Il Marpione
Ho sempre avuto ammirazione e simpatia per i toscani. Lasciamo perdere i “classici”, come Dante, Petrarca,Boccaccio, Michelangelo, Giotto etc e passiamo ai contemporanei : ho una vera adorazione per Alessandro Benvenuti, mi piacciono Leonardo Pieraccioni e quel povero cristo di Francesco Nuti prima che la malattia lo riducesse molto, molto male… Paolo Hendel, Athina Cenci ed il “vecchietto” Novello Novelli sono anche tra i miei preferiti… Mi è simpatico anche quella faccia da schiaffi di Ceccherini, un pochino meno Panariello, ma ce n’è uno che proprio non digerisco.
Decisamente non sopporto più Roberto Benigni e la sua volgarità che non data da adesso, ma da tanto, tanto tempo, ancora dai tempi di “Televacca”. Ricordo il suo “Inno del corpo sciolto”, i palpeggiamenti alle parti intime di Pippo Baudo, lo sbaciucchiare e brancicare Raffaella Carrà… Tutte cose che mi hanno dato estremo fastidio, specie perché passate sulla televisione pubblica. Quindi nel contesto odierno, tra gli insulti di Grillo, la ribollita toscana Bindi che manda affan… la zarina Rossa Berlinguer ed altre amenità del genere, Benigni ci sta a meraviglia, la classica ciliegina sulla torta.
Un personaggio ritenuto genio, anzi geniaccio, ma le cui uniche performances rimarchevoli sono l’aver camminato sulle spalle altrui alla cerimonia per il ritiro dell’Oscar, e l’essere arrivato sul palco di Sanremo sul dorso di un cavallo bianco con tanto di vessillo sventolante propinandoci pistolotti scontati sull’Unità d’Italia a tutto spiano. Ma chi si crede di essere?
Ed ora tra pochi giorni ci delizierà con la lettura e l”interpretazione della Costituzione, la più bella del mondo…sarà, ma la nostra carta ha anche bisogno di un ritocchino perché ormai mostra tutti i segni dell’età. Ma si sa: noi, popolo bue, dobbiamo essere “educati”, quindi via libera alla lezioncina esplicativa.
Boh, la RAI non può buttar via i suoi soldi in maniera migliore? Si parla di 1,8 milioni di euro, cui aggiungere altri 4 milioni per le 12 serate “Tutto Dante”, alla faccia della crisi ed alla faccia dei “compagni” che sono sempre meno proletari e sempre più capitalisti.
Se la lettura dei versi della Divina commedia ci può anche stare (ma li avete mai sentiti declamare da Gassman, Carmelo Bene o Albertazzi?), la Costituzione…per carità, no…
Personalmente poi non ritengo Benigni neppure un attore (figuriamoci poi un “grande” attore), ma un guitto, un istrione grottesco, una maschera dai tratti volgari e dall’espressione pressocché perennemente imbambolata ….e un marpione estremamente sopravvalutato da pubblico e critica (e forse è stata la critica ad influenzare il pubblico). E se i primi filmetti erano “cosine” simpatiche, molti sono stati i flop, anche al botteghino. Ciononostante, il nostro trova sempre spazi sulla televisione pubblica, e pure a caro prezzo.
Tutto questo, dato che pur non guardando quasi mai la TV, mi fa incavolare e parecchio perché sono una di quelle stupide che paga regolarmente il canone per tutte le scempiaggini che vengono mandate in onda.
Confrontate…
(Intervento rebloggato da quello già postato su Fuga da Polis per acuto attacco di pigrizia)
Anniversario
Oggi sono 20 anni che è mancato Walter Chiari, quando venne trovato esanime davanti ad un televisore ancora acceso in un residence di Milano.
Grande affabulatore, di enorme cultura acquisita per lo più da autodidatta, insuperabile intrattenitore negli spettacoli dove spesso improvvisava a ruota libera, uomo tutto “genio e sregolatezza”, ricordato purtroppo più per le scenette comiche (interpretate in maniera irresistibile, basti ricordare “Il sarchiapone americano” con l’inseparabile spalla Carlo Campanini) e per filmetti commerciali che ne sminuivano le doti professionali che per il film importanti che pure girò con registi di fama.
Oggi “la7” lo rammenta con uno dei suoi film più belli, “Il giovedì” di Dino Risi, (1967) dove interpreta un padre dall’animo ancora bambino che deve confrontarsi col figlioletto precocemente cresciuto, un padre spiantato che vuol solo fare bella figura agli occhi del ragazzino, un personaggio un po’ sbruffone, estroverso e fantasioso, che si adatta perfettamente all’attore, adulto mai perfettamente cresciuto. Risi avrebbe voluto Walter Chiari anche per “Il sorpasso”, ma al rifiuto dell’artista fu costretto a “ripiegare” (per modo di dire…) su Vittorio Gassman.
Altra pellicola importante fu “Bellissima” di Visconti, con un altro mostro sacro del calibro di Anna Magnani.
Io, da tempo, sto ricercando l’introvabile “Vanità” di Pàstina del 1946, con il quale Walter, appena ventunenne, vinse un Nastro d’argento. Ed allora ricordiamo questo personaggio eclettico, che fece cinema, teatro leggero, teatro impegnato (anche in inglese), commedie musicali, condusse spettacoli in televisione e molte altre cose, senza dimenticare una vita sentimentale piuttosto movimentata.
Ciao, Walter….
Cosa ne pensate?