Quasi un madrigale
Il girasole piega a occidente
e già precipita il giorno nel suo
occhio in rovina e l’aria dell’estate
s’addensa e già curva le foglie e il fumo
dei cantieri. S’allontana con scorrere
secco di nubi e stridere di fulmini
quest’ultimo gioco del cielo. Ancora,
e da anni, cara, ci ferma il mutarsi
degli alberi stretti dentro la cerchia
dei Navigli. Ma è sempre il nostro giorno
e sempre quel sole che se ne va
con il filo del suo raggio affettuoso.
Non ho più ricordi, non voglio ricordare;
la memoria risale dalla morte,
la vita è senza fine. Ogni giorno
è nostro. Uno si fermerà per sempre,
e tu con me, quando ci sembri tardi.
Qui sull’argine del canale, i piedi
in altalena, come di fanciulli,
guardiamo l’acqua, i primi rami dentro
il suo colore verde che s’oscura.
E l’uomo che in silenzio s’avvicina
non nasconde un coltello fra le mani,
ma un fiore di geranio.
(Salvatore Quasimodo)
Grande Quasimodo e stupenda voce ad accompagnarlo. Bel regalomi hai Fatto
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25 agosto 2015 alle 18:47
Un abbraccio grande grande.
Lory
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25 agosto 2015 alle 18:49
Altrettanto mia cara amica
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25 agosto 2015 alle 18:55
Tastiera balorda…”Bel regalo mi hai fatto : adoro la musica celtica. Forse l’ho già detto in qualche altro commento, ma lo ripeto. Non scorderò mai un balletto di mia figlia su questa particolare musica ( non proprio questa da te scelta ma una altrettanto suggestiva ). Baci cara Lori. Isabella
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25 agosto 2015 alle 18:52
la mano di un poeta come Quasimodo la si avverte da subito….. complimenti per la scelta!
(vedo che anche a te piacciono le poesie……come a me)
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25 agosto 2015 alle 20:02
Il mio non è un blog monotematico. Ci scrivo un po’ di tutto, e tra questo rientrano anche le poesie. Buona serata 😊
Loredana
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25 agosto 2015 alle 20:35