La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Celebrità

Bolzano cittadina di provincia, certamente, ma qui hanno soggiornato parecchi grandi nomi.

Iniziamo da Wolfgang Amadeus Mozart

La prima volta è stato qui il 23 dicembre 1769, ancora tredicenne, ospite dell’allora borgomastro Stockhammer. Una targa posta a lato del portone dell’abitazione in via Talvera ricorda la visita.

Ansitz_Stockhammer_in_Bozen,_Talfergasse_2_-_Gedenken_an_den_Besuch_von_Wolfgang_Amadeus_MozartI soggiorni successivi ebbero luogo nel 1771 e nel 1772. Ambedue le volte dovrebbe aver soggiornato all’albergo “Zur Sonne” (Al Sole), che ormai non esiste più, che si trovava in piazza delle Erbe, ed aver frequentato padre Vincent Ranftl, presso il convento dei Domenicani, nell’omonima piazza, dove ora c’è il Conservatorio Monteverdi ove si tiene annualmente il concorso pianistico Ferruccio Busoni. Forse per il tempo inclemente,il giovane compositore non fu ben impressionato dalla città, definendola chiaramente un “luogo di merda” (sigh!)…Del resto, come risulta da varie lettere, per quanto belle siano le sue composizioni, erano in aperto contrasto con le lettere che scriveva alla cugina, con frasi a dir poco scurrili. https://obiettivi.wordpress.com/2014/03/16/scurrile-e-giocoso-epistolario-di-mozart-con-la-cugina-anna-maria/

Questo però non gli impedì di abbozzare la sua sinfonia K155.

Restando sempre nel campo musicale (ne avevo accennato in un mio precedente post), risiedette qui a Bolzano anche il valente pianista Arturo Benedetti Michelangeli, ove insegnò sempre presso il conservatorio Monteverdi, per ben nove anni, dal 1950 al 1959.

Tra gli scrittori è d’obbligo ricordare Johann Wolfgang Goethe

Lui però non fu dello stesso parere di Mozart,anzi restò entusiasta, e così descrive il suo arrivo “Giunsi a Bolzano con un bel sole allegro”, così scrive Goethe durante il suo viaggio in Italia, quando pervenendo dal Brennero l’11 settembre del 1786 vi si ferma per una sosta. “. Il vivace e colorato mercato c’è ancora oggi in piazza delle Erbe nel centro storico di Bolzano. “

Cosa vuol dire una bella giornata, fa vedere tutto sotto una luce diversa  🙂 .

Non potevano mancare i pittori, rappresentati in questo caso dal grande Albrecht Dürer. All’artista, oltre ad una via in piena zona industriale, è dedicato un sentiero, ossia la strada alternativa che percorse per raggiungere Trento in quanto la piana dell’Adige era completamente allagata per un’alluvione.

Per ultimo, come non menzionare il celebre Giacomo Casanova? Fuggito dai Piombi veneziani nella notte tra il 31 ottobre ed il 1^ novembre 1756, fece sosta a Bolzano per 6 giorni circa, solamente perché non aveva con sé il guardaroba e non sapeva come vestirsi.

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In quei sei giorni restò sempre rinchiuso nella sua stanza nella locanda “Al Sole” (la stessa di Mozart!) da dove usciva solo per acquistare le stoffe e per provare i vestiti (in quel periodo a Bolzano c’erano ben 24 sartorie accreditate presso l’equivalente dell’odierna Camera di Commercio). I soldi per pagare questi acquisti (sappiamo che Casanova di certo non poteva vestirsi come un comune mortale, ed a Bolzano era stato già riconosciuto) li ottenne a credito dal negoziante Menz, che li ebbe rimborsati da un certo Bragadin veneziano che trasmise una lettera di credito a favore dell’avventuriero di ben 100 zecchini d’oro. Rifornito il guardaroba e la scarsella, Casanova riprese il viaggio verso Monaco. Questa parte è raccontata anche nel mio romanzo preferito, “La recita di Bolzano”, di Sàndor Màrai, del quale parlerò probabilmente più avanti.


Arturo Benedetti Michelangeli

 

81cNn5AjdQL._SL1423_20 anni fa ci lasciava uno dei maggiori pianisti italiani, e lo voglio ricordare qui con una composizione di Claude Debussy (Children’s Corner), che il compositore francese aveva dedicato alla figlioletta Emma Claude, soprannominata Chou-Chou.

Benedetti Michelangeli era molto conosciuto qui in provincia, anche perché insegnò moltissimi anni presso il conservatorio Claudio Monteverdi qui a Bolzano (dal 1950 al 1959), nonché per i corsi di perfezionamento della tecnica pianistica tenuti ad Appiano nel castello di Paschbach.


Lorin Maazel

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Raccolgo, con un po’ di ritardo, l’invito di Isabella…ed eccomi a parlare di Lorin Maazel, scomparso il 13 luglio.
Enfant prodige, di origini ebraiche ma nato nel 1930 in Francia e costretto per via delle leggi razziali ad emigrare negli Stati Uniti, fu scoperto da Arturo Toscanini che, all’età di soli 11anni, lo chiamò a dirigere la prestigiosa orchestra sinfonica della NBC . Non era solo direttore d’orchestra, ma anche violinista e compositore: sua l’opera “1984” ispirata all’omonimo romanzo di George Orwell.

La passione per la musica lo portò ad abbandonare gli studi di matematica e fisica a Pittsbugh per dedicarsi inizialmente al violino, quindi al perfezionamento della direzione. A soli 21 anni vinse una borsa di studio che lo condusse in Italia, dove approfondì lo studio della musica barocca. Approdò infine a Catania nel 1953 poi, due anni dopo, alla Scala di Milano. Nel 1958, ormai già conosciuto, diresse un concerto con il grande Arturo Benedetti Michelangeli. Dal 1960 in poi fu alla guida delle principali orchestre mondiali, nei teatri più famosi: Bayreuth, Berlino, Cleveland ed altri. Dal 1982 al 1984 fu sopraintendente della Wiener Staatsoper; dal 1993 al 2002 fu direttore musicale della Radio Bavarese e dal 2002 al 2009 direttore della New York Philarmonic. Nel 2006 gli fu conferita la direzione a vita della Symphonica Toscanini. Nel 2013 diresse l’orchestra della Fenice di Venezia, in occasione del decennale della ricostruzione, anche se l’anno precedente aveva annunciato la sua decisione di ritirarsi per problemi di salute, lasciando la direzione della Munich Philarmonica Orchesta.

Al suo attivo una corposa produzione discografica, comprendente oltre trecento titoli.

La sua energia era proverbiale, essendo in grado di dirigere, alternando ben tre orchestre, tutte le Nove sinfonie di Beethoven… Collaborò anche con il cinema, dirigendo le orchestre delle colonne sonore della “Carmen” di Francesco Rosi ed “Otello” di Franco Zeffirelli.

Uomo di grande fascino personale,amante dell’Italia, molto noto anche per la sua eleganza, sia nel vestire che nel dirigere, nel 1996 diresse con estro ed allegria il Concerto di Capodanno a Vienna…Ed è con questo che lo voglio ricordare.