La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Articoli con tag “talebani

Talebani


I talebani ed i loro omologhi iconoclasti adepti dell’ISIS sono tra noi.
Non solo quelli che hanno distrutto i Buddha di Bamiyan o la città di Palmira con i suoi antichissimi reperti, decapitandone il curatore Khaled Assad, ma anche quelli residenti in Italia.

Capostipite la nostra presidente che vorrebbe radere al suolo tutti i monumenti fascisti che mettono in imbarazzo i suoi superstiti amici partigiani.
Io di arte e di architettura mi intendo ben poco, però conosco il “razionalismo”, ossia lo stile che ha caratterizzato  buona parte del periodo mussoliniano: uno stile essenziale,  scarno, però spesso arricchito da statue e bassorilievi.
Dovremmo radere al suolo l’EUR con i suoi archi che ricordano il Colosseo?

O il Foro italico?

Qui a Bolzano, pur senza l’assistenza (?) della presidente gli scempi sono già stati compiuti. Basti pensare alla snaturalizzazione del ponte Druso, con le sue aquile ed i bracieri, 

alla scritta luminosa che avvolge una delle colonne del monumento alla Vittoria

 

 

 

 

 

o alla scritta che tra non molto coprirà parte dell’enorme bassorilievo che adorna il palazzo degli Uffici finanziari, una frase di Hannah Arendt che recita “nessuno ha il diritto di obbedire”. Frase per me un po’ astrusa: “diritto”? Io avrei detto “dovere”: se un ordine è palesemente illegittimo è un DOVERE la disobbedienza.

Per non parlare dell’abbattimento di quello che fu il palazzo del Turismo, poi divenuto Cineteatro Corso.

Secondo l’idea della presidente, una buona parte di Bolzano dovrebbe essere rasa al suolo: iniziando dall’edificio del IV Corpo d’Armata e la Fontana dei Legionari, recentemente restaurata, dai palazzi INA, le case INCIS, la Stazione con le statue che l’abbelliscono

il Monumento alla Vittoria con i busti di Battisti, Chiesa e Filzi (già vandalizzati ad opera di estremisti sudtirolesi), oltre alla statua del Redentore,

 

il Tribunale

che fronteggia i sunnominati Uffici Finanziari, lo Stadio,

il Lido,

le case ex GIL, ora sede di altre strutture,

 

ma anche le fabbriche della zona industriale e tante case popolari e private.

Praticamente una follia.

 

Foto tratte dal web

 

 

Razionalismo (dal web) Foto tratte dal web

Questa architettura si sviluppa negli anni dopo la prima guerra mondiale in America e in particolare a Chicago, distrutta da un incendio.
Le sue due caratteristiche fondamentali sono: il misticismo utopistico e il culto della logica. Le sue matrici fondamentali sono: l’esperienza della Bauhaus in Germania, De Stijl in Olanda, il Cubismo francese; dalle quali riprende la tendenza alla sintesi estrema degli elementi. La necessità di costruire edifici capienti in modo rapido porta all’utilizzo di materiali innovativi quali: il ferro, il vetro e il cemento armato. Utilizzati senza ornamenti ma lasciati a vista.
Il calcestruzzo armato rivoluziona i metodi costruttivi poiché utilizzandolo è possibile sia costruire edifici di notevoli dimensioni e senza ricorrere a vari accorgimenti strutturali per evitare il soprappeso, sia di creare spazi interni indipendenti dalla struttura portante, sia infine di costruire un edificio sollevato da terra. Il calcestruzzo armato è formato da cemento, sabbia, ghiaia, impastati con acqua; il composto così ottenuto viene colato all’interno di strutture in legno con al centro un’armatura di ferro.
Il primo ad utilizzare questo nuovo materiale fu Francois Hennebique per realizzare solai, ma il primo ad utilizzarlo a vista fu Auguste Perret con il palazzo di Rue Franklin a Parigi. L’architettura razionalista nasce per la risoluzione di alcuni importanti problemi: modificare i dormitori abitati dagli operai rendendoli luoghi più abitabili. Frenare la speculazione edilizia con dei piani regolatori. Risolvere i problemi legati al traffico delle automobili. Creare un’architettura migliore che rifletta una società migliore. Le radici di questo nuovo tipo di architettura vanno ricercate nelle soluzioni semplicistiche adottate nel passato come: nella romanità, nel rinascimento, nell’illuminismo. Questo stile si tramuterà poi nell’International Style, con diverse degenerazioni dovute a due principali cause:
-Idee architettoniche applicate senza tenere conto del paesaggio circostante e delle sue caratteristiche.
-Quando non vengono prese in considerazione l’importanza dell’armonia d’insieme e della funzione e della forma.
A Bolzano si trovano esempi di architettura razionalista negli edifici di Piazza della Vittoria – Piazza IV Novembre -Coroso Libertà – Piazza Mazzini – Corso Italia – Piazza Tribunale – Piazza Cristo Re – Piazza Adriano – Viale Druso – via Trieste.


Iconoclasti

In Alto Adige esistono alcuni punti di contrasto tra i due principali gruppi etnici, l’italiano ed il tedesco. Tralascio i ladini, solo per una questione numerica, perché in realtà li considero i più importanti, essendo i veri eredi dei Romani che a suo tempo giunsero in queste terre.

Uno di questi fattori di contrapposizione è il monumento alla Vittoria, fortemente voluto da Mussolini, che riporta sul frontone una frase ritenuta offensiva dal sudtirolesi : ” Hic patriae fines siste signa, hinc ceteros excoluimus lingua, legibus, artibus”, ossia “Qui sono i confini della Patria, poni le insegne, da qui educammo gli altri con la lingua, le leggi, le arti”. Sotto l’arco sono ospitati i busti di Cesare Battisti, Damiano Chiesa e Fabio Filzi. Il monumento e le erme sono stati oggetto più volte di attentati e vandalismi, tanto da dover recingere l’arco con una cancellata.

Lasciato parecchi anni in stato di abbandono, per evitarne il totale degrado, si sta provvedendo solo ultimamente a restaurarlo, ma probabilmente, grazie a quanto esporrò qui di seguito, il restauro sarà abbandonato.


A Brunico c’è il monumento all’Alpino: dapprima a figura intera, pur esso oggetto di attentati, è stato mutilato fino a ridurlo ad un busto senza braccia.



Infine c’è il bassorilievo sul frontone dei palazzi finanziari, che fronteggiano il Tribunale, tra le cui figure campeggia, a cavallo, Mussolini.


Il caro ministro Bondi, pur di assicurarsi l’astensione di ben 2 deputati della SVP, ASTENSIONE PER ALTRO NON NECESSARIA, ha pensato bene di barattare la permanenza sulla propria sedia con concessioni al partito di identità tedesco relativamente ai monumenti in oggetto. Ora, ben lungi da me l’essere fascista, mi chiedo: quanti anni sono passati dalla “Grande guerra”? Si parla infatti del primo conflitto mondiale, i monumenti fanno ormai parte della storia, che non può essere cancellata. Che male può fare un bassorilievo, che oltretutto ben pochi notano? Che male fa un monumento all’Alpino (considerando inoltre che molti ragazzi sudtirolesi di lingua tedesca hanno prestato servizio militare in questo corpo glorioso)? Che male fanno 3 busti marmorei ed una scritta in latino?

Allora si distruggano tutte le statue in giro per l’Italia e nel mondo, perché ciascuno di noi avrebbe ragione di detestare un qualsiasi personaggio del passato.

Ah.. A suo tempo a Bolzano c’era un bellissimo ponte (ponte Druso) tutto in granito rosa, adornato con 4 gigantesche aquile poggiate su fasci littori, e da 4 bracieri sorretti da elmetti. Una sera, durante una delle tante sedute del consiglio Comunale, quasi con un colpo di mano, fu deciso, con la scusante dell’allargamento del ponte, lo smantellamento dei manufatti. Sparite non solo aquile e bracieri ma pure i parapetti, sostituiti da anonime ringhiere di ferro. Anni ed anni dopo si decise di abbellire un poco quello squallore ripristinando i parapetti non più in granito bensì in una anonima graniglia liscia chiara, che crea un orrendo contrasto cromatico con le arcate originarie, ed installando, al posto delle aquile e dei bracieri, delle fioriere oblunghe, tristissime da vedersi.



Certi politici locali, ancora pieni di acredine dopo quasi un secolo, si comportano alla maniera dei talebani che distrussero le millenarie statue di Buddha, mentre il nostro ministro forse non si è reso conto di cosa ha combinato pur di pararsi il…pardon, di conservarsi la poltroncina.