La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Oscar

Stamattina ci siamo svegliati con un Oscar in più. Non ho visto il film, però una persona che mi conosce bene e sa dei miei gusti in fatto di cinematografia ha detto che non mi sarebbe comunque piaciuto. Mi fido del suo giudizio ma non è detto che prima o poi non mi decida a guardarlo (tra il resto dovrebbe essere in programmazione su Canale 5). Di una cosa però sono certa: se Paolo Sorrentino è riuscito a vincere il premio avendo nel cast Sabrina Ferilli e Serena Grandi, deve essere davvero bravo. Una cosa riuscita a suo tempo solo a Vittorio De Sica con Sophia Loren ne “La Ciociara”…


Povertà

Ci sono due films che vorrei fossero proiettati in tutte le scuole. Il primo è “Ladri di biciclette”, l’altro è “Umberto D.”, quest’ultimo, dicono, fu addirittura causa di una solenne arrabbiatura di Andreotti.

Ambedue le pellicole parlano di povertà, anzi, miseria addirittura. Nel primo c’è la storia di un disoccupato alla disperata ricerca di un posto di lavoro e che, per mettere insieme un pasto decente per la famiglia, deve anche far lavorare presso una stazione di servizio il figlioletto in età scolare.

Il secondo invece racconta della povertà dignitosa, pur se al limite della sopravvivenza, di un anziano dipendente pubblico che, dopo una vita di lavoro, si ritrova con una pensione da fame e con la sola compagnia di un cagnolino.

Quella era vera povertà, la povertà della gente che, nell’immediato dopoguerra, si recava a fare la spesa col “libretto”, dove venivano segnate le spese da saldare alla riscossione del salario quindicinale. Ferie? E chi le faceva allora?

Però per i bambini c’erano le colonie, sia marine che montane. Pure io, a suo tempo le ho frequentate, e da allora data la mia avversione per il mare, dove venivo mandata per fare provvista di iodio carente nella mia zona, in quanto le giornate erano scandite dal fischietto delle assistenti, per la sveglia, l’alzabandiera, la colazione, il bagno…ogni movimento insomma veniva regolato da quell’orrendo suono.

Tornando ai films, tutte e due le pellicole sono frutto della regia di Vittorio De Sica e rispecchiano l’immagine di un’Italia ancora ferita dalla guerra…Quella era la “vera” povertà, quando non avevi di che riscaldarti o avevi poco da mangiare, dove un uovo, un po’ di formaggio o qualche fetta di salame erano già considerate un lusso, non parliamo poi della carne!

E’ un periodo del quale mi hanno parlato i miei genitori avendolo vissuto, ma ancora di più ha toccato la mia nonna materna, vedova, con una figlia nubile a carico ed una pensione di reversibilità che era davvero una miseria con la quale dovevano sopravvivere in due.

Ed ora che vedo gente che parla di povertà, resto piuttosto scettica. Ovvio che le sacche di vera povertà ci siano, ma non la miseria nera di quegli anni dove veramente si faceva la fame.


Le spalle

Sono una grande estimatrice di Totò. Dovessi dire che mi piacciono tutti i suoi film sarebbe una bugia. Ad esempio non sopporto le prime interpretazioni, dove l’attore si esibisce con smorfie e mossette, ma è comprensibile, tante pellicole erano solo una trasposizione dell’avanspettacolo allora in auge. Nemmeno alcuni a colori, girati successivamente mi piacciono molto, in quanto vi si nota un palese istinto commerciale, di cassetta.

Ma quelli in bianconero anni 50/60? Sono incomparabili, e molto è dovuto anche alle “spalle”, che è riduttivo denominare in questo modo, data la levatura dei personaggi.

Tra i migliori senza dubbio Peppino de Filippo, che interpretò al suo fianco tantissimi film, a volte nella parte del fratello del personaggio, come in “Signori si nasce” e nel magnifico “Totò Peppino e la malafemmina, un piccolo capolavoro di umorismo con le cele bri scene della stesura della lettera e dell’arrivo a Milano con la richiesta di informazioni al “ghisa”.

Subito a seguire Aldo Fabrizi che, ne “I tartassati” o in “Guardie e ladri” ha saputo delineare personaggi diversissimi di carattere, nel primo un sottufficiale della finanza che esegue un controllo fiscale a Totò, titolare di un negozio di tessuti, e nel secondo un agente di polizia che insegue un ladruncolo (sempre Totò) prendendosi cura della sua famiglia durante la detenzione di questi.

Indimenticabile anche Paolo Stoppa, ne “Siamo uomini o caporali?” e Gino Cervi ne “Il coraggio” o Vittorio de Sica , cointerprete de “I due marescialli”.

Per non parlare poi di uno straordinario Nino Taranto, che interpretò con lui varie pellicole, tra le quali la più bella è senza dubbio”Totò truffa”

 

La personalità di Totò surclassava tutti, ovviamente, ma molto del suo successo è dovuto anche all’apporto di questi straordinari attori che lo coadiuvavano.