Un mondo diverso
C’è un mondo che non riconosco più.
Il mondo di chi, sotto forma del gioco della “pentolaccia” , spinge i bambini a spaccare la testa a Mussolini, di chi ritiene futile la vita di un bimbo disabile, di chi augura la morte a Napolitano, di chi raffigura Salvini appeso a testa in giù, di chi apostrofa gli avversari politici (anzi, i “nemici”) con appellativi che ne evidenziano i difetti fisici, di chi a scuola bullizza compagni e professori.
In quest’ultimo caso poi mi viene in mente il libro “Cuore” di De Amicis. I più giovani senza dubbio non lo conosceranno, pieno di retorica e buonismo imperante, anche se in ogni pagina si avverte il distacco tra le varie classi sociali, perché il popolino è sempre inferiore alla borghesia, e questa inferiore alla nobiltà.
La mia generazione però è cresciuta con questo libro, tappa obbligata delle “buone letture” permesse a noi bambini, specialmente i racconti mensili che parlavano di atti eroici o quantomeno valorosi compiuti da ragazzini.
Tra i vari personaggi del libro però c’era Franti, l’infame, che disturbava le lezioni, molestava gli altri alunni, irrideva i reduci di guerra durante le sfilate. Pessimo soggetto, anche se decenni dopo Umberto Eco ne scrisse l’elogio, considerando l’ambiente dal quale proveniva il disgraziato ragazzo.
Però a fine ‘800 non andavano molto per il sottile: se le intemperanze superavano un certo limite, lo scolaro veniva espulso “da tutte le scuole del Regno”.
Oggi invece per troppa condiscendenza si tende a perdonare, col risultato di non abituare i ragazzi al senso di responsabilità.
Questo non fa altro che alimentare la violenza, in quanto i giovani delinquenti sanno che la faranno comunque franca, per punizione li metteranno a svuotare i cestini a fine lezione o, se proprio l’hanno combinata grossa – tipo lo stupro di gruppo di una ragazzina loro coetanea – li costringeranno a seguire un corso di pizzaiolo.
Come non essere d’accordo?
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28 aprile 2018 alle 22:32