Pioggia
Piove e tu dici è come se le nuvole piangessero. Poi ti copri la bocca ed affretti il passo. Come se quelle squallide nuvole piangessero?
Impossibile. Ma allora: da dove questa rabbia,
questa disperazione che ci condurrà tutti al diavolo?
La Natura nasconde alcuni dei suoi processi nel Mistero, il suo fratellastro. Così questa sera che consideri simile a una sera da fine del mondo più presto di quel che credi ti sembrerà soltanto una sera triste, una sera di solitudine smarrita nella memoria: lo specchio della Natura.
Oppure la dimenticherai. Né la pioggia, né il pianto, né importano i tuoi passi che risuonano durante il percorso sulla scogliera.
Ora puoi piangere e lasciare che la tua immagine si disperda nei parabrezza delle auto ferme lungo il Paseo Marítmo.
Ma non puoi perderti.
Roberto Bolaño
2666, La parte dei critici
Gli piaceva rientrare di notte e camminare per strade e strade senza incontrare nessuno. Gli piaceva il colore dei lampioni e la luce che inondava le facciate delle case. Le ombre che si spostavano man mano che lui si spostava. L’alba color cenere e fuliggine. La gente di poche parole che si ritrovava a pub, di cui divenne cliente abituale. Il dolore, o il ricordo del dolore, in quel quartiere era letteralmente risucchiato da qualcosa senza nome che si trasformava, dopo tale processo, in vuoto. La consapevolezza che questa equazione era possibile: dolore che alla fine si fa vuoto. La consapevolezza che questa equazione era applicabile a tutto o quasi.
Roberto Bolaño
Cosa ne pensate?