La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Pubblico o privato

Sia Mario che Antimisia hanno citato, commentando un mio post di qualche giorno fa, i presunti “favoritismi” che il governo avrebbe mostrato nei confronti delle scuole private.

Mia nipote, come tante altre bimbe, ne frequenta una fin dall’asilo (opps…scuola dell’infanzia). Non è una questione di élite, i genitori sono la classica famiglia di ceto medio (anzi, mia nuora è solo da poco più di un anno che, finalmente, ha un lavoro fisso), anche se in molti credono che gli istituti privati siano monopolio esclusivo dei “ricchi”. Ne frequenta una gestita da religiose, pur non essendolo, e detta scuola accoglie anche bimbe di etnie e religioni diverse e non fa assolutamente opera di proselitismo.

E’ stata scelta solo per ragioni contingenti. Ambedue i genitori lavorano, e là si effettua il tempo pieno, con il sabato libero. I bambini vengono seguiti anche nelle attività extrascolastiche che vengono svolte in sede, senza dover correre da una parte all’altra della città per portarli (ad esempio) in palestra o ai corsi di judo. Studiano da subito una seconda lingua e l’uso del computer, ovviamente in maniera adeguata alla loro età, gli insegnanti non effettuano gli scioperi così frequenti nella scuola pubblica, che si ripercuotono sia sullapprendimento che sul lavoro dei genitori i quali debbono forzatamente restare a casa.

Tutto ciò consentendo un percorso formativo di tutto rispetto riguardo alla scuola pubblica. Il servizio quindi è ottimo e come tale va pagato, ma anche lo Stato in questo senso risparmia, (in strutture e personale insegnante) ed è quindi giusto che detto risparmio venga girato a chi gli permette di farlo.

Taluni citano l’articolo 33 della Costituzione che “dà il diritto ad Enti e privati di istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato”. Questo per garantire la libertà di scelta delle famiglie. Però le scuole impropriamente chiamate “private”, ma in realtà “paritarie”, in quanto devono seguire i medesimi programmi scolastici, rappresentano comunque un risparmio per lo Stato stesso, che per gli alunni che le frequentano non deve sostenere alcuna spesa, né di gestione né di amministrazione, quindi questo “risparmio” è giusto che venga ridistribuito alle scuole paritarie stesse.

Del resto chi crede che sia stato Berlusconi a finanziare dette scuole, non deve dimenticare che i primi contributi sono stati elargiti da Luigi Berlinguer quando era Ministro della Pubblica Istruzione e lo stesso D’Alema aveva stabilito che le scuole private e pubbliche venissero messe sullo stesso piano, godendo quindi del trattamento fiscale riservato alle Onlus e di finanziamenti per la realizzazione di progetti, per l’inserimento dei disabili, per il conferimento di buoni studio e per contributi per il mantenimento delle elementari parificate. Il governo Berusconi si è limitato ad adeguare, come è stato fatto anche per le scuole statali, detti contributi e finanziamenti per i progetti di formazione.

18 Risposte

  1. Non sono mai riuscito a capire perchè tante persone che si dicono assolutamente di sinistra fanno la coda per poter iscrivere i loro figlioli alle scuole private, gestite da suore e da preti.

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    7 ottobre 2011 alle 17:42

  2. Vero anche questo Carlo 🙂
    ci sarà un motivo…
    Loredana

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    7 ottobre 2011 alle 17:43

  3. mario

    lore . se nel mentre si taglia il pubblico si concede al privato qualche grana esce fuori .penso tu abbia chiaro che ci sono situazioni nelle quali in alcuni istituti mancano sedie , carta igenica , altre dove genitori si improvvisano imbianchini ,altre dove mancano insegnanti di sostegno ed altre cosucce varie .concordo che se un privato mette a disposizione locali , personale ,e strmentazione evita spese che dovrebbe sostenere lo stato e di conseguenza certe dazioni non pesano ma ma ma ,qualche aereo da guerra in meno e auto blu etc etc potevano forse esser spesi in altro modo .intendo i danari relativi.mi rendo conto di uscire dal solco.ipotizzando correttezza nell’operato sia pubblico che privato c’e’ la possibilita’ che ogni scuola funzioni al meglio .pero’ se nel privato e’ cosa augurabile ,nel pubblico e’ dovuta e prima di criticare o condannare sia pure solo a parole il corpo dei docenti chi deve esser messo sulla graticola per primo e’ lo stato che fa mancare i mezzi per far funzionare le scuole.in primo luogo controlli e la dove ci sono sprechi farli pagare a chi spreca .di solito chi e’ a capo della filiera risponde o perlomeno dovrebbe…..a meno che non sia nel tunnel che da ginevra porta a … ops non mi ricordo dove. vorrai perdonarmi . carlo . sono uno dei tipi che pur essendo di sinistra si e’ avvalso per una figlia e per una nipote dell’insegnamento dato nelle scuole private .tengo a dire che non ho niente di personale contro la chiesa in quanto rale ne’ delle persone che la compongono .tengo altresi’ a dire che non mi sono simpatici …. ed e’ un eufemismo .allora perche’ mai ho mandato mia figlia e mia nipote dalle suore ? la sola risposta e’ questa. ho scelto quello che in quei momenti ritenevo il meglio sia per mia figlia che per mia nipote. e potendomi permettere in entrambi i casi di sostenere le spese della retta ,tra l’altro modesta,non mi son posto altri problemi . i danari spesi erano miei e mai pervenutimi da ambienti pubblici .avessi pensato che le scuole statali di qui fossero state migliori avrei fatto un altra scelta. e’ un comune non molto grande dove abito . la scuola gestita dalle suore e’ piccola loro sono disponibili e piuttosto elastiche riguardo agli orari e ,merito loro o di chi provvede in altro modo, quando ci sono situazioni particolari soprassedono sulle rette e magari danno anche una mano .fossero tutte quante cosi’ le situazioni private magari potri vedere la “chiesa” in modo diverso . solo per quel che riguarda queste cose ovvio.solo per battuta carlo ma non ci sono code o almeno io non ne ho viste .ciao e buona serata a entrambi

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    7 ottobre 2011 alle 19:10

  4. Gentile e caro Mario, mi è molto piaciuto il tuo riferimento ai tagli a certi assurdi, pesantissimi e infiniti costi della politica (privilegi, auto blu…) nonchè a incredibili spese militari… Tutti concordi, bi/tripartisan, a voler tagliare pesantemente quei costi… ma poi, da sempre tutto resta inalterato sulle spalle del povero cittadino “pantalone”.
    Secondo me, lo Stato è come una grande famiglia: quel famoso buon senso del buon padre di famiglia che deve gestire “la baracca”: curare attentamente tutte le sacrosante entrate (quindi, nel caso dello Stato, no a evasioni fiscali, per esempio) e curare altrettanto bene tutte le (sacrosante?) uscite. Avviene questo? Se ci fosse davvero equità e serietà e quindi conseguente abbondante disponibilità finanziaria son sicuro che certi problemi, scuola pubblica e privata in primis, non esisterebbero, almeno in misura così vistosa e preoccupante.
    Rimane la tristezza e l’amarezza dell’antico Fedro: “cambiano sovente i governi [oggi diremmo: cambiano cioè i colori politici dei governi] ma per i poveri [oggi diremmo· per i contribuenti] non cambia mai nulla. A cambiare per essi è sempre e solo il nome del padrone”.
    L’occasione per un caro saluto, a te, a Loredana.

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    8 ottobre 2011 alle 09:40

  5. @Mario. Sì, hai ragione. Nel primo commento avrei dovuto specificare meglio e sicuramente sono stato improprio, nel senso che si può certamente essere di sinistra e scegliere scuole private, ci mancherebbe, tenute appunto da religiosi. Dovevo riferirmi a quelli che si vantano di essere anticlericali o “mangiapreti”.
    D’accordo, tutto diventa relativo, anche perchè e purchè – mi diceva proprio una di quelle persone – suore e preti non facciano catechismo nelle ore riservate all’insegnamento scolastico; del resto, commentava, anche nelle scuole pubbliche c’è – – per chi vuole l’insegnamento della religione.

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    8 ottobre 2011 alle 11:00

  6. Resta un fatto inconfutabile, sosteneva un padre missionario, che ovunque nel mondo la scuola cattolica è molto apprezzata e considerata per l’alta professionalità e la massima serietà. E anche in terre di missione essa rappresenta spesso la sola possibilità di autentica crescita ed emancipazione, riconosciuta da parte di tutti.

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    8 ottobre 2011 alle 19:07

  7. mario

    carlo . che l’operato delle persone che dedicano il loro tempo e in alcuni casi larga parte della loro vita a opere umanitarie nelle zone piu’ povere e disagiate del mondo sia encomiabile e’ ovvio e penso che dovrebbe essere riconosciuto loro da parte della comunita’ tutta un sentito riconoscimento e non soltanto a parole .quanto al sistema che regge larga parte di queste organizzazioni si chiami chiesa o abbia un altro nome beh,,, servirebbe rifletterci sopra per bene .risale a diversi anni fa una ricerca fatta e mai sconfessata che evidenziava come per cento lire raccolte a tali fini nei casi migliori ne arrivano a destino solo otto . parlo di lire se avrai notato . da allora non penso siano cambiate certe “abitudini” .che qualcuno se le intaschi , che servano per stipendi ,o che seguano fini diversi da quelli per i quali i fondi sono stati dati non mi e’ dato sapere . affermo soltanto che se dono qualcosa per tale fine non mi va che chi fa da tramite lo utilizzi in modo diverso siano essi portatori di fede o meno. buona giornata

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    9 ottobre 2011 alle 10:30

  8. Mario, quanta gente crede ed ama e sostiene e si riconosce in una chiesa carismatica, silenziosa, nascosta, vicina all’umanità profonda delle creature! Chi è… spirituale dice che lì, in mezzo ai poveri, soli, malati, tristi, abbandonati, perseguitati, rifiutati… c’è quel Gesù che propone amore, condivisione, compartecipazione, fraternità, altruismo…
    Una marea sterminata di Bene, indiscutibile, inconfutabile, incontestabile…
    E poi… già, poi… poi c’è quella chiesa gerarchica, ufficiale, legata alle istituzioni, appariscente, da molti ritenuta ricca e potente… che è spesso invisa alla gente…
    Quel missionario chiedeva sempre: “e tu da che parte vuoi (re)stare?”.
    Mario, forse siam tutti vicini, d’istinto, a una sola parte, delle due…

    Un caro saluto, a te, a Loredana.

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    9 ottobre 2011 alle 11:55

  9. @ Carlo e Mario (in ordine strettamente alfabetico per non fare preferenze 🙂 )

    Sono sincera, non so con quali criteri vengano distribuiti i fondi destinati alla scuola pubblica. Suppongo che vengano distribuiti secondo determinati bacini di utenza, quindi un tot di finanziamento per ogni alunno che frequenta un determinato tipo di scuola, differenziato per tipologia di indirizzo..tanto per l’istruzione elementare, tanto per la media, tanto per le superiori. Quindi non mi spiego perché taluni istituti siano ben curati e dotati delle necessarie attrezzature e perché altri, specie nel Meridione, ne siano del tutto privi ed in condizioni disastrose e fatiscenti. L’unica cosa che mi viene in mente è che i fondi in determinate situazioni siano malamente utilizzati da chi ne stabilisce l’utilizzazione o che, addirittura, ci si “mangi” su…e questo non so se dipenda dai vari assessorati o dai provveditorati. Molto forse dipende anche dai présidi delle varie scuole che hanno autorizzato spese quantomeno “strane”, ed a questo proposito avevo già scritto un post tempo addietro
    ( https://ombradiunsorriso.wordpress.com/2010/09/24/le-cose-che-mi-fanno-inca-volare/ ).
    La mia provincia è un caso a parte: tutte le scuole sono ben più che decorose, potrei perfino definirle “belle”, con attrezzature adeguate, addirittura gli istituti cosiddetti “professionali”, così negletti in altre parti d’Italia, qui sono dotati di quanto più moderno ed efficiente ci sia sul mercato. Ma come ho appena detto, noi non facciamo testo…
    Quindi, se in altre parti d’Italia i genitori sono costetti ad improvvisarsi imbianchini e muratori, per non dire anche addetti alle pulizie nonostante il numero di bidelli italiani sia superiore a quellodei carabinieri effettivi in servizio, un motivo ci dovrà ben essere!
    Ma è un dato di fatto che solitamente (non è un dato assoluto, ovvio, parlo in generale), l’istruzione paritaria sia migliore di quella pubblica, e questo anche perché nella scuola pubblica si “politicizza” subito tutto. Quando vedo bambini delle elementari trascinati dai docenti alle manifestazioni o ai comizi (non faccio distinzione di parte) muniti di cartelli e striscioni, mi viene il latte alle ginocchia. Se si pensasse di più ai programmi, sarebbe molto meglio.
    Ai miei, anzi mi viene da dire ai NOSTRI, tempi nelle scuole elementari c’era l’insegnante unico (noi come provincia autonoma avevamo in più dalla seconda elementare anche quello di lingua tedesca). Adesso avevano inserito anche gli insegnanti per ogni indirizzo già dall’istruzione primaria…non è un’esagerazione? La scuola era diventata un comodo “lavorificio”… dove sistemare tutte quelle persone che non trovavano spazio altrove, con conseguentemente congestionamento degli organici ed ovvio aggravio di costi.
    Ferma restando l’importanza dell’insegnante di sostegno qualora ci siano alunni con problemi di disabilità, credo che alle elementari un insegnante basti ed avanzi…..
    Per quanto concerne l’insegnamento della scuola cattolica, è assodato che essa sia attenta ai vari problemi della società. Io stessa sostengo l’istruzione a distanza di due sorelline indiane tramite i Salesiani. Detto da un’agnostica quale io sia…sembrerebbe un controsenso, però è anche vero che nelle zone più ignorate del nostro mondo chi si interessa dell’istruzione e della condizione femminile in quanto tale è proprio la scuola cattolica. Anche per questo motivo mia nipote è stata iscritta in una di queste scuole, per i medesimi motivi che hanno spinto Mario a farla frequentare alla figlia prima ed alla nipotina poi. Se per i figli vogliamo il meglio, non c’è altra scelta.

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    9 ottobre 2011 alle 16:38

  10. “… per i figli vogliamo il meglio…” ed è proprio su quel “meglio” che verte il problema. E’ assodato infatti che il “meglio”, chissà perchè, è nella scuola cattolica che “ristagna” da sempre.

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    9 ottobre 2011 alle 17:20

  11. “ristagna” o regna? 🙂

    Loredana

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    9 ottobre 2011 alle 19:20

  12. Nella considerazione interessata di molti, e in senso dispregiativo, “ristagna”, anche se è oggettivamente è un valore,
    che non “regna” nel pubblico.

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    9 ottobre 2011 alle 20:18

  13. Presunti favoritismi!! PRESUNTI FAVORITISMI!!!!
    Acc. Anche oggi mI devi far salire la pressione 🙂
    Avrei un paio di cosette da dire. Una riguarda il fatto che non si può, ogni volta che qualche illustre personaggio, occasionalmente del governo attuale, fa una stupidaggine (eufemismo), fare riferimento ad espisodi simili attribuibili all’altra fazione in tempi più o meno remoti, come se il fatto che un certo “errore” sia stato commesso anche da altri possa renderlo lecito. La maggioranza fa, l’opposizione si oppone. E’ sempre stato così, Sempre fino ad oggi. Oggi non è più così per mille motivi tra i quali quello che non esiste più l’opposizione è il più evidente.
    Dire “Non potete parlare perché lo avete fatto pure voi”, significa innescare una faida che non avrà fine e che non porta a soluzioni ma a polemiche che alimentano sé stesse, senza soluzione di continuità.
    Detto questo vorrei aggiugere, a proposito del post che proponi, che il problema per me non è tanto la “sfaccaita” ed oggettiva predilezione per le scuole a gestione privata (molto spesso clericale), quanto la scelta di “favorire” lo sviluppo del privato a scapito del pubblico. Che ci siano coloro che possono permettersi la Scuola delle brave suore, va bene, liberi di farlo, ma non si possono escludere coloro che non possono permetterselo dal dare un’istruzione ai figli. Istruzione che è un diritto non una articolo da negozio di lusso.
    Non voglio farla lunga per cui concludo con una considerazione che è poi un auspicio. La concorrenza non può che far del bene, alza la qualità dell’offerta e i vantaggi per il cittadino aumentano, anche nell’istruzione. Ma che sia leale. Date soldi alla scuola privata, ma non a scapito del funzionamento di quella pubblica. Quella privata funziona meglio? E allora che facciamo, diostruggiamo la pubblica… distruggiamo lo Stato? No! Manco per niente, LA FACCIAMO FUNZIONARE!! Ma bisogna esserne in grado. Troppo comodo dire “non funziona, la butto via”, non bisogna essere titolati per dire fesserie del genere. Lo Stato, le sue strutture DEVONO FUNZIONARE. E i governi servono a costruire non a distruggere.
    Per forza poi, se nellla scuola statale manca la carta igienica, mancano i professori, entra acqua dal tetto, mancano i termosifoni, ecc., mando mio figlio nella privata. Ma la domanda è: perché per la privata i soldi ci sono e per la pubblica no? La risposta?

    P.s. Sei una provocatrice, e io sono uno che alle provocazione cede subito :-D. Un abbraccio. Antimisia

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    11 ottobre 2011 alle 08:57

    • Intanto…subito una compressa di Cardicor per la pressione :-)…non sia mai che ti succeda qualcosa… non riuscirei a perdonarmelo!

      Vedi, se rileggi con calma la lunga risposta che ho dato a Carlo, vedresti che ho parlato in gran parte di come vengano spesi i fondi destinati all’istruzione. Non è che i fondi non ci siano, ma sono spesi male, molto male. Le persone preposte a tale scopo, spesso non li utilizzano bene, (come dice appunto il link che ho allegato a Carlo) o, peggio, li utilizzano perché vadano a vantaggio di qualche conoscente… E’ utile organizzare un corso per imparare a scaricare film da internet o per diventare modella di nudo nel liceo artistico, quando si potrebbero ritinteggiare le aule o disinfestare le scuole dagli scarafaggi? La Corte dei Conti dovrebbe verificare questi stanziamenti, sia in fase di previsione che di consuntivo, ma non può certamente essere al corrente dello stato “fisico” della scuola. Quindi se un istituto destina i fondi al ballo sardo più che all’acquisto della carta igienica, la responsabilità ricade su chi ha destinato i fondi ad un’attività piuttosto che ad un’altra…
      Faccio spesso i confronti tra la mia provincia e la regione Sicilia: la prima con scuole che sembrano gioiellini, l’altra a volte con situazioni di degrado…e godono ambedue di ampia autonomia. Dipende tutto da chi gestisce i soldini e come li destina…
      Qui da me gli istituti privati gestiti da religiosi (Marcelline, Rainerum dei Salesiani e Liceo tedesco dei Francescani), sono frequentati quasi esclusivamente da ragazzi che provengono dalle valli e che usufruiscono di vitto e a volte anche di alloggio per una retta equa, ma offrono un servizio più che efficiente….

      La stessa cosa, se fai caso, succede nella sanità. Ci sono ospedali di grande validità, altri davvero carenti. Le colpe di chi sono?
      Quando cominceranno a far pagare le colpe agli amministratori, invece di gratificarli con premi di produzione immotivati?

      Poi gli insegnanti… E’ vero, è un lavoro come un altro, ma consideriamo che nelle loro mani c’è il destino dei nostri ragazzi e loro che fanno? Alcuni sì, lavorano bene, ma la maggior parte scalda solo la sedia sulla quale sta seduto, e nonda adesso. Poitrei raccontartene di belle, da quando ai miei tempi un professore di diritto si appisolava durante la prima ora di lezione del lunedì in quanto aveva fatto le ore piccole, o quello che invece di spiegfare la lezione si limitavca a leggere le pagine del libro (e per averglielo fatto notare mi sono beccata una reprimenda, non mi sospese solo perché la faccenda sarebbe venuta fuori…). O di quel professore di lettere di mio figlio che fece fare a ragazzini di 11 anni una ricerca su Solidarnosc (almeno un decennio dopo l’avvenimento) : ma insegna loro piuttosto a parlare l’italiano! Mentre per la radice quadrata mi sono dovuta premurare io di spiegargliela, perché l’insegnante non era stato in grado di farlo…e via dicendo.
      Se questa è la scuola pubblica, che Dio ce ne scampi….

      Per quanto riguarda la prima parte del tuo intervento, concordo nel fatto che l’opposizione non faccia più il suo lavoro: è vero…tutti tesi a fare cascare il governo, invece di dare una mano per toglierci dal pantano. Chi è il più colpevole? Non lo so, lo sono entrambi, governo ed opposizione, anche se in misura diversa…tutti intenti a farsi le scarpe gli uni con gli altri pur di mantenersi lo scranno sotto le auguste chiappe.
      Consoliamoci scrivendo sui blog….finché resta una voce libera….
      Un abbraccio “provocatore” 🙂
      Loredana

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      11 ottobre 2011 alle 17:53

      • Quellio di cui parli sono comunque aspetti di un tutto che non è solo fatto di malagestione e malaffare ma anche di sacrifici reali e compartecipazione. E’ vero che ci sono sprechi e non pochi e non solo nella scuola ma nel pubblico in generale, ma è anche vero che è troppo qualunquistico giudicare il cesto dalla mela. Per trent’anni ho lavorato con le scuole e nelle scuole, dalle elementari all’università, ho tenuto corsi di aggiornamento per insegnanti e conferenze in ogni dove, tanto che ne ho la nausea, ma posso dirti che ho visto di tutto e non quello che succede in una scuola o quello che mi ha raccontato il mio amico frustrato che non sopporta il collega con la stessa anzianità di servizio che è più apprezzato di lui, ma perché ho vissuto la SCUOLA, ho vissuto dentro l’istituzione pubblica, guardandola da fuori. Poco in quella privata.
        Ho visto insegnati menefreghisti che insegnano per mestiere e quelli che lo fanno per vocazione, consapevoli di avere tra le mani del materiale umano delicato e prezioso. Ho visto insegnati tirar fuori soldi di tasca per comprare materiali per l’attività didattica o per pagare gli spostamenti delle classi, mentre altri non volersene nemmeno assumere la responsabilità. Ho visto insegnanti e docenti preparatissimi e capacissimi e insegnanti cui non affideresti nemmeno l’addestramento del criceto. La Scuola, come ogni IStituzione, è fatta di persone e le persone le forma la Scuola. Formiamo persone mature ed avremo iSTITUZIONI MATURE.
        Lasciare la Scuola pubblica in questo desolante abbandono costituisce una gravissima colpa di chi ci governa, perché produrrà massificazione aculturata e inadeguata ad un futuro che richiede sempre più competitività.
        Favorire la Scuola privata non farà altro che aumentare le differenze e le discriminazioni sociali, senza produrre un reale beneficio, in termini qualitativi, della società.
        Il privato funziona e il pubblico no? (@Carlo)
        Grazie! Lì si paga.
        Ma sbaglio o noi già paghiamo per questi servizi?
        Sbaglio o lo Stato ci toglie fior di quattrini per far funzionare la cosa pubblica, come è giusto che sia, per far sì che l’istruzione sia un diritto di tutti e non un privilegio di quei pochi che possono permetterselo. E poi funziona davvero?
        So che istituti privati, con 4000 euro di retta, ti aiutano a passare un anno scolastico, seimila se ne fai due in uno, (e sono prezzi stracciati) e alla fine dell’anno, previa una “durissima prova”, ti consentono, grazie ad una preparazione seria ed impeccabile, di accedere all’anno successivo o all’acquisizione del diploma.
        E’ chiaro che ci sono anche le scuole private serie che funzionano come si deve, come pure ci sono scuole pubbliche che fanno il mazzo per sopravvivere e non certo grazie allo Stato, ma quello che è grottesco è che sovvenzionare la scuola privata non è un problema inerente la cultura o l’educazione dei giovani (che escono comunque più ignoranti di come entrano… almeno dalla scuola pubblica sono ignoranti gratis) quanto solo ed esclusivamente una strategia politica e sfido chiunque a dimostrare il contrario.
        La Scuola deve restare pubblica. Ad ogni costo. E non dovrà mai essere soppiantata da quella privata, che si arricchirebbe sulle spalle di quei “semplici” e ingenui che credono che “privato è bello”. Lo Stato DEVE costringere la cosa pubblica a funzionare. Deve Controllare. Deve intervenire. Deve Sanzionare. Deve premiare. Lo Stato (che siamo noi) deve esserci. E l’istruzione è diritto/dovere del cittadino e dello Stato.
        Un abbraccio
        Antimisia

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        13 ottobre 2011 alle 10:39

        • @Antimisia
          Certo che ci sono insegnanti che prendono il lavoro come una missione educatrice. Certo che ci sono insegnanti che sborsano soldini di tasca loro per acquistare materiale didattico, come ci sono i genitori che si improvvisano imbianchini perché i loro figli possano stare in ambienti decorosi. Ma quanti sono? Io credo che siano una minoranza. Forse la riterrai un’eresia, ma credo che tutto nasca dal 1968 e seguenti, con l’appiattimento della meritocrazia. Sufficienza per tutti, anche per gli asini, 18 politico e cose simili… ed ora ne paghiamo le conseguenze, non solo nella scuola. Quindi, se alcuni insegnanti sono tali, è perché un certo sistema li ha creati a suo tempo così, ed ovviamente perpetueranno questo sistema.
          Spesso però gli stessi insegnanti sono stati i primi a criticare quanti vogliono gli ammodernamenti della scuola per renderla al passo con i tempi, criticando certi programmi. Certamente non sono la persona più adatta per discutere di questo perché di programmi proprio non me ne intendo, anche se ritengo che alcuni siano inadeguati all’indirizzo scelto: ricordo che ai miei tempi mi chiedevo ad esempio cosa servisse, nel primo biennio di ragioneria, studiare chimica e, successivamente, fisica. Sarebbe stato meglio dedicare quelle ore allo studio di una lingua straniera, assai più utile di cose che non solo non erano consone all’indirizzo, ma che nemmeno ricordo più.
          Tutto questo per quanto concerne gli educatori.
          Per quello che invece riguarda gli amministratori è come tu dici l’eterno problema della gestione della cosa pubblica, ed anche questo non riguarda solo la scuola, ma tutto il settore della spesa, poco controllato.

          Ma per i finanziamenti alla suola pubblica, ti allego un trafiletto tratto da Tuttoscuola.com che dice appunto che Berlusconi alla paritaria ha concesso molto meno dei Governi precedenti!

          Ma proprio sull’attacco alla scuola pubblica o, meglio, sull’implicita difesa della scuola privata Berlusconi ha toccato l’apice della contraddizione, visto che proprio il suo governo è quello che, ancor meno di altri governi di centro-sinistra, ha poco assistito la scuola paritaria in termini di
          finanziamenti e di sostegno, come ben sanno le associazioni delle scuole private e la stessa Chiesa di Roma, ripetutamente delusa, sotto questo aspetto, da quello che forse ritiene (o riteneva) governo “amico”. (del 27 febbraio scorso)

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          13 ottobre 2011 alle 18:42

  14. C’ è sempre da chiedersi, Antimisia, perchè nel privato – in generale – le cose funzionano meglio, dall’efficienza del servizio professionale erogato, al servizio di attenzione e considrazione verso gli stessi utenti e, con tutta probabilità, a costi (assai) inferiori.

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    11 ottobre 2011 alle 12:16

  15. 🙂

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    11 ottobre 2011 alle 18:05

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