matrimoni le loro unioni mi sembra davvero eccessivo), educazione gender nelle elementari, denominazione al femminile di tutte le professioni (cara Boldrini, studiati piuttosto la grammatica) ed ora anche la cancellazione delle scritte sui manufatti dell’epoca fascista, come se martellando le incisioni sui monumenti si possa far sparire con un colpo di spugna la storia. Ignoranza ed arroganza galattica, che si accompagnano molto bene.

E sempre a proposito di storia, quella recente intendo, perché 70 anni non sono poi un’eternità, non vedo perché ci debba essere il reato di apologia del fascismo e non quello di apologia del comunismo.

Sulla bacheca di un corrispondente di FB ho intrattenuto una fitta conversazione a tale proposito, sostenendo che TUTTI i regimi si assomigliano, in quanto una volta raggiunto il potere per prima cosa limitano le libertà individuali e si liberano degli avversari in modi più o meno leciti.

La risposta è stata che il fascismo lo abbiamo provato, ed il comunismo no, ma che sono cose assai differenti e che il PCI era molto diverso dal PCUS, che semmai chi si liberava degli avversari politici era lo stalinismo e non il comunismo. (Forse mi sfugge qualcosa: sta a vedere che Stalin sotto sotto era un nazifascista!)

Beh, ho obiettato, chi ci dice che se nel 1948 le elezioni fossero state vinte dal Fronte Popolare l’Italia non sarebbe stata uguale alla Jugoslavia o agli altri paesi del blocco comunista? Oppure l’idea che l’italiano medio ha del comunista nostrano è quella del sindaco Peppone?

Non dimentichiamo poi che il Migliore (migliore de che?) aveva la cittadinanza sovietica

“È motivo di particolare orgoglio per me l’aver abbandonato la cittadinanza italiana per quella sovietica.
Io non mi sento legato all’Italia come alla mia Patria, mi considero cittadino del mondo, di quel mondo che noi vogliamo vedere unito attorno a Mosca agli ordini del compagno Stalin”

È motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere diecimila volte più del migliore cittadino italiano ”. 

Togliatti ebbe anche delle responsabilità nell’occupazione russa in Ungheria del 1956 e nella condanna a morte di Imre Nagy, avendo votato unitamente ad altri leader comunisti a favore della pena capitale dello statista magiaro.

Lo stesso Napolitano aveva plaudito l’intervento russo in Ungheria

« Il compagno Giolitti ha il diritto di esprimere le proprie opinioni, ma io ho quello di aspramente combattere le sue posizioni. L’intervento sovietico ha non solo contribuito a impedire che l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione ma alla pace nel mondo. »

Solo nel 2006, nel cinquantenario della rivoluzione, Napolitano rese omaggio alla tomba di Nagy ed al sacrario dei caduti ungheresi, ma alcuni superstiti dichiararono apertamente che quella operazione era solo tardiva ed inopportuna.

E questi sarebbero i comunisti italiani: quanta differenza da quelli russi?

Io ho in odio TUTTI i totalitarismi, tutti quei movimenti, tutte quelle ideologie che limitano la libertà delle persone, ed anche il momento che stiamo vivendo attualmente giorno per giorno sta limitando la nostra indipendenza, controllando, vietando, proibendo, censurando.

Mi chiedo allora cosa ci sia da festeggiare in quella data…


Liberazione

Liberazione…da chi? Da che cosa?

Mai come adesso siamo servi, delle banche, dei potentati economici, del consumismo.

E allora forse si stava meglio quando si stava peggio.

(ah…il manifesto…l’ho messo solo perché mi hanno detto che la ragazza mi assomiglia :-). Oltretutto  il Ministero difesa ha pure sbagliato, postando una foto relativa al 25 luglio 1943 anziché al 25 aprile 1945…ma così è la vita, nessuno è perfetto).

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Il giorno dopo

Volutamente ho tralasciato di commentare o commemorare la ricorrenza del 25 aprile. Innanzitutto perché la sinistra si è appropriata di questa ricorrenza, dimenticando ad esempio le brigate “bianche” di ispirazione cattolica, molti componenti delle quali caddero vittime (come ad esempio a Porzus) dei loro stessi “compagni”. Poi perché viene spesso sminuito se non proprio tralasciato l’apporto degli alleati anglo-americani, visti ancora oggi come nemici con intenti “militaristi”, (come definire allora i russi che invasero gran parte dell’Europa orientale, inglobandola nel blocco comunista?).

Infine volevo attendere le dichiarazioni dei nostri politici, che sono puntualmente arrivate. Tra queste, le parole della neo Presidente della Camera, Boldrini, che ha prima tacciato di fascismo il governissimo, poi ha concluso con la frase che non esiste un fascismo buono ed uno cattivo. Premesso che mi stanno sulle scatole quei sinistroidi che, se non la pensi come loro, automaticamente sei fascista, vorrei rinfrescare la memoria della Boldrini con le seguenti parole.

Le conquiste sociali fatte sotto il fascismo oggi ce le sogniamo, il che è tutto dire. Non si trattava solo dei treni in orario. Assegni familiari per i figli a carico, borse di studio per dare opportunità anche ai meno abbienti, bonifiche dei territori, edilizia sociale. Questo perché solo dieci anni prima Mussolini era socialista marxista e massimalista che si portò con sé il senso del sociale, del popolo. In un certo senso il fascismo modernizzò il paese. Nei confronti del nazismo fu dittatura all’acqua di rose: se Mussolini non avesse firmato le infamanti leggi razziali, sarebbe morto di morte naturale come Franco. Resta una dittatura, ma anche espressione di italianità. Bisognerebbe fare un’analisi meno ideologica su questo.”

Chi le ha dette? Qualcuno fascista o, più genericamente, qualcuno di destra? No, le ha pronunciate Margherita Hack, della quale tutto si può dire, tranne che abbia simpatie fasciste, ma che, per fortuna, non ha ancora aderito alla massificazione dei cervelli ed è ancora capace di pensare con la propria testa.

E allora il 25 aprile, per l’ideologia che la permea, resta una “festa” che divide anziché unire. Si dimenticano gli “altri” morti, quelli ricordati e descritti da Giampaolo Pansa nei suoi libri (guarda caso aborriti dalla sinistra più “pura”). Quei morti della parte avversa, combattenti di una causa che ritenevano giusta e per salvaguardare l’onore italiano che il loro Re aveva malamente tradito, abbandonandoli al proprio destino. Quei morti uccisi dai partigiani, (dei quali non voglio affatto sminuire le gesta), ma nelle cui fila militarono anche fior di deliquenti che utilizzarono l’essere partigiani per compiere vendette personali o, ancor peggio, per dare sfogo ai loro istinti più perversi e bestiali.

giuseppina ghersi

Allora aboliamola, questa festa. Dopo tanti anni sarebbe finalmente ora della riconciliazione.


Totalitarismi

Due persone per le quali provo sia affetto che stima per l’onestà intellettuale (in ordine alfabetico, Mario e Nazz), sottosotto mi dicono che vedo la questione della Festa della Liberazione in modo (diciamo così ) “unilaterale”. Riporto quindi un articolo di Pier Vittorio Buffa, giornalista di Repubblica e de “L’Espresso”, quindi della “fazione” avversa, che rispecchia esattamente il mio pensiero.

Basta con le polemiche su chi può o non può festeggiare il 25 aprile. Su di chi è o non è la festa che ricorda il giorno in cui l’Italia è tornata libera.

Il 25 aprile è di tutti gli italiani che lo vogliono. E dovrebbero volerlo tutti e tenerselo ben stretto.
Perché quel giorno finì l’occupazione nazista e l’Italia iniziò a diventare quella che è oggi: libera e repubblicana.
Il 25 aprile, in particolare, dovrebbero volerlo anche coloro che sono stati fascisti perché da lì è iniziata anche la loro libertà e quella dei loro padri.
E non gli andrebbe impedito di festeggiarlo. Proprio in nome della libertà conquistata quel giorno e a un solo patto: chi festeggia il 25 aprile dichiari di dire anche no, in modo irreversibile, a tutti i fascismi. Di ieri e di oggi.

http://buffa.blogautore.repubblica.it/2012/04/24/la-liberta-e-di-tutti/

Non è che sia il fascismo ( e quindi pure il nazismo) il male assoluto: lo sono tutte le dittature, tutti i regimi totalitari, tutti quei metodi di governo che in comune hanno la limitazione, se non addirittura la soppressione, delle libertà individuali.

Forse una democrazia potrà anche essere imperfetta, ci saranno anche delle storture da correggere, ma sfido chiunque, prima della caduta del Muro di Berlino, a dire che avrebbe preferito vivere al di là della Cortina di ferro piuttosto che nelle “decadenti” nazioni occidentali, Stati Uniti in testa… 


25 aprile

Ed oggi si festeggia la Liberazione…Solita retorica, solite contrapposizioni, nonostante siano passati 67 anni.

Bene, tranne che per una cosa: la festa sembra essere quella di una sola parte della popolazione, di quei comunisti e loro successori, molti dei quali riciclati dell’ultimo momento, che certamente contribuirono a liberare l’Italia dai nazifascisti, dimenticando però l’apporto sia degli Alleati che quello dei partigiani “bianchi”, che anzi, a volte, furono oggetto di ritorsioni, se non eccidi (vedi Porzus).

Allora istituirei un’altra festa, per commemorare quel 18 aprile del 1948 in cui gli Italiani scelsero la democrazia, senza cadere nella trappola del Fronte Popolare

che avrebbe consegnato la nostra nazione alla Russia, facendola diventare un paese satellite dell’Unione Sovietica, sostituendo una dittatura con un’altra, dove il gulag sostituiva il lager, dove comunque mancava del tutto la libertà , ma il tutto veniva spacciato come il paradiso del lavoratori.

Non disconosco i valori della Resistenza, ma vorrei che si trovasse il coraggio di ammettere gli errori commessi, cominciando dagli eccidi di ex nemici politici, iniziando da quella barbarie di piazzale Loreto, dove Mussolini fu appeso come una bestia macellata assieme alla Petacci , che di colpe non ne aveva.

E qui a Milano i partigiani marciarono fieramente, rendendosi simili agli ex avversari, negando un equo processo (che senza dubbio si sarebbe concluso con la pena capitale) al dittatore fascista, esecuzione sommaria disposta allora da vari “comandanti” partigiani, quali Audisio,Pertini, Valiani e Longo.

Tutti commemorano i sette fratelli Cervi,

uccisi per rappresaglia, ma nessuno spende una parola per i sette fratelli Govoni,

trucidati a guerra ormai finita solo perché fascisti. E di porcate simili nel “triangolo rosso” ne avvennero parecchie.

Ma sarebbe comunque ora di stendere un velo su tutti questi avvenimenti, e celebrare solo la festa della democrazia senza distintinzione di colore politico.

Ed ora mi permetto una cattiveria: una volta morti tutti per vecchiaia gli anziani “padri della Patria”, chi eleggeranno come Presidente della Repubblica?

Immagine di piazzale Loreto tratta da

http://itacultura.forumfree.it/?t=52474354