La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per 14 luglio 2016

Morti

Si è parlato molto di morti in questi giorni, troppi morti.

Innanzitutto quelli recuperati dal fondo del mare, annegati nell’aprile dello scorso anno. Operazione voluta dal nostro premier per uno scopo puramente mediatico, di facciata, non certamente umanitario, che ci è costata 20 milioni di euro e che sarà praticamente inutile, in quanto non ci sono i fondi per effettuare il DNA delle salme che rimarranno chissà quanto tempo nelle celle frigorifere. Un mio contatto ha opinato che in seguito bisognerà effettuare detti esami perché ci sono dei parenti che piangono quelle vittime, al che ho ribattuto che non conoscendo la provenienza degli annegati cosa dovremmo fare? Analizzare le centinaia di milioni di persone che risiedono in Africa per stabilire una relazione di parentela con i morti?

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Avevo anche scritto che quei soldi sarebbe stato meglio utilizzarli per i vivi, magari dotando la linea pugliese a binario unico di sistemi di sicurezza più moderni anziché ricorrere all’anacronistico metodo della “telefonata di autorizzazione”, per la quale stanno pagando le ultime ruote del carro ( i due capistazione ed un altro addetto) anziché ricercare le responsabilità più in alto. Tutti sanno quanto poco mi siano simpatici i pentastellati, ma oggi ho avuto modo di ascoltare Giuseppe D’Ambrosio, parlamentare del M5S proveniente da Andria che ha detto parole sacrosante: come nel 2007 sia stato presentato il progetto del raddoppio della linea; come sia stato finanziato ancora nel 2012 con 180 milioni di euro tramite fondi europei; come i lavori che dovevano partire il 1° gennaio 2013 e finire al 30 giugno dello scorso anno siano ancora fermi per “motivi burocratici” tanto che la presentazione delle domande per accedere all’appalto sia stato spostato al 19 luglio prossimo.

Così la Puglia si trova a piangere 23 vittime, causate non solo dalla fatalità ma anche dalla burocrazia che inquina sempre più il nostro paese.

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C’è poi la morte di Provenzano: su un sito ho scritto che di questo decesso (per quanto annunciato, data l’età avanzata dal soggetto) non mi rammarico per nulla. Altro rimbrotto perché, secondo alcuni, una volta che uno è morto, bisogna solo provare pietà. Lo chiederei allora al piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso dopo due anni di prigionia a soli 15 anni e sciolto nell’acido, la cui unica colpa era quella di essere figlio di un “infame”, ossia un collaboratore di giustizia. Con il metro della pietà allora dovremmo tacere anche nei riguardi della morte, che so, di un Hitler? Di un Amin Dada? Di uno Stalin? Eh, no, carogne erano da vivi e tali restano anche da morti.

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Infine c’è quel povero torero incornato a soli 29 anni. Sono animalista e giudico la corrida come uno spettacolo immondo, però mai mi permetterei di paragonare la vita di un essere umano con quella di un animale. Eppure ho letto commenti a dir poco infami sul decesso di quel povero ragazzo e non capisco come si possa infierire così su un giovane che è morto così tragicamente.

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E la chiudo qui, sperando che il domani ci porti notizie migliori.