La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Povera Grecia? No, poveri noi.

A tutti quelli che dicevano “povera Grecia qua, povera Grecia là ” faccio una domanda semplice semplice : siete disposti a pagare  la VOSTRA parte dei nuovi finanziamenti a questa Nazione?  Se rispondete di sì,  ok, ma non lamentatevi se poi  NOI (quindi anche VOI) dovremo sopportare nuove tasse e nuove restrizioni per favorire chi non rispetta le regole. E le regole sono chiare: se fai un debito, lo devi pagare, anche perché si tratta di 300 miliardi di euro, una cifra spaventosa .
La Grecia con il suo referendum ha scelto di non volere più  austerità,  quindi di fatto ha rinunciato a chiedere ulteriori prestiti e Tsipras che fa? Accetta il diktat europeo che consiste in nuovi sacrifici, ancora più pesanti delle richieste originarie, e che, a mio parere,  non fa altro che prolungare l’agonia ellenica. (Ma forse pensava solo spremerci altri soldi per poi prenderci nuovamente per i fondelli come ha fatto fino ad oggi, ma questa volta il giochetto non funzionerà più).

FB_IMG_1436787139946Poi, tutti a parlare della “cattiva Germania”.

Già,  la cattiva Germania che ha un saldo negativo tra soldi versati all’Europa e quelli ricevuti.  I telegiornali ieri parlavano del NOSTRO saldo negativo di 37,9 miliardi di euro (siamo al 4°posto in questa classifica ), ma la Germania ha un saldo che equivale a più del doppio del nostro,  83,5 miliardi. Ovvio che i “crucchi” siano piuttosto scocciati da questa  faccenda, e lo sonopure io, perché il nostro saldo negativo è all’incirca uguale alla somma che vantiamo come credito dalla Grecia.
Un amico si lamentava con me ieri perché l’immissione dei paesi ex – Europa est nell’area euro si è tradotta in una concorrenza sleale di manodopera a basso prezzo, ma di questo proprio la Germania dovrebbe essere maggiormente danneggiata, visti gli alti salari dei suoi operai. Ma la Germania di questo non ha sofferto data la qualità dei suoi prodotti.  E noi italiani su questo dobbiamo puntare, la qualità e la specificità, solo che in Europa non abbiamo voce in capitolo vista l’inadeguatezza dei nostri rappresentanti che spesso non vengono neppure interpellati.
(Invece io adesso temo per la nostra economia agricola  quando verremo inondati da milioni di ettolitri di olio d’oliva greco a prezzo stracciato: non bastava la xylella…)
Quello che sta rovinando la Grecia è la perdita di credibilità.  La Merkel ha parlato di mancanza di fiducia e non posso darle torto.  La Grecia si è comportata come la cicala della favola, continuando a spendere soldi che non aveva, assumendo sempre più dipendenti pubblici, non alzando l’età pensionabile, mantenendo bassa l’aliquota IVA (la più bassa in assoluto in Europa), non tassando gli armatori, concedendo pensioni di reversibilità anche alle figlie nubili dei dipendenti statali.

Praticamente aveva fatto suo il detto keynesiano  “Se ti devo un dollaro, ho un problema,  ma se ti devo un milione di dollari il problema è  tuo”, ma ad un certo punto la corda si spezza…

Non per altro i più favorevoli a Grexit erano i paesi nordici, di stampo calvinista, molto più “rigidi” di noi cattolici e latini, che vogliamo mantenere in Europa la Grecia solo per via della sua storia e cultura millenaria. Ma in questo caso i greci si sono dimostrati più bizantini che europei.

(A proposito…dove sono tutti i nostri politici che in piazza Syngtagma esultavanoperla vittoria dei “NO”?)


Grexit

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Se, umanamente, sto dalla parte dei greci (per quanto  Tsipras e pure Varoufakis mi stiano sulle scatole, dato l’orientamento politico), non posso che concordare con la decisione dell’Unione Europea.
Inutile continuare a concedere prestiti a chi sperpera i denari concessi per via di una politica economica  dissennata. 

Tsipras in campagna elettorale ha fatto delle promesse che solo degli ingenui avrebbero potuto capire che non potevano essere mantenute. La popolazione greca  vorrebbe  fortemente restare nell’area Euro, conscia che la dracma varrebbe quanto carta straccia in campo internazionale. Non peraltro stanno prelevando più che possono dai bancomat, (tutto quello che le banche concedono di prelevare) perché almeno avrebbero una piccola riserva di moneta forte.

 

Piuttosto era da intervenire molto  prima.

 

Se sovraccarichi di sanzioni ed interessi il debitore, questo è  strozzinaggio puro e semplice.
Se tosi troppo la pecora, alla fine lei non avrà più lana, ma nemmeno il pastore…

 

Ora vedremo se e come avverrà il Grexit, come e quando la Grecia potrà ripagare i suoi debiti nei confronti della comunità Europea.


E preghiamo che questo non succeda anche a noi.


Il vero politico

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Vabbe’… pure Machiavelli era fiorentino, però Matteuccio lo sta battendo alla grande.
A parte la mossa per l’elezione di Mattarella, anche in campo internazionale Renzi nostro mica scherza.

Prima accoglie Tsipras con sorrisi e belle parole, regalandogli perfino una cravatta di seta italiana, poi omaggia la Frau Angela e la troika dicendo che la BCE ha ragione perseguendo le sue misure contro la Grecia.

Andrà a finire che Tsipras con la cravatta ci si potrà impiccare.


Inviato dal Veloce promemoria


Tsipras

Mentre noi discutiamo sul prossimo presidente,  Tsipras annuncia che verranno riassunti tutti gli statali licenziati precedentemente anche se non sono assolutamente indispensabili,  ma bisogna pur dare loro uno stipendio. Solo che vengono pagati con i soldi dell’Unione europea, quindi anche da noi, per l’equivalente di 1000 euro a cranio, neonati compresi, soldi che abbiamo già sborsato e che non si sa quando ed in che misura rivedremo (Forse mai, viste le premesse).
Non basta accollarci i nostri di parassiti pagati per non fare nulla: pure quelli greci, poi seguiranno ciprioti e portoghesi,  così,  per solidarietà.
E imperterriti i sostenitori italiani di Tsipras cantano Bella ciao ciao ciao…


Quelli che….6

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… se a mostrare le parti anatomiche sono Minetti e Carfagna, apriti cielo e fanno la morale, ma se si è in campagna elettorale per la lista Tsipras, tutto è lecito, anche mostrare il culo. Massima espressione dell’ipocrisia.