La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Gli incompetenti

…regnano sovrani, ed a tale scopo ecco un paio di esempi.

Limitare i pagamenti per contante a 1000 euro (mille e non più mille) non serve assolutamente a nulla: se ne era accorto persino Renzi che, dopo la cavolata fatta dal bocconiano Monti, aveva alzato nuovamente il limite a 3000 euro: non che servisse, ma era già qualcosa.

Obbligare la gente ad usare bancomat e carte di credito? Si penalizzano solo i ceti meno abbienti ed i pensionati anziani che solitamente non hanno conti correnti bancari e ritirano le loro pensioncine sotto i 1000 euro direttamente agli sportelli della posta.

Cosa credono di fare, con le manette agli evasori?

I GRANDI (e sottolineo GRANDI) evasori, continueranno come prima, perché hanno ben altri sistemi per eludere l’esosità del fisco: come al solito sarà colpito il piccolo/medio commerciante che magari, messo davanti al dilemma se pagare gli stipendi ai suoi dipendenti o versare l’IVA, solitamente preferisce la prima opzione. Mettendolo in carcere, semplicemente oltre rovinare lui, si metteranno sul lastrico anche le famiglie dei suoi dipendenti. Calcoliamo poi che spesso la presunta evasione è dovuta ad un errato accertamento, che si fa? Si mette in galera uno sulla base di supposizioni? E poi magari dopo parecchio tempo (in Italia certe cose, si sa, vanno per le lunghe) lo si scarcera con tante scuse, ma nel frattempo il danno è stato fatto…

Per ovviare a certe incongruenze c’è solo da riformare SERIAMENTE il fisco, riducendo la pressione e semplificando la burocrazia (basti vedere la cavolata della fatturazione elettronica, risoltasi in maggiori costi e maggior perdita di tempo): solo dopo si potrebbe eventualmente procedere con le “manette”: consideriamo che già ora esiste il carcere per frode fiscale e false fatturazioni

Questa smania giustizialista sembra fatta apposta per accontentare la “pancia” di un certo elettorato grillino che si ferma all’apparenza e non considera la sostanza.

Il sistema fiscale italiano è quanto mai assurdo: solitamente si dovrebbe ragionare in tal modo: i poteri costituiti stabiliscono a priori la percentuale che i cittadini devono versare (alta o bassa, non ha importanza: è solo a titolo esemplificativo). In seguito si verifica quanto i cittadini hanno guadagnato e si incassa la percentuale prestabilita. Infine lo stato tira le somme di quanto ha incassato, e stabilisce quale sia la destinazione degli introiti e quali servizi fornire ai cittadini.

Da noi invece si stabilisce a priori di quanto abbia bisogno lo stato, ed in base a questa stima si effettua una vera guerra contro i cittadini considerati a priori come evasori, specie professionisti e lavoratori autonomi, vessandoli con continue normative che cambiano di anno in anno, con controlli esasperati (che in realtà alimentano spesso la corruzione che si vorrebbe combattere), e spesso li si spoglia talmente che costoro ritengono che non sia più remunerativo lavorare.

Poi c’è la questione Ilva…inutile dire che pure qui affiora la mania “manettara”, ossia togliere lo scudo penale agli amministratori (con effetto RETROATTIVO!) spaventa l’Arcelor Mittal (che sta perdendo qualcosa come 2 milioni di euro al giorno) e potrebbe decidere di lasciare la produzione, mantenendo solo il mercato dell’acciaio (naturalmente acquistato all’estero! E da chi? Naturalmente Germania e Francia) ma spaventa ancor più i lavoratori in quanto si parla di un taglio di 5mila posti di lavoro. Il PD finalmente insorge, in contrasto con gli alleati di governo, e pure i sindacati sembra che si siano svegliati, sempre che non ci metta lo zampino la magistratura…


Siamo alla frutta

Il prezzo del sacchetto… è una tassa, ossia il corrispettivo per un servizio reso? Oppure un’imposta, ossia un prelievo forzoso per rimpinguare le casse statali? Resta il fatto che non è nessuna di queste due.
L’imposta dovrebbe essere commisurata alla capacità contributiva del soggetto, la tassa no, quindi il “corrispettivo per il servizio reso” (?) dovrebbe gravare su tutti, a parità di servizio, in eguale misura. Perché allora in alcuni supermercati il sacchetto costa solo 1 centesimo (Esselunga ad esempio), mentre in altri ne costa addirittura 5? Poi ci sono catene che vanno oltre, REGALANDO ai consumatori i sacchetti di CARTA: questo sì che è un aiuto all’ecologia.
Oltretutto non è ben chiaro se il prezzo del sacchetto andrà nelle casse dello stato o in quelle del supermercato (in ogni caso lo stato incasserà l’IVA sull’incasso della vendita dei sacchetti).
Inoltre non si potranno più mettere due o più generi di ortofrutta in un solo sacchetto, appiccicandovi i relativi scontrini, anzi, peggio, lo si potrà fare, ma ciascuno scontrino varrà comunque un sacchetto, indipendentemente dal numero dei sacchetti. Quindi se un consumatore volesse preparare un minestrone e in un solo sacchetto imbustasse 2 carote, 2 patate, 1 cipolla, un gambo di sedano ed una zucchina si vedrà conteggiare ben 5 sacchetti pur utilizzandone solo uno.
Questi legislatori stupidi non si rendono conto che la gente o si rivolgerà agli ortolani oppure acquisterà prodotti già confezionati.
In questo ultimo modo ovvio che la plastica, quella vera, non biodegradabile, aumenterà a dismisura. Pensiamo alle retine per le arance, ai vassoi in polistirolo ancora molto diffusi, ai fogli di plastica trasparente (domopak) che avvolgono detti vassoi, le buste che contengono insalata, prezzemolo ed altro.
Stupidi senza cervello.
E meno male che LORO, gli idioti, pensano all’ecologia.
Poi c’è tanta gente che si diverte prendendo per i fondelli chi ha stigmatizzato la nuova tassa sui sacchetti biodegradabili: per costoro siamo tutti dei cialtroni che spendono per tutto e poi si lamentano di un centesimo “che è pure giusto perché mette la parola fine alla plastica”.
Che uno stato non certo galantuomo, per non dire ladro (incassa tasse anche dai terremotati e non paga i suoi debiti a molti che hanno lavorato per appalti regolari) mi imponga l’ennesima gabella proprio non lo sopporto, anche se è solo un centesimo, per una questione di principio. Tutte queste tasse fanno schifo, siete contenti di pagarne di nuove?
Non auguro a chi prende per i fondelli per via del centesimo di avere un parente pensionato o una madre vedova da aiutare economicamente perché hanno una pensione da 500€: loro sì che guardano al centesimo, loro sì che si portano i sacchetti da casa per risparmiare e magari butterebbero pure un occhio nella spazzatura del supermercato per recuperare qualcosa di commestibile, come fanno tanti anziani poveri.
Zitti e muci.


Profondo rosso

Con quale coraggio ci hanno detto che per la prima volta questo Governo aveva abbassato le tasse?

Da aprile ci hanno continuato a ripetere il medesimo ritornello: siamo bravi, belli e buoni, abbiamo abbassato l’Irap, abbiamo abbassato il costo del lavoro, abbiamo fatto un sacco di riforme: quella della Pubblica Amministrazione, abbiamo riformato il lavoro, riformato anche il Senato, abolito le province, aiutato le imprese.

BALLE

Pochi giorni fa la rapina delle tasse sulla casa, aumentate a dismisura.

L’Irap…ci siamo sbagliati…e chiedono anche la retroattività di sei mesi.

Gli alluvionati? Oh, poverini, hanno la nostra comprensione, ma devono pagare comunque tutto e pure entro il 22 dicembre.

L’ultima, l’aumento assai probabile dell’IVA dal 10 al 22% sul pellet, oltretutto combustibile altamente ecologico, come se riscaldarsi in inverno fosse un lusso e non una necessità.

E mentre aumentano le pensioni di ben 6 euro LORDI, loro continuano imperterriti a spendere e spandere, mangiano a più non posso, non rinunciano nemmeno ad una briciola…e se capita magari intascano anche qualche bustarella.

In compenso, il povero Cottarelli era diventato scomodo…molto scomodo…


Pubblico impiego

Da qualche tempo leggo sempre più frequentemente su internet delle teorie semplicemente demenziali.

Secondo alcune persone i dipendenti pubblici non pagano le tasse. Se detti interventi fossero scritti da ignoranti potrei anche capire, ma tra loro ci sono anche molte persone che si intendono sia di contabilità che di lavoro e quindi la cosa mi lascia alquanto interdetta.

Qualcuno parla di “cuneo fiscale” adducendo, giustamente, che i lavoratori privati producono un lordo sul quale il datore versa contributi ed IRPEF, mentre il dipendente pubblico costa alla colllettività per il suo netto percepito più il mancato introito per contributi e tasse. Ma da qui a dire che i pubblici non pagano le tasse ce ne corre.

Ormai io sono fuori dal mondo produttivo da un po’ di tempo, però mi piacerebbe far vedere a certi individui lo statino dello stipendio che percepivo in quanto dipendente parastatale, per nulla differente da quello di un qualsiasi dipendente privato: retribuzione lorda cui si aggiungono eventuali straordinari (non sempre pagati) detratti i contributi previdenziali e le ritenute IRPEF.

PUNTO!

Lo stesso per altri tra parenti e conoscenti che sono invece dipendenti statali.

Se, come tanti scrivono, lo Stato non versa i contributi o l’Irpef in quanto queste voci rappresentano una partita di giro, di questo il dipendente pubblico non ha alcuna responsabilità perché queste poste passive vengono comunque detratte dal suo stipendio lordo. Ho letto anche altre scemenze per cui uno statale non saprebbe nemmeno a quanto ammonti la sua retribuzione lorda e parli solamente del netto: beh, chiedete ad un metalmeccanico o a un commesso di supermercato quanto percepisca al mese e vi dirà quanto prende al netto anche se tutti (statali compresi) sono a conoscenza degli importi lordi stabiliti dai vari contratti di lavoro. Se invece vogliono affermare che i dipendenti pubblici RAPPRESENTANO le tasse posso in parte concordare perché pure io sarei propensa ad eliminare tutti quei dipendenti necessari all’espletamento di quella montagna di burocrazia impostaci da leggi e leggine, montagna che va aumentando sempre più invece di diminuire.

Per il resto che facciamo?

Aboliamo gli insegnanti? Medici e paramedici? Forze dell’ordine? Magistrati? Esercito? Gli enti di previdenza? Gli impiegati dell’anagrafe e del catasto?

Le tasse servono anche a questo. L’unica cosa necessaria sarebbe riformare la pubblica amministrazione consentendo di licenziare i rami secchi ed improduttivi, gli impiegati che hanno un doppio lavoro, quelli che non svolgono scrupolosamente le mansioni loro assegnate. Ci vogliono seri controlli di produttività iniziando dall’alto. Ci sono fior di dirigenti lautamente retribuiti che dilapidano allegramente i fondi pubblici perché tanto non sono soldi loro. Le cronache sono piene di questi episodi e non sempre i responsabili pagano.

Il problema sta proprio nel numero eccessivo di dipendenti pubblici che lavorano poco e male, per lo meno in molti settori, mentre in altri sono sfruttati e sottopagati. Basti vedere il numero di dipendenti della regione Lombardia e confrontarli con quelli della Sicilia, o il famoso numero dei forestali calabresi confrontato con quelli del Trentino-Alto Adige. E’ inammissibile che al giorno d’oggi non si sia ancora in grado di valutare il lavoro di un dipendente e che ci sia ancora una marea di enti inutili per dare un posto  a certa gente.

Tra poco, dicono, dovrebbero eliminare le Province: forse risparmieremo sui compensi elargiti ai vari consigli e giunte provinciali, ma la marea di dipendenti dove la sistemeranno? Una parte magari verrà riassorbita dalla Regione, ma il numero rimanente invece di essere eliminato (per ragioni vuoi clientelari che altre) troverà comunque una sistemazione a nostro carico…e la farsa continuerà.

Pensate a quando si andava alla scuola elementare anche solo venti anni fa: c’era una sola insegnante più il prete per l’ora di catechismo, ora ce ne sono almeno tre per lo stesso numero di ore.

E molti di quelli che criticano a tutto spiano lo stato dimenticano che molte malefatte avvengono anche nel privato. Per la burocrazia, chiedete un mutuo alla banca, contate carte e controlli che richiedono, verificate i tempi di attesa ( e non sempre il mutuo viene concesso). Per la cattiva amministrazione, ricordate il caso Parmalat o quello Olivetti, tanto per fare un paio di esempi. Poste e trasporti sono stati privatizzati, ma non è che i servizi siano migliorati.

E per il resto tappatevi la bocca. 

 


gioca che ti fa bene

gioco541749_453045488132798_1428640277_nLo Stato una volta svolgeva un’attività non molto onorevole, quella del magnaccia, conclusasi con l’entrata in vigore della legge Merlin. Poco importa che poi le prostitute fossero costrette ad esercitare per strada, con i rischi che ne conseguono ed ingrassando i papponi.

Poi ha fatto anche lo spacciatore, con la vendita dei tabacchi, in regime di monopolio (ogni sostanza che provochi dipendenza è, di per se stessa, una droga). Adesso per paura di rimetterci qualche soldino se ne frega della salute degli italiani mantiene il monopolio dei tabacchi ma stratassa le sigarette elettroniche.

Infine, direttamente o indirettamente si mette anche a fare il biscazziere, castigando i comuni che vogliono proibire o limitare l’apertura di sale da gioco, http://www.corriere.it/politica/13_dicembre_20/strappo-slot-machine-meno-fondi-stato-comuni-virtuosi-1b139ba2-6940-11e3-95c3-b5f040bb6318.shtml però considera malattia sociale la ludopatia che lui stesso ha contribuito ad incentivare.

Uno stato che vive sui vizi dei propri cittadini e li utilizza per rimpinguare le casse erariali tramite imposte sui giochi, alcolici, tabacchi e poi paga loro la disintossicazione dai vizi, invece di istruire fin dalla più giovane età che le cattive abitudini vanno evitate, spiegando  i danni che provocano, non è uno stato serio. Allora tanto vale che lo stesso stato si metta a spacciare anche eroina e cocaina oltre alle altre innumerevoli droghe sintetiche che circolano.

Il gioco per lo più è appannaggio dei ceti più poveri che pensano di arricchirsi facimente con un “colpaccio”. Ovvio che mi riferisco a quelle dannate macchinette o ai biglietti dei gratta e vinci, perché se uno ricco sfondato vuole dilapidare il suo patrimonio nei bei Casinò nostrani o di oltralpe è liberissimo di farlo. Ma lucrare sulla pelle dei poveracci che semplicemente sperano di rimpinguare le proprie tasche dissanguate da un erario sempre più esoso è semplicemente criminale.


NUOVO GIOCO

Iva Imu Ires Tarsu Tares Tari Tasi Irpef …

Devo provarle giocando a Ruzzle


Inviato dal Veloce promemoria


Pillole (amare)

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Senza dubbio non ho una visione “globale” di quanto sta accadendo nel mondo, però in questo momento, con le aziende che chiudono, la disoccupazione che aumenta, l’inflazione che sale (strano, con la recessione in atto avrei pensato di più ad una deflazione), non mi interessa punto chi spia e chi viene spiato. I problemi reali vengono molto prima, e se ci dicono che la ripresa è vicina…no, non ci credo, basta girare per vedere serrande abbassate, confrontare i prezzi nei negozi, ascoltare i malumori della gente, di qualsiasi colore politico sia (ma la maggior parte è ormai disillusa). E questo, più che il governo del fare, mi sembra quello del procrastinare.

E chiudono i ciabattini mentre aprono i “Compro oro”, ai quali si rivolge la gente che svende i propri gioielli per far fronte a spese impreviste. Chiudono i piccoli alimentari, e prosperano le sale gioco, che alimentano i sogni di una grossa vincita, ma purtroppo questa eventualità si realizza assai raramente.

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E’ mai possibile che per pagare i fornitori lo stato abbia bisogno di una apposita legge? Già, perché il bilancio statale e degli altri enti pubblici e parastatali non si articola solo per la competenza finanziaria ed economica ma anche per i flussi di cassa, che vengono monitorati trimestralmente. Se la cassa (Tesoreria)  non lo permette, le spese vengono comunque impegnate sul bilancio di competenza originano un costo, poi per pagare c’è sempre tempo… E la massa dei residui passivi (ossia dei debiti per le spese non pagate) cresce a dismisura. E’ quello che in poche parole si chiama “fare il passo più lungo della gamba”, solo che in questa maniera sono le aziende fornitrici che restano senza liquidità… E guai a loro invece se tardano di un solo giorno a pagare quanto dovuto per tasse ed affini. Sembra che lo stato faccia loro un favore onorando i propri debiti…

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La grande bugia di stato: non abbiamo aumentato le tasse… Per IVA ed IMU e TARES tutto è stato rimandato ed ancora da decidere. Ma in compenso sono lievitati gli acconti. L’IRAP al 110%, l’IRES al 101%, l’IRPEF al 100% … E guai a sbagliare i conti se si presume un imponibile minore: il fisco non fa sconti.

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Abbiamo un grande patrimonio da sfruttare e lo mandiamo in malora. Parlo del patrimonio artistico. Le rovine che si rovinano sempre più, fino a ridursi ad ammassi di vecchie pietre dove le bellezze antiche ormai non si riconoscono affatto. Affreschi deturpati da muffe  ed umidità o scrostati. Antichi palazzi anneriti e mangiati letteralmente dal cancro del marmo. Quadri meravigliosi abbandonati nei magazzini o, se va bene, esposti malamente, senza criterio. Altra cosa sono i musei all’estero, con dei percorsi critici che ti aiutano a comprendere ed a “vedere” le opere d’arte col cuore e non solo con gli occhi. Ed a questo si aggiungono gli scioperi del personale dei musei: hanno sicuramente ragione, ma davanti al resto del mondo non ci facciamo certo una bella figura. Non parliamo poi della demenzialità di non usare i fondi che i privati destinano al restauro di alcuni siti di notevole valore artistico. Tutta una burocrazia non solo inutile, ma dannosa che di certo non incentiva nessuno a donare soldi allo stato per conservare quello che è, assieme ai nostri splendidi paesaggi, un tesoro incommensurabile. 


Per il nostro bene…

La cosa non mi tocca per nulla, in quanto forse bevo una Coca Cola all’anno. Ma l’aumento, prima solo ventilato, ora quasi certo dell’aumento di 3 centesimi per ogni lattina di Coca Cola, quindi di circa 10 centesimi al litro di tale bevanda , fatta PER IL NOSTRO BENE, francamente mi irrita. La cifra di per sé è irrisoria, quindi nessuno si priverà di una lattina rinfrescante, ed il beneficio allora non andrà alla nostra salute per una diminuzione del consumo degli zuccheri, ma esclusivamente alle casse dell’Erario. Ce ne sono di cose molto più dannose, come il tabacco ed il fumo passivo, ma in questo caso lo Stato si limita ad una generica iscrizione – Nuoce gravemente alla salute – sui pacchetti di tabacco e sigarette,

ed anzi ne detiene il Monopolio della vendita…bell’esempio da dare ai cittadini. Poi ci sono i grassi per il colesterolo, l’alcool per la cirrosi epatica, il sale per l’ipertensione… No, qui si vogliono solamente rimpinguare le casse statali raschiando il fondo del barile, ma la pecora a forza di essere tosata può anche morire. Al Governo, recentemente bacchettato dal FMI per l’eccesso di imposte che soffoca ogni crescita (allora il tanto vituperato Berluscono aveva ragione?), ricordo una data…20 aprile 1814, il giorno della Battaglia delle Ombrelle, in cui venne linciato a Milano il ministro delle Finanze Giuseppe Prina, efficacemente descritta nel libro “Cento anni” di Rovani…(libro XVII capitolo IV) http://bepi1949.altervista.org/centoanni/17.htm . , ministro che si era reso inviso alla popolazione per l’assurdo aumento dei tributi, diretti a foraggiare le guerre napoleoniche.

Non dico di arrivare a tanto, ma il malcontento cresce, i mugugni pure…forse sarebbe il caso di cominciare a colpire i privilegi, ma si sa, quando si tratta di difendere il proprio prticello, tutti fanno quadrato, prescindendo dal colore politico.


avanti tutta….

Bene, per ora tasseranno superalcolici, succhi di frutta e bibite gassate , seguiranno a breve le merendine ed i cibi ricchi di colesterolo.

Naturalmente, quelli confezionati o in vendita presso i supermercati ed i fast food. Nessuno, credo, tasserà una salsiccia fresca acquistata dal macellaio o una fetta di lardo di Colonnata comperata dal pizzicagnolo all’angolo. Certo è che i tecnici sono infaticabili, pur di rastrellare soldi se ne inventano una al giorno.

Ma questa le batte tutte. Con la scusa di salvaguardare la nostra salute, di tenere a bada colesterolo ed obesità … Ma perché non guardano invece i mangimi che danno agli animali da macello? O non limitano, per legge, la quantità di pesticidi che avvelenano frutta e verdura? Sinceramente, preferisco mangiare una salsiccia confezionata dal mio macellaio di fiducia piuttosto di un petto di pollo comprato al supermarket che appena messo in padella puzza di pesce… Carne magra, certo, ma con cosa è stata nutrita quella bestia?

E perché , sempre per salvaguardare la salute, non regolamentano i componenti micidiali di certi prodotti per la pulizia della casa o addirittura per l’igiene personale, che causano allergie respiratorie e dermatosi?

No, si attaccano alle merendine, quando basterebbe limitare i grassi idrogenati o sostituirli con componenti naturali, o limitare gli zuccheri ed il sale, usare farine integrali invece delle 00, prive di elementi nutrizionali.

Domanda: ma tra le bibite gassate è inclusa pure l’acqua frizzante?

Mi aspetto quanto prima l’eliminazione d’ufficio di tutti gli ultrasettantenni per salvare le casse dell’INPS… perché così moriremo prima, però sani e senza colesterolo e glicemia alta!


Ragionevole dubbio

E’ successo nella civilissima Svizzera.

Una signora si è scordata di corrispondere la tassa per il suo cane, e gli inflessibili gendarmi si sono presentati a casa sua per prelevare la bestiola, un barboncino, per poi sopprimerlo.

Non oso pensare cosa avrebbe potuto succedere se la signora in questione non avesse pagato la retta dell’asilo per il figlioletto…..