Manifestazioni
Migliaia di gilet gialli per strada a Parigi per protestare contro l’aumento di ben 6 centesimi dei carburanti per concedere incentivi all’acquisto di auto elettriche anche se ormai tutti sanno che il vero movente non è questo, ma è una protesta contro Emmanuel Macron, sempre più inviso alla popolazione.
Tutti ad elogiare i francesi per il carattere dimostrato in.questo frangente, plaudendo ai manifestanti che invadono le piazze fronteggiando la polizia.
Poi ricordo le stragi di Nizza, di Charlie Hebdo, del Bataclan…
Niente gilet allora, solo inutili palloncini, gessetti colorati e candeline.
Paura di manifestare contro i terroristi islamici?
Verkaufte Heimat
Santo subito
Di chi parlo?
Del mitico Salvatore Aranzulla, al quale ricorro ogni volta che ho dei problemi con il PC e con internet. Sul suo sito posso davvero trovare di tutto, ed ho risolto delle rogne per le quali avrei dovuto rivolgermi ad altre persone più competenti, se non addirittura all’assistenza di Andrea, il tecnico al quale mi rivolgevo da sempre e che purtroppo ha appena chiuso il suo esercizio.
Questa volta avevo bisogno di salvare del filmati di You Tube ai quali tenevo particolarmente.
Si tratta della serie di “Verkaufte Heimat” (Patria venduta), 4 episodi che ho potuto vedere a spizzichi e bocconi, vista la lunghezza di oltre 7 ore, serie che sarebbe rimasta visibile su You Tube, grazie alla convenzione della Provincia di Bolzano, ma solo fino al 31 dicembre di quest’anno.
Ci tenevo davvero tanto, perché narra, anche se in forma romanzata, le vicende del Südtirol, dall’epoca fascista, durante la quale agli abitanti venne negato perfino l’uso della lingua tedesca e delle vessazioni cui furono sottoposti, attraverso le vicende di tre famiglie, i Rabensteiner (poi italianizzati in Pietracorvo), i Tschurtschenthaler e gli Oberhollenzer.
La vicenda si snoda attraverso gli anni, toccando temi come quelli degli optanti per la Germania, contrapposti ai Dableiber,(letteralmente “i rimasti qui”) che invece preferirono rimanere nella terra natia, dell’occupazione dei masi rimasti liberi da parte di famiglie meridionali con lo scopo di italianizzare la zona, fino ad arrivare agli anni dell’irredentismo sudtirolese, iniziato con la “notte dei fuochi” del 1961 con i primi attentati terroristici, in quanto l’autonomia promessa era rimasta solo sulla carta, senza trovare attuazione. L’ultima puntata è la più tragica, quando agli attentatori nostrani, – che si erano limitati a minare tralicci anche se era stata causata accidentalmente la morte di un innocente stradino dell’ANAS – si affiancarono terroristi neonazisti provenienti dalla Germania, che volevano strumentalizzare le ambizioni separatiste del Südtirol e causarono moltissimi attentati con vittime, specialmente tra le forze dell’ordine: questo causò la rappresaglia italiana, con arresti ed anche torture di quanti vennero imprigionati.
Filo conduttore, più o meno accentuato, la storia di Anna Tschurtschenthaler che, contro il volere della famiglia, sposa un carabiniere di origini meridionali. La morte di quest’ultimo, in un attentato cui avevano partecipato i due fratelli di Anna, la mette in contrasto con il figlio che a tutti i costi vuole vendicare la morte del padre.
Bellissimi i paesaggi, nella fattispecie quelli della Val Venosta, dove è ambientata la vicenda, con i campi ripidi dove le coltivazioni sono problematiche; belli gli interni delle case, con le classiche Stube riscaldate dalle Kachenhofen. Un certo momento si vedono anche le cave di marmo di Lasa.
Grandi sono le figure femminili, (Paula, Gerda) spesso in disaccordo con le decisioni dei mariti, quando ad esempio vogliono emigrare in Germania o progettare attentati, ma che poi restano comunque a fianco dei loro uomini, e importante anche il personaggio del parroco che, pur ritenendo giuste le rivendicazioni, disapprova ogni forma di violenza.
Le prime due puntate sono state dirette dalla regista Karin Brandauer, le due successive da Gernot Friedel. Tutti gli episodi, girati sia in italiano che in tedesco, sono fortunatamente sottotitolati nella lingua non usata nel parlato, perché anche se riesco a seguire quando viene usato l’Hochdeutch, il dialetto invece è parecchio ostico e sono riuscita a capire ben poco.
Così fortunatamente sono riuscita a scaricare e salvare (usando due programmi…non si sa mai) tutte le quattro puntate in modo da poterle poi rivedere di seguito con calma in tempi successivi .
Timori
Leggo le parole del ministro Minniti, due frasi in particolare, e rabbrividisco.
“La minaccia del terrorismo islamico non solo è cogente e costante, ma ci accompagnerà per un periodo non breve. E sottolineo, non breve. Il quadro che abbiamo è cambiato. Da almeno quattro, cinque mesi, in Rete, è ripresa con forza la propaganda dell’Isis che invita a guardare Roma come obiettivo fortemente simbolico della campagna del terrore”.
”Ci sono tra i 25 e i 30 mila foreign fighters che, di fronte a una rotta militare “si preparano a una diaspora individuale verso l’Europa che, necessariamente, sfrutterà le rotte rimaste aperte”.
Sono perplessa, perché fino a poco tempo fa dichiarava che tutto andava per il meglio e che l’Italia era al sicuro dal rischio attentati.
Però mi interrogo anche sul perché siamo arrivati a questo punto. Il partito dal quale Minniti proviene ha completamente smantellato l’apparato della sicurezza. I 10 mila agenti all’anno promessi da Renzi, in realtà non hanno aumentato l’organico delle forze dell’ordine, ma sono solo serviti a coprire le vacanze di chi è andato in pensione, quindi l’organico è sempre quello che è, anzi, è diminuito. Oltretutto gli agenti sono privi di mezzi adeguati, ed è solo grazie alla loro abnegazione se le cose continuano ad andare avanti.
Allora mi vengono brutti pensieri, più che altro impressioni negative, spero sbagliate.
Queste recenti retate di affiliati all’ISIS o presunti tali, per mio conto potrebbero istigare i terroristi islamici, che finora sono rimasti silenti perché indisturbati, ad azioni violente, e questa potrebbe anche essere una manovra per poi poter affermare : “Visto? Finché c’eravamo noi alla guida non è successo nulla. Adesso con il nuovo governo ci sono gli attentati”.
Disprezzo
Perché disprezzo le sinistre?
Già mi avevano indisposto le parole di Barbara Balzerani
“C’è una figura, la vittima, che è diventato un mestiere, questa figura stramba per cui la vittima ha il monopolio della parola – ha detto la componente della batteria che prese parte al rapimento di Aldo Moro e all’uccisione dei membri della scorta -. Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te”. (*)
Balzerani, una persona totalmente impregnata di odio e, purtroppo, con un notevole seguito su internet, almeno a giudicare dai consensi avuti dai suoi scritti su Facebook (ed a questo riguardo ho provveduto immediatamente a cancellare quei miei pochi contatti che avevano espresso apprezzamenti alla brigatista).
Una terrorista condannata a 3 ergastoli per la strage di via Fani, l’assassinio di Aldo Moro e quello di Girolamo Minervini, non solo sconta solo 21 anni di carcere più altri 5 di semilibertà, pur non dichiaratasi mai pentita e nemmeno dissociata, ma viene anche invitata presso un centro sociale di Firenze (notare che la Balzerani rivendicò anche l’assassinio del sindaco di Firenze Lando Conti) per pubblicizzare il suo libro, senza contare le comparsate in televisione assieme a gente della sua stessa risma.
Adesso ci sono pure le offese scritte sui muri dell’Università di Bologna nella ricorrenza dell’assassinio di Marco Biagi.
Quando gli assassini hanno più visibilità delle vittime mi sale la carogna.
Se poi penso che questi “compagni” sono tutte persone che viaggiano tra i 60 ed i 70 anni mi sgomento ancora di più, perché è gente che di democratico non ha proprio nulla ed in quarant’anni non ha ancora capito niente.
Ecco, questi vermi proprio non li sopporto.
(*) Eh no, la parola, purtroppo ce l’hanno solamente gli assassini, non certo le vittime: in tutti questi anni ho sentito solo una campana, quella dei brigatisti, a volte perfino celebrati ed osannati, invitati a vari talk show. E si è espresso bene Gabrielli, che ha invitato a non chiamarli “dirigenti” delle brigate rosse, anziché terroristi puri e semplici.
I parenti delle vittime zitti e muti, nessuno ha dato loro visibilità.
Chissà di chi è la colpa?
Ancora una volta.
Alzarsi una mattina ed ascoltare la notizia dell’ennesimo attentato in cui sono morti prevalentemente giovani, alcuni addirittura bambini, che si erano recati ad un concerto: una serata allegra tramutatasi in tragedia.
Fino a quando saremo disposti ad accettare una simile situazione?
Il mio timore è che si scateni quanto prima una caccia all’uomo, senza che venga fatta una distinzione tra “buoni” e “cattivi”: sono immigrati, regolari o clandestini, e tanto basta.
La cecità di chi ci governa mi preoccupa, il terzomondialismo d’accatto che li impregna (mix tra religione e marxismo) è pericoloso, chiesa e stato che predicano accoglienza indiscriminata sono entrambi colpevoli; difficile dire in quali proporzioni li spinga l’ottusità da una parte e l’avidità dall’altra.
Urge fermare quanto prima l’invasione, effettuare quanto prima i respingimenti, bloccare quanto prima gli elementi pericolosi.
A QUANDO UNA CONTROMARCIA CONTRO L’IMMIGRAZIONE I REGOLARE? ALLORA I FANTOMATICI 100.000 DI MILANO VEDRANNO QUAL È LA VERA REALTÀ DEL PAESE.
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Adesso i soliti ci diranno le solite cose: l’Islam è religione di pace e con gli attentati non c’entra; non c’entrano neppure i “migranti” perché spesso sono cittadini europei a tutti gli effetti (di seconda o terza generazione, quindi ancora peggio); magari sono depressi o persone con problemi familiari o esistenziali, poverini, bisogna comprenderli, magari sono incazzati perché vivono nei ghetti.
E per queste incazzatura i poverini si radicalizzano, specie se vanno in galera (chissà perché erano stati incarcerati) anche perché non li vogliamo integrare (o, meglio, non vogliamo integrarci NOI a loro).
Le colpe, secondo i terzomondisti, vanno suddivise equamente tra le Crociate, il colonialismo, l’islamofobia, tra chi costruisce armi ma anche TIR.
Aggiungiamo tra i capi espiatori Israele, il Mossad, l’America, Trump, la CIA.
Poi ci saranno le solite fiaccolate, canzoni, palloncini colorati, gessetti…le solite frasi con l’invito al dialogo, che non dobbiamo cedere al ricatto terroristico e bisogna continuare a condurre la solita vita e che non dobbiamo manifestare l’odio per non fare il gioco dei populisti islamofobi.
Intanto ho ascoltato le parole della regina Elisabetta e del premier Teresa May. Non ho sentito fino ad ora parole da parte del sindaco islamico di Londra.
IO VORREI SOLO VEDERE LE FACCE DI QUELLI CHE DOMENICA HANNO MARCIATO A MILANO, SINDACO IN PRIMIS.
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Inviato dal Veloce promemoria
Abitudine
In Francia qualcuno (il candidato Macron) ha detto che i francesi dovranno abituarsi a convivere con il terrorismo.
Abitudine?
No, rassegnazione.
Ormai l’immigrazione ha raggiunto livelli difficilmente controllabili; l’integrazione si sta rivelando un’utopia; la radicalizzazione è ormai un dato di fatto.
Eppure gli esponenti di sinistra continuano a sostenere questa folle politica e sembrano più preoccupati che le elezioni vengano vinte da Marine Lepen che del terrorismo.
Abitudine, come se dovessimo abituarci a convivere con i femminicidi o con i mafiosi piuttosto di preoccuparci del primo “ammalato psichico” che in preda ad un attacco di depressione investe persone con un TIR, o imbraccia un kalashnikov o brandisce un machete.
E così si fa pure strada che gli attentati favoriscano la candidata di estrema destra (magari è stata lei ad ordinare le stragi?), che Marine cavalchi l’onda di malcontento. In poche parole, ogni francese potrebbe essere ammazzato dal primo che passa e questo non dovrebbe aver alcun peso sulle scelte politiche.
Ipocrisia
Alfano ha purtroppo confermato il riconoscimento tra le vittime della strage di Fabrizia De Lorenzo, esprimendo il proprio cordoglio alla famiglia. Forse sarebbe stato meglio tacere, considerate le responsabilità che aveva come ministro dell’Interno con l’accoglienza a troppe persone “indesiderate” qui in Italia.
Pace agli uomini di buona volontà
Si avvicina Natale…L’ambasciatore russo è stato assassinato in diretta in Turchia. Un TIR ha compiuto una strage nel mercatino natalizio di Berlino, accanto alla Gedaechtniskirche: le luci natalizie delle bancarelle mescolate a quelle dei mezzi di soccorso.
Qualche giorno prima un dodicenne indottrinato per bene ha cercato di farsi saltare assieme al proprio zainetto imbottito di esplosivo e chiodi. A Zurigo c’è stata una sparatoria nel centro islamico.
Qual è il periodo migliore per compiere attentati, se non questo che stiamo vivendo? Giorni che dovrebbero essere di pace e tranquillità, insanguinati dagli adepti di una “religione di pace” che invece seminano il terrore.
L’odio aumenta, da parte di chi compie gli attentati, ma anche da chi li subisce, però il mio odio ed il mio disprezzo sono rivolti a coloro che hanno permesso che si arrivasse a questo: politici, giornalisti, religiosi, intellettuali e pseudo-intellettuali, ossia i cattivi maestri che da anni ci tacciano di razzismo e predicano un’accoglienza indiscriminata. I migranti che arrivano sui nostri territori sono tutte indistintamente brave persone che con gli attentati non c’entrano per nulla, e dobbiamo esser loro grati perché sono quelli che ci pagheranno le pensioni e ripopoleranno i nostri paesi.
E come al solito, i mezzi di informazione esitano molto prima di pronunciare la parola TERRORISMO. I meno cauti parlano di “probabile attacco di matrice terroristica”, e non sia mai che venga fuori la parola “matrice islamica”. Se si ha paura di pronunciare questi termini, la battaglia contro il nemico è già persa.
Anzi, inizia la solita solfa: non sono veri islamici, sono depressi o squilibrati, colpa di chi vende le armi (anche di chi vende i TIR?) ed amenità del genere. L’Europol aveva già avvisato dell’eventualità di attentati nei mercatini, ma la Merkel ed i suoi hanno preferito minimizzare il pericolo per celare i legami tra il terrorismo e l’accoglienza senza alcun controllo.
Sono stanca di leggere e vedere persone uccise, violentate, distrutte, di vedere la nostra civiltà soccombere senza che nessuno faccia nulla per fermare questo scempio. In parte è anche colpa nostra, di quanti continuano a sostenere questi governi scellerati ed a votare personaggi che agiscono in quanto siamo noi che concediamo loro questo potere.
E chi si ribella a questo stato di cose, viene additato come razzista, guerrafondaio ed è lui la persona da combattere, non “gli altri”.
Parere molto personale
Parere molto personale
Considero i pacifisti molto più deleteri dei guerrafondai, perché davanti ai pericoli si faranno trovare totalmente impreparati, pregni solo delle loro utopistiche opinioni.
Ed oggi ho sentito in TV la frase più stupida, mentre trasmettevano l’immagine della povera Valeria “combatteremo la violenza con il suo sorriso”….
Certo, venite tutti a massacrarci, vi accoglieremo a braccia aperte.
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Inviato dal Veloce promemoria
Rappresaglia
Rappresaglia
La Francia non ha perso tempo ed è subito ricorsa alla rappresaglia armando i suoi jet e sganciando bombe su Raqqa, “capitale” dello stato islamico dove si addestrano i terroristi e da dove al Baghdadi ha lanciato l’ordine di colpire Parigi. E qui le “anime belle ” si sono scatenate perché in tal modo si colpiscono anche degli innocenti.
A parte che ogni guerra paga il proprio tributo di vite innocenti, ma quelle bestie di terroristi che hanno fatto? Hanno forse colpito qualche alto politico responsabile della situazione? No, perché gli alti papaveri sono ben protetti, quindi questi VIGLIACCHI, autodefinitisi eroi, hanno trucidato gente comune iniziando, ad esempio, la mattanza al Bata’Clan uccidendo un gruppetto di disabili in sedie a rotelle.
Devo forse aggiungere qualcosa?
Sì, che subito si sono scatenati anche gli sciacalli dell’informazione, spacciando per foto dei bombardamenti di stamane immagini di repertorio datate mesi fa. ..
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Inviato dal Veloce promemoria
Ipocrisie
Ipocrisie
Allora…
Tutti quelli che sul web si dichiarano buonisti, “distinguisti”, garantisti mi dicano chiaramente: se la povera ragazza veneziana fosse stata loro figlia o sorella, esprimerebbero le medesime opinioni?
Se rispondono SÌ , sono solo dei grandissimi ipocriti, perché quando una tragedia ti tocca personalmente si ragiona sempre in modo differente e si tralasciano le convinzioni e le ideologie che ci hanno animato.
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Inviato dal Veloce promemoria
Venerdì nero
Venerdì nero
Ho dormito poco questa notte.
Sono stata collegata all’Ansa fino alle ore piccole con lo smartphone seguendo la tragedia di Parigi e seguendo vari contatti su Facebook. E questa mattina è ricominciato tutto, aggiungendo i vari servizi televisivi.
All’inizio quasi nessuno parlava di attacchi islamici… paura di offendere i nostri “ospiti” mussulmani?
Le prime reazioni a caldo sono state naturalmente improntate alla rabbia, ma le successive iniziavano già con dei distinguo, col “non fare di tutta l’erba un fascio”.
Allora mi viene in mente una frase di Oriana Fallaci.
“Non tutti gli islamici sono terroristi ma tutti i terroristi sono islamici”.
Ma Oriana ha scritto pure che non esiste un Islam moderato: se davvero dovesse esistere, mi aspetto che i moderati scendano massicciamente in piazza a protestare, ma sono scettica.
Tanti parlano di guerra, invece no: è terrorismo, terrorismo puro. In guerra hai un nemico di fronte che combatte a viso aperto : qui ci sono dei VIGLIACCHI che ammazzano gente inerme che passava dei momenti di tranquillità e divertimento, con amici o con la famiglia.
Non è bastata la strage di Charlie Hebdo, non sono bastate quelle anni addietro a Londra e Madrid. I nostri miopi governanti hanno continuato con una dissennata politica di accoglienza indiscriminata e noi italiani siamo i più coglioni di tutti perchè andiamo persino a raccoglierli fin quasi sulle coste libiche.
Per ora forse staremo abbastanza tranquilli perché siamo una “testa di ponte”, ma presto diventeremo obiettivi pure noi.
Ma vogliamo capire alcune cose?
Le moschee non sono solo luoghi di preghiera, ma anche occasioni di reclutamento. Internet DEVE essere maggiormente controllato. Facebook invece di censurare le mamme che allattano chiuda determinati siti. A me è capitato di denunciarne uno per odio razziale verso gli ebrei e non è successo assolutamente nulla.
Continuando a cedere alle richieste di islamici e buonisti del cazzo che li appoggiano (niente crocefissi, niente presepi, niente mostre , niente lezioni di musica etc etc ), non facciamo altro che dimostrare la nostra debolezza e loro se ne approfittano.
La politica dell’accoglienza indiscriminata non paga: li abbiamo vezzeggiati e coccolati, abbiamo concesso loro quanto chiedevano e pure di più, e se per caso dimenticavamo qualcosa, dagli al razzista, allo xenofobo. Alfano si pavoneggiava dicendo che nel corso del 2015 sono stati effettuati 147 arresti e sono stati espulsi 359 indesiderabili… ma ha controllato tutti i 140mila che sono entrati in questi mesi, da gennaio ad oggi, senza contare quelli degli anni precedenti?
Ricordo Livia Turco quando anni fa parlava dell’integrazione degli immigrati di seconda o terza generazione… ben pochi l’hanno fatto.
I “politicamente corretti” hanno voluto interferire negli affari interni dei vari paesi con le primavere arabe. Maledette primavere, che hanno solo portato morte e distruzione, incertezza e il seme dell’odio integralista islamico.
Dove sono quegli sconsiderati (avrei voluto usare un altro termine ) come il Di Battista che voleva dialogare con l’Isis, la Corda che inneggiava a 10-100-1000 Nassiriya, la Guzzanti che godeva della morte della Fallaci, il Chaouki che oggi si mostra dispiaciuto, ma è solo ipocrisia.
E questa Europa di merda, pronta a far entrare la Turchia di Erdogan massacratore di curdi nell’Unione, e pronta a marchiare i prodotti provenienti da Israele (bene, saprò cosa comperare), – perché si sa che i cattivi israeliani vanno in giro per il mondo a fare attentati – forse si renderà conto di avere il nemico in casa e di avergli addirittura spalancato le porte.
Inviato dal Veloce promemoria
Dio?
Dio?
Non siamo noi la creazione di Dio. È Dio che è una nostra creazione.
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Inviato dal Veloce promemoria
Ancora una volta
Le notizie che non si vorrebbero mai sentire
E noi continuiamo a tenere aperte le frontiere accogliendo tutti senza controlli
falsi bersagli
Tre attentati in un solo giorno.
Tunisia…attaccato un resort pieno di turisti…28 morti.
Kuwait… attacco ad una moschea sciita…almeno 25 morti
Parigi…attacco ad uno stabilimento di gas industriale, un uomo decapitato e vari feriti.
Poi però ce la prendiamo con Putin…
Occhio per occhio.
Bene ha fatto il re di Giordania a giustiziare la terrorista che l’Isis avrebbe voluto come contropartita per la liberazione del pilota giordano, assassinato in maniera orribile.
Non solo, ma il re ha fatto impiccare pure un altro detenuto per terrorismo e ne ha pronti altri tre da mandare al patibolo.
Basta col porgere l’altra guancia.
Basta con negoziati con questa gentaglia.
Non mi si venga a parlare di regredire e mettersi sullo stesso piano di quelle “persone”.
L’unica cosa che capiscono è la violenza, quindi rispondiamo loro nello stesso modo.
Inutile nascondersi dietro il paravento della civiltà e dell’umanità, o, peggio far finta di non vedere, altrimenti succederà come con il nazismo; una volta instaurato sarà difficile debellare un simile stato di cose, e lasceremo un mondo infame in eredità ai nostri figli e nipoti.
Occhio per occhio , dente per dente, fino a che siamo in tempo per salvare la nostra civiltà.
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Inviato dal Veloce promemoria
Dopo Parigi
Non ho molta voglia di scrivere…mi limito a riportare un brano di Toni Capuozzo
E’ piuttosto avvilente il riflesso condizionato con cui la correttezza politica obbliga in fretta a sostenere, sin dalle dichiarazioni a caldo che la strage di CharlieHebdo apre le porte al rischio di islamofobia. Dunque: viene attaccata la libertà e chi sono le vittime ? Non i disegnatori, non i giornalisti, non i francesi, non tutti noi. Ma i musulmani. Ora non c’è dubbio che i musulmani rischiano di essere vittime di un accresciuto pregiudizio, e di sospetto, e di una malevola attenzione. Non è qualcosa che nasca oggi: le decapitazioni, gli attentati, i sequestri avevano già prodotto qualcosa. E certo, la condizione femminile nell’Islam, i matrimoni forzati, le mutilazioni genitali, il velo e tutto il resto, diffuso anche in tanto Islam moderato, non accresce la simpatia. Ma i rischi che si corrono, al mio parere di non islamofobo, sono altri.
Il primo è l’oblio: ci siamo dimenticati di Theo Van Gogh, e nessuno ha mai citato Pim Fortuyn, sepolto in Italia. Abbiamo dimenticato Hina, la ragazza uccisa a Brescia da un consiglio di famiglia perché voleva vivere all’occidentale. Dimentichiamo perché vogliamo illuderci, perché non riusciamo a capire, perché un conto è celebrare la Malala del Pakistan, un conto è guardare distratti alle stragi di Boko Haram, altra cosa è considerarli atti, crimini e culture con cui condividiamo il tempo e il luogo: è scomodo. Preferiamo sorprenderci, come se non sapessimo della fuga degli ebrei di Francia. Come se i pensieri beneauguranti della correttezza politica fossero una protezione. In un certo senso siamo tutti delle Pippa Bacca con il suo abito da sposa insanguinato in Turchia, o delle volontarie partite entusiaste per la Siria.
Il secondo rischio è considerare queste imprese criminali un’opera di folli. No, dietro a quello che è successo ci sono reti organizzate, arricchite dallo spontaneismo del fai da te. Ma l’appello a fare da soli –auto o coltello o kalashnikov non importa- è venuto dall’alto, e il disordine delle cento scuole criminali rende solo più difficile la difesa, non esclude né il brodo di cultura, né i contatti organizzati. Per dire: i due di Parigi hanno provato a dirigersi verso il Belgio. Dove ci sono imam radicali, già distintisi nella protesta contro le vignette danesi. Il più noto è Ahmed Abou Laban. Accanto a lui Najb Bilhami, algerino ch emolti anni fa soggiornò ad Arezzo. Un terzo imam “belga” è Bassam Ajachi che, di ritorno dalla Siria, sarebbe agli arresti in Italia. Il minore tr ai due fratelli assassini di CharlieHebdo, Sherif, sarebbe stato iniziato allo jihad in una moschea salafita di Tunisi, e poi addestrato in un campo di Ansar Al Sharia al confine con l’Algeria. Suo mentore era Abou Baker El Hakim. Entrambi, Sherif e Abou Baker, vengono arrestati in Francia, mentre cercava nodi andare a Damasco per raggiungere l’Iraq, nel 2005. Sherif viene condannato a tre anni – che toppa, la polizia francese – Abou Baker, a sette anni. Esce di prigione e rientra in Tunisia. Partecipa all’uccisione di due politici laici, traffica in armi con la Libia e, quando la Tunisia imbocca una strada che non è la sua, va in Siria. Sono nomi e storie note agli investigatori. Come in Italia sono noti i nomi degli “italiani”, tra i foreign fighters. Il fatto è che, a suo tempo, li hanno lasciati andare. Non per liberarsene, ma perché contro Assad facevano comodo.
Il terzo rischio è quello dell’islamoindifferenza. In nome dell’ecumenismo e della correttezza politica, e della “follia” dei criminali, si salva anche l’acqua torbida che li ha allevati. Un atteggiamento leale e rispettoso dell’interlocutore musulmano deve tallonarlo, convocarlo a un confronto franco, tracciare delle linee rosse: la condizione della donna, la violenza, la libertà di critica. Possiamo anche bere un tè nel deserto, e descrivere un Islam di pace e amore, come ci piacerebbe e come molti buoni musulmani insistono a credere. Non è così, purtroppo: l’Islam è una religione che arriva oggi, in una crisi identitaria globale, a contraddizioni che altre religioni hanno sepolto nel tempo grazie a un secolod ei lumi che l’Islam ha saltato a piè pari : la commistione tra potere spirituale e temporale, la confusione tra legge di Dio e legge degli uomini, la conversione forzata, piuttosto che l’opera di convincimento. In altre religioni rimangono poche tracce del passato, e riguardano la condizione della donna, il sesso, la tentazione di far diventare legge dello Stato un convincimento profondo che non può che essere individuale. Possiamo baloccarci con il multiculturalismo, e in una gioiosa debolezza far finta che Sottomissione sia solo il titolo di un film di Van Gogh e non anche la traduzione di Islam. Certo, la sottomissione alla volontà di Dio – inch Allah – al destino, ma alla fine, agli uomini che se ne fanno interpreti più fedeli. Qualcuno, ogni tanto, si sorprende che tra i ranghi di questa rete criminali si arruolino rapper, o delinquenti comuni. L’Islam oggi assegna identità semplici, e forti, e una morale univoca, a fronte della confusione occidentale, e dell’incertezza di sé, della solitudine esistenziale di noi europei, capaci di sussulti solo davanti a una redazione insanguinata. La nostra libertà a volte annaspa, il musulmano militante, che sia violento o no, ha a disposizione un’agenda quotidiana di certezze, e una demografia trionfante. Andate a sera in una chiesa e vedrete poche donne anziane. Andate il venerdì all’uscita della preghiera di mezzogiorno davanti a una moschea: uomini, vecchi e giovani, senza neanche un conflitto generazionale. Il terrorismo non ha fede, si dice, o è una fede a sé. Non sono lontani gli anni del terrorismo cattolico dell’Ira, vero. Ma se è ovvio dire che non tutti i musulmani sono terroristi, bisogna pur ricordare che i terroristi, oggi, sono quasi tutti musulmani. Ti diranno che è colpa degli sbagli dell’Occidente, e in qualche misura è vero. Potresti rispondere che forse una qualche spiegazione la si trova anche nella religione, ma non si può dire. Con qualche mio amico musulmano, vero musulmano e vero amico, sostenevo che il mio Dio – a dirla tutta il Dio con cui sono cresciuto a dottrina, e poi basta – è più forte del suo, anche se poi gli diamo nomi diversi, ma preghiamo tutti verso l’alto. Perché ? Perché il suo governa i fedeli. Il mio mi ha insegnato che tutti, fedeli o peccatori, sono “il prossimo”, sono figli suoi. E il mio non solo non teme di farsi degradare con il ritratto ingenuo dei presepi e dei santini, ma non ha neanche paura che si ritraggano gli animali, senza esclusioni: sono tutte creature. Ma non sono un prete, e mi tengo il mio Dio che può essere un bambino o un vecchio o una pubblicità del caffè, e so che anche il peggiore degli uomini ha un vincolo di fraternità con me, fede o non fede. Ci sono equivoci nelle parole, perfino: per loro il martire è uno che si sacrifica per uccidere gli altri, per noi chi si lascia morire per non rinnegarsi ma non uccide nessuno. E forse la presenza di una donna, Maria, in quelle lezioni di catechismo, ci ha aiutati a essere un po’ meno peggiori con le donne.
L’ultimo rischio è, adesso sì, l’islamofobia. Il sospettare tutti. No, bisogna stanare, e diffidare delle giaculatorie di principio, e della dissimulazione, predicata nell’Islam. Molti musulmani dicono, dopo Parigi: questo non è Islam. Anche a sinistra si diceva che le Brigate Rosse erano la Cia, o qualcosa altro da sé, un compagno non può averlo fatto. Incominciò a cambiare quando si riconobbe il cancro interno: Lotta Continua con l’intervista di Gad Lerner e Andrea Marcenaro al figlio di Casalegno, il PCI con la morte di Guido Rossa. Ecco, all’Islam non servono prese di distanza, né sguardo imbarazzato e sdegnato. Servono dei Guido Rossa, un impegno fatto di nomi, di collaborazione, di pentimenti, di denunce. Serve che riconosca il male come interno a sé, e si domandi il perché, e lo combatta, e sia aiutato, sollecitato a farlo. Non basta il pilota giordano sbranato in Siria, serve l’impegno di ogni credente a essere intollerante con gli intolleranti. Non sono credenti che sbagliano: sono assassini che hanno per trofeo la libertà occidentale, ma anche quella dei tunisini, degli sciti, e di tanti musulmani indocili. Ma possiamo insegnarglielo noi, che della tolleranza abbiamo fatto un alibi ? Diciamo che siamo tutti Charlie, è già qualcosa.
Oggi…. je suis Charlie
Dimentichiamo per un giorno le prossime dimissioni di Napolitano ed i probabili candidati alla presidenza, dimentichiamo Renzi, il patto del Nazzareno, le diatribe politiche e calcistiche, l’Expo 2015, financo la questione del funerale di Pino Daniele. Dimentichiamo i vigili di Roma e l’assenteismo, i ponti appena costruiti che crollano, il freddo polare, i traghetti che bruciano e i capitani presunti eroi.
Oggi un pezzo della libertà è morta. La libertà di espressione, la libertà di satira. Il massacro a Parigi non solo del direttore e dei vignettisti di Charlie Hebdo, ma anche di semplici impiegati del settimanale satirico francese e di un poliziotto spero che serva ad aprire gli occhi agli europei del pericolo che rappresentano certi fanatismi che ci stiamo covando in seno come serpi velenose.
L’Europa ha la memoria corta, troppo corta. Nessuno ricorda più l’attentato terrificante a Madrid, con 192 vittime, quello di Londra del 2005 con 52 morti, quello di Tolosa e Montauban del 2012… I morti non ci hanno insegnato nulla.
Siamo come le tre scimmiette, non vediamo, non sentiamo e non parliamo, e chi parla paga assai caro. L’Europa è inerme, senza difese, ma solo perché le sfere in alto, mosse da non so quali interessi, vogliono così. L’Europa non esiste, è una pura identità geografica (una volta lo si diceva solamente dell’Italia), un’entità senza comuni origini e tradizioni, l’Europa dei banchieri e dei tecnocrati, come spesso viene definita, lacerata da forti dissidi interni. E se non si è compatti ed uniti, non si può vincere questo nemico che ci sta invadendo subdolamente…
Allora non posso che riportare un passo di chi aveva già previsto tutto con molto, molto tempo di anticipo…
Il declino dell’intelligenza è il declino della Ragione. E tutto ciò che oggi accade in Europa, in Eurabia, ma soprattutto in Italia è declino della Ragione. Prima d’essere eticamente sbagliato è intellettualmente sbagliato. Contro Ragione. Illudersi che esista un Islam buono e un Islam cattivo ossia non capire che esiste un Islam e basta, che tutto l’Islam è uno stagno e che di questo passo finiamo con l’affogar dentro lo stagno, è contro Ragione. Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro Ragione. Accettare passivamente le sciocche o ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l’arsenico nella minestra è contro Ragione. Assuefarsi, rassegnarsi, arrendersi per viltà o per pigrizia è contro Ragione. Morire di sete e di solitudine in un deserto sul quale il Sole di Allah brilla al posto del Sol dell’Avvenir è contro Ragione.
Oriana Fallaci
Terrorismo
Sarà perché sono nata in una provincia dove il terrorismo è stato attivo per oltre un ventennio, ma ogni volta che sento questa parola mi vengono i brividi.
Alessandro di Battista è del 1978, e senza dubbio dell’Alto Adige non ha mai sentito parlare come pure degli attentati di matrice sia rossa che nera o di matrice islamica o mafiosa che sono avvenuti negli anni di piombo, quali le stragi di Fiumicino nel 1973 e nel 1985, l’Italicus, la stazione di Bologna, Piazza Fontana a Milano, del rapido 904, via dei Georgofili a Firenze etc etc. (non finirei mai di elencare tutti questi fatti).
Sarebbe bastato consultare una buona enciclopedia, oppure documentarsi su internet, e certe cavolate dalla sua bocca probabilmente non sarebbero uscite.
Inoltre, come si fa a stare dalla parte di tagliagole (nel senso letterale della parola) che impongono a forza la loro religione? Moltissimi islamici da parte loro deplorano questo califfato instauratosi con la violenza, deciso a soppiantare Assad e continuando l’opera di Osama Bin Laden, cancellando cristiani, curdi e yazidi dalla faccia della terra (per adesso solo dal suo territorio), con stragi quanto mai efferate.
Qui in Italia, inizialmente era stato Manlio di Stefano, sempre del M5S, a pontificare che ci vuole rispetto per l’ISIS. Rispetto per chi effettua stragi e genocidio? Rispetto per chi rapisce donne e bambine per venderle come schiave? Rispetto per chi non professa il tuo stesso credo e distrugge case e luoghi di culto, marchiandone le abitazioni con un simbolo che le identifica come domicilio di cristiani?
Non dimentichiamo poi che il primo a schierarsi dalla parte dell’Islam a suo tempo era stato proprio Beppone nostro, visto che ha la moglie iraniana: mi chiedo se l’abbia mai portata in patria a sfoggiare i minuscoli bikini che indossa sulle nostre spiagge, ma forse è proprio lei a preferire di restare in Italia per non indossare l”hijab (e meno male che non è afghana, altrimenti le spetterebbe il burka).
Le parole di di Battista mi lasciano esterrefatta:
“Questo è un punto complesso ma decisivo. Nell’era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella. È triste ma è una realtà. Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato a distanza io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche non violente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana. Non sto né giustificando né approvando, lungi da me. Sto provando a capire.”
Già, perché yazidi, curdi e cristiani usano forse i droni? Allora di chi sono quelle lunghe code di persone che si inerpicano sulla montagna? E per questo si armerebbe di una cintura esplosiva e si farebbe saltare in aria in una metropolitana, causando la morte di tanti innocenti? Bel parlamentare che abbiamo… Se proprio ci tiene tanto, che si rechi nel califfato, unitamente a moglie e figlie, se le ha… con i miei migliori auguri.
Ho incollato un video che ho trovato poco dopo…è molto crudo, ma chi se la sente, può vedere di che razza di gente si tratta.
ATTENZIONE…SOLO PER ADULTI
Vittime
Dedicato a chi mi ha scritto di non dispiacersi per la morte dei tre ragazzi ebrei, perché al mondo ci sono tante altre vittime per tutte le guerre scatenate da “noi” occidentali, in Siria, in Ucraina e da altre parti del mondo e dice che a nessuno frega nulla di questi morti, quindi nemmeno a lui frega che tre ragazzi siano stati uccisi e fatti letteralmente a pezzi.
Invece a me dispiace per tutte le vittime indistintamente, ed a queste aggiungo le ragazze indiane stuprate ed impiccate, le pachistane lapidate, le afgane vessate dai talebani, i ragazzini africani considerati carne da macello e mandati a combattere, i bambini imbottiti di tritolo per trasformarli in bombe umane.
Non hai colto la differenza tra queste vittime ed i tre ragazzi: le prime SUBISCONO, e a loro favore ci sono solo marce, fiaccolate, selfie su Facebook col cartello al collo “basta violenza”.
Per i tre ragazzi come per le altre vittime israeliane invece, i palestinesi non aspettano altro che la rappresaglia, per poi dimostrare al mondo quanto Israele sia cattiva e violenta. E pure questa è un’azione vigliacca, al pari di chi addirittura presume che gli stessi israeliani abbiano ucciso gli studenti, anzi a loro ebrei non interessa affatto perché l’importante è distruggere la Palestina.
Finché in giro ci saranno certi cervelli bacati ogni azione sarà inutile. Ps. Dire che non te ne importa un tubo non fa onore alla tua intelligenza. Non farti imbrigliare dai pregiudizi.
E qui di seguito, come vengono addestrati adolescenti e pure bambini per farne dei futuri terroristi.
http://youmedia.fanpage.it/video/aa/UXaICuSwVdIRhKRG
1968…2006
Caro Mario,
rispondo al tuo commento con un post dedicato interamente a te, anche perché non sapevo come mettere altrimenti i filmati.
Ricordo bene la discussione avvenuta in Torre in quel marzo 2006, una Torre allora frequentata e brillante, non il deserto silenzioso in cui si è tramutata attualmente.
Posso assicurarti che le forze dell’ordine non facevano le belle statuine, anzi alcuni finirono pure in Pronto soccorso con lesioni varie, perché impegnati ad impedire che i militanti di O.N. venissero linciati dagli autonomi. http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/03_Marzo/11/milano.shtml
http://it.wikinews.org/wiki/Scene_di_guerriglia_a_Milano_da_parte_degli_autonomi
Ora, e non scambiare queste mie parole per un’apologia del fascismo, se un corteo è stato regolarmente autorizzato dagli organi competenti e se chi sfila, pur lanciando slogan che suonano male alle mie orecchie, lo fa in maniera ordinata mi sta anche bene, nel senso che tutto questo rientra nel sacrosanto diritto di esprimere le proprie opinioni e di manifestare il proprio pensiero, che si sia in accordo con esso o meno. Possono farlo CIVILMENTE anche gli avversari, ma questi ultimi cercavano esclusivamente lo scontro fisico, come adesso sta purtroppo succedendo in val di Susa.
Per quanto concerne il 1968 hai ragione, non ero ancora decenne, ma ne ho letto e sentito parlare molto, e posso quindi affermare tranquillamente che non solo è stato necessario, ma addirittura DOVEROSO. Lo sfruttamento dei lavoratori è una cosa odiosa, ed a tutti deve essere garantito un dignitoso tenore di vita. Inoltre la sicurezza sul posto di lavoro è un imperativo dal quale non si può né si deve derogare. Però se giustifico i cortei operai e le loro manifestazioni, non posso fare altrettanto con quanto successo nelle scuole, università soprattutto.
Trento…due passi da casa mia, culla di quello che sarebbe diventato il terrorismo delle Brigate Rosse, Curcio e la Cagol ed i loro compagni… Un “insegnamento” che è continuato per gli anni a venire, non del tutto estirpato.
Capisco la voglia di cambiare il mondo, un mondo ingessato dal conformismo, incancrenito dalla corruzione, devastato dal clientelismo…ma distruggerlo causando un sacco di morti? Ricordi i furti e le rapine chiamate “espropri proletari”? Ricordi che ad un certo punto perfino Pasolini si mise contro il PCI quando disse che i veri proletari erano i poliziotti che prendevano una miseria e che rischiavano la pelle? Quei poveri cristi in grigioverde invisi a tutti che avevano il solo torto di adempiere al loro dovere e che contarono pure loro vittime, ormai dimenticate.
Sono stati tempi bui che ora cerchiamo di seppellire nemmeno sotto un velo, ma sotto un macigno. Ed ancora adesso c’è gente che ne paga le conseguenze, come Torregiani che sta in sedia a rotelle, mentre Battisti se la gode al sole, viziato e coccolato prima dalla Madame (italo)francese e poi dal Lula e da chi lo ha sostituito.
Per dirla chiara, come la penso, anche i sindacati hanno le loro responsabilità. Innanzitutto credo che siamo l’unico paese al mondo con una miriade di sigle sindacali: la triade CGIL-CISL-UIL, aggiungici CISNAL, SinPa ed un’altra serie di sigle minori, altre addirittura locali, ulteriormente suddivise per rami di attività (fabbriche, pubblico impiego, trasporti, comunicazioni e chi ne ha più ne metta…). Sindacati che cercano adesioni per COLORE POLITICO. Ma che cavolo c’entra? Forse che le esigenze ed i sacrosanti diritti di un operaio democristiano erano differenti da quelle di uno comunista od ex-fascista? Il diritto al lavoro, alla sicurezza, alla dignità era e dovrebbe essere a tutt’oggi uguale per tutti a prescindere dall’orientamento politico, quindi via tutte le sigle e sindacato UNICO.
Ma allora quante chiappe si troverebbero senza sedia e senza il necessario trampolino di lancio per un incarico politico? Sono queste le storture che mi lasciano perplessa, anzi mi fanno incavolare di brutto!
Buona giornata con un abbraccio
Loredana
(PS. Per inciso…Sono stata rappresentante sindacale pure io, sempre CGIL..d’accordo che l’ufficio non è la fabbrica, ma certi discorsi che facevano, specie negli ultimi tempi, non mi andavano proprio….)
Cosa ne pensate?