Ricordi
Non ho smesso di pensarti, vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare.
Che mi manchi e che ti penso.
Ma non ti cerco.
Non ti scrivo neppure “ciao.”
Non so come stai e mi manca saperlo.
Hai progetti?
Hai sorriso oggi?
Cos’hai sognato?
Esci?
Dove vai?
Hai dei sogni?
Hai mangiato?
Mi piacerebbe riuscire a cercarti.
Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai.
Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci.
E ricordati che ti penso.
Che non lo sai ma ti vivo ogni giorno che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare sono due cose diverse.
Ed io ti penso ma non ti cerco.
Charles Bukowski (attribuito)
Aforisma
Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo.
Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi.
Alcune ci portano avanti, e si chiamano sogni.
Jeremy Irons
Ricordi
Sfoglia i tuoi ricordi
cuci per loro una coperta di stoffa.
Scosta le tende e cambia l’aria.
Sii per loro cordiale, leggero.
Questi ricordi sono tuoi.
Pensaci mentre nuoti
nel mare dei Sargassi della memoria
e l’erba marina crescendo ti cuce la bocca.
Questi ricordi sono tuoi,
non li dimenticherai fino alla fine.
Adam Zagajewski
Porte e finestre
Alla fine, arrivano sempre i ricordi con le loro nostalgie e la loro speranza, e un sorriso di magia alla finestra del mondo, quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo.
C’è solo una finestra chiusa e tutto il mondo fuori; e un sogno di ciò che potrebbe essere visto se la finestra si aprisse.
Fernando Pessoa,
Diamanti e ruggine
In questi giorni in cui a causa del caldo e delle notti in bianco tutto sembra andare al rallentatore, l’unica alternativa è rifugiarsi in montagna. Niente camminate, solo riposo all’ombra dei pini, con le bevande, rigorosamente analcoliche (acqua, chinotto e gazosa), al fresco nel torrente. E là , seduta su una sdraio, l’immancabile libro sotto mano, nessun campo per il cellulare, resta solo il tempo per poltrire e pensare. Accomuno alcune cose: un post di Giaros con la mia relativa replica sul tempo che fugge e la prevalenza dei ricordi sui sogni e la risposta che Mario ha dato al mio post “San Francisco”, perché collegate tra loro all’aforisma di Jim Morrison: non è importante raggiungere le stelle, ma è importante avere stelle da raggiungere. (importante, Mario, non utile…). L’epoca beat non l’ho vissuta se non di riflesso, è a quel periodo che si deve l’esplosione del colore, l’uscita da tanti beceri conformismi, la speranza di un mondo migliore, con più pace e con una maggior attenzione alla natura. E’ in quel periodo che nasce “Give Peace a Chance”, di John Lennon, colonna sonora di un vecchio film del 1970, mai più rivisto, come ” Fragole e sangue”, simboleggiante la resa dei giovani di fronte al potere, niente di particolare come canzone, assai diversa da “Imagine”… Era il periodo in cui ero di sinistra pure io, trascinata da tanti ideali, miseramente caduti come birilli.
E fa parte della colonna sonora di quel film anche “The circle game”, di Joni Mitchell
Quell’epoca ha portato molti sogni, molte illusioni che si potesse davvero cambiare qualcosa, ma nulla resta di quel movimento, tanto che, invecchiando, anche gli ex “ragazzi dei fiori” si sono adeguati al sistema, nel senso che i giovani di allora non hanno messo a frutto i loro sogni, hanno preferito una vita agiata e monotona alla rivoluzione che sognavano. Ed anche i cantori di quella libertà tanto teorizzata, hanno fatto soldi a palate! Dov’é il Bob Dylan di Blowing in the wind?
o la Joan Baez di “Diamonds and Rust”… diamanti e ruggine, questo è quanto ci lascia il passato, ricordi belli e ricordi brutti.
Ma il sessantotto ha portato anche una certa disgregazione sociale, con l’uso di sostanze stupefacenti (Marcuse, con la sua celebre frase “l’immaginazione al potere” teorizzò l’uso di LSD e marijuana, seguendo Burroghs) ed una esagerata promiscuità sessuale, passando da un puritanesimo bacchettone all’esatto opposto. Ed altri semi velenosi furono quelli che, da una ribellione per certi versi legittima, portarono ad un periodo di violenza e quindi al terrorismo. Sia Mario che Giaros parlano di disillusione e sogni traditi. Ho detto che, passata la boa di una certa età, è naturale avere più ricordi che sogni, e che i ricordi sono ciò che costituisce il nostro passato, quindi la nostra esperienza. Anche se tutti noi, per un verso o per l’altro, di sogni traditi ne abbiamo cassetti se non addirittura valige piene ognuno DEVE conservare almeno un sogno, deve credere che qualcosa possa davvero cambiare o per lo meno migliorare, davanti a noi, anche se l’età avanza, c’è sempre un futuro, se non per noi, per chi ci segue.
Lettera a un amico
Dopo parecchio tempo ti ritrovo sul blog e subito leggo una frase che mi preoccupa.
Ho letto e riletto quelle poche parole che hai scritto, ho appoggiato più volte le dita sulla tastiera per risponderti, per poi ritrarle altrettante volte.
Ho avvertito tanto disincanto, in quella frase, tanta delusione per ideali traditi, più che per il tempo che passa.
E’ un problema comune, appena si passa la boa di una certa età. Ci si guarda allo specchio ed oltre a vedere i tangibili segni del tempo che passa, si avvertono anche i fumi impercettibili che sono i nostri ricordi. Ma non è un aspetto negativo: noi SIAMO il nostro passato, noi SIAMO i nostri ricordi, quell’insieme di avvenimenti che chiamiamo “esperienza”.
Il presente non esiste, nel momento stesso in cui ti sto scrivendo, un attimo dopo è già il passato…
Ci sono i ricordi belli, magari con il rimpianto di non averli saputi apprezzare a tempo debito, ma che ora ci addolciscono il cuore, e ci sono quelli meno belli o dolorosi, ai quali spesso ci si rassegna, ma che a volte lasciano tracce profonde nella nostra anima.
E se guardandoci allo specchio scorgiamo qualche rughetta nuova, qualche capello bianco in più, se i ricordi diventano più pressanti, non dobbiamo per questo perdere i nostri sogni.
Non amo particolarmente gli aforismi, ma uno mi è sempre stato molto caro “Non è importante raggiungere le stelle, ma avere delle stelle da raggiungere”. Ed anche nel firmamento più nero, per quanto piccola, per quanto fioca, per quanto lontana, deve sempre esserci una stella che ci mostra la strada. Con un forte abbraccio.
Loredana
Fili pendenti
I ricordi sono i fili della mente che mi ricollegano al passato.
Ci sono ricordi e ricordi…Quelli che mi fanno sorridere, quelli che mi riempiono di tristezza o per lo meno di malinconia. E poi quelli che, anche a distanza di tempo, mi fanno incavolare, e di brutto, anche perché non mi sono ancora resa conto di come si siano svolti effettivamente alcuni fatti, ma suprattutto PERCHE’ si siano svolti così.
Sarà che sono una di quelle persone che cercano di analizzare tutto a fondo, arrabbiandomi se non ci riesco, una di quelle che cercano il famoso pelo nell’uovo (e lo trovano pure, a volte).
Sarà che in una marea di dubbi , in un tessuto con mille fili pendenti, son già riuscita ad annodarne parecchi, ma ne manca sempre uno per completare la tela…però la trama, per così dire, è quasi completata.
frase del giorno
I ricordi non popolano la nostra solitudine, la fanno anzi più grande.
(Gustave Flaubert)
la scatola dei sogni
fotografie

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