La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Articoli con tag “ricchezza

Elogio della ricchezza

Certe prese di posizione contro la ricchezza sanno solo di invidia.

Ultimamente molti se la sono presa con Flavio Briatore per la sua frase in cui asseriva che i poveri non hanno mai creato lavoro, senza contare che questa è semplicemente una verità.

Una semplicissima constatazione: il ricco, a meno che non sia un avaro per natura, tende ad aumentare il proprio patrimonio o perlomeno a mantenerlo inalterato, e per fare questo deve necessariamente investire. I soldi nascosti sotto il materasso o la mattonella del pavimento, come in Totò, Peppino e la malafemmina, non producono nulla, sono sterili.

Investendoli invece si crea un duplice vantaggio: il denaro non solo si moltiplica ma, creando occupazione, arricchisce anche gli altri.

Fa specie leggere invece una frase di un sociologo, certo De Masi, che dichiara che Briatore non conta nulla e che la sua ricchezza la deve solo ai lavoratori. Fosse vero, non ci sarebbe disoccupazione, ciascun lavoratore basterebbe a se stesso e non dovrebbe preoccuparsi di globalizzazione, delocalizzazioni, chiusure di imprese, fallimenti…

L’imprenditore per la sua natura deve assumersi il rischio, deve attuare determinate strategie perché la sua azienda prosperi, e con essa pure i suoi dipendenti. L’imprenditore non ha ferie e festività pagate, malattie pagate, permessi pagati, previdenza e assicurazione pensionistica, cose che invece spettano, giustamente, al lavoratore: a quest’ultimo si chiede solamente di svolgere bene il compito per il quale viene retribuito, e per un imprenditore un bravo dipendente è prezioso.

Questa tutela è vero che nasce dalle rivendicazioni operaie, quando i lavoratori erano sicuramente sfruttati, però al giorno d’oggi, grazie o per colpa dei sindacati, certe tutele sono fin troppo svantaggiose nei confronti di chi crea lavoro, gravandolo di costose ed onerose incombenze.

Inoltre le “regalie” attuate dallo stato quali certi ammortizzatori sociali davvero irrazionali non incentivano certo le persone a cercarsi un’occupazione, anzi… Inoltre questi ammortizzatori sono distribuiti in maniera assurda: abbiamo fondi sperperati in mille rivoli: Naspi, DisColl, assegni familiari tanto scarsi da rasentare il ridicolo, 80 euro, cassa integrazione ordinaria e straordinaria, contratti di solidarietà, assegni sociali, bonus bebè, per non parlare dei voucher ed altre erogazioni che sommano a circa 40 milioni di euro annui senza raggiungere un vero risultato, ossia creare occupazione. Lasciando invece mano libera agli imprenditori, senza costringerli a delocalizzare o a cercare mano d’opera a basso costo e quindi poco qualificata, si otterrebbe il duplice vantaggio di diminuire la disoccupazione ed aumentare, grazie alla tassazione delle retribuzioni, anche il gettito statale.

 


questione di soldi

lira-euro-transizioneQuello che molti non capiscono.

Non è tanto la questione Euro o non Euro, Lira o non Lira.

Non importa come si chiami la moneta: è sempre un pezzo di carta che rappresenta qualcosa.

Una volta rappresentava le riserve auree (la cosiddetta “convertibilità”); adesso dovrebbe rappresentare la ricchezza di un paese espressa in altri termini: materie prime, fabbriche manifatturiere, beni archeologici ed artistici, turismo, manodopera etc, in poche parole le attività produttive di una nazione.

Ma se uno stato rapace e predatore tassa le attività produttive in un modo asfissiante, costringendole a chiudere e/o a cercare lidi migliori, questa moneta non sarà altro che carta straccia senza valore.

L’unica via per riprendere a crescere è quindi una tassazione equa ed una seria riduzione delle spese correnti, altrimenti impediremo sia lo sviluppo che la crescita, innescando un circolo vizioso per cui meno attività produttive produrranno meno introiti fiscali, il che si concretizzerà in un aggravio di tassazione sulle attività rimanenti e così via…


Discussione col “comunista”

 

miliardari

Non si fraintenda, il”comunista” in questione è un mio contatto di Facebook, che per altro stimo molto, nonostante la divergenza di idee.

Ma quando sul suo diario vedo condivisa una simile cosa, mi si rizzano i capelli in resta.

I 62 megamultimiliardari che hanno una ricchezza pari a 3 miliardi e mezzo di persone non fanno girare l economia , anzi la bloccano, perché in 62 non hanno bisogno di beni e servizi quanto ne avrebbero bisogno i tre miliardi e mezzo.
Il problema sta qua nella ridistribuzione del reddito. “

 

Mi sa che sia il “comunista” che l’amico dal quale ha condiviso il post non abbiano ben chiaro il concetto. Avere tutti quei soldi non significa lasciarli inutilizzati nel forziere come faceva Paperon de’ Paperoni. Significa invece investirli in attività produttive che ovviamente producono posti di lavoro. Mi si è obiettato che questi capitali vengono dirottati nei paradisi fiscali, ed ho controbattuto che nei paradisi fiscali hanno residenza FISCALE grandi gruppi economici e finanziari che risparmiano sulle tasse per poi reinvestire in altre attività. Le uniche attività improduttive in realtà sono quelle gestite dallo stato. Alcune, come la difesa, la sanità e la scuola sono necessarie, anche se le ultime due potrebbero benissimo essere svolte anche da privati, ma senza giungere ad un liberismo portato all’estremo, diciamo che è bene che sia lo stato ad occuparsene. Sempre il mio “amico” mi scrive che è a conoscenza di diversi imprenditori che hanno smesso di investire nella propria azienda per dedicarsi ad operazioni speculative per  guadagnare facilmente ed in poco tempo…beh, auguro loro di non aver investito in Banca Etruria o MPS. Io invece conosco diversi negozianti costretti ad abbassare la saracinesca per l’eccessiva tassazione,e dai giornali si legge anche di parecchi suicidi. Mi sembra ovvio che chi detiene un capitale cerchi di farlo fruttare al meglio e questo non lo si ottiene tenendolo immobilizzato presso una banca (specie in questo periodo), ma si cerca di farlo rendere al meglio creando attività. E creare attività cosa comporta? Istituzione di imprese, fabbriche ed altro che in tal modo a loro volta creano posti di lavoro quindi maggiore ricchezza. Ma far capire questo ad un “comunista” è parecchio difficile… 🙂

paperondepaperoni


schiavi o padroni?

C’è la crisi, e tutti si affrettano a vendere titoli rappresentativi di una ricchezza costruita solamente sulla carta e su valutazioni di varie agenzie di rating, rifugiandosi nell’oro, il quale oro, se hai fame, non puoi certamente mangiarlo..

Tutti mirano alla ricchezza, vera o fasulla che sia, quasi che ammassare soldi, titoli, preziosi serva a qualcosa. Quando hai il necessario, e pure qualcosa di più, un tetto, qualche risparmio per non essere di peso a nessuno quando arriverà il tempo, del resto che te ne fai? Siamo ormai schiavi di un consumismo sfrenato, che ci “costringe” ad avere sempre di più, sfoggiare le ultime novità tecnologiche, esibire beni e bellezze (spesso costruite artificialmente) come fossero status symbol. Quindi non possediamo, ma siamo posseduti, in poche parole siamo schiavi.