La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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La sindrome del Tafazzi

s-l400Bene, non sono una esperta di geopolitica, confesso la mia ignoranza, e nella crisi ucraina comincio a fare molta confusione. Di una cosa sono quasi sicura, con Trump tutto questo non sarebbe successo. I democratici, in onta al nome che ostentano, si sono sempre rivelati del guerrafondai. La crisi nel Donbass si trascina da decenni, senza tante alzate di scudi…sarebbe stato sufficiente lasciare le cose come stanno, invece a quel (metteteci l’epiteto che più vi aggrada) di Biden salta in mente di chiedere all’Ucraina di aderire alla NATO, e ciò ha rappresentato una vera provocazione verso la Russia, considerando poi che il Patto di Varsavia che univa la Russia a tutti i suoi satelliti è stato sciolto nel 1991. Diventando l’Ucraina partner NATO, la Russia si troverebbe affiancata troppo da vicino da paesi antagonisti (dire nemici mi sembra eccessivo), e questo non sarebbe accettabile.

Intanto a mio parere c’è una premessa da fare, ed è che l’informazione per la maggior parte è in mano ai poteri forti che risiedono a Washington e a Londra, e fanno dire solo quanto vogliono loro. I canali ufficiali quindi non sempre sono attendibili. Negli USA comandano i democratici che, come ho scritto sopra, dicono di voler esportare la democrazia, però lo fanno destabilizzando a suon di bombe. Questi “democratici” hanno in uggia la Russia e la Cina e non solo: a loro fa paura perfino una Europa DAVVERO unita (cosa per ora non ancora attuata) e fanno di tutto per disgregarla, quindi da loro è partita l’idea di far aderire l’Ucraina alla NATO.

E l’Europa in questo caso è il classico vaso di coccio: stretta fra due poteri forti, sarà quella che resterà con il cerino in mano e ne subirà le pesantissime ripercussioni economiche.

Già, le sanzioni minacciate, alla Russia non  fanno un baffo: il loro gas lo venderanno tranquillamente ai paesi asiatici, Cina e Giappone in testa (e quest’ultimo poi potrà rivendercelo, aggirando l’embargo). L’Italia poi vedrà il suo mercato del lusso drasticamente ridotto: i milionari russi sono quelli che da noi hanno speso somme ingenti nel settore alberghiero, della moda, dell’auto…chi ci rimette in questo caso? Noi o loro?

Suil fronte energetico non è da meno: chiuso il gasdotto russo (e ringraziamo pure i francesi per quanto hanno fatto in Libia), non ci rimarrà che importare tramite container il gas americano che, a conto fatti, ci costerà 5 volte tanto…begli economisti!

Praticamente è la sindrome del Tafazzi che si martella gli attributi e gode.

(per ora sorvolo sul principio di autodeterminazione dei popoli sancito dalla Carta delle Nazioni, altrimenti il discorso si allungherebbe troppo)


Gli aiuti nascosti

Boh, sembra che gli aiuti all’Italia in questa circostanza arrivino solo dalla Cina e dalla Russia.

Ho già scritto come la penso, non so se qui sul blog o su altri canali internet: la Cina è quello che ti ferisce con una profonda coltellata, poi ti regala (in certi casi vende) il cerottino per curarti la ferita. Inoltre i medici cinesi si comportano come se dovessero studiare delle cavie, che saremmo poi noi.

La Russia (anzi l’URSS,come ha detto il nuovo coordinatore Arcuri, con un “delizioso” lapsus) arriva con grande dispiego di militari e sembra che i suoi aiuti siano poco utili: non so in cosa consistano, quindi mi limito a riferire quanto ho letto. La mossa comunque è prettamente politica, a livello interno loro: dimostrano di essere preparati ed efficienti e questo non fa che rafforzare Putin, ed a questo scopo diffondono immagini dei militari che studiano le carte italiane quasi fossimo in una guerra di tipo convenzionale.

Ah, c’è pure Cuba, con bandierine e gigantografia di Fidel.

I nostri mass media però ci deliziano con le notizie di questi aiuti, specie quelli cinesi: un motivo c’è, ed è quello che la Cina detiene una gran parte del nostro debito pubblico, quindi ci conviene tenerla buona e cara.

E gli USA?

Sembrerebbero scomparsi, invece no, semplicemente sono arrivati aiuti anche da loro, ma senza tanto strombazzamento mediatico: un cargo a Cremona, con letti, respiratori e quanto basta per allestire un ospedale completo, ed inoltre una fornitura da un milione di euro di insulina tramite una fondazione.

Ogni aiuto è ben accetto, però gradirei che a TUTTI, Stati Uniti inclusi, venisse dato il medesimo peso.


Via della Seta

Via della Seta…rimanda tanto alle narrazioni di Marco Polo, ma in realtà si tratta di varie rotte, tre terrestri e due marittime, che collegheranno la Cina con l’Europa, il Sud Est asiatico (India permettendo, inquanto è una diretta concorrente della Cina) e l’Africa (già in gran parte colonizzata economicamente dai cinesi per l’acquisizione di risorse naturali ma soprattutto minerali).

Sono andata a spulciarmi alcuni siti economici, e tra tutti il più chiaro mi è sembrato InfoMercatiEsteri, dove ho trovato dati interessanti sui movimenti import-export di vari paesi

Analizziamo appunto la Cina: se ne parla da tempo ed ho trovato dati assai interessanti.

2016
Import = 27.289,35 mln. €
Export = 11.113,57 mln. €
Sbilancio = – 16,17578 mln.

2017

Import = 13.509,45 mln. €
Export = 28.412,91 mln. €
Sbilancio = -14,90346 mln.

2018 (1 semestre)

Import = 13.188,66 mln. €
Export = 30.831,65 mln. €
Sbilancio = -17,64299 mln.

Totale sbilancio = -48.722,23 mln. A nostro deficit

Bene, anche ammettendo che le nostre esportazioni verso quel paese aumentino, è più facile pensare che invece aumentino le importazioni: la Cina ha infatti un notevole surplus di produzione in vari campi – basti pensare al balzo compiuto nel campo della telefonia e dell’automazione – , quindi è ovvio che cerchi di piazzare i propri prodotti all’estero, ed ha pure una notevole liquidità di denaro che ha investito nelle attività più disparate, nel campo immobiliare (sia all’interno che all’estero), nell’acquisto di settori produttivi, tecnologici o sportivi.

Per contro, se analizzo la nostra bilancia commerciale, non posso notare che i nostri migliori affari li facciamo con gli Stati Uniti

2016

Import = 36.932,48 mln. €
Export = 13.916,46 mln. €
Sbilancio = 23,01602 mln

2017

Import = 40.483,91 mln. €
Export = 15.011,1 mln. €
Sbilancio = 25,47281 mln

2018 (1 semestre)

Import = 42.760,33 mln. €
Export = 16.659,99 mln. €
Sbilancio = 26,10034 mln

Totale sbilancio = 74.589,17 mln. A nostro attivo.

Questo perché le nostre imprese ormai hanno un’ottima reputazione per quanto concerne il branding dei prodotti, notoriamente di alta qualità, ed è quello che ci fa maggiormente conoscere all’estero. I Cinesi, da parte loro, non hanno grande “inventiva”: acquistano brevetti, anche pagando fior di royalities, ed anche il famoso 5G che tanti spacciano per cinese è in realtà un brevetto dell’americana Qualcomm, che si fa pagare tanti bei soldini per i suoi brevetti sia dalla coreana Samsung che dalla cinese Huawei. Però i cinesi sono molto bravi a sfruttare le potenzialità acquistate da altri.

L’unico grande vantaggio per la nostra nazione, sarebbe la riqualificazione e la valorizzazione del porto di Trieste, che diverrebbe un hub di valenza mondiale. In quest’ottica si inserirebbe bene il famoso “Corridoio 5”, del quale fa parte il tronco Torino Lione dell’Alta Velocità.

Non so quanto ci converrà aver firmato questo accordo commerciale. Speriamo bene.


Matrimonio d’interesse

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Così può essere denominato il ritrovato accordo tra la  Russia di Putin e la Turchia di Erdogan.
I russi possono così aggirare l’Ucraina per la costruzione del gasdotto, – Turkish Stream – passando per il Mar Nero; i turchi possono far ripartire l’economia locale, cancellando le sanzioni che la Russia aveva comminato loro dopo l’abbattimento del cacciabombardiere che aveva violato lo spazio aereo, riprendendo le esportazioni di derrate alimentari, in particolar modo di prodotti agricoli, con il reciproco interesse delle due parti. Seguiranno poi gli accordi sulla centrale nucleare di Akkuiu, quella per la fornitura di gas energetico, dei quali i turchi hanno estrema necessità, e la riapertura delle rotte turistiche che collegano Russia e Turchia, quest’ultima meta molto ambita dai vacanzieri russi.

Oltre al vantaggio economico c’è però un enorme vantaggio politico: ambedue le nazioni infatti erano isolate sia dall’Europa che dagli Stati Uniti.

Restano però dei nodi da risolvere: Putin da sempre è un sostenitore di Assad in Siria e dei Curdi, che considera alleati in funzione anti-ISIS; Erdogan invece è nemico degli Armeni – dei quali ha ribadito ancora una volta l’inesistenza del genocidio – mentre quei popoli hanno chiesto la protezione russa in campo internazionale affinché venga riconosciuta la propria indipendenza.

In attesa, c’è il terzo incomodo, ossia l’Iran di Khamenei, più che altro in funzione anti-USA,…anche se un accordo tra sciiti iraniani e sunniti turchi sembra assai improbabile.

Infine c’è la NATO: la Turchia ne fa parte, sul suo territorio c’è la base di Incirlik, – dalla quale sono partite le offensive contro l’Iraq di Saddam e le recenti incursioni contro l’ISIS – e nella quale sono stivate circa 50 bombe all’idrogeno B61. La Russia ha tutto l’interesse ad indebolire l’alleanza atlantica ed a tirare la Turchia (che è pure forte di un esercito di oltre 300mila persone, secondo per consistenza numerica tra le forze Nato, superato solo dagli USA) dalla propria parte.

Gli USA aspettano le prossime elezioni di novembre: dovesse vincere la Clinton, la NATO verrebbe rafforzata in funzione anti-russa, quindi ne la perdita della Turchia rappresenterebbe un grave handycap. Se invece dovesse prevalere Trump, questi ha già dichiarato che non investirebbe più in piani militari dispendiosi, quindi l’uscita della Turchia sarebbe una questione irrilevante.

Chi invece resta all’angolo è l’Europa, che non rientra nei piani Usa, russi e turchi,non viene interpellata e tanto meno considerata.