…

M’hanno pesata, granello per granello,
bilanciata fibra con fibra,
poi m’han dato il valore del mio essere,
un solo grammo di cielo.
Emily Dickinson
Ricordi…

Avevi una bella parlantina sin da piccolo, però a volte incespicavi un poco tra le consonanti B e V.
Il nonno allora aveva ideato una sorta di filastrocca per te, ed ogni volta che la recitavi esattamente, ti regalava una monetina…
“Il vecchietto si chiama Giovanni, beve vino e va a cavallo”…
Poi continuava, però non me la ricordo più.
(NB. La foto è di anni posteriore al ricordo)
Grazie
Grazie ai tanti che mi hanno contattato, qui su WordPress, su Facebook, su Instagram, o con messaggi su messenger o whatsapp, a chi mi ha scritto su email o mi ha telefonato. Grazie a tutti, anche un semplice cuore lasciato come like è stato comunque un segno di vicinanza. Il cammino per uscirne è ancora lungo e duro, ma qualche piccolo progresso mio marito ed io lo abbiamo comunque fatto.
Grazie davvero a tutti, vi voglio bene.
13 ottobre 2022
Da oggi, il nostro Fabio riposa assieme ai suoi amati nonni.
“Non avvicinarti alla mia tomba piangendo.
Non ci sono. Non dormo lì.
Io sono come mille venti che soffiano.
Io sono come un diamante nella neve splendente.
Io sono la luce del sole sul grano dorato.
Io sono la pioggia gentile attesa in autunno.
Quando ti svegli la mattina tranquilla,
sono il canto di uno stormo di uccelli.
Io sono anche le stelle che brillano,
mentre la notte cade sulla tua finestra.
Perciò non avvicinarti alla mia tomba piangendo.
Non ci sono. Io non sono morto.”
Mary Elizabeth Frye, poetessa americana (1905-2004)

…
La storia purtroppo si arresta qui.
Il giorno 14 il male è prevalso, e si è portato via il mio dolcissimo figliolo. Non voglio neppure intrattenervi con quanto ho provato. Si può essere preparati alla morte di nonni, di genitori, ma dei figli no, non è naturale, non è nell’ordine delle cose. Mio marito ed io abbiamo trovato conforto e forza uno nell’altro, e dobbiamo solo ringraziare l’altro nostro figlio che è sempre stato presente. Ho passato un periodo di totale intorpidimento mentale, e un poco alla volta spero di uscirne fuori. Per adesso mi prendo una pausa. Quando tornerò, vorrà dire che il peggio è alle spalle e che del mio ragazzo resteranno solo i ricordi più belli.
Un piccolo aggiornamento
Le cose non vanno benissimo, però ci sono buone prospettive…
Certo è che è stressante dover aspettare, ormai è da fine marzo che perdura questa situazione, ed andrà avanti almeno fino a metà agosto prima di poter avere una visione definitiva.
L’unica cosa è aspettare e sperare.
Aprile e silenzio
La primavera giace deserta.
Il fossato di velluto scuro
serpeggia al mio fianco
senza riflessi.
L’unica cosa che splende
sono fiori gialli.
Sono trasportato dentro la mia ombra
come un violino
nella sua custodia nera.
L’unica cosa che voglio dire
scintilla irraggiungibile
come l’argento
al banco dei pegni.
Tomas Transtroemer
Assenza
Sono assente da parecchio tempo dal blog, però ci sono stati problemi. Non mi vengano a dire che i vaccini sono senza conseguenza alcuna, perché quando una persona a me cara, costretta all’inoculazione perché ultracinquantenne altrimenti era a rischio di sospensione dal lavoro, si ritrova in ospedale per una decina di giorni e tra le altre cose ha pure un grave rischio di trombosi quando non ha mai avuto problemi di sorta, mi sale la rabbia e molto altro.
Spero di tornare quanto prima.
Ridiamoci su
Rubata una giacca al museo Picasso di Parigi…beh, furti del genere si verificano tutti i giorni in ogni parte del mondo, ma questa era una giacca speciale, nientemeno che un’opera d’arte, una giacca blu appesa ad un chiodo… Non lo sapevo, ma pure io ho opere d’arte disseminate per casa: un accappatoio dietro la porta del bagno; una vestaglia dietro la porta della camera da letto; due piumini sull’attaccapanni nell’entrata… Ho deciso: se verranno degli amici a trovarmi, farò loro pagare il biglietto d’ingresso.
Mi ricorda tanto l’opera d’arte (?) esposta nel 2015 al Museion di Bolzano, la mia città, scambiata per un ammasso di rifiuti che l’impresa di pulizie gettò tra le immondizie e fortunatamente ritrovata prima che venisse mandata alla discarica.
A questo punto, meglio ricordare “Le vacanze intelligenti”…
Malattie…
Sleepy Joe si addormenta alle riunioni, capitombola dalle scalette degli aerei, si presenta in conferenza stampa con un foglietto con le domande e le risposte già preparate, ha vari “inconvenienti” di tipo intestinale, se parla a ruota libera interviene lo staff a correggere il suo “pensiero” (sia sull’uso delle armi chimiche che su quelle nucleari) pecca di diplomazia (se mai ne abbia avuta) definendo Putin macellaio, chiama “figlio di puttana” un giornalista, ma la stampa fa solo illazioni sul presidente russo che avrebbe, nell’ordine, un tumore al cervello, uno alla tiroide, il morbo di Parkinson, diabete, ictus, Asperger.
Forse ha pure il gomito del tennista e il ginocchio della lavandaia…
da “Richard Wagner a Bayreuth”
Non si può essere felici finché intorno a noi tutti soffrono e si infliggono sofferenze; non si può essere morali fintantoché il procedere delle cose umane viene deciso da violenza, inganno e ingiustizia; non si può neppure essere saggi fintantoché l’umanità non si sia impegnata nella gara della saggezza e non introduca l’uomo alla vita e al sapere del più saggio dei modi.
Friedrich Nietzche
Dipinto di Pablo Picasso
Sera grigia
Mi duole in petto la bellezza: mi dolgono le luci
nel pomeriggio arrugginito; mi duole
questo colore sulla nube – viola plumbeo
viola repellente; il mezzo anello della luna
che brilla appena – mi duole. Passò un battello.
Una barca; i remi; gli innamorati; il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati. Non tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile, – mi fa male il tempo.
Ghiannis Ritsos
Dipinto di Maximilian Pirner
Figura davanti al mare
Il suo sguardo si perde in questo immenso,
sereno blu profondo delle acque.
Lei sta sola, in piedi, muta, fissa.
Forse pensa perché ha tardato tanto
a vivere sul mare, e alla memoria
si affacciano i ricordi senza avviso:
la sua infanzia, remota, le pianure,
la polvere d’estate, quel silenzio
delle messi falciate, quegli odori
di tante cose ormai quasi scordati;
l’adolescenza timida, lontana;
la gioventù in attesa, senza fretta,
dell’amore ideale; le illusioni
non sempre condivise. La certezza
che tutto ciò è trascorso come un sogno
dal quale si è destata. Lei sta sola,
lei sola e il mare, ed il suo sguardo
intanto nel blu si addentra come se dovesse
in esso naufragare. Guarda e avverte
che i suoi ricordi sono come le onde
che si rompono a riva tra la schiuma
e che è dolce l’addio su una spiaggia.
Jacobo Cortines
dipinto di Pompeo Mariani
Breviario tedesco
Quando chi sta in alto parla di pace
La gente comune sa
Che ci sarà la guerra.
Quando chi sta in alto maledice la guerra
Le cartoline precetto sono già compilate.
Quelli che stanno in alto
Si sono riuniti in una stanza
Uomo che sei per la via
Lascia ogni speranza.
I governi
Firmano patti di non aggressione.
Piccolo uomo,
firma il tuo testamento.
Sul muro c’era scritto col gesso:
vogliono la guerra.
Chi l’ha scritto
è già caduto.
Bertolt Brecht
Un minuto di primavera
Un minuto di primavera
dura spesso più a lungo
di un’ora di dicembre
una settimana di ottobre
un anno di luglio
un mese di febbraio.
Jacques Prévert
Da “Gli amori difficili”

NEW YORK, NY – OCTOBER 24: Graffiti by British street artist Banksy is seen on a roll-down security gate covering the main entrance to Larry Flint’s Hustler Club on October 24, 2013 in the Hell’s Kitchen neighborhood of New York City. On Banksy’s website a caption for the work reads, “Waiting in vain…at the door of the club.” (Photo by John Moore/Getty Images)
Potremmo essere in giro a passeggiare in una
città qualunque, col caldo, mano nella mano e io dovrei accorgermi del
tuo sorriso triste e allora darti un bacio o prenderti il viso e farti
fare una smorfia che mimi la gioia. Sorrideresti e il mio desiderio di felicità per te sarebbe compiuto.
La verità è che i tuoi sorrisi tristi a me piacciono, perché a te
stanno bene, perché li sai trattare, li sai adoperare e mettere in fila
senza che rompano le righe. Se lo facessi io sarei penoso.
Questo è il punto: faccio pensieri e desidero cose nuove. Non importa cosa so.
Per la prima volta, non importa. Non so da dove vengono o come si chiamino e non potrei spiegarle a nessuno eccetto te, con un po’ di tempo, con un po’ di pause, con quei
silenzi che non saprei riempire, all’inizio.
Ma potrei imparare.
Sono un pessimo romantico, lo ammetto.
E’ per questo che non sono riuscito a farti innamorare. Lo so che è così.
Ho immaginato che potessi bastare io, con i miei modi normali e l’aria
spavalda. Fintamente sicura. E del tempo, per spiegarti quello che
manca, per farti vedere che ne sarebbe valsa la pena, alla fine.
Ho provato, che dire, a farmi scegliere. Ho sperato. Dovevo. Era una
possibilità, capisci? Come fare a metterla via, a dimenticarla. Forse
aspettando, forse non era il momento. Forse io e te abbiamo un altro
tempo. Sono sicuro che con qualche giorno in più, ora in più, ti avrei
portato via con me. E’ l’idea che almeno una volta succeda, no? Hai
presente? Quell’idea invasiva e sotterranea che si inabissa o si palesa e
lo fa una volta sola per tutte e se l’avverti non puoi far finta di
niente se hai un po’ di senno.
Come un sibilo fluttuante e sinuoso.
A me è successo questo: non sono riuscito a fare finta di niente, non volevo, in fondo.
Non potevo far altro che cercare di portarti con me, dal profondo, per
egoismo quasi, per farmi stare bene. Anche se sapevo di non potere.
Anche se era rischioso. Anche se tu non vuoi, anche se, infine, la tua
felicità non dipende da me.
E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo. Solo per essere sicuro.
Verresti?
Italo Calvino.
Quartine
Quando, la testa sul petto, cadrò a piè della Morte,
Quando la mano di Morte mi spennerà come uccello,
Attenti! Il fango mio modellatelo a forma di vaso:
Forse al profumo del Vino rinascerò a Vita!
Quando sarò già spento, lavate il mio corpo col Vino,
E sia il mio funebre rito di Vino Purissimo un canto.
E se nel dì del Giudizio vorrete vino trovarmi,
nella polvere delle taverne cercatemi ancora!
Puri venimmo dal Nulla, e ce ne andammo impuri.
Lieti entrammo nel Mondo, e ne partimmo tristi.
Ci accese un Fuoco nel cuore l’Acqua degli occhi:
La vita al Vento gettammo, e poi ci accolse la Terra.
Omar Khayyam
Tarocchi dorati di Klimt
Nome non ha
Nome non ha,
amore non voglio chiamarlo
questo che provo per te,
non voglio che tu irrida al cuor mio
com’altri a’ miei canti,
ma, guarda,
se amore non è
pur vero è
che di tutto quanto al mondo vive
nulla m’importa come di te,
de’ tuoi occhi de’ tuoi occhi
donde sì rado mi sorridi,
della tua sorte che non m’affidi,
del bene che mi vuoi e non dici,
oh poco e povero, sia,
ma nulla al mondo più caro m’è,
e anch’esso,
e anch’esso quel tuo bene
nome non ha…
Sibilla Aleramo
Dipinto di Ron Hicks
In un antico libro di memorie
Sempre ritorni tu, melanconia,
o soave senso dell’anima solitaria.
Si spegne l’ardore di un giorno dorato.
Umilmente si china al dolore il paziente
di armonie risonante e mite follia.
Guarda! Già scende il crepuscolo.
Di nuovo ritorna la notte e geme un mortale
e soffre un altro con lui.
Rabbrividendo sotto stelle autunnali
più profondo ogni anno si china il capo.
George Trakl
Dipinto di Vincent Van Gogh
Esisti
Il tuo posto è
dove occhi ti guardano
dove gli occhi si incontrano
nasci tu.
Trattenuto da un grido,
sempre la stessa voce,
sembra esisterne una sola
con la quale urlare tutti.
Cadevi
ma non cadi.
Occhi ti afferrano.
Esisti
perché gli occhi ti vogliono,
ti guardano e dicono
che tu esisti.
Hilde Domin
Silenzio
Il traballante cigolio del carro
zittisce il bosco e i suoi rumori.
Fermati, ascolta.
Solo dal silenzio
attinge vita la parola.
Così stai tu, attenta
a quel barbaglio di luce
che filtra tra le foglie
e solo per qualche istante
svela i confini del mondo.
Bronislawa Wajs detta “Papusza”
Dipinto di sir Alfred James Munnings
Dopo tanta nebbia
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore
del cielo.
Giuseppe Ungaretti
Giotto, Cappella degli Scrovegni
Marzo
Oggi la primavera
è un vino effervescente.
Spumeggia il primo verde
sui grandi olmi fioriti a ciuffi
dove il germe già cade
come diffusa pioggia.
Fra i rami onusti e prodighi
un cardellino becca.
Verdi persiane squillano
su rosse facciate
che il chiaro allegro vento
di marzo pulisce.
Tutto è color di prato.
Anche l’edera è illusa,
la borraccina è più verde
sui vecchi tronchi immemori
che non hanno stagione,
lungo i ruderi ombrosi e macilenti
cui pur rinnova marzo il grave manto.
Scossa da un fiato immenso
la città vive un giorno
d’umori campestri.
Ebbra la primavera
corre nel sangue.
Vincenzo Cardarelli
Dipinto di Matteo Massagrande
Cosa ne pensate?