I gatti lo sapranno
Ancora cadrà la pioggia
sui tuoi dolci selciati,
una pioggia leggera
come un alito o un passo.
Ancora la brezza e l’alba
fioriranno leggere
come sotto il tuo passo,
quando tu rientrerai.
Tra fiori e davanzali
i gatti lo sapranno.
Ci saranno altri giorni,
ci saranno altre voci.
Sorriderai da sola.
I gatti lo sapranno.
Udrai parole antiche,
parole stanche e vane
come i costumi smessi
delle feste di ieri.
Farai gesti anche tu.
Risponderai parole ‒
viso di primavera,
farai gesti anche tu.
I gatti lo sapranno,
viso di primavera;
e la pioggia leggera,
l’alba color giacinto,
che dilaniano il cuore
di chi piú non ti spera,
sono il triste sorriso
che sorridi da sola.
Ci saranno altri giorni,
altre voci e risvegli.
Soffriremo nell’alba,
viso di primavera.
(Cesare Pavese)
Venezuela
Ci sono cose che mi fanno davvero imbestialire, ed una di queste è la mistificazione dei fatti.
L’altro giorno, 29 marzo, Maduro in Venezuela ha praticamente esautorato il Parlamento, che di fatto da tempo non aveva più poteri, instaurando la dittatura.
Il primo giorno un trafiletto sull’ANSA, nessun accenno sui telegiornali, poi alla sera finalmente un brevissimo servizio (molto breve, mica si parlava di cose importanti, meglio parlare di Trump e dei dazi – anche su questo ci sarebbe da ridire – tanto il Venezuela è lontanissimo).
Repubblica titola Venezuela nel caos (boh…i ribelli sono i soliti facinorosi, quelli che inscenano casini: mica vorrai contestare quella buon’anima di Maduro che pensasolo al bene del popolo, neh?). E a chi danno lacolpa? “all’aggravio dovuto al calo del prezzo del petrolio!” .
Nessuno che ha il coraggio di dire che la gente è letteralmente ridotta alla fame, manco fosse in Corea del Nord, e che l’inflazione viaggia al ritmo del 400% annuo…
Il barile d’accordo è sceso a 50$, contro i 100$ di qualche tempo fa, però ai tempi di Chavez era comunque circa tre colte tanto del 1999 quando Chavez andò al potere.
Il Venezuela galleggia praticamente su un mare di petrolio, e nel corso degli anni i petroldollari si sono accumulati: che fine hanno fatto?
Nessuno che abbia il coraggio di dire che sono stati spesi per accumulare consensi e per azioni di “socialismo reale”, praticamente bruciati.
Poi mi capita di leggere un post di Fabio Marcelli, dirigente CNR, giurista internazionale,- che in questo caso ha la mente ottenebrata dall’ideologia, – e la prefazione che ne fa sul suo profilo facebook
“ Stretto tra l’aggressione esterna, marcata anni fa dall’incredibile e illegittima decisione statunitense di dichiarare il governo venezuelano “un pericolo” per la propria sicurezza nazionale, le difficoltà di liquidare un passato storico difficile fatto di corruzione, criminalità, inefficienza e dipendenza dalla rendita petrolifera, e l’egoismo di oligarchie inferocite per la perdita di privilegi e commercianti speculatori, il governo di Nicolas Maduro resiste e mette a segno taluni successi significativi, anche se certamente c’è ancora molto da fare. Tale resistenza è oggi punto di riferimento fondamentale per l’intera America Latina, vittima di un tentativo di restaurazione dei poteri tradizionali, e tutte le forze che nel pianeta si oppongono al disastro del neoliberismo. “
e questo, a seguire, è l’articolo
Successi significativi avere gli ospedali senza medicinali e dotazioni minime di emergenza, neonati senza latte, addirittura scatole di medicine con capsule VUOTE ? Un paese dove chi può scappa a gambe levate, dove gli scaffali dei supermercati sono desolatamente vuoti…
Ho letto molti commenti al suo articolo…nessuno di questi benevolo.
Marcelli chiama questo il Rinascimento latino-americano dovuto alla rivoluzione Bolivariana? Che vada lui a vivere i Venezuela, ma senza portarsi dietro nulla.
Bel Rinascimento, quello in cui, in un Paese che galleggia sul petrolio, l’inflazione è a tre cifre, si fa la coda per il pane e mancano beni fondamentali come i farmaci.
E dove i golpe sono buoni e giusti, purché siano del colore giusto, ossia rosso.
In giro…
Oggi avremmo voluto visitare la mostra di Manet, però abbiamo dovuto desistere perché c’era una coda di gente che non finiva più. Riproveremo la prossima settimana.
Quindi a spasso per Milano, come tanti altri giorni.
Una temperatura estiva, che sfianca, ed io naturalmente ho portato capi non dico pesanti, ma adatti ad una mezza stagione. Visto che abbiamo programmato di posticipare la nostra partenza di una settimana, credo proprio che dovrò acquistare almeno un paio di t-shirt, se non voglio soccombere al caldo.
Qualche giorno fa avevo messo la fotografia della quercia di piazza XXIV maggio, ancora spoglia:
sono passati pochi giorni e si è ricoperta di foglioline di un verde tenerissimo, ed è tutta un’altra cosa 🙂
Verde che adorna le pareti di molte case, come i rampicanti di questo palazzo in via Visconti di Modrone.
Alla solita pasticceria Sant’Ambroeus invece, dopo aver accantonato Biancaneve,
è la volta delle uova di Pasqua, variamente decorate, sempre in maniera originale ed artistica.
In Corso Italia invece ci sono due belle signore, peccato che siano di pietra,
come i bei putti che ornano un portone in Corso Monforte…
I mattini passano chiari e deserti…
I mattini passano chiari
e deserti. Così i tuoi occhi
s’aprivano un tempo. Il mattino
trascorreva lento, era un gorgo
d’immobile luce. Taceva.
Tu viva tacevi; le cose
vivevano sotto i tuoi occhi
(non pena non febbre non ombra)
come un mare al mattino, chiaro.
Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest’ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
È buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.
30 marzo ’50
(Cesare Pavese)
(alla mia mamma, nata un 30 di marzo)
Chissà…
Non volevo scriverne, perché troppi casi di violenza accadono ormai ogni giorno.
Però quello che più mi ha sconvolto è il fatto che il ventenne massacrato a sprangate ad Alatri sia stato tra l’altro picchiato selvaggiamente da un altro ragazzo che era stato scarcerato solamente la mattina stessa dell’omicidio perché in possesso, lui con altri compagni, di notevoli dosi di droga, tra cocaina (300 dosi), hashish (600 dosi) e crack (150 dosi). L’arresto era stato convalidato, ma il magistrato aveva rimesso Castagnacci e i compari in libertà senza richiedere alcun provvedimento di tipo cautelativo.
Ora bisognerebbe provare a mettersi nei panni di Emanuele, la vittima: avesse avuto una pistola, avrebbe ferito o anche ucciso uno dei suoi assalitori, però sarebbe ancora vivo e naturalmente sarebbe andato sotto processo. Invece, purtroppo, è andata come è andata: il branco lo ha assalito, alla faccia dello stato che dice di proteggerci, perché certi figuri se ne sbattono delle leggi: tanto sanno che vengono applicate quasi sempre a favore di chi delinque. In pratica, lo stato preclude al semplice cittadino la possibilità di difendersi: da qui la necessità di modificare al più presto la legge.
Qui però c’è da rivedere la discrezionalità dei magistrati nell’interpretazione delle leggi, troppo permissivi e lassisti in molti casi, spesso a favore di delinquenti, come in questo caso.
Chissà come si sentirà adesso quel magistrato?
Riuscirà a dormire di notte?
Avrà la coscienza tranquilla?
Intanto sembra che la magistratura abbia aperto un’indagine su di lui, ma i precedenti non fanno sperare bene: quasi mai un magistrato viene condannato dai suoi colleghi.
Don Chisciotte
A tutti gli illusi, a quelli che parlano al vento.
Ai pazzi per amore, ai visionari,
a coloro che darebbero la vita per realizzare un sogno.
Ai reietti, ai respinti, agli esclusi. Ai folli veri o presunti.
Agli uomini di cuore,
a coloro che… si ostinano a credere nel sentimento puro.
A tutti quelli che ancora si commuovono.
Un omaggio ai grandi slanci, alle idee e ai sogni.
A chi non si arrende mai, a chi viene deriso e giudicato.
Ai poeti del quotidiano.
Ai “vincibili” dunque, e anche
agli sconfitti che sono pronti a risorgere e a combattere di nuovo.
Agli eroi dimenticati e ai vagabondi.
A chi dopo aver combattuto e perso per i propri ideali,
ancora si sente invincibile.
A chi non ha paura di dire quello che pensa.
A chi ha fatto il giro del mondo e a chi un giorno lo farà.
A chi non vuol distinguere tra realtà e finzione.
A tutti i cavalieri erranti.
Miguel de Cervantes
la notte
Poi, ad un tratto, la sera è diventata notte.
A volte non hai il tempo di accorgertene, le cose capitano in pochi secondi.
Tutto cambia.
Sei vivo.
Sei morto.
E il mondo va avanti. Charles Bukowski
La lettera
Mandami una lettera, anche se si perde.
Mandami delle candele accese, non so,
un monte, per esempio, che mi guardi dall’alto.
Mandami sonate, pergamene,
capitelli corinzi che puntellino
questa sdrucciolevole luce serale.
Qualcosa di Brahms, il mare e il suo epicentro.
Bandiere senza colori,
che si possano dipingere come si vuole.
E soprattutto aria, senza canali, aria libera.
Ma per ora, la lettera, anche se si perde.
Blanca Sarasua, Ballestas contra el miedo
25 marzo
Bene, la giornata cruciale nelle due nostre città più importanti è trascorsa senza danni. Non temevo tanto per eventuali attentati (pensiero mio personale: qui in Italia i terroristi islamici hanno trovato una cuccia comoda e calda, a Bolzano davamo loro anche l’alloggio popolare e consistenti sussidi! ), quanto le dimostrazioni a Roma con conseguenti devastazioni. Per fortuna tutto è filato abbastanza liscio, grazie anche alle manovre preventive volute da Minniti, che si sta dimostrando per molti versi assai differente da Alfano.
Ma a Roma cosa c’era da festeggiare? Certo, 60 anni fa venne gettato il primo seme di quello che sarebbe diventata l’Europa, che seguiva i trattati che nel 1951 istituirono la CECA, le basi del futuro Mercato Comune Europeo.
Ma le nazioni? I popoli?
Sono stati dimenticati.
Oltretutto 60 anni fa mezza Europa non era neppure Europa, se non geograficamente. La Germania divisa, il blocco delle nazioni dell’est sotto il giogo comunista, addirittura nemici tra di loro.
Difficile assemblare due parti così dissimili: una di derivazione fascista e nazionalista, l’altra invece ancora impregnata dall’ideologia comunista che aveva prodotto solo miseria.
L’Europa è costituita da ceppi disomogenei, per culture, lingue, tradizioni e pure religioni, anche se tutte si rifanno al cristianesimo. Bisognava creare coesione ma valorizzando queste diversità, invece si è proceduto ad una omogeneizzazione a dir poco scandalosa, ma in altri campi, non solamente quello finanziario.
Allora via con leggi e regolamenti: sulle dimensioni delle vongole, la lunghezza delle aringhe, il peso della pizza, la portata degli sciacquoni dei wc, il diametro dei piselli, la curvatura dei cetrioli, il calibro delle uova, la fabbricazione dei formaggi, salumi e cioccolate, la dolcificazione dei vini con lo zucchero.
Molte di queste norme hanno danneggiato particolarmente le nostre produzioni alimentari.
C’è stato poi l’avvento della moneta europea (anticipata dallo SME), con i conseguenti vincoli per ciascun paese. Con ciò, l’Europa ha cercato solo di costruire un baluardo contro il già affermato mercato americano ed il rampante mercato orientale che si fa strada con prodotti competitivi a basso costo; non si tiene conto però del valore aggiunto che ha la qualità dei nostri prodotti, ricercati in tutto il mondo per questa peculiarità.
Infine la questione dell’immigrazione incontrollata: inizialmente favorita per avere mano d’opera non qualificata a basso costo, si è rivelata un boomerang. Afflusso abnorme di gente che viene inizialmente accolta ma poi lasciata a se stessa, con aumento esponenziale della criminalità, senza contare gli attentati.
Se l’Europa è così sicura, come continuano a ripeterci, non si spiega il grande dispiegamento di forze dell’ordine per la protezione dei rappresentanti dei 27 paesi della Comunità europea. Noi stessi siamo meno sicuri, dovendo proteggerci con porte blindate, inferriate, muri, e con aeroporti, stazioni ed obiettivi sensibili protetti da soldati in pieno assetto di guerra…
Poi non capisco alcuni comportamenti : Tsipras, ad esempio. A parte la sua ambiguità politica ed il suo doppiogiochismo (molto grillesco), gli hanno affossato la Grecia, e lui cosa fa? Sorride!
Però tutti i 27 capi di Stato sono concordi su una cosa: l’Europa dovrebbe funzionare meglio. Se fino ad ora non si è stati capaci di creare qualcosa di concreto, ma solo di esasperare i nazionalismi grazie ad una politica dissennata, di aumentare la disoccupazione, di alimentare il dissenso tra i cittadini, cari statisti invece di riunirvi a parlare e festeggiare cercate di risolvere i problemi, altrimenti l’Europa è e resterà solo un’utopia, bella finché si vuole, ma irraggiungibile.
Fidatevi di me
Fuori chi non la pensa come il capo, proprio come è successo a Genova.
Il capo ovviamente è anti-europeista, anti-euro ed anti-Nato.
E la sua pupilla Virginia che fa? Un discorso elogiativo dell’Europa!
Mo’ vediamo il capo cosa fa😁
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Inviato dal Veloce promemoria
Integrazione
Trasmissione di Sky, al pub dove mangiamo.
Giorno di sciopero dei giornalisti, quindi niente telegiornali (solo brevi interruzioni per spiegare le ragioni delle proteste), quindi ci propinano vari servizi su extracomunitari ed islamici.
Breve sunto, con parole già sentite.
“La donna deve stare a casa, cucinare, pulire, badare ai figli”.
“Anche per pregare deve stare a casa e non va in moschea per non distrarre l’uomo”.
“Per la strada l’uomo deve precedere la donna perché lui è avanti in tutto”.
Non solo uomini di una certa età, ma anche giovani che si esprimono nello stesso modo.
E via, con frasi del genere, con moglie accondiscendente al fianco che addirittura commisera i poveri mariti italiani che non vengono lasciati mai in pace dalle rispettive mogli che pretendono che il marito le aiuti.
Cara presidentA della Camera, se sei coerente, visto che approvi questo comportamento, dimettiti e fila a casa a preparare il minestrone e a stirare i panni, ma ricordati che a suo tempo avevi criticato una pubblicità perché mostrava una donna che “serviva” in tavola.
Libertà libertà.
Libertà?
Passeggiamo per strade presidiate dalle forze dell’ordine (e meno male che ci sono!) e piazze protette dai new – jersey, decorati con belle scritte e simpatici fiorellini, ma sempre barriere sono.
Viviamo in case con porte blindate e inferriate alle finestre.
Ci dichiariamo liberi, ma anche le parole e le notizie vengono censurate.
Oggi poi in particolar modo: il papa a Milano, con tutti gli inconvenienti che procura (passati i tempi in cui i pontefici se ne stavano rinchiusi in Vaticano, niente ponti ma solide mura).
A Roma perfino peggio, per i 60 anni del trattato, quindi città letteralmente blindata, percorsi obbligati, tombini sigillati, ben 6 cortei di protesta (alcuni dei quali sappiamo già come finiranno, purtroppo).
Libertà è potersi muovere liberamente senza paura ed avere il diritto di esprimere le proprie opinioni.
No, questa non è libertà, ma una gabbia che ci hanno costruito attorno e dalla quale sarà difficile liberarsi.
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Inviato dal Veloce promemoria
Avvisi
Giorno di avvisi sui mezzi milanesi.
Oggi uno sciopero ATM dalle 18 alle 22 (non ci riguarda, perché solitamente rientriamo tra le 17 e le 18, a meno che non ci siano cene con amici o parenti, ma oggi è escluso).
Domani invece grande mobilitazione per l’arrivo del papa, quindi linee soppresse, deviazione di percorsi, nel migliore dei casi “solo” rallentamenti.
E fin qui ci siamo.
Solo che gli avvisi in banchina della metropolitana te li fanno quando sta arrivando un treno e quindi a causa del rumore si perde buono un 80% delle parole.
Non parliamo dei tram: hanno degli altoparlantini tipo radioline a transistor giapponesi dei primi anni ’60 che distorcono in maniera incredibile e pure qui l’audio è pessimo.
Meglio informarsi direttamente sul sito ATM, ammesso che funzioni.
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Inviato dal Veloce promemoria
Terroristi
Quello di Anversa era francese, quello di Londra era britannico.
Che il primo si chiamasse Mohammed R. ed il secondo Khalid Masood è relativo.
È quello che succederà pure qui in Italia dovesse essere approvato lo Ius soli.
Si chiamerà Alì e sarà italianissimo
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Inviato dal Veloce promemoria
Restano tre cose
Di tutto restano tre cose:
la certezza
che stiamo sempre iniziando,
la certezza
che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza
che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione,
un nuovo cammino,
della caduta,
un passo di danza,
della paura,
una scala,
del sogno,
un ponte,
del bisogno,
un incontro.
Fernando Pessoa
Il fuscello e la trave

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse30-05-2011 NapoliPoliticaElezioni Comunali – festeggiamenti vittoria De MagistrisNella foto: Luigi de Magistris festeggia con i suoi sostenitori l’elezione a sindaco di NapoliPhoto Mauro Scrobogna /LaPresse30-05-2011 NaplesPoliticsLocal Council Elections – de Magistris’s election comiteeIn the picture: Luigi de Magistris celebrates with his supporters his vicory as Major of Naples
Masaniello De Magistris querela Claudio Bizzozero, sindaco di Cantù per le gravi offese alla città di Napoli, parole dovute più che altro alla visita di Salvini che si è dichiarato “napoletano” e che Bizzozero, fieramente indipendentista, ha interpretato come un tradimento ai programmi della Lega Nord.
Certo, l’ingiuria era davvero pesante (fogna infernale), ma la realtà purtroppo è sotto gli occhi di tutti.
Che la sporcizia regni ovunque è un dato di fatto, come pure la criminalità dilagante, documentata da vari mass media e da molteplici fotografie su internet prese anche da siti partenopei.
Non è rimandando le offese al mittente che si cambia la situazione, non è ricordando e rivangando l’antica civiltà che si risolvono magicamente i problemi.
Nessuno mette mano all’enorme degrado che si è creato in questa città che, in massima misura, è il simbolo di quanto ormai sta diventando tutta l’Italia : corruzione, inciviltà, sporcizia, clientelismo. Napoli semplicemente è arrivata a quel punto molto prima di altre città.
Non si può e non bisogna nascondersi dietro al dito per non notare queste cose, quindi il sindaco di Napoli farebbe meglio non a querelare ma a lavorare per risolvere questi problemi.
Poi c’è l’olandese Dijsselbloem: afferma che l’Europa del sud spende tutto in alcool e donne per poi chiedere soldi alla Comunità Europea…
Beh, le statistiche OCSE dicono che ai primi posti per il consumo di alcolici ci sono proprio i paesi del Nord, tutti sopra la media europea dei 9 litri pro capite all’anno, costituiti prevalentemente da superalcolici e birra; per contro l’Italia ha diminuito i propri consumi scendendo fino a 6,1 litro pro capite all’anno, costituito prevalentemente da vino, e l’unica nazione del sud appena sopra (e di poco) al consumo medio sarebbe la Spagna.
Per le donne? La Germania è nettamente in testa per il numero di prostitute, con un giro d’affari circa quadruplo di quello italiano.
Dijsselbloem dimentica forse gli hooligan olandesi ubriachi che nel 2015 fecero scempio della fontana della Barcaccia in Piazza di Spagna a Roma…
Felicità
Felice è colui che dalla vita non esige più di quello che essa spontaneamente gli offre, facendosi guidare dall’istinto dei gatti, che cercano il sole quando c’è il sole e quando non c’è il sole, il caldo, dovunque esso sia.
Fernando Pessoa
Già, perché ieri sarebbe stato il giorno dedicato alla felicità.
Ma la felicità non è “un giorno”, ha la leggerezza di una piuma,
la fragilità di una foglia secca,
Il ramo rubato
Nella notte entreremo
a rubare
un ramo fiorito.
Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell’ombra.
Ancora non se n’é andato l’inverno,
e il melo appare
trasformato d’improvviso
in cascata di stelle odorose.
Nella notte entreremo
fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie
ruberanno le stelle.
E cautamente
nella nostra casa,
nella notte e nell’ombra,
entrerà con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera.
Pablo Neruda
Scempiaggini
Il vero scandalo non è che abbiano trasmesso un cumulo di scempiaggini relativamente alle donne dell’est su RAI1, ma che per ascoltarle si debba pure pagare il canone!
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Inviato dal Veloce promemoria
Educazione
Quando ero bambina, c’erano ancora molte persone, per lo più uomini anziani, che sputavano per terra. Era una consuetudine schifosa, per nulla igienica, mal tollerata e punita con varie multe, tanto che in vari luoghi venivano apposti cartelli attestanti il divieto di sputare per terra.
Alcune targhe sono visibili ancora oggi a Milano sui vecchi tram Carrelli 28.
Ci sono voluti anni e, grazie principalmente all’educazione nelle scuole, questa cattiva abitudine era finalmente scomparsa.
Adesso, con l’arrivo delle “risorse” (quelle che, per intenderci, dovrebbero pagarci le pensioni), sono ritornate le persone che sputano per terra, con quali conseguenze per l’igiene e la salute è facile immaginare.
E non è nemmeno ipotizzabile ripristinare le multe… tanto non le pagherebbero comunque.
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Inviato dal Veloce promemoria
Verginità
Cambiare nome e rifarsi una verginità.
Basta con NCD. Adesso c’è Alternativa popolare.
Sghignazzo!
il Grillo sparlante
Ancora c’è chi crede a Grillo, che ha collezionato due magre figure in soli due giorni.
La prima concernente la responsabilità del blog a lui intestato e degli account Twitter.
Il comico “non è responsabile, né gestore, né moderatore, né direttore, né provider, né titolare del dominio, del Blog, né degli account Twitter, né dei Tweet e non ha alcun potere di direzione né di controllo sul Blog, né sugli account Twitter, né sui tweet e tanto meno su ciò che ivi viene postato.”
: in poche parole il comico (sempre più difficile considerarlo un politico) su internet può postare quello che vuole, insulti compresi, ma non ne è responsabile. Il dominio del blog infatti è intestato ad un certo Bottaro residente a Modena, però sull’atto costitutivo del MoVimento 5 Stelle si legge che Beppe Grillo è il titolare effettivo del blog all’indirizzo www.beppegrillo.it, cosa da lui stesso ribadita in un post del marzo 2012, in cui afferma che la responsabilità editoriale del blog è esclusivamente sua. Ma la questione si complica: il titolare dei dati personali per quel che concerne la privacy è lo stesso Grillo, ma il responsabile invece appare la Casaleggio associati, i cui dati però vengono condivisi dall’associazione Rousseau, che a sua volta è titolare del trattamento relativamente all’attività del “Blog delle stelle”… Delle vere scatole cinesi!
Quando poi i post sul blog non sono a firma del comico, ma del MoVimento 5 Stelle Europa, o Gruppo di Coordinamento 5 Stelle o semplicemente MoVimento 5 Stelle è difficile risalire al responsabile dello scritto, e se qualcuno dovesse sentirsi offeso si con figurerebbe quindi una denuncia contro ignoti!
Facile quindi lanciare il sasso e nascondere la mano.
La seconda figuraccia l’ha fatta a Genova.
Dopo aver indetto le Comunarie ( 😀 ) dalle quali è uscita vincente Marika Cassimatis, Grillo ha ritirato il simbolo dalla sua lista, asserendo che “Non possiamo permetterci nessuna sbavatura. Non possiamo permetterci di candidare persone su cui non siamo sicuri al 100 per cento.”
Beh, un controllo preventivo poteva ben farlo, o no? Si accorge solo alla vigilia delle elezioni che quella candidata non era valida? E secondo quali criteri?
Ma i grullini, in obbedienza al guru, hanno provveduto ad altre consultazioni telematiche, il cui responso ha dato un altro nominativo gradito al grande capo…
Bravi! Continuate così!
A spasso per Milano
Milano in primavera è bellissima, specie in questo periodo in cui le giornate sono calde e luminose.
Eccoci quindi passeggiare per i posti da noi preferiti, come Corso di porta Ticinese e piazza XXIV maggio, dove ci accolgono piante fiorite e balconi pieni di verde.
La vecchia quercia ultracentenaria invece fatica a mettere le nuove foglie. Ogni anno si aggiungono nuovi sostegni di ferro per sostenere i rami che si protendono verso la strada e rischiano di schiantarsi sopra i veicoli che passano. Ad oggi ne ho contati sette… Non sono belli, ma aiutano la pianta a non crollare.
La quercia ha una storia particolare: innanzitutto è una quercia rossa che proviene dall’America, dove è nata nel 1895. Fu poi portata a Milano e trapiantata in questo luogo nel 1924 dall’ingegnere Giunio Capè, per ricordare tutti gli alpini deceduti durante la Grande Guerra e per festeggiare il ritorno del figlio Giuseppe, che invece era sopravvissuto. L’ingegnere inoltre destinò un lascito al Comune di Milano da usare esclusivamente per la cura del maestoso albero. Ora gli anni si fanno sentire, e la pianta presenta una larga frattura lungo il tronco, e per questo motivo i rami vengono sostenuti dai pali di metallo. Inoltre ogni semestre viene controllata affinché non venga aggredita da un particolare fungo che corrode l’interno del tronco.
La piazza è tutta un reticolo di cavi elettrici per le linee tranviarie che la attraversano, e pure lei ha una storia curiosa.
Nata inizialmente come Piazza del Mercato, cambiò nome in Piazza Marengo in onore della vittoria napoleonica, e d assunse quindi la denominazione attuale. Tutti i milanesi però la chiamano Porta Ticinese, ma per i più anziani è ancora Porta Cicca.
Porta Cicca?
Da dove proviene questo strano nome? Alcuni dicono per via delle osterie che la fiancheggiavano (ciucco vuol dire ubriaco); un’altra versione porta alla presenza di prostitute (chica in spagnolo vuol dire ragazza, ma anche piccola); l’ennesima versione invece parte da “non vale una cicca”, ossia un bel nulla, in quanto quella era una zona abitata da misera gente.
Dalla piazza poi si parte lungo la Darsena, dove molti si crogiolano ai primi tepidi raggi primaverili, distesi sulle panchine o seduti direttamente sui parapetti di pietra.
Cosa ne pensate?