La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Carlo

Indignados?

Indignados loro, incavolata io…sono stufa di questa gentaglia che mette a ferro e fuoco le città. Ho presente le proteste CIVILI che si sono svolte in Spagna e quelle svoltesi negli Stati Uniti dove dimostranti pacifici, che opponevano solo resistenza passiva sono stati ammanettati ed incarcerati dalla Polizia. Qualche manifestazione sopra le righe si è svolta solo in Grecia, ma sappiamo in quale situazione si trovi questo paese

Qui in Italia invece ci sono solamente dei delinquenti comuni, gli stessi che hanno messo a soqquadro la val di Susa, gli appartenenti ai gruppi organizzati della No Tav, dei Cobas, dei black bloc, gente che non protesta contro i signori della finanza mondiale, ma ha solo il gusto di distruggere e difare casino. Mi viene da ridere quando sento Luca Cordero di Montezemolo asserire di essere dalla loro parte…certamente lo avrebbero accolto a braccia aperte, lui e la sua bella Ferrari fiammante, il poveraccio!

Cosa cavolo c’entra sfasciare auto, treni e vetrine con la protesta contro l’alta finanza? Cosa hanno di nuovo da proporre queste “persone”? Cosa credono di aver risolto  i violenti con la loro “manifestazione”?

Gentaglia che da tempo si contattava usando i social network e siti web…

E questa gentaglia nuoce a chi? A chi veramente vorrebbe una denuncia seria ma pacifica contro quelle multinazionali, contro quell’alta finanza che sta sconvolgendo in nome del profitto (non del guadagno) gli equilibri mondiali, e tra queste organizzazioni metterei pure ed al primo posto le famigerate agenzie di rating che, come ho avuto a che scrivere già tempo fa, sono in mano a banche d’investimento, quindi hanno un notevole conflitto di interessi. (A proposito, chi controlla questi controllori, visto che secondo loro Parmalat, Lehman Brothers etc, erano da considerarsi investimenti sicuri?)

Questa volta le forze dell’ordine hanno usato gli idranti…la prossima spero che inizino ad usare i proiettili di gomma…


Povertà

Ci sono due films che vorrei fossero proiettati in tutte le scuole. Il primo è “Ladri di biciclette”, l’altro è “Umberto D.”, quest’ultimo, dicono, fu addirittura causa di una solenne arrabbiatura di Andreotti.

Ambedue le pellicole parlano di povertà, anzi, miseria addirittura. Nel primo c’è la storia di un disoccupato alla disperata ricerca di un posto di lavoro e che, per mettere insieme un pasto decente per la famiglia, deve anche far lavorare presso una stazione di servizio il figlioletto in età scolare.

Il secondo invece racconta della povertà dignitosa, pur se al limite della sopravvivenza, di un anziano dipendente pubblico che, dopo una vita di lavoro, si ritrova con una pensione da fame e con la sola compagnia di un cagnolino.

Quella era vera povertà, la povertà della gente che, nell’immediato dopoguerra, si recava a fare la spesa col “libretto”, dove venivano segnate le spese da saldare alla riscossione del salario quindicinale. Ferie? E chi le faceva allora?

Però per i bambini c’erano le colonie, sia marine che montane. Pure io, a suo tempo le ho frequentate, e da allora data la mia avversione per il mare, dove venivo mandata per fare provvista di iodio carente nella mia zona, in quanto le giornate erano scandite dal fischietto delle assistenti, per la sveglia, l’alzabandiera, la colazione, il bagno…ogni movimento insomma veniva regolato da quell’orrendo suono.

Tornando ai films, tutte e due le pellicole sono frutto della regia di Vittorio De Sica e rispecchiano l’immagine di un’Italia ancora ferita dalla guerra…Quella era la “vera” povertà, quando non avevi di che riscaldarti o avevi poco da mangiare, dove un uovo, un po’ di formaggio o qualche fetta di salame erano già considerate un lusso, non parliamo poi della carne!

E’ un periodo del quale mi hanno parlato i miei genitori avendolo vissuto, ma ancora di più ha toccato la mia nonna materna, vedova, con una figlia nubile a carico ed una pensione di reversibilità che era davvero una miseria con la quale dovevano sopravvivere in due.

Ed ora che vedo gente che parla di povertà, resto piuttosto scettica. Ovvio che le sacche di vera povertà ci siano, ma non la miseria nera di quegli anni dove veramente si faceva la fame.


Pubblico o privato

Sia Mario che Antimisia hanno citato, commentando un mio post di qualche giorno fa, i presunti “favoritismi” che il governo avrebbe mostrato nei confronti delle scuole private.

Mia nipote, come tante altre bimbe, ne frequenta una fin dall’asilo (opps…scuola dell’infanzia). Non è una questione di élite, i genitori sono la classica famiglia di ceto medio (anzi, mia nuora è solo da poco più di un anno che, finalmente, ha un lavoro fisso), anche se in molti credono che gli istituti privati siano monopolio esclusivo dei “ricchi”. Ne frequenta una gestita da religiose, pur non essendolo, e detta scuola accoglie anche bimbe di etnie e religioni diverse e non fa assolutamente opera di proselitismo.

E’ stata scelta solo per ragioni contingenti. Ambedue i genitori lavorano, e là si effettua il tempo pieno, con il sabato libero. I bambini vengono seguiti anche nelle attività extrascolastiche che vengono svolte in sede, senza dover correre da una parte all’altra della città per portarli (ad esempio) in palestra o ai corsi di judo. Studiano da subito una seconda lingua e l’uso del computer, ovviamente in maniera adeguata alla loro età, gli insegnanti non effettuano gli scioperi così frequenti nella scuola pubblica, che si ripercuotono sia sullapprendimento che sul lavoro dei genitori i quali debbono forzatamente restare a casa.

Tutto ciò consentendo un percorso formativo di tutto rispetto riguardo alla scuola pubblica. Il servizio quindi è ottimo e come tale va pagato, ma anche lo Stato in questo senso risparmia, (in strutture e personale insegnante) ed è quindi giusto che detto risparmio venga girato a chi gli permette di farlo.

Taluni citano l’articolo 33 della Costituzione che “dà il diritto ad Enti e privati di istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato”. Questo per garantire la libertà di scelta delle famiglie. Però le scuole impropriamente chiamate “private”, ma in realtà “paritarie”, in quanto devono seguire i medesimi programmi scolastici, rappresentano comunque un risparmio per lo Stato stesso, che per gli alunni che le frequentano non deve sostenere alcuna spesa, né di gestione né di amministrazione, quindi questo “risparmio” è giusto che venga ridistribuito alle scuole paritarie stesse.

Del resto chi crede che sia stato Berlusconi a finanziare dette scuole, non deve dimenticare che i primi contributi sono stati elargiti da Luigi Berlinguer quando era Ministro della Pubblica Istruzione e lo stesso D’Alema aveva stabilito che le scuole private e pubbliche venissero messe sullo stesso piano, godendo quindi del trattamento fiscale riservato alle Onlus e di finanziamenti per la realizzazione di progetti, per l’inserimento dei disabili, per il conferimento di buoni studio e per contributi per il mantenimento delle elementari parificate. Il governo Berusconi si è limitato ad adeguare, come è stato fatto anche per le scuole statali, detti contributi e finanziamenti per i progetti di formazione.


I nuovi mostri

Non so se Amanda Knox e Raffaele Sollecito, appena assolti dall’accusa di omicidio nei confronti di Meredith Kercher, siano davvero innocenti oppure colpevoli: la giuria ha deciso, e così è.

Nemmeno so se siano giuste le accuse nei confronti di Cosima e Sabrina Misseri per l’uccisione di Sara Scazzi o se sia giusta l’assoluzione, in primo grado, di Alberto Stasi per l’omicidio di Chiara Poggi, e nemmeno conosco chi sia l’assassino della piccola Yara Gambirasio, tutt’ora insoluto, o se davvero Salvatore Parolisi sia un uxoricida.

Quello che mi sconvolge è l’enorme massa di gente che si reca sui luoghi dei delitti e dei processi quasi fossero dei nuovi “spettacoli” e, in una qualche maniera, esserne, almeno in parte, protagonisti. C’è chi asserisce di fare una sorta di “pellegrinaggio” e chi ammette spudoratamente di recarsi in quei luoghi per pura curiosità… Senza nulla togliere all’orrore di queste tragedie, mi sembra che la categoria dei nuovi mostri si stia allargando a vista d’occhio.

Mostri sono quei gestori che, a fronte di un suicidio avvenuto nella toilette, non hanno ritenuto opportuno chiudere il bar, con la motivazione che l’esercizio era pieno di avventori, mostri gli stessi avventori che spinti da curiosità, non hanno voluto allontanarsi dal locale, mostri gli automobilisti che, per un sorpasso, possono aggredirti a colpi di cric, mostri, anche se in misura minore, quelli che applaudono ai funerali…

Mostri, ossia persone senza ritegno, senza dignità, senza umanità, senza rispetto per gli altri, e, cosa ancora peggiore, a volte nemmeno consci di esserlo.


Shhhhh

Se le parole, come scriveva Antimisia in un suo recente post, hanno importanza, i silenzi non sono da meno.

Ci sono quei silenzi che, accompagnati da un gesto, un abbraccio, una stretta di mano, un sorriso, uno sguardo, una lacrima, sono più eloquenti di mille discorsi e ti fanno sentire in sintonia con una persona, creano comprensione, intimità, a volte persino complicità.

Di contro, ci sono poi quei silenzi che ti feriscono più di un’offesa, perché denotano indifferenza e assoluto disinteresse, e sono quei silenzi “pesanti”, che ti lasciano con l’amaro in bocca, con un senso di solitudine e di incredulità. Viene da chiedersi perché nessuno dia delle risposte, perchè esista tanta freddezza, tanta noncuranza. Puoi interrogare qualcuno con gli occhi, ma anche allontanarlo, distogliendo lo sguardo da lui.

Il silenzio quindi non è mutismo, è assenza di parola, ma non di sentimento. E se dobbiamo “pesare” le parole, lo stesso dobbiamo fare col silenzio….


Una piccola pausa

Per qualche giorno abbandono il blog…vado al lago fino a domenica e non avrò il tempo di collegarmi…oltretutto sarebbe scortese nei confronti della nostra amica che ci ospita…A presto, con un sorriso a tutti 🙂

Loredana


Milano, 22 settembre….persone

Girando per il centro, ci si accorge subito che in città c’è la manifestazione di MilanoModaDonna. Per le strade tutto un passeggiare di spilungone, dal metro e ottanta in su senza tacchi, magre, magrissime, filiformi, alcune addirittura scheletriche, alcune di colore, moltissime di tipo nordico, con capelli chiari, occhi chiari, pelle chiara, pallide e fini al limite della trasparenza… Senza dubbio sulla passerella faranno un altro effetto, ma per le strade, dove sciamano a gruppetti di tre o quattro, vestite in magliette e jeans quasi a mimetizzarsi tra la gente normale (ma il loro aspetto fisico e la maniera di camminare le fa subito riconoscere come modelle), appaiono slavate e dimesse.

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Un anziana signora cinese, viso e mani come cuoio incartapecorito, camminando veloce a piccoli passi, spinge un passeggino, dove porta in giro una bambina vestita come un confettino, tutta pizzi e trine color di rosa e con una buffa acconciatura: un codino proprio sulla cima della testolina, che sembra quasi una piccola palma…

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Sul gradino dell’entrata di un ristorante etnico è seduta una ragazzina 6 o 7 anni circa, capelli crespi trattenuti da un cerchietto dorato, un sorriso bianchissimo, con spazi dove devono riscrescere i dentini caduti, che canta giocando con delle castagne matte che butta per aria quasi fosse una piccola giocoliera.

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Presso alla Rinascente di Piazza Duomo, sotto il porticato, una giovane donna con due ragazzine, accoccolate per terra, velate e paludate da lunghe vesti nere, occhi bassi, carnagione color avorio, con l’immancabile cartello “sono ammalata etc etc”, tra l’indifferenza della gente.

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Corso Como…un gruppetto di ragazze, altezza e peso pressocché uguale, vestite con dei leggins e delle t-shirt bianche, tutte con una curiosa parrucca verde, pubblicizzano una nota birra che, a sua volta, sponsorizza le manifestazioni di Milano Moda. Arrivate in Corso Garibaldi, si uniscono ad altre pervenute da altre strade e quindi iniziano a battere le mani in sincronia, tra gli sguardi stupiti e divertiti delle persone.

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Corso Garibaldi, sui gradini di una chiesa una figura quantomeno strana: quello che potrebbe essere un pittore da strada, visto il blocco ed i pastelli che ha accanto, una folta e lunga barba bianca, una sapolette di jeans e, sopra, quella che sembra una vecchia vestaglia a righe ed un curioso cappello viola di strass….

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Piazza Cordusio… Un cinese, con infinita pazienza, da cinese appunto, intaglia carote, ravanelli e rape trasformandole in figure bellissime: pesci rossi, rose, draghi, piante…piccoli capolavori


Milano 20 settembre

In questo periodo la città è “invasa” da piccole sculture (in gesso? in polistirolo? non lo so), raffiguranti degli elefanti. Monocolori, decorate con ghirigori argentei o dorati, oppure bianche con decori policromi, o ancora dipinte in varie tinte: tutto questo per sensibilizzare le persone, mediante un’operazione di “arte on the road”, sul problema dell’estinzione dell’elefante asiatico.

Oggi il giro ci ha portato verso corso san Gottardo. Ogni tanto un portone è aperto e, sbirciando dentro, si scorgono, oltre ai cortili delle case di ringhiera, anche piccoli laboratori artigiani che ancora sopravvivono: materassai, tappezzieri, anche qualche elettrauto o carrozzeria…

Da lì fino a corso Lodi dove, per una sola fermata, abbiamo preso la metropolitana per arrivare a Porta Romana. Là sotto, incanalato nella galleria, il frastuono del convoglio che arriva ricorda tanto il rumore di uno stormo di bombardieri in volo…

La giornata era troppo bella per rinchiuderci in un museo o visitare mostre, quindi abbiamo proseguito per i viali ombreggiati da vecchi platani lungo le linee tranviarie.

Da porta Romana sarebbe sembrato logico prendere l’anello formato dai viali Montenero, Premuda e Piave, per ritrovarci a porta Venezia, ma a Premuda abbiamo girato per un saluto al “Cinc e tri vòtt”… Termine sconosciuto ai non milanesi, che indica la gigantesca statua che sorge alla fine di Corso Concordia, (dove ha sede un’opera pia dei frati cappuccini che assistono i bisognosi), rappresentante san Francesco: una mano aperta (cinc) e tre dita dell’altra alzate in segno benedicente (tri)..quindi cinque e tre…fanno otto! Veramente la frase completa, nel vero spirito meneghino, sarebbe cinc e tri vòtt, cinc che laùren e tri che fan nagòtt, ossia cinque che lavorano e tre che non fanno nulla.

Da là, tutto corso Indipendenza, piazzale Dateo, i viali rettilinei di viale dei Mille e viale Abruzzi, fino a Loreto e da là a casa…una scarpinata non indifferente!


18 settembre

Ieri la prima pioggia l’abbiamo trovata ad Arese, inizio tangenziale est, divenuta torrenziale alla Cascina gobba. Ma come succede spesso in pianura, va a zone, quindi sotto casa non pioveva più ed abbiamo scaricato tranquillamente i bagagli. Poi al garage, per posteggiare l’auto, un giro al supermercatino di via Venini per fare provviste e rinnovare l’abbonamento settimanale e fuori per respirare l’aria della città. Ma poi nuovamente acqua, anzi, un temporalone.
Da casa ho provaro a scroccare una LAN libera, ma ormai le linee sono tutte protette. Solo verso le 20 mi sono potuta collegare per un attimo, ma oggi rinnovo la SIM della Key…


Come volevasi dimostrare…

Ogni occasione è buona per menare.
Mi è bastato vedere il Telegiornale, per avvalorare la mia tesi sulla violenza dei centri sociali. Oggi è toccato alla manifestazione della Lega Nord. Puoi dissentire come vuoi, ma civilmente, cosa che quegli esagitati non fanno di certo.


Offese gratuite

Questo è uno spazio aperto a tutti, e quando dico tutti intendo amici, lettori occasionali, gente “di passaggio”. Ho sempre pubblicato i commenti perché ritengo utile confrontare le diverse opinioni, anche differenti dalle mie.

In quasi cinque anni di blog solo due volte ho cassato dei commenti, uno perché era dichiaratamente antisemita e l’altro perché offendeva non solo me ma anche persone che frequentavano questo piccolo spazio.

Veniamo al dunque.

Mi sono sentita dare della stupida perché, a detta di un certo (o una certa Redy) avrei “infamato” un tale Arnold Ehret, fautore di una dieta strettamente frutto-vegetariana. Premesso che questo/a Redy ha postato il suo commento a “La mia sacher” (che c’entra come i cavoli a merenda https://ombradiunsorriso.wordpress.com/2009/12/02/la-mia-sacher/#comment-1792) anziché a “L’amico igienista”https://ombradiunsorriso.wordpress.com/2011/02/17/lamico-igienista/, in cui detto dietista era citato, detto/a Redy non considera alcune cose.

Primo. Non sono una signorina, ma sposata (nel post l’amico igienista faccio riferimento a MIO  MARITO), quindi Redy che trancia giudizi sul prossimo denuncia una preoccupante superficialità.

Secondo. L’intento del post era anche scherzoso, quindi “caro/a” Redy, ti manca completamente il senso dell’umorismo. Forse cambiando dieta ti ritorna…

Terzo. Che Ehret sia morto a soli 56 anni nonostante il suo salutare regime alimentare è un fatto assodato. Mi spiace per lui, ma la Kousmine è campata fino ai 90 anni circa… Vorrà ben dire qualcosa!

Quarto. Da come scrivi sembra che mi consideri una crapulona dedita a chissà quali piaceri della tavola. Ho scritto più volte che seguo un regime alimentare molto regolare, macrobiotico (tanto per dire mi faccio il pane in casa etc etc), ma mi concedo qualche strappo, perché sono del parere che si vive una volta sola (del resto 54/55 chili per m.1,60 a 52 anni, due figli ed una nipotina -perché sono anche nonna- credo che dimostrino quello che ho scritto).

Quinto. Il cibo non sta certo in testa alle priorità della mia vita. C’è la famiglia, ci sono le amicizie, c’è la cultura, e tra questa metto anche la culinaria, e tante altre cose. Legggiti il blog e vedrai quali sono i miei interessi.

Sesto. Non è mia abitudine offendere le persone, specie se non le conosco, ma nemmeno sono di quelle che porgono l’altra guancia. Quindi, mentre con altre persone, pur dissentendo, ho sempre dialogato civilmente, ricambio il tuo gratuito “stupida” con la classica frase “la mamma dei cretini è sempre incinta”.

(e con tutto quello che succede, mi tocca pure perdere tempo per risponderti!)

E se trovo ancora offese da parte tua, finisci diritto tra lo spam.

Nient’affatto cordialmente

Loredana   


Stress

Come ogni giorno, appena apro il PC la prima cosa che faccio è controllare la posta. Quattro indirizzi diversi, anche se quelli che uso più spesso sono solamente due, ma ora anche questa operazione è diventata uno stress per via dello spam.

Tempo addietro erano le varie offerte per il Viagra…

chi mai non le ha ricevute? Particolarmente invadenti, sono andate avanti per lungo tempo. Poi sono iniziate quelle per l’acquisto di orologi di prestigio (mah…sospetto che fossero patacche ad uso degli ingenui), o degli occhiali di marca.

Adesso incominciano quelle per giocare nei vari Casinò on-line, che offrono bonus per iniziare partite di poker ed affini.

Peggio delle pubblicità che oramai intasano anche le classiche caselle della posta. Ma questo succede solo sull’indirizzo di yahoo, quello di MSN e Vodafone sono ben protetti… E così tra cancellazioni di indirizzi e siti in desiderati, se ne va via parte del  mio tempo!


dal 1789 ad oggi

Caro Antimisia…intanto benvenuto, anzi bentornato!

Ed anche a te dedico questo post, sempre per via del filmato.   Mi citi la Rivoluzione Francese…Ha fatto cadere tante teste coronate di nobili vacui e futili, ma anche molte teste “pensanti”, ricorda solo Andrea Chenier e quel tale Joseph-Ignace Guillotin inventore di un metodo ritenuto più “umano” per la decapitazione dei condannati e vittima della sua stessa invenzione…

Già, oggi impera la violenza fine a se stessa, però io non approvo nemmeno quella che interviene tra gli “opposti schieramenti”, perché chi stabilisce dove stia il bene e dove il male? Avrai senza dubbio ragione quando dici che i centri sociali non sono il “comunismo”, come la violenza nera non è la “destra”, almeno come la intendo io che, dopo un lungo percorso di riflessione e ripensamenti, sono approdata ad un’idea liberale (non libertaria, nel senso che ciascuno possa fare il cavolaccio che vuole!).   Dici anche che dobbiamo ragionare senza pregiudizi perché la violenza fine a se stessa, quella dei Black bloc per intenderci, quella di autonomi armati di spranghe e catene, se va bene di sanpietrini, possa finalmente finire perché i giovani (mi sembra di capire tra le righe) non sarebbero capaci di farlo autonomamente. Io invece mi chiedo quali responsabilità abbiamo noi genitori nei confronti di questa generazione cresciuta senza ideali (o ideali distorti), perché sono frutto degli insegnamenti che abbiamo dato (o non dato) loro….. Una grande tristezza nel vedere questa parte di gioventù….

Un abbraccio

Loredana


Un giorno importante

Primo giorno di scuola per la nipotina, oggi.

Così eravamo tutti là ad accompagnarla per poi riprenderla dopo le 3 ore iniziali ed andare tutti insieme a pranzo, lei tutta orgogliosa della sua divisa scolastica…altro che il grembiule nero con il fiocco.

E l’emozione di noi nonni che abbiamo rivissuto non solo il nostro primo giorno di scuola, ma anche quello dei nostri figli….


oggi….

Forse ieri sono stata un po’ precipitosa, meglio così. Le cose volgono al meglio, ma una spiegazione a volte è sempre necessaria. Ma la cosa importante è che certi legami non vengano compromessi.


mah

Per degli amici che, fortunatamente,  si ritrovano, uno che, purtroppo, si perde…e non so nemmeno perché….

Dopo tanto tempo, almeno capire il perchè.

Odio quando qualcuno se ne va senza spiegazioni. Però chissà perché me lo aspettavo.

In fondo…


Ancora una persona speciale …..

Risentire, anche se solo per mail, un caro amico, rallegra la giornata. Ha promesso che quanto prima riprenderà a scrivere sul suo blog…io ci conto, e lo aspetto con impazienza.

Un caro abbraccio, Giancarlo…e a presto


Alba

Preferisco

le albe ai tramonti.

L’alba è un inizio

da ammirare in solitudine,

o, meglio, in compagnia di me stessa,

nessun altro vicino,

solo i miei pensieri,

splendida luminescenza di perla

fresca aria mattutina,

silenzio,

purezza…

E’ l’istante

in cui la notte

diventa trasparente

e smorza la luce delle stelle

lasciando, unica e risplendente,

Lucifero

e un accenno di luna.

Il tramonto…

è solo un tramonto…

una conclusione aspettata

di cose, a volte, mai nemmeno incominciate.

(Loredana, 02.05.2011



agosto in città

Quello a Berlino, di cui ho scritto qualche giorno fa, è stato l’ultimo agosto in cui abbiamo fatto le classiche ferie. Poi, per esigenze di lavoro e perché rifuggiamo i posti troppo affollati, siamo sempre partiti in maggio o la prima quindicina di settembre, altre volte addirittura novembre, specie in Ungheria, dove in quel mese alle 4 del pomeriggio è già notte..

Ma gli agosti migliori, sembra strano, li ho passati a Milano. La città semideserta acquista un’altra dimensione, i mezzi di trasporto sono semivuoti, anche se molti negozi e ristoranti sono chiusi, che importa? Qualcuno aperto c’è sempre, trovi il tempo di chiacchierare con il bottegaio, che non aspetta altro per ingannare la noia di giornate che sembrano non passare mai. Oppure si gira per il centro, dove frotte di giapponesi fotografano di tutto e di più. Poi, nonostante il caldo, l’afa, le zanzare…si gira, saltando ovviamente le ore più calde o rifugiandoci in qualche museo o mostra (i padiglioni di Palazzo Reale ad esempio hanno una climatizzazione “micidiale”). Il fascino di una Milano quasi disabitata è incomparabile.

 


le ultime ferie di agosto

Solitamente passiamo l’agosto in città, una cosa che ormai si tramanda da anni. L’ultimo agosto di ferie è stato nel 1986. Eravamo stati a Berlino, con i bambini ancora piccoli, la città ancora divisa dal muro,

un viaggio pieno di timori lungo il corridoio, specie quando fermatici per una esigenza “fisiologica” del figlio minore eravamo stati avvicinati da una pattuglia che ci aveva intimato di muoverci senza tanti complimenti. Ho ancora presente il timore all’ingresso nella parte est della città, gli innumerevoli controlli cui ci hanno assoggettati, il cambio della valuta con delle banconote nuove di zecca che assomigliavamo tanto a quelle del Monopoli.  

Berlino… Ho voglia di tornarci, anche perché sarà cambiata tantissimo in questi 25 anni. Berlino ovest piena di vita, musica, traffico, luci…una vera metropoli. Berlino est in confronto, nonostante la Museuminsel,

era “spenta”.

Stupendo il Pergamon Museum, con la ricostruzione dell’altare di Pergamo 

e della porta di Ishtar, dal bellissimo color turchese


Vedevi grandi viali percorsi da minuscole Trabant

o camion dell’esercito, vetrine che si sforzavano di assomigliare a quelle sfavillanti dell’altra metà, però era solo un’illusione ti avvicinavi a guardare i prodotti esposti e coglievi subito la differenza… Mio marito aveva bisogno di un collirio, dimenticato in albergo… Nulla da fare, ci voleva la ricetta medica…

Bellissima la famosa Alexanderplatz

Avevamo visitato anche il monumento al Milite Ignoto, con la fiamma perennemente accesa

Ricordo che ci eravamo fermati in un locale per bere qualcosa che poteva “sembrare” una cola, dal nome di Sprea Cola, tanto disgustosa da sembrare fatta proprio con l’acqua del fiume che attraversa la città. Inoltre in agosto, il giorno 13, ricorreva l’anniversario della costruzione del muro, e c’erano state varie manifestazioni al Check Point Charlie.

Check point Charlie (foto Adnkronos)

Tutta un’altra cosa invece Berlino ovest. La principale arteria, la Ku’damm, frequentata ed elegante, con la famosa pasticceria Kranzler,

la Kaiser Wilhelm Gedaechtniskirche, con il moncone sopravvissuto ai bombardamenti che devastarono la città,

l’Europa Center, il famoso zoo…

E, tra le due parti della città, a segnare più una divisione che una congiunzione, la porta di Brandeburgo che collegava il viale Unter den Linden al viale 17 Giugno.

Davvero una città che quanto prima devo tornare a visitare.



pensiero del giorno

Solo quando piove ci accorgiamo di quanto ci manchi il sole…


PAPERBLOG

“Convalido l’iscrizione a Paperblog sotto lo pseudonimo ombradiunsorriso”


E’ arrivata posta…

Ore 9.30…

Posta…

Apri la cassetta e dentro ormai trovi solo pubblicità, cataloghi, i bollettini informativi del Comune o della Provincia, una cartolina da parte di qualcuno in ferie (hai visto il tale? È stato a Vattelapesca…beato lui!). Anche le bollette telefoniche ed energetiche arrivano ormai per email.

Mai che ci sia una lettera…

Una lettera da scrivere, al giorno d’oggi…

Si accende il PC, monitor, tastiera, si apre il programma di posta, si scelgono i caratteri (tipo, grandezza, colore), si aggiungono foto, filmati, link di siti interessanti, si termina con una firma, magari in formato gif…si apre la rubrica elettronica e si invia…

Ma una volta c’era un foglio bianco, con una fila ordinata di penne biro (però io usavo la stilografica Aurora a stantuffo -niente cartucce! – ereditata da mio padre, con l’inchiostro rigorosamente nero).

Scrivere una lettera implica sempre un qualcosa di intimo, di personale. Forse il foglio rende meglio l’idea, registrando, con cancellature e correzioni, i ripensamenti, i cambi di rotta, le nuove idee che scaturiscono dal pensiero originario, mentre sul monitor o sul display di un cellulare di questi cambiamenti non resta traccia, non si manifestano i dubbi. Tasto delete…e via… Passaggi spostati con il copia-incolla, a volte con esiti umoristici, se non si rilegge attentamente.

Ma scrivere a mano è tutt’altra cosa. A volte si fa perfino una brutta copia,anche se poi la stesura originale non corrisponderà ad essa.

Ho ritrovato lettere scritte anni ed anni fa a mio marito, con i “provini” delle foto incollati con la coccoina, cornicette disegnate, schizzi…piccoli diari di cose buffe che succedevano a casa durante le sue assenze di lavoro, magari ci aggiungevo anche un fiore spuntato sul terrazzino… E le sue non erano da meno…Mica le mails che mi invia dalla stanza accanto, a 2 metri di distanza! Comunque, le mie con una grafia bella ed ordinata (allora…adesso mica tanto), le sue con caratteri spigolosi, che denotavano anche la fretta con la quale scriveva.

C’era il telefono, certo, ma una lettera, se manca una persona, la puoi rileggere tante volte, e ti sembra sempre di averla vicina. Al giorno d’oggi, ricevere una lettera ormai è assai raro…chissà se un giorno ne riceverò una, dato che pure la nipotina già da 2 anni, con l’aiuto dei genitori o della cuginetta, mi manda mails scritte tutte in maiuscolo…

Beh…io ci spero, ma so che è quasi impossibile…


borsa e dintorni

Dopo aver remato contro per mesi, col solo intento di far cadere il governo, parlando parlando ma non proponendo nulla di concreto, ecco il risultato ottenuto dai gufi. Attacco speculativo all’Italia e crollo della Borsa. Adesso tutti auspicano un’unità di intenti, UDC e IdV si impegnano addirittura a presentare pochi emendamenti (sentendosi in pace con le coscienze), ma tutti hanno l’occhio alle elezioni del 2013, rendendosi conto che mr.B. non ha intenzione di mollare, tutt’altro! Come prevedibile, hanno lasciato sul terreno una buona fetta di valutazione Mondadori (-4’51%) e Mediaset (-3,82%), ma chi ci rimette di più, stranamente, è proprio la CIR di De Benedetti, -7,21%, oltretutto stoppata per eccesso di ribasso. Forse perché anche se dovesse riscuotere i 560 mila euro non potrebbe disporne, ma accantonarli fino alla sentenza definitiva della Cassazione. Resta il fatto che le iniziative dell’ingegnere non brillano per produttività. Quattro mesi in FIAT (abbandonata, si dice, per divergenze strategiche, in realtà per un tentativo di scalata all’azienda torinese), per  40 giorni in Banco Ambrosiano, (lasciato il quale. con una plusvalenza di  40 miliardi di vecchie lire, fu processato e condannato in primo grado per concorso in bancarotta fraudolenta, ma assolto in Cassazione per mancanza del presupposto del reato)  la SME, (conservata solo grazie all’aiuto di Prodi) l’Olivetti (messa letteralmente sul lastrico), il fondo Management & e Capitali, soggetto ad OPA per 3 volte, e la CDB  Web Teach (le iniziali ricordano qualcosa?) che quando fu ceduta alla DeAgostini finì sotto inchiesta da parte della Consob, che condannò alcuni azionisti, tra i quali dei familiari dell’ingegnere, a pagare 3,5 milioni di euro di multa per insider trading. Durante il periodo di Mani Pulite, De Benedetti  ammise pure, di sua spontanea volontà, di aver pagato tangenti a partiti e funzionari per ottenere delle commesse di lavoro da parte delle Poste Italiane, (le famose telescriventi Olivetti…quando ormai nessuno più le usava) e guarda caso, fu arrestato, liberato lo stesso giorno ma poi successivamente assolto o prescritto. Infine ci sono quelli che guardano alle questioni di lana caprina, che non servono a nulla, almeno al momento. Che senso ha parlare di ministeri al Nord, e cantare vittoria quando al massimo si potranno istituire degli uffici di rappresentanza con duplicazione delle spese?