Zagabria 12 maggio
La permanenza a Zagabria ormai volge al termine.
Oltre ai palazzi purtroppo rovinati che ho postato l’ultima volta, ci sono anche palazzi nuovissimi, tra i quali l’hotel Dubrovnic.
Ma anche altri, uno ad esempio nella trg Mažuranića è molto interessante,
come la scultura che gli sta davanti.
Sempre là vicino, il teatro dell’Opera (che in cartellone ha pure Puccini)
e nel giardino antistante una singolarissima fontana
e, poco distante, una statua di San Giorgio.
Poi nei pressi della cattedrale, c’è pure questo originalissimo edificio, ma non so esattamente cosa sia.
Ah, c’è pure un angolo d’Italia: una serie di bancarelle che vendono prodotti alimentari tipici italiani, sardi, siciliani, emiliani e piemontesi..Noi in questo campo non abbiamo certo rivali :-).
Altri monumenti si trovano un po’ dovunque: la statua nella trg Jelačiča dedicata al conte Jelačič,
quella dell’ingegnere Tesla,
poi una che ritrae un certo monaco Orgo Martic,
un altra dedicata a non so chi sia, ma aveva l’aspetto di una persona amante della della vita,
ma ce ne sono altre molto originali, come il mezzobusto all’entrata di un ristorante,
un tizio simile a Freud appoggiato ad una colonna,
la targa dedicata ad un cane (troppo difficile da tradurre la scritta 🙂 )
e la mia preferita, un lettore appoggiato al muro mentre consulta un libro.
Poi ci sono i locali dove abbiamo mangiato o ci siamo fermati per una sosta: il ristorantino romantico, con lampadari a forma di carrozza,
una pasticceria molto elegante
un bistrò dove ci hanno offerto un liquore buonissimo a base di grappa in cui vengono macerate arance, ananas ed altra frutta il tutto aromatizzato con la vaniglia.
Seguire la nostra dieta è stato difficile, in quanto là mangiano prevalentemente carne (il pesce più che altro sulla costa dalmata), ma qualcosa abbiamo sempre trovato. L’ultimo saluto dalla finestra del nostro hotel…
e si ritorna, lievemente incavolati per il confronto tra il prezzo della benzina tra noi e la Croazia (NB: un Euro equivale circa a 7,5 Kune).
Zagabria 11 maggio
C’è una parola che ricorre spesso a Zagabria, come in tutta la Croazia : pekarna, ossia panetteria. Ne trovi tantissime, in ogni luogo. Appena si arriva nella galleria (che ospita anche un grande centro commerciale ) che collega il terminal degli autobus alla stazione ferroviaria, si viene accolto dal profumo di pane appena sfornato. Ci sono tre grandi panifici: Pan Pek, Mlinar e Dubravica, con forme di pane di tutti i tipi, da quelli piccoli come pasticcini alle pezze enormi (credo di 2 chili circa). Gente che acquista non solo pane, ma anche tranci di pizza (diffusissima qui) e la mangia, avvolta in sacchetti di carta.
Quelle menzionate sopra sono le panetterie più commercializzate, ma esistono anche tantissimi piccoli forni artigianali. (le tre foto seguenti le ho prese da internet)
Ci siamo spostati con vari tram, spingendoci fino in periferia. Se in centro ci sono begli edifici moderni e ben tenuti, è triste vedere che mano a mano che ci si allontana le case sono molto più degradate. Passi per quelle in stile “sovietico”, grossi prefabbricati in cemento armato, spesso nascosti dagli alberi.
Là ci sono anche begli edifici fine 1800 inizio 1900 con i muri letteralmente corrosi: intonaci che si sgretolano, pareti imbrattate dai soliti graffiti senza senso, per il solo (cattivo) gusto di danneggiare.
Ma in centro si trovano anche dipinti davvero deliziosi, come questa signora in costume ottocentesco,
o il bel graffito che decora la caserma dei vigili del fuoco.
Poi ci sono i musei: partendo dalla solita Stazione, la prima che si incontra è la Galleria Strossmeyer,
imponente con la sua cupola grigia,che contiene numerose opere del Rinascimento italiano: interamente circondata da giardini e fontane, e prospiciente al parco dove, all’arrivo, avevamo notato una grande festa con bimbi e mamme, nonostante l’inclemenza del tempo. Vicino alla stazione c’è il palazzo davvero imponente del Ministero delle Ferrovie.
Zagabria 10 maggio
Stoicamente mio marito, nonostante la pioggerella e la temperatura fresca, è voluto uscire indossando solo una camicia jeans a maniche lunghe ed un gilet di pelle, col risultato che abbiamo dovuto comperare di corsa una giacca impermeabile. Per fortuna ne abbiamo trovata una davvero bella e ben rifinita, interamente foderata di cotone : prezzo ? Al cambio nemmeno 40 euro!
Qui è la stagione delle fragole, e dappertutto ci sono banchetti che vendono a buon prezzo cestini di questi profumatissimi frutti.
Non solo, ma ovunque si trovano fiori e piante, sia davanti alla stazione che in vari punti della città.
Qui ad esempio siamo nei pressi della cattedrale, dove assieme ai fiori vendono anche vari prodotti ortofrutticoli.
Il simbolo di questo posto è la statua di una vecchia contadina che si trova in un angolo della piazza.
Da un lato, spunta anche il campanile del palazzo arcivescovile.
La vitalità di Zagabria la si nota proprio nel tratto che va dalla Glavni Kolovdor (Stazione principale) alla trg Bana Jelačiča ed alla trg Mazuranića, (trg sta per Piazza) e sono le strade maggiormente interessate dalle linee tramviarie (in città autobus non ce ne sono, servono solamente l’esterno) : numerosi e molto puntuali, i tram sono pulitissimi, dai più recenti a quelli “vecchiotti”, addirittura con due carrozze separate, e sono molto adoperati dalla gente.
Come avevo scritto l’altro giorno, noi abbiamo acquistato la Zagreb Card che, per il costo di 90 Kune (circa 12 euro) consente di viaggiare per 72 ore su tutti i mezzi in città, oltre agli sconti nei vari musei.
Nei pressi dei luoghi che ho nominato prima si trovano i maggiori musei e, nelle vicinanze della trg Bana Jelačiča, la Cattedrale. Quest’ultima è dedicata alla Madonna, della quale c’è anche una statua proprio sul piazzale antistante la chiesa,
è stata costruita tra il 1093 ed il 1217. Distrutta dai mongoli nel 1242, venne ricostruita su iniziativa del vescovo Timoteo sulle rovine di quella preesistente e dedicata a santo Stefano, re di Ungheria (István Király, o Szent István).
Nel 1880 però un violento terremoto fece crollare sia la torre che la navata centrale:venne quindi ricostruita in stile neogotico con due grandi guglie ai lati della facciata principale, alte 108 metri, una delle quali attualmente in ristrutturazione.
Ho provato a fare delle foto all’interno, ma la grande presenza di giapponesi ha reso l’impresa pressoché impossibile. Le tre immagini che seguono sono quindi prese da internet. (Wikipedia – Diego Delso), mentre gli esterni (facciata) sono opera mia, con il cellularino.
(Navata principale)
(sarcofago beato Alojzije Stepinac)
(vestibolo)
Per strada
Anche guardare per terra può riservare delle sorprese.
Impronte (no, non è Hollywood, ma è sempre Zagabria)
E poi, anche se lontana dalla madrepatria, una vecchia conoscenza che indica una pista ciclabile 🙂
Mare e muri
E qui, su pareti a volte diroccate spunta quel che non ti aspetti.
Una balenottera azzurra sui tetti
o due enormi conchiglie
Zagabria 9 maggio
Ho scritto spesso che per il tempo libero e, in generale, per camminare a lungo uso le scarpe della MBT, quelle che sotto la suola hanno un inserto di tipo spugnoso che consente la forma “a gondola”. Solo che col nubifragio di ieri, questo inserto si era impregnato d’acqua che non si era completamente asciugata.
Stamattina, scesa per la colazione, le suole cigolavano tremendamente. I meno giovani ricorderanno forse i telefilm della RAI con Tino Buazzelli quando impersona Nero Wolfe : ecco, il suo arrivo era preannunciato appunto dal cigolio delle scarpe.
Beh, non ho la stazza di Buazzelli (per fortuna 🙂 ), ma il rumore delle suole era identico!
Uno dei migliori modi per visitare la città è di girarla a piedi e con i mezzi pubblici.
Abbiamo quindi acquistato la Zagreb Card che ci permette di effettuare un numero illimitato di viaggi sui tram cittadini e di ottenere sconti per le entrate nei musei ed altre iniziative (cosa quest’ultima che difficilmente faremo, ma non è detto). Il costo è di 90 kune a testa, corrispondenti a circa 13 euro.
Zagabria conta circa 800 mila abitanti, ma è molto estesa. È una città davvero bella, con tantissimo verde: parchi, giardini, fontane, alberi. Pulitissima ( non ho ancora trovato una cartaccia per terra). Certo, ci sono segni di degrado in periferia, come in altre città del resto , dove abbondano i palazzoni prefabbricati in stile sovietico (ho dimorato in uno anni fa a Budapest in Pascom Liget, un enorme prefabbricato con pareti in cemento armato) e vecchi palazzi che mostrano i segni del tempo, con gli intonaci sgretolati. Ma l’impressione è comunque positiva.
Pulitissimi i tram, alcuni nuovissimi altri “anzianotti” ma che svolgono ancora egregiamente la propria funzione.
Il bus, dall’albergo a Veliko Polje, ci porta direttamente alla stazione.
Il tragitto dura una ventina di minuti. Lungo la strada, parecchi centri commerciali. Si supera il fiume Sava, lungo le cui rive ci sono grandi prati dove giocano bambini e passeggiano molte persone, e si arriva al terminal. Da lì, una galleria piena di negozi porta alla stazione ferroviaria.
Zagabria mi ha entusiasmato
Siamo saliti alla città alta con una cortissima funicolare.
E qui alcune foto di quello che c’è in “città alta”.
Siamo ridiscesi a piedi, ma non per la ripida scalinata che fiancheggia la funicolare, bensì per un percorso più dolce, ma sempre di 150 gradini (li ho contati).
E qui abbiamo trovato un signore stanco che si riposava su una panchina :).
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Zagabria
Siamo partiti più tardi del solito, perché qui oggi si votava per eleggere il nuovo sindaco ed il relativo consiglio comunale. Alle 7 eravamo già al seggio poi abbiamo caricato i bagagli e via. Guido io, poiché da ieri mio marito ha un fastidioso orzaiolo ad un occhio: guidare non mi pesa, anche perché non dovrò correre in quanto il check – in all’hotel è previsto dopo le 14.
Autostrada fino a Bressanone, poi la Pusteria. Questa valle è una delle mie preferite con alte montagne, grandi prati, boschi folti. A tratti altissime cataste di tronchi e legname già lavorato in assi che mi ricordano le battaglie dei ragazzi di via Pál letto durante la mia infanzia. Ogni tanto in lontananza si vede il treno locale, coloratissimo.
Al confine di Prato alla Drava non ci sono problemi: la strada è sgombra e non c’è nessun controllo alla frontiera. Anche qui il percorso si snoda tra immensi prati a tratti interrotti dalle coltivazioni di colza dai fiori splendenti di giallo.
Una sosta per mangiare qualcosa poco prima di arrivare al confine sloveno, ed acquistare la vignetta per l’autostrada. E finalmente la Slovenia. Pure qui controllo inesistente.
Non mi aspettavo che il paesaggio fosse così bello: colline dolci con paesini da favola, piccoli e ben tenuti, che per la loro conformazione mi hanno ricordato l’Ungheria. Anche l’autostrada è ottima. Arriviamo infine al confine con la Croazia: al confine due poliziotti danno un’occhiata rapida ai nostri passaporti e ci fanno passare subito, mentre l’auto italiana immediatamente prima della nostra viene fatta accostare per ulteriori controlli. Mi spaventa vedere che in senso inverso ci sono invece code chilometriche di altri autoveicoli: al ritorno probabilmente le troveremo pure noi.
Non finirò mai di lodare l’inventore del navigatore che ci ha condotto fino all’albergo senza intoppi, puntuali quasi fossimo svizzeri!
Una rinfrescata e siamo pronti per uscire. A 50 metri dall’hotel c’è una fermata del bus che ci conduce fino in centro. Cerchiamo un ufficio informazioni per la Zagabria Card che ci permette di viaggiare per 3 giorni su tutti i mezzi pubblici e di entrare in eventuali musei a prezzo ridotto, ma l’addetto ci dice di ritornare domattina. La città è grande, davvero ben tenuta e piena di vita: molti negozi aperti nonostante sia domenica, nelle vie laterali alle arterie principali una serie di locali – bar, gelaterie, paninoteche – molto affollate, come pure i giardini dove si svolge una festa con molti bambini (forse la festa della mamma? Difficile dirlo, in quanto non capiamo una parola di quanto scritto su vari striscioni ).
Mangiamo qualcosa e riprendiamo il bus… ed ecco! Inizia un temporalone tremendo ed inizia un acquazzone proprio nei pressi della nostra fermata. Ci rifugiamo sotto la pensilina, ma il vento spinge la pioggia fin là sotto. Decidiamo di rientrare comunque in hotel, dove arriviamo FRADICI. Naturalmente le scarpe da pioggia erano in auto, ed il K-Way e gli ombrelli in valigia!
Una doccia bollente per scaldarci e da poco ho finito di asciugare capelli, scarpe, jeans, berrettino da baseball con il fohn…
Spero che domani faccia bel tempo.
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Inviato dal Veloce promemoria
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