Arrigoni
La morte dovrebbe passare sopra a tutte le miserie umane, piccole o grandi che siano. La morte dovrebbe insegnarci qualcosa. Non sempre è così.
La madre di Vittorio Arrigoni, cui va tutta la mia commiserazione per il modo incivile in cui è stato ucciso il figlio, si è rifiutata di far transitare il feretro dello stesso attraverso il territorio di Israele, – giustificando l’azione come conseguenza delle idee del ragazzo – e continuando così una spirale di odio.
Israele avrà i suoi torti, certamente, ma non è che i Palestinesi siano innocenti, attuando un terrorismo estremo contro i civili, vedi il recente attentato ad Itamar, in cui i terroristi hanno “coraggiosamente” massacrato cinque persone, padre, madre e tre bambini, di undici e di tre anni e l’ultimo dei quali di due mesi appena.
Alla luce di questi fatti non posso che chiamare “attivista” Vittorio Arrigoni, e non certo “pacifista”, perché quest’ultimo appellativo spetta solamente a coloro che NON parteggiano per nessuna delle due fazioni in causa, ma si prodigano perché venga raggiunto un accordo tra esse.
Ritengo quindi sbagliata l’azione della madre di Vittorio il quale, per avversione della sorte, è stato ucciso proprio da uno della parte che egli sosteneva.
Cosa ne pensate?