La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Ricordo

Nulla

è

più

nero

dell’alba

luminosa

del

ricordo.

 

 

Paul Celan


Senza titolo

In verità chi non c’è è

stato solo nascosto ai nostri occhi

ma la sua presenza respira l’aria.

Come noi respiriamo l’attimo del ricordo.

Insieme siamo l’impossibile presente che

torna indietro mentre gli andiamo incontro…

Il ricordo è un modo d’ incontrarsi”,

mi porta lontano.

Kahlil Gibran


Memoria

La tua memoria è un mostro: affiora senza la tua volontà.
Credi di avere un ricordo, ma il ricordo ha te.

John Irving

 


I bambini dell’olocausto

auschwitz031

“Difficile da riconoscere, ma era qui.
Qui bruciavano la gente.
Molta gente è stata bruciata qui.
Si, questo è il luogo.
Nessuno ripartiva mai di qui.

I camion a gas arrivavano là…
C’erano due immensi forni…
e dopo, gettavano i corpi in quei forni,
e le fiamme salivano fino al cielo.

Fino al cielo?

Si.
Era terribile.
Questo non si può raccontare.
Nessuno può
immaginare quello che è successo qui.
Impossibile. E nessuno può capirlo.
e anche io, oggi…

Non posso credere di essere qui.
No, questo non posso crederlo.
Qui era sempre così tranquillo. Sempre.
Quando bruciavano ogni giorno 2000 persone, ebrei,
era altrettanto tranquillo.
Nessuno gridava. Ognuno faceva il proprio lavoro.
Era silenzioso. Calmo.
Come ora.”

 

tratto da ‘SHOAH’ di CLAUDE LANZMANN


Un ricordo

Ieri, domenica, abbiamo ricordato il decennale della scomparsa del nostro amico Moshe. A dire il vero l’anniversario ricorreva in aprile, ma tutte le commemorazioni cadenti nel periodo di Pesach, la Pasqua ebraica, vengono rimandate in altro periodo. Prima ci siamo recati presso la sua tomba. I cimiteri ebraici esercitano su di me un fascino indiscutibile. Niente statue, ma solo lapidi e steli con la stella di Davide, pietre grigie ammantate di muschio, niente fiori, ma sassi posti dai visitatori a ricordo del loro passaggio, al massimo qualche pianta sempreverde, edera o pino mugo.

Poi la cerimonia nella piccola Sinagoga di Merano, alla presenza della comunità ebraica della città e dei rappresentanti delle associazioni e dei partiti cui il nostro amico aveva aderito. Una sinagoga piccola e raccolta, che contiene anche un piccolo Museo, costruita nel 1901, quando a Merano vi era una nutrita comunità di imprenditori e medici (cui è dovuta la scoperta delle proprietà dell’acqua termale e della cura dell’uva ancora oggi seguita) che oltre al Tempio costruì anche un sanatorio.

Ciao, Moshe…

Ricordo le serate passate a discutere e a polemizzare su mille argomenti … ci dividevano la religione e le idee politiche, ma ci univa il cuore, la speranza per un futuro migliore, l’onestà… 


2 novembre

All’ombra dei cipressi e dentro l’urne confortate dal pianto…


Uno delle indicazioni del livello della civiltà è stato il culto dei morti, però oggi si assiste ad un’involuzione della tendenza, forse per esorcizzare il momento. Si cerca di rimuovere il pensiero del decesso, come quello dei momenti che lo precedono e lo seguono. Un tempo c’era questa contiguità con il mondo dei defunti, pensiamo alle statuette dei Lari che venivano venerate dagli antichi romani, e le fotografie che oggi conserviamo altro non sono che un perpetuarsi di questa tradizione.

Personalmente non sopporto i cimiteri. Questi enormi spazi, costellati di croci, colonne spezzate, angeli piangenti, queste aree sottratte ai vivi, non solo provocano tristezza, ma pure sgomento, anche perché a volte vedo tombe trascurate, senza un fiore, solo ammassi di erbacce che la giardineria comunale provvede periodicamente ad estirpare.

Io, le persone care, preferisco ricordarle guardando un filmino dove appaiono sorridenti e piene di vita, oppure mettendo un fiore fresco davanti alla fotografia che tengo in casa. È il ricordo che mantiene vive le persone amate, non certo un monumento, per quanto bello. E fino a quando resterà qualcuno a ricordare quanti sono trapassati, allora non si poitrà davvero parlare di morte.