Venezuela
Abbiamo già abbastanza guai nostri, ma ci sono paesi dove si sta molto peggio.
Penso alla Turchia, e mi domando dove metteranno tutte le persone che stanno arrestando da qualche mese.
Poi, fatalmente, penso al Venezuela.
La gente in quel paese sta letteralmente morendo di fame, senza cure e medicinali, con i neonati messi in scatole di cartone, dove anche la speranza è ormai morta.
Il Venezuela che conta moltissimi immigrati italiani recatisi là decenni fa per avere fortuna, ed i cui figli e nipoti al giorno d’oggi stanno morendo dalla disperazione, la stessa disperazione che li spinge ad affrontare a mani nude Maduro ed i suoi sgherri spesso mercenari, perché tanto non hanno nulla da perdere. Giorno dopo giorno queste persone avvilite, sconfortate, scoraggiate, vengono letteralmente massacrate da un dittatore che nulla ha di umano.
Il Venezuela, ricordo, era un paese ricco, che galleggiava letteralmente su un mare di petrolio, poi i governi comunisti di Chavez prima e di Maduro dopo lo hanno ridotto in miseria che più nera non si può… ed allora si vedono ospedali sporchi e malandati, supermercati con gli scaffali desolatamente vuoti., folla di gente che protesta, ragazzi insanguinati, polizia in assetto di guerra contro gente disarmata.
Nessuno dei nostri politici (governanti o parlamentari che siano) ha speso una parola per la nazione che diede lavoro a tanti nostri connazionali; nessuna rete televisiva denuncia esaustivamente cosa sta succedendo: pochi secondi per annunciare che c’è stata l’ennesima marcia e magari informarci sul numero dei morti. È più importante parlare delle primarie del PD o delle elezioni in Francia. Pure il Papa che si indigna per il nome della bomba sganciata dagli USA contro l’ISIS, ma non spreca una parola per questi morti.
Del resto, che ci vogliamo fare…il Venezuela è così lontano.
Venezuela
Ci sono cose che mi fanno davvero imbestialire, ed una di queste è la mistificazione dei fatti.
L’altro giorno, 29 marzo, Maduro in Venezuela ha praticamente esautorato il Parlamento, che di fatto da tempo non aveva più poteri, instaurando la dittatura.
Il primo giorno un trafiletto sull’ANSA, nessun accenno sui telegiornali, poi alla sera finalmente un brevissimo servizio (molto breve, mica si parlava di cose importanti, meglio parlare di Trump e dei dazi – anche su questo ci sarebbe da ridire – tanto il Venezuela è lontanissimo).
Repubblica titola Venezuela nel caos (boh…i ribelli sono i soliti facinorosi, quelli che inscenano casini: mica vorrai contestare quella buon’anima di Maduro che pensasolo al bene del popolo, neh?). E a chi danno lacolpa? “all’aggravio dovuto al calo del prezzo del petrolio!” .
Nessuno che ha il coraggio di dire che la gente è letteralmente ridotta alla fame, manco fosse in Corea del Nord, e che l’inflazione viaggia al ritmo del 400% annuo…
Il barile d’accordo è sceso a 50$, contro i 100$ di qualche tempo fa, però ai tempi di Chavez era comunque circa tre colte tanto del 1999 quando Chavez andò al potere.
Il Venezuela galleggia praticamente su un mare di petrolio, e nel corso degli anni i petroldollari si sono accumulati: che fine hanno fatto?
Nessuno che abbia il coraggio di dire che sono stati spesi per accumulare consensi e per azioni di “socialismo reale”, praticamente bruciati.
Poi mi capita di leggere un post di Fabio Marcelli, dirigente CNR, giurista internazionale,- che in questo caso ha la mente ottenebrata dall’ideologia, – e la prefazione che ne fa sul suo profilo facebook
“ Stretto tra l’aggressione esterna, marcata anni fa dall’incredibile e illegittima decisione statunitense di dichiarare il governo venezuelano “un pericolo” per la propria sicurezza nazionale, le difficoltà di liquidare un passato storico difficile fatto di corruzione, criminalità, inefficienza e dipendenza dalla rendita petrolifera, e l’egoismo di oligarchie inferocite per la perdita di privilegi e commercianti speculatori, il governo di Nicolas Maduro resiste e mette a segno taluni successi significativi, anche se certamente c’è ancora molto da fare. Tale resistenza è oggi punto di riferimento fondamentale per l’intera America Latina, vittima di un tentativo di restaurazione dei poteri tradizionali, e tutte le forze che nel pianeta si oppongono al disastro del neoliberismo. “
e questo, a seguire, è l’articolo
Successi significativi avere gli ospedali senza medicinali e dotazioni minime di emergenza, neonati senza latte, addirittura scatole di medicine con capsule VUOTE ? Un paese dove chi può scappa a gambe levate, dove gli scaffali dei supermercati sono desolatamente vuoti…
Ho letto molti commenti al suo articolo…nessuno di questi benevolo.
Marcelli chiama questo il Rinascimento latino-americano dovuto alla rivoluzione Bolivariana? Che vada lui a vivere i Venezuela, ma senza portarsi dietro nulla.
Bel Rinascimento, quello in cui, in un Paese che galleggia sul petrolio, l’inflazione è a tre cifre, si fa la coda per il pane e mancano beni fondamentali come i farmaci.
E dove i golpe sono buoni e giusti, purché siano del colore giusto, ossia rosso.
(dis)informazione
Qualche giornale ne ha scritto, ma non tutti, e per lo più si sono limitati ad un piccolo articolo. Le televisioni fino all’altro giorno hanno ignorato del tutto la notizia, prese com’erano dal festival di Sanremo (sigh!), dalle olimpiadi invernali a Sochi, dal nuovo governo, con l’appendice dell’incontro tra Renzi e Grillo, dalla rivolta a Kiev.
Di quanto succede in Venezuela sembra non interessare nessuno. Una nazione già ricca per le riserve petrolifere, per oro, uranio, ferro e ridotta in malora prima da Chavez ed ora dal suo successore Maduro, che sta attuando una feroce repressione contro i suoi oppositori. La stampa venezuelana propagandista dà notizia che i poveri stanno con il presidente mentre la classe ricca è all’opposizione, ma non è assolutamente vero. Adesso anche i generi di prima necessità, cibo e medicine, scarseggiano, ma all’esterno trapelano poche notizie, perché Maduro ha chiuso le varie emittenti televisive ed ha pure negato la carta per stampare i giornali. Non solo, ha espulso pure tre diplomatici Statunitensi, mentre ha chiamato in aiuto del suo esecutivo moltissimi soldati cubani. (Tra parentesi, con i soldi delle tasse dei venezuelani, hanno regalato a Castro un aereo privato e tutto il petrolio che gli serve e così pure a molti paesi dell’America Latina che però si fano pagare a caro prezzo mais riso e pollame che rivendono al Venezuela a caro prezzo). Sono i soldati cubani ad avere sparato sulla folla che manifestava contro il governo e le sue decisioni. In questi giorni quattro persone sono morte, ma ci è voluta l’uccisione di Genesis Carmona , la studentessa ventitreenne già miss Turismo, per destare l’attenzione dei mass-media.
Si sa, una ragazza giovane e bella attira l’attenzione ed essendo un personaggio noto nell’America Latina il suo assassinio non poteva esser messo sotto silenzio. Degli altri morti, sconosciuti ai più, non può fregare di meno all’estero, tanto più che tutto questo avviene dall’altra parte del pianeta e non alle porte dell’Europa come a Kiev.
La situazione è tragica, perché il petrolio è stato dato in concessione ai cinesi: i tecnici locali allontanati perché le infrastrutture sono state nazionalizzate, e quindi adesso non c’è nessuno in grado di farle funzionare, né le industrie estrattive, né le raffinerie.. Lo stesso per le ditte private, espropriate di tutto (in mano a “sporchi borghesi”).
Ai contadini è stata regalata la terra, vero, ma questi in maggior parte preferiscono non lavorare e percepire invece una pensione misera dallo stato, le riserve auree, una volta cospicue, finite in tasca ai vari dirigenti. Ecco come si riduce in miseria una nazione ,già florida, in nome del “socialismo reale”, come già è successo a Cuba alla fine degli anni ’50.
Quello che è più triste è che pochi se ne interessano, tantomeno gli organi che dovrebbero essere preposti all’informazione.
Panem et circenses…e così addormentiamo le coscienze della gente.
http://www.vivereperraccontarla.com/blog/fuoco-e-fiamme-nelle-principali-citta-venezuelane/
http://www.vivereperraccontarla.com/blog/venezuela-non-ti-arrendere/
Cosa ne pensate?