La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Una giornata triste

Giuseppe 168146305_3665136683612872_8069673779324978489_nOggi sono triste.
Stamattina da Milano è arrivata la telefonata di Letizia che ci avvisava della morte del caro amico Giuseppe.
Di lui ho scritto qualche volta nei miei post, quando mi riferivo al banco libri di Piazza Oberdan, poi trasferito in via Vittorio Veneto.
Quanti pomeriggi trascorsi assieme… Si rideva, si scherzava, ma spesso si ragionava anche di cose serie.
E poi l’ultima volta che ci siamo visti a casa sua, lo scorso anno a febbraio, in cui viveva ormai recluso da tempo a causa di vari e gravi problemi di salute, dove finalmente abbiamo conosciuto la moglie. Nonostante le varie patologie e l’età avanzata (tra pochi giorni avrebbe compiuto 87 anni) , faceva sempre progetti per l’avvenire, ed aspettava di essere vaccinato per poter uscire nuovamente con un po’ di tranquillità.
Voglio ricordarlo così, seduto sul suo sgabello, davanti ai suoi amati libri.
Un abbraccio… Ci mancherai.


GRAZIE

Questo è un GRAZIE, per un’amica  preziosa, sensibile e dai pensieri profondi.

Grazie per un graditissimo regalo che ho ricevuto quest’oggi, e che sto “assaporando” con la dovuta attenzione e lentezza.

Già, perché ogni verso, anzi ogni parola va gustata con la dovuta calma, con la necessaria accuratezza.

Mia cara Isabella, mi hai fatto un regalo davvero impagabile, che non so come ricambiare, se non con un grazie di cuore.

Loredana


L’amica

Abitavamo nello stesso cortile, e per anni abbiamo giocato assieme e siamo andate assieme anche a scuola. La classe no, non era la stessa, perché lei era più giovane di me di un anno, ma la strada era sempre quella. Poi il diploma, il lavoro…e passavamo insieme anche i sabati pomeriggio e le domeniche: il cinema, il dancing, i ragazzi.

Avevamo un’altra cosa in comune: la stessa visione politica, forse lei era un pochino più “barricadera” di me, avendo sposato un “compagno”.

I rispettivi matrimoni ci avevano divise: io ero rimasta nello stesso quartiere (dal mio balcone vedevo e vedo tuttora le finestre della casa dove ho abitato da ragazza), mentre lei si era trasferita in un’altra zona, pur tornando talvolta a trovare la mamma.

Io dopo tanto tempo avevo cambiato opinione: la sinistra non mi convinceva più, vedevo troppe storture, troppe incongruenze, che aumentavano di anno in anno; non che il periodo berlusconiano mi sia piaciuto, però l’avevo comunque preferito ai precedenti governi Prodi e D’Alema. Non parliamo poi di quelli che si erano succeduti.

Ieri ci siamo incontrate al market, si avvicina e, sottovoce, mi dice “Meno male che c’è la Lega”. Conoscendola, sono rimasta stupita non poco…

Poi ho capito: quando certe situazioni ti toccano personalmente, si resta scottati e si vedono le cose sotto un’altra angolazione.


Così piccola e fragile

Non vedo l’ora di rivederla. 

Parlo di una cara amica, conosciuta qualche tempo fa a Milano presso uno dei due bancolibri che frequentiamo entrambe e con la quale si è creato un forte feeling. È piccola, magra, una zazzeretta corta, brizzolata, la classica parlata meneghina con le “è” molto aperte e con le tipiche espressioni (mi saluta sempre dicendo “ciao gioia” ❤ , cosa che mi fa davvero piacere ). Vedendola appunto così minuta, la si potrebbe anche credere fragile come lo stelo di un fiore, mentre è più forte di una quercia, avendo sopportato moltissime traversie ed ancora ne sta passando, sia in termini personali che di salute, sorretta da una volontà di ferro, un sottile senso dell’umorismo e da un ottimismo strabiliante. Tra poco la rivedrò, e posso dire sinceramente che è una delle poche persone che davvero ho piacere di frequentare.

Una settimana ancora e finalmente potrò riabbracciarla.


Amicizia

E’ triste quando gli amici diventano nemici.
Ma è molto peggio quando diventano sconosciuti.

Hayley Williams


Lettera a un amico

Dopo parecchio tempo ti ritrovo sul blog e subito leggo una frase che mi preoccupa.
Ho letto e riletto quelle poche parole che hai scritto, ho appoggiato più volte le dita sulla tastiera per risponderti, per poi ritrarle altrettante volte.
Ho avvertito tanto disincanto, in quella frase, tanta delusione per ideali traditi, più che per il tempo che passa.
E’ un problema comune, appena si passa la boa di una certa età. Ci si guarda allo specchio ed oltre a vedere i tangibili segni del tempo che passa, si avvertono anche i fumi impercettibili che sono i nostri ricordi. Ma non è un aspetto negativo: noi SIAMO il nostro passato, noi SIAMO i nostri ricordi, quell’insieme di avvenimenti che chiamiamo “esperienza”.
Il presente non esiste, nel momento stesso in cui ti sto scrivendo, un attimo dopo è già il passato…
Ci sono i ricordi belli, magari con il rimpianto di non averli saputi apprezzare a tempo debito, ma che ora ci addolciscono il cuore, e ci sono quelli meno belli o dolorosi, ai quali spesso ci si rassegna, ma che a volte lasciano tracce profonde nella nostra anima.
E se guardandoci allo specchio scorgiamo qualche rughetta nuova, qualche capello bianco in più, se i ricordi diventano più pressanti, non dobbiamo per questo perdere i nostri sogni.
Non amo particolarmente gli aforismi, ma uno mi è sempre stato molto caro “Non è importante raggiungere le stelle, ma avere delle stelle da raggiungere”. Ed anche nel firmamento più nero, per quanto piccola, per quanto fioca, per quanto lontana, deve sempre esserci una stella che ci mostra la strada. Con un forte abbraccio.
Loredana


Un ricordo

Ieri, domenica, abbiamo ricordato il decennale della scomparsa del nostro amico Moshe. A dire il vero l’anniversario ricorreva in aprile, ma tutte le commemorazioni cadenti nel periodo di Pesach, la Pasqua ebraica, vengono rimandate in altro periodo. Prima ci siamo recati presso la sua tomba. I cimiteri ebraici esercitano su di me un fascino indiscutibile. Niente statue, ma solo lapidi e steli con la stella di Davide, pietre grigie ammantate di muschio, niente fiori, ma sassi posti dai visitatori a ricordo del loro passaggio, al massimo qualche pianta sempreverde, edera o pino mugo.

Poi la cerimonia nella piccola Sinagoga di Merano, alla presenza della comunità ebraica della città e dei rappresentanti delle associazioni e dei partiti cui il nostro amico aveva aderito. Una sinagoga piccola e raccolta, che contiene anche un piccolo Museo, costruita nel 1901, quando a Merano vi era una nutrita comunità di imprenditori e medici (cui è dovuta la scoperta delle proprietà dell’acqua termale e della cura dell’uva ancora oggi seguita) che oltre al Tempio costruì anche un sanatorio.

Ciao, Moshe…

Ricordo le serate passate a discutere e a polemizzare su mille argomenti … ci dividevano la religione e le idee politiche, ma ci univa il cuore, la speranza per un futuro migliore, l’onestà… 


La vita continua…

Frase fatta: la vita continua…

Certo, la vita continua, si ripetono i soliti gesti, si incontrano le solite persone, però ci si rende conto che non sarà più la stessa. Qualcosa di importante è cambiato. In peggio, per la perdita di un amico, e contemporaneamente in meglio per quanto ci ha lasciato. Lo scrivo soprattutto per Antimisia, particolarmente legato a Carlo; passo quotidianamente sul suo blog, ma non avverto cenni di ripresa, però ho pazienza, e so aspettare. Piano piano si riprenderà pure lui.

Anche se virtuali, a certi amici ci si affeziona veramente, lo stesso qualche anno fa è successo a me, che ho passato un brutto Natale a causa di una notizia fortunatamente “fasulla”, però il dispiacere in quel momento è stato davvero grande. Lo stesso succede per certi “tradimenti”: alcune persone, senza nessuna motivazione, scompaiono e ci lasciano un senso di vuoto, difficile da colmare.

La vita continua, ed allora sto cercando di riordinare le idee ed i ricordi del viaggio in Danimarca. Questa volta non ho preso appunti sulla mia inseparabile Moleskine, non ne sentivo davvero il desiderio; nei momenti di calma oppure prima di coricarmi invece di scrivere un breve resoconto della giornata preferivo leggere un libro che mi ero portata dietro o riempire uno schema di sudoku. Scriverò un breve resoconto in questi giorni, con calma, andando a memoria…

La vita continua, si riallacciano i fili della realtà quotidiana, mi faccio forza per non ricadere nel buco nero della depressione, sempre in agguato dietro l’angolo, perché so che molto dipende da me, anche se l’aiuto di chi sta vicino è sempre prezioso. La vita continua, fuori splende il sole di questo splendido autunno, e cerco di pensare solamente a questo…


Il mio ricordo…

Da un Internet Point in Germania…

La serenità di questo viaggio da trascorrere con una coppia di amici, è stata turbata dalla notizia della morte di Carlo. Un amico “virtuale”, che si crede di non conoscere, poi si inizia a ricordare…

La sua simpatica ironia nel chiamarsi “Bisestile”, essendo nato un 29 di febbraio, la moglie Rossella, scorpione come me, la figlia Federica che frequentava la Bocconi, il figlio esperto di informatica, l’anziano suocero, l’amico Pasquale con il quale faceva volontariato nella sua Legnano, l’amico missionario, i ricordi di Ronchetto sul Naviglio… I suoi commenti ai post, colmi di umanità e sensibilità, a volte in milanese, dialetto che io adoro, la sua profonda cultura, mai esibita in modo saccente, il considerare i blog che frequentava come piccole stanze nelle quali ritrovarsi, dei salottini in cui sorseggiare un caffè, anche se virtuale, accompagnato da biscottini in compagnia di alcuni fidati amici… E quindi scopri di conoscere meglio l’amico “virtuale” di tante persone che incontri quotidianamente.

Ed allora senti la mancanza di questa persona, alla quale molti, me compresa, si erano affezionati.

Ciao, Carlo, un caro abbraccio, come ti salutavo di solito… Un giorno, in chissà quale tempo, in chissà quale luogo, ci ritroveremo tutti assieme, noi “amici”, per fare quattro chiacchiere e bere quel famoso caffè…

Loredana

Ai primi sentori dell’inverno

tornerò sui Navigli

su cui ristagnano nebbie decembrine

e il mio pensiero volerà da te

compagno sconosciuto

troppo presto perduto.

(loredana)


Carlo

dal blog di Antimisia una triste notizia, la perdita di Carlo, un amico mai visto ma vicino a tutti noi. Mi ero riproposta di scrivergli al ritorno dalla DAnimarca, purtroppo non sarà più possibile farlo. Un abbraccio, caro amico, a te ed al tuo “fratello” Antimisia, in attesa, un giorno, di bere assieme quel famoso caffè…Loredana


oggi….

Forse ieri sono stata un po’ precipitosa, meglio così. Le cose volgono al meglio, ma una spiegazione a volte è sempre necessaria. Ma la cosa importante è che certi legami non vengano compromessi.


mah

Per degli amici che, fortunatamente,  si ritrovano, uno che, purtroppo, si perde…e non so nemmeno perché….

Dopo tanto tempo, almeno capire il perchè.

Odio quando qualcuno se ne va senza spiegazioni. Però chissà perché me lo aspettavo.

In fondo…


Ancora una persona speciale …..

Risentire, anche se solo per mail, un caro amico, rallegra la giornata. Ha promesso che quanto prima riprenderà a scrivere sul suo blog…io ci conto, e lo aspetto con impazienza.

Un caro abbraccio, Giancarlo…e a presto


seppl

A Seppl piace la cucina italiana…

Vado per ordine. Abito in un quartiere che una volta era periferico. La casa dei miei era una di quelle dell’edilizia popolare e, di fronte, sorgeva un maso di contadini sudtirolesi che possedevano anche una vasta vigna. I masi adesso sembrano delle villette, ma allora erano davvero rustici, con pareti esterne di legno grezzo, l’immancabile crocifisso sulla parete esterna e, a fianco, un piccolo pollaio.

La famiglia che ci abitava aveva una bambina della mia stessa età che frequentava la mia stessa classe, Dorothea, la classica tedeschina con le trecce ed il grembiulino blu, e con lei ho trascorso molti pomeriggi estivi sotto i pergolati dell’uva a giocare al “Mensch, aergere dich nicht” ossia il “non t’arrabbiare”,

un tipico gioco tedesco, con il tabellone disegnato artigianalmente su un pezzo di cartone e, per pedine, dei bottoni colorati. I genitori di lei erano contenti se giocavamo assieme, così la piccola imparava bene l’italiano. A volte, da un paese vicino, arrivava anche Seppl (Giuseppe), suo cugino di un anno più giovane, che si arrampicava sugli alberi per riempirci i grembiuli di mele (dolcissime, succose, dalla polpa crocchiante..altro che quelle che troviamo nei supermercati)…o, per farci dispetto e paura, ci agitava davanti alla faccia delle serpi d’acqua che andava a prendere nelle rogge di irrigazione dei campi al di là della strada.

Allora i meli erano alti 4 o 5 metri, e la raccolta si faceva arrampicandosi con le scale a pioli, e non quei rametti striminziti, ma carichi di frutti che vedo adesso nei campi che fiancheggiano le strade.

Erano i tempi in cui nelle sere estive si potevano ancora vedere le lucciole volare con la loro luce tremula nel buio dei campi,

o sentir gracidare le rane e frinire i grilli. E ricordo i temporali estivi: allora si correva tutti al piano più alto del mio giroscala, dove dalla finestrina del pianerottolo che conduceva alle soffitte ammiravamo il doppio spettacolo dei fulmini e dei razzi antigrandine sparati dai contadini, nemmeno fossero stati fuochi artificiali.

Poi il maso è stato buttato giù, e per demolirlo era stato usata una grossa palla di ferro collegata ad una catena, in quanto non era fatto di mattoni, ma di pietre e sassi…

Al suo posto è stato costruito il condominio in cui abito a tutt’oggi e la vigna dall’altra parte della via espiantata per fare posto ad un nuovo quartiere, Dorothea si è sposata e trasferita in Germania. E Seppl? Lui ha ereditato il maso dei genitori, appena fuori città, ma spesso andiamo a trovarlo, specialmente in periodo di vendemmia. E’ divertente, per un giorno, “giocare” a fare il contadino, passare tra le vigne per raccogliere i grappoli d’uva, ed infine fare merenda all’ombra dei meli, sulle tavolate rustiche, con canederli, crauti, pane di segale, speck

e graukaese, serviti sui taglieri di legno ed accompagnati da vinello o birra.

Però, come ho detto, a Seppl piace la cucina italiana, per la quale la moglie è del tutto negata. Ed allora, quando ci invita, ricambio con una teglia di pasta al forno ed una di melanzane alla parmigiana.

Già, la pasta… Ci sono vari modi per farla. Uno, il più svelto, usando la Pastamatic,

che fa tutto da sola: immetto gli ingredienti, scelgo la trafila giusta, e lei ti prepara tutto, basta solo tagliare le larghe sfoglie nella lunghezza voluta. comodissima quando lavoravo e avevo poco tempo.

Poi c’è un metodo “intermedio”, con l’impasto preparato a mano, passato poi più volte nell’Imperia,

quella vecchia macchinetta (che apparteneva a mia madre) a manovella, ma che è ancora validissima.

Ma tirare la sfoglia a mano, col matterello, è la cosa che dà più soddisfazione. La classica ricetta di un uovo per ogni etto di farina, impasto e poi giù a lavorare di olio di gomito ed infine la rotellina per tagliare le larghe sfoglie per il pasticcio….

Dà allegria, magari non sarò maestra come la mamma del nostro amico bolognese, però il risultato ha sempre ottenuto il consenso di tutti. Figuriamoci se proprio Seppl si tira indietro davanti alla teglia di pasta condita con sugo di pomodoro e minuscole polpettine di carne e tanto, tanto parmigiano!


Grazie

Gli auguri sono sempre graditi…specie se inaspettati

Grazie

Conta i fiori del tuo giardino mai le foglie che cadono.Conta le ore della tua giornata, dimentica le nuvole.Conta le stelle delle tue notti non le ombre.Conta i sorrisi della tua vita, non le lacrime.E ad ogni compleanno conta con gioia la tua età dal numero degli amici, non da quello degli anni. BUON COMPLEANNO


sorpresa…

Per la prima volta ieri ho scambiato due parole con Massimo. È davvero dolce come il suo blog…

frase del giorno

Lo splendore dell’amicizia
non è la mano tesa né il sorriso gentile
né la gioia della compagnia:
è l’ispirazione spirituale quando
scopriamo che qualcuno crede in noi
ed è disposto a fidarsi di noi. 
R.W. Emerson

 

(già, la fiducia, ossia trovare qualcuno con il quale condividere i propri pensieri, le proprie emozioni, anche le proprie paure, im maniera assolutamente reciproca, senza false remore, senza ipocrisie, ma con sicerità e semplicità)


frase del giorno

Amicizia è ascoltare gli altri come vorresti che gli altri ascoltassero te.


frase del giorno

C’è sempre qualcuno che cerca un amico, ma nessuno si preoccupa di esserlo.


proverbio greco

Chi smette di essere amico non lo è stato mai.


stranezze

A volte delle persone sono proprio strane…dici loro una cosa, e ne intendono un’altra del tutto opposta… chi sa…capirà