Diamanti e ruggine
In questi giorni in cui a causa del caldo e delle notti in bianco tutto sembra andare al rallentatore, l’unica alternativa è rifugiarsi in montagna. Niente camminate, solo riposo all’ombra dei pini, con le bevande, rigorosamente analcoliche (acqua, chinotto e gazosa), al fresco nel torrente. E là , seduta su una sdraio, l’immancabile libro sotto mano, nessun campo per il cellulare, resta solo il tempo per poltrire e pensare. Accomuno alcune cose: un post di Giaros con la mia relativa replica sul tempo che fugge e la prevalenza dei ricordi sui sogni e la risposta che Mario ha dato al mio post “San Francisco”, perché collegate tra loro all’aforisma di Jim Morrison: non è importante raggiungere le stelle, ma è importante avere stelle da raggiungere. (importante, Mario, non utile…). L’epoca beat non l’ho vissuta se non di riflesso, è a quel periodo che si deve l’esplosione del colore, l’uscita da tanti beceri conformismi, la speranza di un mondo migliore, con più pace e con una maggior attenzione alla natura. E’ in quel periodo che nasce “Give Peace a Chance”, di John Lennon, colonna sonora di un vecchio film del 1970, mai più rivisto, come ” Fragole e sangue”, simboleggiante la resa dei giovani di fronte al potere, niente di particolare come canzone, assai diversa da “Imagine”… Era il periodo in cui ero di sinistra pure io, trascinata da tanti ideali, miseramente caduti come birilli.
E fa parte della colonna sonora di quel film anche “The circle game”, di Joni Mitchell
Quell’epoca ha portato molti sogni, molte illusioni che si potesse davvero cambiare qualcosa, ma nulla resta di quel movimento, tanto che, invecchiando, anche gli ex “ragazzi dei fiori” si sono adeguati al sistema, nel senso che i giovani di allora non hanno messo a frutto i loro sogni, hanno preferito una vita agiata e monotona alla rivoluzione che sognavano. Ed anche i cantori di quella libertà tanto teorizzata, hanno fatto soldi a palate! Dov’é il Bob Dylan di Blowing in the wind?
o la Joan Baez di “Diamonds and Rust”… diamanti e ruggine, questo è quanto ci lascia il passato, ricordi belli e ricordi brutti.
Ma il sessantotto ha portato anche una certa disgregazione sociale, con l’uso di sostanze stupefacenti (Marcuse, con la sua celebre frase “l’immaginazione al potere” teorizzò l’uso di LSD e marijuana, seguendo Burroghs) ed una esagerata promiscuità sessuale, passando da un puritanesimo bacchettone all’esatto opposto. Ed altri semi velenosi furono quelli che, da una ribellione per certi versi legittima, portarono ad un periodo di violenza e quindi al terrorismo. Sia Mario che Giaros parlano di disillusione e sogni traditi. Ho detto che, passata la boa di una certa età, è naturale avere più ricordi che sogni, e che i ricordi sono ciò che costituisce il nostro passato, quindi la nostra esperienza. Anche se tutti noi, per un verso o per l’altro, di sogni traditi ne abbiamo cassetti se non addirittura valige piene ognuno DEVE conservare almeno un sogno, deve credere che qualcosa possa davvero cambiare o per lo meno migliorare, davanti a noi, anche se l’età avanza, c’è sempre un futuro, se non per noi, per chi ci segue.
Blowing in the wind-traduzione
Quante strade deve percorrere un uomo
prima che tu possa chiamarlo uomo?
E quanti mari deve navigare una bianca colomba
prima di dormire sulla sabbia?
E quante volte devono volare le palle di cannone
prima di essere proibite per sempre?
La risposta, amico mio, soffia nel vento,
la risposta soffia nel vento.
E quanti anni può esistere una montagna
prima di essere erosa dal mare?
E quanti anni possono gli uomini esistere
prima di essere lasciati liberi?
E quante volte può un uomo volgere lo sguardo
e fingere di non vedere?
La risposta, amico mio, soffia nel vento,
la risposta soffia nel vento.
E quante volte deve un uomo guardare in alto
prima di poter vedere il cielo?
E quanti orecchi deve avere un uomo
prima di poter sentire gli altri che piangono?
E quante morti ci vorranno prima che lui sappia
che troppi sono morti?
La risposta, amico mio, soffia nel vento,
la risposta soffia nel vento.
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22 agosto 2012 alle 19:20
Diamonds and rust – traduzione
Sarò dannato, ritorna di nuovo il tuo fantasma
ma non c’è niente di strano
è solo che la luna è piena
e tu hai deciso di chiamare
e qui siedo, tenendo in mano il telefono
ascoltando la voce che ho conosciuto
un paio di anni luce fa
andando dritto verso il crollo
Come ricordo i tuoi occhi
Erano più azzurri delle uova del pettirosso
La mia capacità poetica era penosa, dicevi
Da dove stai chiamando (ora)?
Da una cabina nel Midwest.
Dieci anni fa
Io ti ho comprato una coppia di gemelli
Tu mi hai portato qualcosa
Entrambi sappiamo cosa la memoria può portare
Può portare diamanti e ruggine
Bene tu hai fatto irruzione sulla scena
Eri già una leggenda
Il fenomeno che non si lavava mai
Il vero giramondo
Ti sei perduto nelle mie braccia
E lì sei rimasto
Temporaneamente naufrago
La Madonna era tua gratis
Sì la ragazza dentro la conchiglia (1)
Ti avrebbe lasciato incolume
ma noi entrambi sappiamo ciò che le memorie possono portare
portano diamanti e ruggine
si noi entrambi sappiamo ciò che le memorie possono portare
portano diamanti e ruggine
ora ti vedo stare in piedi con le foglie marroni tutte intorno e
neve nei tuoi capelli
ora stiamo sorridendo fuori dalla finestra di un hotel scadente di Washington square
il nostro respiro esce in nuvole bianche ,mescolate e appese nell’aria
per quel che mi riguarda entrambi avremmo potuto essere morti allora
ora mi stai raccontando che non hai nostalgia
allora dimmelo con un’altra parola
tu eri così bravo con le parole
e a mantenere le cose vaghe
perché ora ho bisogno di un po’ di quella vaghezza
è tutto tornato indietro molto chiaramente, si, ti amo caramente
e se mi stai offrendo diamanti e ruggine, io ho già pagato
ma entrambi sappiamo ciò che le memorie possono portare
portano diamanti e ruggine
si entrambi sappiamo che cosa le memorie portano
portano diamanti e ruggine.
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22 agosto 2012 alle 19:23
The circle game – traduzione
Ieri un bambino è uscito fuori pieno di meraviglia,
ha preso una libellula in un barattolo.
Ha paura quando il cielo pieno di tuoni
ed ha pianto vedendo cadere una stella. (1)
E le stagioni, continuano ad alternarsi
e i cavallucci di legno della giostra ad andare su e giù.
Siamo prigionieri sulla giostra del tempo.
Non possiamo tornare indietro, possiamo solo guardare dietro di noi, da dove veniamo,
E tutto gira e gira nel gioco del cerchio. (2)
E le stagioni, continuano ad alternarsi
e i cavallucci di legno della giostra ad andare su e giù.
Siamo prigionieri sulla giostra del tempo.
Non possiamo tornare indietro, possiamo solo guardare dietro di noi, da dove veniamo,
E tutto gira e gira nel gioco del cerchio.
Così gli anni sono volati ed ora il ragazzo ne ha venti,
anche se i suoi sogni hanno perso un po’ di grandezza, diventando veri.
Ci saranno nuovi sogni, sogni forse migliori, e più grandi.
Prima di attraversare l’ultimo anno come una porta girevole
E le stagioni, continuano ad alternarsi
e i cavallucci di legno della giostra ad andare su e giù.
Siamo prigionieri sulla giostra del tempo.
Non possiamo tornare indietro, possiamo solo guardare dietro di noi, da dove veniamo,
E tutto gira e gira nel gioco del cerchio.
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22 agosto 2012 alle 19:25
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
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22 agosto 2012 alle 21:22
chissa’ che poi in fondo sia cosa naturale adeguarsi visto che tutti o quasi lo fanno .magari e’ la logica della sopravvivenza che porta a farlo . io per primo . e le attese di un tempo non concretizzate le rimprovero in particolare a me . le icone di un tempo sono sbiadite , vuoi per l’eta’ o per il vil denaro . quello si’ che mantiene inalterato il suo fascino .per chi segue ,pur in un contesto generale piu’ complicato , le premesse mi paiono migliori di quelle che a suo tempo ho avuto , e piu’ che sogni che credo per ognuno siano diversi la cosa migliore e’ cercare di fornirli di una corretta educazione e un’istruzione buona .dopo al solito chi vivra’ ….. . ciao lore bg
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23 agosto 2012 alle 16:21
Forse è una logica conseguenza dell’età. Si cerca più la stabilità che l’avventura o la novità. Per quanto concerne il “vil denaro”, ho sempre pensato che sia sufficiente averne quel tanto che basti a vivere bene, senza privazioni. Ritengo inutile accumularne troppo, perché, come si dice, tanto non ce lo possiamo portare dietro…ma i sogni..beh, quello è bello averne a qualsiasi età…sogni e speranze di un mondo migliore…
Buona serata, Mario 🙂
Lore
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23 agosto 2012 alle 18:46