Leggerezza
Prendete la vita con leggerezza, ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore. Italo Calvino, Lezioni americane
Io aspetto
Io aspetto
come il melo
aspetta i fiori –
suoi –
e non li sa
puntuali
ma li fa,
simili
non identici
all’anno passato.
Li fa precisi
e baciati nel legno
da luce e acqua
da desiderio
senza chi.
Sorrido sotto il noce
ai suoi occhi tanti
che mi studino bene
la tessitura dei capelli
e ne facciano versi
di merlo e di vespa
di acuti
aghi di pino
e betulla appena sveglia.
Non so chi sono
ho perso senso
e bussola privata
ma obbedisco
a una legge
di fioritura
a un comando precipitoso
verso luce
spalancata.
Chandra Livia Candiani,
Gli artisti
Gli artisti dimenticano che l’aria
scorre fra le dita,
le ore ad ascoltare la radio
brillano ottuse e stravaganti,
la loro vicenda oscilla al limite di ogni ora;
in nessun luogo gli oggetti si posano,
eppure esistono in ogni fessura:
la loro superba crudeltà si compone
di minuti solenni.
Gregorio Scalise
Inno alla bellezza
Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall’abisso,
o Bellezza? Il tuo sguardo, infernale e divino,
diffonde confusamente beneficio e crimine,
e per questo ti si può paragonare al vino.
Contieni nel tuo occhio il tramonto e l’aurora;
diffondi profumi come una sera di tempesta;
i tuoi baci sono un filtro, la tua bocca un’anfora,
che rendono vile l’eroe e coraggioso il fanciullo.
Sorgi dal nero abisso o discendi dagli astri?
il Destino incantato segue le tue sottane come un cane;
tu semini a caso la gioia e i disastri,
governi su tutto e non rispondi di nulla.
[…] Che tu venga dal cielo o dall’inferno che importa,
– o Bellezza! Mostro enorme, pauroso, ingenuo! –
se il tuo occhio, il tuo sorriso, il tuo piede mi aprono la porta
di un Infinito che amo e non ho mai conosciuto?
Da Satana o da Dio, che importa? Angelo o Sirena,
che importa se tu – fata dagli occhi di velluto,
ritmo, profumo, luce, o mia unica regina! –
rendi l’universo meno orribile e gli istanti meno grevi?
Charles Baudelaire
Il pozzo
Cigola la carrucola del pozzo
l’acqua sale alla luce e vi si fonde.
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio un’immagine ride.
Accosto il volto a evanescenti labbri:
si deforma il passato, si fa vecchio,
appartiene ad un altro.
Ah che già stride
la ruota, ti ridona all’atro fondo,
visione, una distanza ci divide.
Eugenio Montale
6 aprile 2021
Le teste pensanti del nostro governo non si rendono conto che siamo sull’orlo non dico della guerra civile ma di una insoddisfazione diffusa , e la manifestazione di ieri ne è la riprova. Il ministro Lamorgese esprime la sua solidarietà agli agenti, un paio dei quali sono rimasti contusi durante i tafferugli, ma come responsabile dell’ordine pubblico avrebbe fatto meglio ad inviare gli agenti a chi non rispetta i protocolli di sicurezza piuttosto di salvare il posteriore agli inquilini dei palazzi romani. E poi, per favore, non mettete un “cappello politico” sulla manifestazione dei ristoratori a Roma. Non cercate di dire che erano presenti quelli di Casa Pound o di Italexit. E non cercate neppure di dire che i manifestanti erano facinorosi. Erano solo persone che non lavorano da mesi, esasperate da norme palesemente assurde che vengono rinnovate da troppo tempo.
Assurde, perché prima fate loro spendere soldi con l’obbligo di distanziamento dei tavoli (quindi coperti almeno dimezzati), separatori in plexiglas, igienizzanti e misuratori di temperatura all’ingresso, disinfestazione dei locali 2 volte al giorno, in alcuni luoghi anche raccolta di autocertificazioni degli avventori… E poi li fate chiudere? Piuttosto, perché non chiudete certi mezzi pubblici, dove i NAS hanno trovato evidenti tracce di contagio, dove la gente si accalca come pesci in barile e non è fisicamente in grado di mantenere le distanze di sicurezza?
Le persone possono essere mansuete finché volete, ma quando subentra la necessità di pagare le bollette e le tasse e soprattutto di mettere qualcosa in tavola, la mansuetudine passa in second’ordine e subentra la rabbia di chi si sente trattato ingiustamente.
“Si tema l’ira dei mansueti perché essi riverseranno su di voi tutto ciò che hanno subíto”.
Immagine dal sito de “il Messaggero”
Quotidianità
Gli uccisi di domani
guardano oggi al teleschermo
gli uccisi di ieri.
E ognuno a se stesso ripete:
No, non può capitare a me
tale assurdità !
Blaga Dimitrova
11 ottobre 1995
Visione della notte
Con diamanti sulla testa
con una rete di diamanti che brilla come l’acqua,
rapidamente passi per l’etere trasparente
con bagliori e con fiamme
il vento e l’armonia ti hanno cinta di nuvole,
la tua bellezza è eterna e si ripete tra le stelle.
Ma i miei occhi non vedono, soltanto ascolto
vaste ali che muovono lo spazio.
Vivere, morire, tutto è un fumo grigio
quaggiù, e il mio nome giace in fondo a un lago;
debbo piangere davanti a un fiore, sapere che mai,
mai più ti vedrò. Oh baciarti, oh le mie forze
che strappano i rami per piangerci sopra!
Guarda l’autunno già, è da molto che aspetto,
forse le foglie nuove vorranno vedermi ai tuoi piedi,
sui prati del cielo, molto lontano.
Traversa la notte, l’autunno, illuminami
come l’acqua che versa il suo chiarore sulle pietre;
ho tanto sofferto, tanto, tutti sono stati
così crudeli con me. Oh l’aurora, l’aurora
che già prende il volo sul mare!
Juan Rodolfo Wilkock
Lettere
Strano mettere la data
alle lettere come fossero
valide solo per oggi come
rassicurandosi di non poterle
rileggere domani. strano sapere
che tutto varia indefinitamente
strano mettere il luogo da
cui vengono scritte e non
quello da cui partono
non: dal cuore per un attimo
dall’anima prevedibilmente
per sempre, dal corpo
per una notte che lo riduca
in cenere.
Chandra Livia Candiani
Per essere albero
Per essere albero
devi imparare, almeno una volta,
a essere ombra.
Per essere albero
devi avere la vita che ti scorre dentro,
confonderti tra i colori di mondi che vivono altrove,
Per essere albero
devi saper essere foglia e radice
sfidare il vento, nasconderti dentro la terra.
Saper crescere attorno ai cerchi concentrici della memoria,
come il segno di tempi che si rincorrono lungo la vita.
Per essere albero,
per essere davvero albero,
devi saperti protendere al cielo,
saper parlare da solo alla luna,
saperti guardare nel riflesso di un fiordo,
seguire lo scorrere della vita a fianco del fiume.
Come una sequenza ininterrotta di storie da raccontare (altro…)
Cose brutte ma vere

Di te, mia città, gli uomini diranno
cose brutte ma vere.
Diranno che ai bimbi hai tolto il sole,
la fresca rugiada,
la luce che scherzava sull’erba
sotto l’aperto cielo
e li hai chiusi tra fredde mura,
li hai costretti a inghiottire la polvere.
Cose brutte ma vere
diranno gli uomini di te
mia città.
Carl Sandburg
Una giornata triste
Oggi sono triste.
Stamattina da Milano è arrivata la telefonata di Letizia che ci avvisava della morte del caro amico Giuseppe.
Di lui ho scritto qualche volta nei miei post, quando mi riferivo al banco libri di Piazza Oberdan, poi trasferito in via Vittorio Veneto.
Quanti pomeriggi trascorsi assieme… Si rideva, si scherzava, ma spesso si ragionava anche di cose serie.
E poi l’ultima volta che ci siamo visti a casa sua, lo scorso anno a febbraio, in cui viveva ormai recluso da tempo a causa di vari e gravi problemi di salute, dove finalmente abbiamo conosciuto la moglie. Nonostante le varie patologie e l’età avanzata (tra pochi giorni avrebbe compiuto 87 anni) , faceva sempre progetti per l’avvenire, ed aspettava di essere vaccinato per poter uscire nuovamente con un po’ di tranquillità.
Voglio ricordarlo così, seduto sul suo sgabello, davanti ai suoi amati libri.
Un abbraccio… Ci mancherai.
Sii prudente

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Andrew Wyeth
Wind from the Sea, 1947
tempera on hardboard
overall: 47 x 70 cm (18 1/2 x 27 9/16 in.)
framed: 66.4 x 89.5 x 7 cm (26 1/8 x 35 1/4 x 2 3/4 in.)
National Gallery of Art, Washington, Gift of Charles H. Morgan
© Andrew Wyeth
Sii prudente.
La tua vita apri
solo a venti che portano carezza
di lontananza.
Sii prudente, ma non vigliacco:
non far finta di vivere.
Apri la tua vita,
apri le finestre al presagio di primavera.
Lascia entrare i venti
che ti parlano di lontananza,
di ignoto, di svolte e bivi e sentieri;
che ti spingono verso nuovi orizzonti.
È tempo di andare,
tempo di mettersi in cammino.
Tempo di ricominciare a respirare.
Nathan Zach
Sotto il ponte Mirabeau
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
E i nostri amori
Me lo devo ricordare
La gioia veniva sempre dopo il dolore
Venga la notte suoni l’ora
I giorni se ne vanno io rimango
Le mani nelle mani faccia a faccia restiamo
Mentre sotto
Il ponte delle nostre braccia passa
L’onda stanca degli eterni sguardi
Venga la notte suoni l’ora
I giorni se ne vanno io rimango
L’amore se ne va come
L’amore se ne va
Com’è lenta la vita
E come la Speranza è violenta
quest’acqua corrente
Venga la notte suoni l’ora
I giorni se ne vanno io rimango
Passano i giorni e passano le settimane
Né il tempo passato
Né gli amori ritornano
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
Venga la notte suoni l’ora
I giorni se ne vanno io rimango.
Guillaume Apollinaire
Sopravita
Dammi notte
le accordate speranze,
non già la tua pace,
dammi prodigio,
dammi alfine un pezzetto,
spicchio di paradiso,
il tuo chiuso giardino,
le tue ali senza canto.
Dammi, appena chiudo
gli occhi del mio volto,
le tue mani di sogno
che guidano e che gelano,
ciò che dovrò trovare,
dammi, come una spada,
quel cammino che passa
sul filo del timore,
una luna senz’ombra,
una musica appena udita
e già imparata,
dammi, notte, verità
per me sola,
e tempo per me sola,
sopravita.
Ida Vitale
Se allungo una mano
Se allungo una mano incontro una porta
se apro la porta c’è una donna
allora affermo che la realtà esiste
nel profondo della donna abitano fantasmi monotoni
che occupano il posto delle contraddizioni
oltre la porta c’è la strada
e nella strada polvere, escrementi e cielo
e anche questa è la realtà
e anche in questa realtà esiste l’amore
cercare l’amore è cercare se stessi
cercare se stessi è il mestiere più triste
monotonia delle contraddizioni
lì dove non arrivano le leggi
nel cuore stesso della contraddizione
impercettibilmente
allungo la mano
e vivo.
Aldo Pellegrini
dipinto di Ramòn Casas
Mia vita, a te non chiedo
Mia vita, a te non chiedo lineamenti
fissi, volti plausibili o possessi.
Nel tuo giro inquieto ormai lo stesso
sapore han miele e assenzio.
Il cuore che ogni moto tiene a vile
raro è squassato da trasalimenti.
Così suona talvolta nel silenzio
della campagna un colpo di fucile.
Eugenio Montale
Non ragioniam di lor

Arno Widmann, giornalista di un quotidiano che tira pochissime copie, manco fosse un bollettino parrocchiale, si permette di criticare Dante, scrivendo che il suo linguaggio ormai gli italiani non lo comprendono più, che ha plagiato l’idea della Divina Commedia da un poema arabo e che ha copiato i poeti provenzali.
Beh, ancora oggi la Divina Commedia è oggetto di studio nelle scuole superiori, ed è comprensibilissima, tranne forse qualche termine ormai desueto, ma che è comunque reperibile su qualunque buon dizionario. Dante è stato il padre della lingua italiana. Fino a quel momento ogni dotto scritto era redatto in latino: c’è voluto il grande toscano per sdoganare il volgare facendolo assurgere alle massime altezze.
La grandezza di Dante sta nel fatto di aver costruito tutta la Commedia in terzine incatenate in endecasillabi, toccando temi disparati, dal sentimentale al religioso, dal politico al morale. Un’opera ormai ritenuta fondamentale non solo in Italia, ma in tutto il mondo come una delle più importanti testimonianze della civiltà medievale.
L’idea che Dante si sia ispirato ad un poema arabo in cui Maometto sale al Paradiso era già stata ventilata nel 1919 da un certo Palacios, un arabista spagnolo, ma è stata smentita in quanto in quel tempo non erano reperibili copie di quel poema; del resto di viaggi nell’aldilà avevano già scritto parecchi, primo tra tutti Publio Virgilio Marone nell’Eneide (preso, guarda caso, a guida di Dante nel suo viaggio nell’Inferno e in Purgatorio), oltre che Omero quando nell’Odissea fa visitare l’Ade ad Ulisse, dove l’eroe greco si incontra con la madre defunta e con Achille. Che poi Dante abbia tratto ispirazione dai provenzali, lo ammette egli stesso: i trovatori, con la loro “poesia cortese” hanno influenzato un po’ tutti in quel periodo, dando vita tra l’altro, nelle loro ramificazioni, alla poesia siciliana. Piuttosto è da rimarcare che la lingua usata dai trovatori era la lingua d’oc, questa sì abbandonata nel tempo a favore della lingua d’oil, madre del francese moderno.
C’è da pensare che l’esternazione di Widmann sia dettata piuttosto dall’invidia: quali scrittori tedeschi coevi di Dante possiamo ricordare, se non Walther von der Vogelweide, un menestrello (Minnesang) che non tutti conoscono?
Come direbbe il Sommo Poeta “Non ragioniam di lor,ma guarda e passa”
Sii gentile
Ci viene sempre chiesto
di comprendere l’altrui
punto di vista,
non importa quanto sia
antiquato
stupido o
disgustoso.
Uno dovrebbe
guardare
agli errori degli altri
e alle loro vite sprecate
con
gentilezza,
specialmente se si tratta di
anziani.
Ma l’età è la somma
delle nostre azioni.
Sono invecchiati
malamente
perché hanno
vissuto
senza mettere mai a fuoco,
hanno rifiutato di
vedere.
Non è colpa loro?
Di chi è la colpa?
Mia?
A me si chiede di mascherare
il mio punto di vista
agli altri
per paura della loro
paura.
L’età non è un crimine
ma l’infamia
di un’esistenza
deliberatamente
sprecata
in mezzo a tante
esistenze
deliberatamente
sprecate lo è.
Charles Bukowski
L’amore aiuta a vivere
L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.
La mia pena è durare oltre quest’attimo.
Mario Luzi
dipinto di Edvard Munch
Covid, politici ed informazione
Sapete quanti politici sono stati colpiti dal Covid? Eppure sono tutti sopravvissuti…ciononostante continuano a propinarci l’utilità del confinamento.
Anna Ascani 1987, sottosegretario Mise governo Draghi
Silvio Berlusconi 1936 eurodeputato Forza Italia
Francesco Boccia 1968, ex ministro affari regionali gov.Conte II
Stefano Bonaccini 1967 governatore Emilia Romagna
Alberto Cirio 1972 governatore Piemonte
Pierferdinando Casini 1955, ho perso il conto dei partiti che ha passato 🙂
Massimo D’Alema 1949, politico PD
Nunzia De Girolamo 1975 ex ministro politiche agricole gov.Letta
Maria Stella Gelmini 1973 ministro affari regionali gov. Draghi
Beatrice Lorenzin 1971, ex ministro salute gov. Letta, Renzi e Gentiloni
Mario Monti 1943, senatore a vita
Andrea Orlando 1969 ministro del lavoro gov.Draghi
Pierpaolo Sileri 1972 sottosegretario ministero salute gov.Draghi e Conte II
Nicola Zingaretti 1965, governatore Lazio
Magari ne ho pure dimenticato qualcuno…
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Giornalisti, volete davvero dare un’informazione corretta? Allora scrivete: oggi sono fatti tanti tamponi, tra questi abbiamo rilevato tot positivi che, sia chiaro, non sono tutti malati.
Dei tot positivi, X necessitano di sole cure domiciliari, Y sono ricoverati in ospedale e tra questi ultimi Z sono in terapia intensiva.
E distinguiamo i dati per fasce di età e per persone con patologie pregresse.
Allora, forse, potremmo prendere in considerazione i dati sul Covid.
Primavera
Primavera che a me non piaci, io voglio
dire a te che di una strada l’angolo
svoltando, il tuo presagio mi feriva
come una lama. L’ombra ancor sottile
di nudi rami sulla terra ancora
nuda mi turba, quasi anch’io potessi,
dovessi
rinascere. La tomba
sembra insicura al tuo appressarsi, antica
primavera, che più d’ogni stagione
crudelmente risusciti ed uccidi.
Umberto Saba
Cosa ne pensate?