La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Un uomo, il suo cavallo ed il suo cane…

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Un uomo, il suo cavallo ed il suo cane camminavano lungo una strada.

Mentre passavano vicino ad un albero gigantesco, un fulmine li colpì uccidendoli all’istante.

Ma il viandante non si accorse di aver lasciato questo mondo e continuò a camminare, accompagnato dai suoi animali.

A volte i morti impiegano qualche tempo per rendersi conto della loro nuova condizione…

Il cammino era molto lungo; dovevano salire una collina, il sole picchiava forte ed erano sudati e assetati.

A una curva della strada videro un portone magnifico, di marmo, che conduceva a una piazza pavimentata con blocchi d’oro, al centro della quale s’innalzava una fontana da cui sgorgava dell’acqua cristallina.

Il viandante si rivolse all’uomo che sorvegliava l’entrata.

“Buongiorno”

“Buongiorno” rispose il guardiano.

“Che luogo è mai questo, tanto bello?”

“È il cielo”

“Che bello essere arrivati in cielo, abbiamo tanta sete! “

“Puoi entrare e bere a volontà”.

Il guardiano indicò la fontana.

“Anche il mio cavallo ed il mio cane hanno sete”

“Mi dispiace molto”, disse il guardiano, “ma qui non è permesso l’entrata agli animali”.

L’uomo fu molto deluso: la sua sete era grande, ma non avrebbe mai bevuto da solo.

Ringraziò il guardiano e proseguì.

Dopo avere camminato a lungo su per la collina il viandante e gli animali giunsero in un luogo il cui ingresso era costituito da una vecchia porta che si apriva su un sentiero di terra battuta, fiancheggiato da alberi.

All’ombra di uno di essi era sdraiato un uomo che portava un cappello; probabilmente era addormentato.

“Buongiorno” disse il viandante.

L’uomo fece un cenno con il capo.

“Io, il mio cavallo ed il mio cane abbiamo molta sete”.

“C’è una fonte fra quei massi”, disse l’uomo indicando il luogo e aggiunse:

“Potete bere a volontà”.

L’uomo, il cavallo ed il cane si avvicinarono alla fonte e si dissetarono.

Il viandante andò a ringraziare.

“Tornate quando volete”, rispose l’uomo.

“A proposito, come si chiama questo posto? “

“Cielo”

“Cielo? Ma il guardiano del portone di marmo ha detto che il cielo era quello là!”

“Quello non è il cielo, è l’inferno”.

Il viandante rimase perplesso.

“Dovreste proibire loro di utilizzare il vostro nome! Di certo questa falsa informazione causa grandi confusioni!”

“Assolutamente no. In realtà ci fanno un grande favore. Perché là si fermano tutti quelli che non esitano ad abbandonare i loro migliori amici… “

Paulo Coelho


Ci manchi…

“Tutte le bandiere, anche le più nobili, le più pure, sono sozze di sangue e di merda. Quando guardi i vessilli gloriosi, esposti nei musei, nelle chiese, venerati come cimeli dinanzi a cui inginocchiarsi in nome degli ideali, dei sogni, non farti illusioni: quelle macchie brunastre non sono tracce di ruggine, sono residui di sangue, residui di merda e più spesso merda che sangue. La merda dei vinti, la merda dei vincitori, la merda dei buoni, la merda dei cattivi, la merda degi eroi, la merda dell’uomo che è fatto di sangue e di merda. Dove c’è l’uno purtroppo c’è l’altra, l’uno ha bisogno dell’altra. Naturalmente molto dipende dalla misura del sangue versato, della merda schizzata: se il primo supera la seconda, si cantano inni e si innalzano monumenti; se la seconda supera il primo si grida allo scandalo e si celebrano riti propiziatori. Ma stabilire la proporzione è impossibile, visto che il sangue e la merda col tempo assumono uguale colore. (…) Non esiste impresa, nella storia dell’uomo, che non sia costata un prezzo di sangue e di merda”.
Da “Un Uomo”

Grazie Oriana Fallaci.


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