La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Ritorno a Milano

 

Bene, da domenica sono qui a Milano….caldo quasi estivo… soliti giretti per la città per vedere se c’è qualche cambiamento.

 

Certo che c’è.

 

In piazza Duomo sono ritornate le auto di Carabinieri e Polizia, da altre parti ci sono le jeep dell’Esercito con la scritta sulle fiancate “per una città più sicura” (o qualcosa del genere).

 

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Ma come, egregio signor sindaco…eri quello che non voleva vedere le divise per strada altrimenti Milano sarebbe sembrata una Beirut militarizzata, ed ora che, come tu volevi, la metropoli è diventata quasi interamente una via Padova, con relativi atti di delinquenza, ti rimangi tutto? Non solo, ma sempre in vista dell’esposizione sono state posizionate altre 20 nuove telecamere per la sicurezza, il che significa che “qualcuno” si è finalmente accorto che poi tanto sicuri non si era, nemmeno in pieno centro.

Le periferie per ora aspettano.

Certamente c’è da preparare il terreno per Expo 2015, ma ci sono anche le innumerevoli lamentele dei cittadini stanchi di rapine, borseggi, violenze … e le elezioni si avvicinano, specie quelle per una eventuale prossima “città metropolitana”! Hai una grossissima faccia tosta, sempre più persone si “dimenticano” di averti votato e tanti di quelli che ammettono di averlo fatto si definiscono “pirla” da soli.: adesso cerchi solo di riguadagnare il terreno perduto, ma sarà dura!

Però l’amato sindaco non si smentisce: vulcanico e immaginifico quanto mai, coadiuvato dalla sua giunta ne ha studiate delle altre: in occasione dell’Expo 2015, trasformare tutto un quartiere di Milano, comprendente anche corso Buenos Aires (definita, non so perché, “zona degradata”) in un quartiere gay, con cinema, bar, saune, ristoranti, edicole tutte dedicate al mondo omosessuale. Certamente la zona si animerà molto, ma in quanto a definirla più sicura ho i miei dubbi. Sotto sotto però il motivo è esclusivamente economico: il trend gay tira, ed allora perché non sfruttarlo?

http://www.ilgiornale.it/news/milano/nasce-gay-street-expo-diventer-meta-turistica-1008842.html

Poi l’altra trovata del geniale primo cittadino: requisire, con la scusa del degrado urbano, le case dismesse qualora siano inutilizzate da almeno cinque anni. Il tutto senza corrispondere nessun indennizzo al proprietario! Ci possono essere casi in cui il possessore del fabbricato non ha i soldi per rimetterlo in sesto, ci sono casi di eredità contese e mille altre situazioni. E tu, sindaco, ti permetteresti di sottrarre un bene al suo legittimo proprietario? Meditate, gente,meditate….

 

 

Piazza Duomo, come al solito, è sempre il primo punto di partenza. Prima per vedere le eventuali mostre al Palazzo Reale. Una, interessante, su Klimt, ed a quella non mancheremo sicuramente.

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L’altra è su Piero Manzoni,e questa di sicuro non andrò a vederla. La sua”Merda d’artista” di certo non mi attrae, e chi ha comperato le scatolette contenenti una simile “opera” di certo è uno st…upido. (il termine non era ovviamente quello scritto, anzi, era in linea con il contenuto delle lattine).

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In compenso in piazza è stato esposto un facsimile delle nuove carrozze della metropolitana, 14 delle quali inizieranno a circolare sempre in occasione di Expo 2015. Altre 16 verranno messe in funzione successivamente. Nel “vagone” è ospitata una piccola sala cinematografica dove viene proiettato un breve filmato in 3D dei nuovi treni,

 

 

metropolitana_15857248_MGTHUMB-INTERNAciascuno colorato a seconda delle linee di competenza. Fabbricate dalla Ansaldo Breda, consteranno di sei vagoni ciascuno capaci di trasportare 1200 passeggeri. Vedremo quanto tempo ci impiegheranno i writers a “decorarle”.

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Una normale mattinata a Milano

 

Ci rechiamo alla solita fermata della Metrò 1, la rossa,

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e subito c’è spettacolo. Due giovanottoni robusti corrono verso un ragazzo extracomunitario che staziona con fare indifferente dove si fermano le ultime carrozze. Pensiamo ad una rissa, invece è solo un arresto operato da agenti in borghese. Durante il viaggio, piuttosto lungo, veniamo “rallegrati” da un uomo che suona la fisarmonica, poi da un altro, accompagnato da un bimbo di forse tre anni, che chiede da mangiare per i suoi figlioletti, quindi ancora da una ragazza che canta accompagnata da un registratore che si porta a tracolla, infine da un poveraccio senza braccia che chiede l’elemosina. Alla fermata in cui scendiamo, l’immancabile zingara, anche questa accompagnata da bimbo in tenera età.

Durante l’ultimo periodo della giunta Moratti, questi episodi erano diventati sporadici. Spariti i bazar improvvisati sui marciapiedi, chiusi molti campi Rom irregolari, recintati i sottopassi dei cavalcavia per evitare insediamenti abusivi dei nomadi, aumentata la vigilanza urbana a mezzo di vari presidi mobili delle forze dell’ordine. Ora tutto è stato vanificato dalla nuova giunta Pisapia. L’attuale sindaco infatti ha voluto esportare il “modello via Padova” in tutta la città, con risultati visibili. Chi conosce via Padova, ed io ce l’ho praticamente dietro casa, risiedendo in viale Monza, sa che è un miscuglio di etnie. L’iniziale popolazione egiziana, che si occupava principalmente della vendita di tappeti, è stata scalzata dalle nuove ondate migratorie: tunisini, marocchini, cinesi, filippini e sudamericani convivono non troppo pacificamente tra loro, e i pochi milanesi in quella zona praticamente sono invisibili e quasi non osano uscire di casa, specialmente di sera.

In centro (piazza Duomo, Galleria, corso Vittorio Emanuele, il Castello, perfino nelle vie della moda), è tutto un viavai di cinesi che cercano di rifilarti sciarpe finto Burberry o giocattoli telecomandati, nordafricani che offrono rose, africani che vendono braccialettini portafortuna o libri…

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Ogni due passi ne trovi uno. Non posso dar torto ai tedeschi ascoltati in Galleria che, continuamente importunati, commentavano sfavorevolmente, pensando di non essere capiti, che certe cose da loro non accadono. Ed in effetti, nei miei recenti viaggi tra Amburgo, Dresda, Francoforte, Stoccarda ed altre città non ho mai assistito a spettacoli del genere.

Capisco il console americano che qualche settimana orsono invitava i suoi connazionali a non venire a Milano: c’era un po’ di esagerazione, certo, ma il succo è che la città sta pian piano peggiorando…

Certo, la città, per Expo 2015, si sta facendo sempre più bella. Dopo il grattacielo con relativi annessi di corso Como, tra i quali una piazzetta sopraelevata con laghetto e giochi d’acqua,

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è stato completato anche il Diamantone,

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gli altri edifici sono pure loro a buon punto (anche se devo ancora vedere quelli in zona ex Fiera, verso piazza Giulio Cesare), la M5 lilla, interamente automatizzata è entrata finalmente in funzione, però tutto questo non è sufficiente se ai cittadini ed agli ospiti che verranno per quella importante occasione non verrà garantita la necessaria sicurezza.

(Le immagini di corso Como le ho scattate col cellulare, le altre sono prese da internet)


6 e 7 giugno

6 giugno

Oggi all’Isola…

Da Tomaso in via De Castilla si gusta ancora una buona cucina milanese con qualche trasgressione lombardo-veneta; è un locale dall’aspetto rustico, ma accogliente, in cui ci si sente quasi come a casa propria.

E l’occasione è buona per vedere come crescono i grattacieli di Expo 2015.

I due costruiti a suo tempo dalla Gae Aulenti sono stati del tutto ristrutturati ed hanno ormai perso la forma originaria.

Ci sono poi i due grattacieli del “bosco verticale di Porta Nuova” di Boeri che, finiti, saranno davvero completamente verdi, con cespugli ed alberi ad ogni piano.

I lavori proseguono a ritmo incessante, i ponteggi brulicano di persone, ma in strada, seduti sull’asfalto, all’ombra di un albero solitario, un paio di muratori si prendono un attimo di sosta mangiando un panino.

Poi sosta al Palazzo Lombardia, ormai definitivamente sede della Provincia. Davanti ad esso sono state messe ben 3 fontane, una serie di collinette bordate da lunghe panchine ed abbellite con varie rocce disposte artisticamente. Nelle vetrate, si rispecchiano le nuvole.

7 giugno

Stamattina abbiamo completato le pratiche per l’esumazione di mio suocero. Sembra strano, ma tra le persone più allegre che ho conosciuto, ci sono appunto due addetti alle pompe funebri, forse per esorcizzare un poco la paura della signora con la falce.

Poi avevamo deciso di mangiare i famosi paccheri da “Anema e cozze” di via Palermo.

Abbiamo quindi fatto una lunga passeggiata da viale Vincenzo Monti (una delle vie dove davvero mi piacerebbe abitare) fino ad arrivare alla nostra destinazione, ma qui abbiamo avuto una sgradita sorpresa. Davanti al locale c’erano infatti una cinquantina di ragazzi (qui a Milano per il concerto di Springsteen di stasera) in attesa dell’apertura, e quindi abbiamo dovuto ripiegare sulla storica pizzeria di Porta Garibaldi in corso Como,

dove, a mio parere, preparano i tranci più buoni in assoluto. All’uscita, un mesto saluto allo Smeraldo… Già , perché a fine mese il teatro chiude definitivamente dopo tante chiusure annunciate e sempre procrastinate. La colpa è del cantiere senza fine per la realizzazione di box interrati che gli sta proprio davanti, e che ha portato ad una diminuzione degli spettatori e quindi degli incassi, senza che il teatro riceva un soldo di finanziamento pubblico.

E ripenso alle belle serate passate qui ad ascoltare i Legnanesi in compagnia di Pierre o di Gibo. Che tristezza…