La matematica è un’opinione, a volte
Prendo spunto dalla mail di un amico e dalla seguente vignetta, nonché dalla riflessione di un mio contatto di facebook.
No, Renzi non ha vinto da solo (41%) contro tutti (59%).
Si sta facendo passare un messaggio fuorviante. I referendum vengono indetti proprio perché certe decisioni debbono essere trasversali alle decisioni dei partiti.
È pur vero che in questo caso si è voluto dare anche un messaggio politico, resta il fatto che in caso di elezioni non credo proprio che il premier (per adesso ancora saldamente assiso sulla sua poltrona, sembra per intervento di Mattarella) avrebbe avuto un tale consenso.
La percentuale di voti favorevoli non rappresenta certo un apprezzamento su di lui.
Ricordate Pannella? Anche le sue proposte superavano non solo il quorum ma ottenevano pure la maggioranza, il suo partito restava ancorato al 4%, anzi, molto spesso la sua lista non riusciva neppure a superare lo sbarramento per poter accedere alle elezioni.
Quindi il risultato referendario nulla ha a che vedere con il risultato elettorale.
Poi mi ricorda molto il famoso 41% alle europee grazie al quale Renzi riuscì a prendersi la segreteria del PD, il 41% di una misera parte di votanti corrispondente a circa il 17% degli aventi diritto al voto.
I numeri a volte vanno interpretati. Non so se le mie conclusioni siano esatte, è una mia opinione strettamente personale.
L’unica cosa della quale sono sicura è che non vedo prospettive, né da destra né da sinistra, e che sarebbe finalmente ora di abbandonare questi schieramenti (quanti “nostalgici” dietro questi vicaboli) ed iniziare a ragionare in termini puramente economici, trovando un giusto equilibrio tra le nostre risorse e la politica assistenziale.
Piccola analisi.
Passi per regioni e province da sempre “rosse”, ma l’Alto Adige?
È un paradosso, ma la nostra autonomia (non credevo alle parole di Renzi che gli statuti di autonomia non sarebbero stati toccati) sono stati salvati dalle regioni a statuto ordinario! Mi consola il fatto che Bolzano città invece ha votato per il NO anche se solo per 99 voti, tra i quali il mio e quello di mio marito : una sfacchinata andare e tornare da Milano solo per mettere una croce, ma ne è valsa la pena. Il degrado cui sta andando incontro la mia città è sotto gli occhi di tutti e questo ha inciso, anche se non in maniera decisiva.
Non mi spiego il SÌ a Milano. Vuol dire che si sono meritati Pisapia prima e Sala adesso…
Però per adesso mi godo questa piccola vittoria, io, parte di un’accozzaglia, quando la vera accozzaglia è quella messa su da un burattinaio che muove i fili (ma vattene in pensione! ), insediata da manovre di palazzo per mantenere i propri privilegi, pronta a cambiare bandiera a seconda degli interessi.
La gente ha dimostrato di saper scegliere da chi vuole essere rappresentata e se chi ha scelto sbaglia, via, a casa.
L’unica mia paura? Renzi si dimette. Mattarella gli rinnova l’incarico, lui accetterà per il bene dell’Italia, il parlamento gli darà la fiducia per paura di perdere lo scranno sotto il deretano e noi ce lo cucchiamo fino al 2018.
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Inviato dal Veloce promemoria
In attesa
Al di là del risultato del referendum, ci sono alcune cose che non sono riuscita a digerire.
Non perdonerò mai a Mirko Tremaglia di aver proposto il voto agli italiani all’estero, ed al governo Berlusconi di averla fatta approvare. Questo perché è inconcepibile che persone che qui non risiedono, che qui non lavorano (per necessità o per libera scelta) che qui non pagano tasse e che a volte a malapena si ricordino la lingua italiana, debbano decidere della vita e delle sorti di chi in questo disgraziato paese ancora ci abita. Sei all’estero? Restaci, ma non interferire con la vita di chi ci abita. Posso approvare una conclusione diversa da quella che ho scelto io e rispetterei senza dubbio una decisione non conforme alle mie aspettative purché espressa da una maggioranza RESIDENTE IN ITALIA.
Non approvo chi non è andato a votare : è, giustamente, una loro scelta, però questa volta la posta era troppo alta e meritava più attenzione.
Mi ha disgustato l’ossessiva presenza di Matteo Renzi su tutte le cretini televisive, pubbliche e private, alla faccia della par condicio. Apriti cielo se l’avesse fatto qualcun altro!
Ora aspetto i risultati definitivi.
Ha detto
Se vince il No si torna indietro di 30 anni
Cioè a quando i genitori ed i nonni avevano più risorse economiche dei giovani di adesso.
NO NO NO NO NO NO NO
Io ci spero…
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Inviato dal Veloce promemoria
le ragioni del NO
Con un’unica domanda, si vogliono modificare ben 47 articoli della Costituzione, nella quale sono sancite la democrazia e la tutela delle minoranze, oltre ai diritti civili e sociali.
Questa riforma è pessima, in quanto promuove l’accentramento di tutti i poteri allo stato, depotenziando le autonomie regionali, anche (anzi, sopratutto) quelle delle regioni a statuto speciale.
Come altoatesina, sono consapevole che ben 20 competenze, molte delle quali assai importanti quali la tutela della salute, la sicurezza e le politiche sul lavoro, l’istruzione e la formazione professionale, la disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, la tutela del territorio, la costruzione e manutenzione delle strade, conquiste che la Provincia Autonoma è riuscita ad ottenere dopo anni di trattative tramite la riforma costituzionale del 2001, ricadranno sotto la competenza legislativa dello Stato, vanificando quanto ottenuto in precedenza. Dall’efficienza della nostra Provincia in moltissimi campi si ritornerebbe al parassitismo centralista ed alle sue lungaggini.
La cosiddetta “clausola di salvaguardia” (art.39, comma 13) non è abbastanza forte per garantire la tutela dell’autonomia: è infatti una disposizione transitoria con una validità temporalmente limitata. In pratica si produrranno moltissime controversie che, portate davanti alla Corte costituzionale, verranno senza alcun dubbio interpretate restrittivamente a favore di uno stato centralista.
Questo per quel che concerne l’autonomia ed un probabile passo verso il federalismo regionale, spesso auspicato.
Per quel che invece concerne la democrazia si arriverebbe certamente ad una governabilità del paese, ma senza alcuno spazio per le opposizioni.
La riforma infatti comporterebbe tagli evidenti alla nostra democrazia, con una legge elettorale per nulla rappresentativa della volontà di noi cittadine e cittadini: se la lista più votata dovesse ottenere almeno il 40% dei voti otterrà un premio di maggioranza ovvero l’assegnazione di 340 seggi su 617: si tratta del 55% dei seggi! Se invece nessun partito dovesse arrivare al 40% dei voti, scatterebbe un secondo turno elettorale per assegnare il premio di maggioranza. Accederebbero al secondo turno le due liste più votate al primo turno, e il vincente otterrà un premio di maggioranza tale da arrivare 340 seggi ovvero il 55%, ciò anche se dovesse vincere per un solo voto e comunque non avrebbe ottenuto effettivamente il 55% dei voti. E questa è democrazia?
Cambiamento
Ricordate il tricolore, “Fratelli d’Italia”, il cavallo bianco e “la più bella del mondo” che era delitto cambiare?
Scusate, s’è sbagliato.
Roberto ha cambiato idea.
O è un bugiardo, come Pinocchio.
Anzi PDocchio
Referendum
Giusto sessant’anni fa gli Ungheresi affrontarono una dura battaglia per liberarsi dal giogo comunista, battaglia purtroppo persa, costata tante vite umane ed altri decenni di dittatura.
Ieri erano chiamati alle urne per “mitigare” la dittatura europea in materia di accoglienza dei “profughi” e delle relative quote imposte.
Speravo che in molti raccogliessero l’invito di Orban e andassero a votare. Il quorum non è stato raggiunto per poco, ed i NO alle quote imposte dall’UE è stato del 98% dei votanti, che corrisponde comunque ad un buon
42% dell’intero corpo elettorale.
La questione comunque è che la maggioranza non si è espressa, e questo mi dispiace molto.
Chi se la ride sotto i baffi, adesso come 60 anni fa, è solo un figuro che ancora oggi muove i fili della nostra politica.
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Inviato dal Veloce promemoria
Brexit
Oggi nel Regno Unito si vota per il referendum.
Al di là delle ragioni e dell’esito, volevo far notare che si vota di giorno FERIALE dalle 7 alle 22.
Perché questo non avviene anche in Italia, dove si aspetta sempre la domenica e, talvolta, pure il lunedì mattina?
Premesso questo, mi chiedo cosa diamine c’entrino gli inglesi con l’Europa.
Hanno mantenuto la sterlina, hanno conservato i loro sistemi di misura, guidano a sinistra…
Già questo fa capire che sono avulsi dal resto del continente.
Qualche giorno dopo…
Passato il referendum, la questione si sposta ora sul fattore quorum.
C’è chi ha criticato gli astensionisti (io sono tra questi), dicendo che votare è un dovere civico.
Ebbene, per me votare è una facoltà, non un obbligo.
Fino ad oggi non ho perso nessuna delle votazioni politiche ed amministrative – anche quando la scelta si era fatta difficile – ma si trattava di decidere a chi affidare il governo della nazione o delle nostre città, e qualche volta sono stata costretta a scegliere il meno peggio.
Per il referendum la questione è differente.
Il 50% +1 necessario per raggiungere il quorum ha una sua valenza, ed è ben spiegato nel ritaglio di giornale che allego.
Spiego più dettagliatamente del perché c’è un quorum nei
referendum.
Ipotizzo una parte politica di “furbi” (nessun riferimento alla presente) che elabora un referendum incomprensibile alla maggioranza della gente, ma che si ripercuoteri pesantemente sulla vita e sulla libertà di tutti. La parte politica di furbi non fa campagna elettorale, nessuna pubblicità, anzi fa passare tutto sotto silenzio.
Arriva il giorno del referendum senza quorum, in cui vanno a votare solo le cosiddette truppe cammellate – ben edotte – che magari non arrivano neanche al 10 % dell’ elettorato, ma votano compatte ed ovviamente vincono.
In questo modo , prendono una decisione importantissima , alla facciaccia di tutti e gioiscono per il successo. Ed è quello che temo per il prossimo referendum sulle riforme istituzionali, dove pochi ci hanno capito qualcosa e dove i soliti obbediranno agli ordini di scuderia.
Ritornando invece al referendum di domenica scorsa: a mio parere non ha senso che chi è contrario si sia recato a votare NO.
Mi spiego.
Se per ipotesi gli elettori fossero un milione in totale e il 50% di loro votasse SÍ, ed io unica contraria per un presunto senso civico mi recarsi a votare NO, mi darei da sola la zappa sui piedi perché il mio unico voto di dissenso convaliderebbe un risultato da me non voluto.
Ritornando ai referendum ed alla questione del quorum, tanto casino solo per quest’ultimo.
Nel 1997 furono indetti 7 referendum, e per nessuno di essi fu raggiunto il quorum. Lo stesso per il referendum del 1999, dei 7 del 2000, dei 2 del 2003, dei 4 del 2005, dei 3 del 2009, mentre il quorum fu superato di pochissimo nei 4 referendum del 2011.
Quindi quorum superato solo in 4 delle 29 consultazioni complessive.
Quindi ogni mugugno sull’astensionismo odierno è pretestuoso. Gli italiani vogliono essere consultati per questioni importanti ma soprattutto spiegate in modo chiaro e comprensibile, cosa che non avviene mai, con citazioni di leggi, articoli e commi che pochi sono in grado di interpretare.
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Inviato dal Veloce promemoria
Domandina
Mi chiedo quanti siano o non siano andati a votare solo in ossequio alla “disciplina di partito” e quanti invece abbiano ragionato con la propria testa.
Un referendum tecnico sul quale è stata fatta esclusivamente una questione politica pro o contro Renzi ed i soliti soldi buttati al vento per qualcosa di perfettamente inutile.
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Inviato dal Veloce promemoria
Povera Grecia? No, poveri noi.
A tutti quelli che dicevano “povera Grecia qua, povera Grecia là ” faccio una domanda semplice semplice : siete disposti a pagare la VOSTRA parte dei nuovi finanziamenti a questa Nazione? Se rispondete di sì, ok, ma non lamentatevi se poi NOI (quindi anche VOI) dovremo sopportare nuove tasse e nuove restrizioni per favorire chi non rispetta le regole. E le regole sono chiare: se fai un debito, lo devi pagare, anche perché si tratta di 300 miliardi di euro, una cifra spaventosa .
La Grecia con il suo referendum ha scelto di non volere più austerità, quindi di fatto ha rinunciato a chiedere ulteriori prestiti e Tsipras che fa? Accetta il diktat europeo che consiste in nuovi sacrifici, ancora più pesanti delle richieste originarie, e che, a mio parere, non fa altro che prolungare l’agonia ellenica. (Ma forse pensava solo spremerci altri soldi per poi prenderci nuovamente per i fondelli come ha fatto fino ad oggi, ma questa volta il giochetto non funzionerà più).
Poi, tutti a parlare della “cattiva Germania”.
Già, la cattiva Germania che ha un saldo negativo tra soldi versati all’Europa e quelli ricevuti. I telegiornali ieri parlavano del NOSTRO saldo negativo di 37,9 miliardi di euro (siamo al 4°posto in questa classifica ), ma la Germania ha un saldo che equivale a più del doppio del nostro, 83,5 miliardi. Ovvio che i “crucchi” siano piuttosto scocciati da questa faccenda, e lo sonopure io, perché il nostro saldo negativo è all’incirca uguale alla somma che vantiamo come credito dalla Grecia.
Un amico si lamentava con me ieri perché l’immissione dei paesi ex – Europa est nell’area euro si è tradotta in una concorrenza sleale di manodopera a basso prezzo, ma di questo proprio la Germania dovrebbe essere maggiormente danneggiata, visti gli alti salari dei suoi operai. Ma la Germania di questo non ha sofferto data la qualità dei suoi prodotti. E noi italiani su questo dobbiamo puntare, la qualità e la specificità, solo che in Europa non abbiamo voce in capitolo vista l’inadeguatezza dei nostri rappresentanti che spesso non vengono neppure interpellati.
(Invece io adesso temo per la nostra economia agricola quando verremo inondati da milioni di ettolitri di olio d’oliva greco a prezzo stracciato: non bastava la xylella…)
Quello che sta rovinando la Grecia è la perdita di credibilità. La Merkel ha parlato di mancanza di fiducia e non posso darle torto. La Grecia si è comportata come la cicala della favola, continuando a spendere soldi che non aveva, assumendo sempre più dipendenti pubblici, non alzando l’età pensionabile, mantenendo bassa l’aliquota IVA (la più bassa in assoluto in Europa), non tassando gli armatori, concedendo pensioni di reversibilità anche alle figlie nubili dei dipendenti statali.
Praticamente aveva fatto suo il detto keynesiano “Se ti devo un dollaro, ho un problema, ma se ti devo un milione di dollari il problema è tuo”, ma ad un certo punto la corda si spezza…
Non per altro i più favorevoli a Grexit erano i paesi nordici, di stampo calvinista, molto più “rigidi” di noi cattolici e latini, che vogliamo mantenere in Europa la Grecia solo per via della sua storia e cultura millenaria. Ma in questo caso i greci si sono dimostrati più bizantini che europei.
(A proposito…dove sono tutti i nostri politici che in piazza Syngtagma esultavanoperla vittoria dei “NO”?)
Referendum
Fare i referendum serve a qualcosa?
Degli ultimi, promossi dai radicali, sembra siano sparite le schede, anche se qualche referendum, specie quello sulla responsabilità civile dei giudici, era già stato fatto anni ed anni fa e, soprattutto, vinto, anche se è rimasto lettera morta.
Adesso, a distanza di ben sedici anni, la Consulta ha dichiarato che le norme successive al 1997 che, sotto varie forme, avevano reintrodotto i finanziamenti pubblici elargiti ai vari movimenti politici sono palesemente illegittime, dato che con il referendum del 1993 la volontà popolare si era espressa in maniera palesemente contraria a dette sovvenzioni.
Tutti i soldi che sono stati depredati ai cittadini in questi sedici anni e che spesso sono finite nelle tasche di qualche tesoriere un po’ “distratto”, chi li restituirà? E in caso affermativo, in quale modo? Verranno fatti dei sequestri dei beni dei vari partiti? Arriverà l’Equitalia di Befera a fare rispettare la decisione della Consulta o, come credo, ci verrà messa una bella pietra sopra e finirà come al solito, a tarallucci e vino con il solito Pantalone che paga per tutti?
un nodo al fazzoletto
Su proposta di Carlo…un nodo al fazzoletto…dall0 scorso anno , post del 12 giugno….
cittadini o sudditi?
Caro cittadino, non so se tu te ne sia reso conto, ma non conti un accidente!
Questo perché, alla faccia degli ultimi referendum, il governo Monti si appresta a varare anche la liberalizzazione dell’acqua. A me personalmente sta bene, perché a differenza di quanti, a suo tempo favorevoli, avevano frainteso, non si trattava di liberalizzare l’elemento acqua, ma il servizio in se stesso, cioè l’erogazione. Ma il punto è che fare referendum in questo paese non serve assolutamente a nulla se non a sprecare tempo e denaro pubblico. Questa sì che sarebbe una vera liberalizzazione, non quella di edicole, taxi e farmacie…
Parlando di governo tecnico…
Da “La presa del potere” di Giorgio Gaber
Ora si possono vedere
sono una razza superiore
sono bellissimi e hitleriani.
Chi sono? Chi sono?
Sono i tecnocrati italiani.
Ein, zwei, drei. Alles kaputt!
E se il signor G avesse già previsto tutto già quarant’anni fa…nel 1972? Il governo tecnico e quel volerci far diventare tutti tedeschi?
E a proposito, visto che l’Italia parlava di calcio…quando si retrocede in serie B, solitamente si cambia allenatore… ma noi cittadini contiamo poco o nulla!
Mi ripeto ancora… scusate…
Sarà perché sono polemica al massimo (uno dei miei difetti), sarà perché è di attualità, ritorno ancora sull’argomento referendum, a giochi ormai conclusi.
Ho già spiegato perché ritengo un referendum con il quorum una vera beffa, (ed in questo, sranamente, sono d’accordo con Beppe Grillo), ma in più, come al solito, molte delle volontà espresse dalla gente verranno disattese, come già successo in precedenti consultazioni popolari.
Avevamo votato per la privatizzazione della RAI? Che fine ha fatto?
Avevamo scelto di non finanziare più i partiti? Si vede…
Volevamo l’abolizione del ministero dell’Agricoltura? E’ più vivo e vegeto che mai.
Non parliamo poi della responsabilità civile dei giudici… Una casta praticamente intoccabile.
Ed allora finitela di prenderci in giro!
E poi…chi glielo dice alla maggioranza degli italiani che non hanno votato solo “per l’acqua”, ma per tutti quei servizi che i comuni affidano, anche in maniera consortile”, alle aziende cosiddette municipalizzate, a capitale misto, pubblico-privato…servizi come gas, trasporti locali, elettricità, nettezza urbana, raccolta differenziata? E che il “referendum sull’acqua” era relativo solo alla distribuzione della stessa, e che una municipalizzata in questo saprebbe anche renderla attiva, riversando parte degli utili nelle casse del comune?
(E per quel che concerne l’acqua “privata”…quanti cittadini bevono solo minerale in bottiglia e la pagano un sacco senza lamentarsi?)
Già la Hera, voluta e creata dagli amministratori in Emilia, in pratica una “figlia” del PD, ha sentenziato che in caso di vittoria dei SI avrebbe bloccato gli investimenti, con conseguenze anche gravi sull’occupazione nonché sui bilanci degli enti locali (117 milioni di euro di utili distribuiti). L’assessore bolognese all’Ambiente Burgin ha avvisato che si rischia il blocco di tutti i servizi pubblici, stante la carenza di fondi dei Comuni. Molti del PD, tra i quali Renzi e il fratello di Prodi, hanno detto che l’unica cosa sensata sarebbe votare NO.
Chi non ha spiegato che esiste anche un nucleare “pulito” (torio o fusione fredda), e che il blocco del nucleare comprenderà pure queste fonti tout-court, e probabilmente anche altre fonti, rinnovabili e no, visto che si è creato un vuoto legislativo?
Chi ci ha tenuto all’oscuro del fatto che, in materia di legittimo impedimento, la sospensione del processo è valida fino alla scadenza del mandato e che eventuali prescrizioni vanno parimenti procrastinate? Mah…
(La norma era stata fatta per evitare che parlamentari e ministri fossero “ostaggio” di inchieste a volte montate ad arte.. Al limite poteva essere modificata, senza abrogarla.)
Io continuo a parlare di demagogia… Demagogia in termini politici, attribuendo un valore politico ad un risultato che di politico non ha proprio nulla, ed in termini di “pubblicità” da parte di alcuni per acquisire notorietà e visibilità, visibilità ottenuta strillando, indossando maschere antigas con intenti da terrorismo psicologico, cavalcando l’onda del momento…
Chissà se avrò risposte…
Adesso siate sinceri…
Cosa cavolo avete capito dei testi dei quesiti propostici dal referendum? Chi si è preso la briga di controllare attentamente i testi delle leggi da abrogare?
Chi ha spulciato Gazzette Ufficiali per verificare, tra la farraginosità della nostra legislazione, cosa VERAMENTE abbiano detto i legislatori?
Specialmente il primo quesito, tra abolizione e modificazione di articoli e commi vari, derivanti dall’originaria finanziaria del 2009…
Avendo avuto a che fare con le finanziarie per anni, ed essendomi dovuta districare tra questi “tranelli” in attesa che venisse pubblicato un testo unico depurato da tutte le varie modifiche…ne so qualcosa, ed ancora oggi confesso di non capirci abbastanza. Figuriamoci i comuni mortali che mal si destreggiano tra questi inghippi e che sono facile preda dei demagoghi di turno!
1 Volete voi che sia abrogato l’art.23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112) “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l,internalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità Europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte Costituzionale?
2 Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n.152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?
3 Volete voi che siano abrogati i commi 1 e 8 dell’art.5 del dl del 31 marzo 2011 n.34, convertito con modificazioni dalla legge 26 maggio 2011 n.75?
4 Volete voi che siano abrogati l’art.1 commi 1,2,3,5,6 nonché l’art.1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante “disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza”?
Qualcuno si è preso la briga di verificare leggi, decreti, commi, modificazioni o no…o si è limitato pedissequamente a seguire le indicazione di certi demagoghi?
Domenica 12 giugno
Mi ritengo una persona “di altri tempi”, ed appartengo quindi a quella “vecchia scuola” che considera il voto non solo un diritto, ma anche un dovere, in una società dove ormai di doveri non parla più nessuno.
Domenica quindi andrò a votare, pur non esistendo l’obbligatorietà per questo tipo di consultazione.
Andrò a votare anche se considero il referendum abrogativo col quorum un bluff istituzionalizzato, come ho scritto nel post “Il popolo sovrano”.
Andrò a votare, anche con idee controcorrente rispetto ad altre persone, attirandomi la disapprovazione di tanti: NO secco su un paio di referendum, sugli altri ci sto ancora ragionando sopra, cercando di informarmi sempre di più, perplessa quanto non mai, perché mi rendo conto che si sta tramutando tutto in una valutazione che nulla ha a che fare con la politica, confusa per le giravolte di alcuni nostri rappresentanti, vedi il comportamento di Pierluigi Bersani ed Antonio Di Pietro sull’acqua, una volta ambedue favorevoli alle privatizzazioni (vedi il decretone del 2006 a firma loro, unitamente ai Romano Prodi e a Linda Lanzillotta) ed ora fermamente contrari. Ah, a proposito, anche l’informazione qui è in parte distorta. Non è che venga privatizzata l’acqua in se stessa, ma la rete idrica ossia quelli volgarmente detti tubi, pieni di falle, rete già in parte privatizzata. E dove è stata privatizzata le tubature non perdono, contrariamente alle altre parti.
Il nucleare? Il governo aveva già rinunciato al progetto con la moratoria, la Consulta ha deciso diversamente e si va a votare se abrogare una legge già abrogata di fatto. Mah! Comunque mi consola il fatto che anche nella Consulta stessa c’erano stati forti dubbi.
Sul nucleare avevo già espresso, in una risposta a Gina, il mio parere: sarà un voto “emozionale”, (come a suo tempo dopo la tragedia di Chernobyl del 1986 ed il successivo referendum del 1987) dovuto al recente disastro di Fukushima, ma consideriamo che i maggiori danni sono stati causati dalle ondate dello tsunami e non dal terremoto, mentre le altre centrali più interne in Giappone, zona altamente sismica, molto più dell’Italia, sono rimaste integre.
Che senso ha votare contro il nucleare quando siamo circondati da questo tipo di centrali per acquistare poi energia nucleare dai paesi confinanti?
Il Belgio ha 7 centrali, la Francia 58, la Germania 17, la Gran Bretagna 19, la Russia 32 più altre 11 in costruzione, la Slovenia 1, la Spagna 8, la Svizzera 5. In Svezia nel 1980, su proposta dei Verdi, avevano deciso di disinstallarle tutte, ma fino ad oggi, dop ben 31 anni, solo una è stata chiusa, perché troppo vecchia.
La politica energetica dei Verdi, ereditata da SeL, è pressoché fallita.
Nel 1980 l’energia solare era pari al 22%, ora è scesa al 18%.
Legambiente aveva promesso che l’energia eolica nei 10 anni successivi al 1987 sarebbe aumentata almeno fino al 10%, in realtà al tutt’oggi è pari allo 0,004%, e contribuisce solo per il 2% ai nostri consumi, deturpando inoltre i nostri paesaggi. Il fotovoltaico avrebbe un senso, dato che il nostro è un paese ricco di sole,ma solo se applicato in modo intelligente, ponendo i pannelli su tetti di fabbricati o lungo i guard-rails delle autostrade, non installandoli nelle campagne, sottraendo terreni agricoli.
Nel frattempo l’energia da fonte nucleare è passata dai 700 Twh (Terawatt) del 1980 ai 1900 TWh del 1990 ai 2700 TWh del 2010.
Con l’energia tradizionale saremmo sempre ostaggio dei fornitori di petrolio, anche quello in fase di esaurimento, e delle sue oscillazioni di prezzo. E non è che il petrolio non inquini…tutt’altro.
Legittimo impedimento? Anche qui ho forti dubbi. Non vedo perché, in caso di IMPEGNO ISTITUZIONALE, debba obbligarsi qualcuno a presentarsi comunque in tribunale…ci devo ragionare ancora sopra..vedremo. Forse la notte porterà consiglio, anche se una piccola idea già ce l’ho. Resta la faccenda delle tariffe dell’acqua, ma in quello probabilmente ci metterà comunque lo zampino la comunità europea…
Per me comunque non sono questi i problemi più gravi che ci affliggono… Ed anche questi referendum mi ricordano tanto il Panem et circenses per distrarre la gente da questioni molto più gravi….
Il popolo sovrano
Indipendentemente dalle mie idee sui quesiti referendari o dalla mia partecipazione o meno agli stessi, esprimo la mia opinione sul referendum come istituzione.
Dicono che questo sia la massima espressione della democrazia. In realtà non è vero, in quanto, affinchè il referendum possa essere ritenuto valido, è necessario che sia raggiunto il quorum del 50% +1 dei votanti.
Il ragionamento per il quale ritengo antidemocratico questo sistema è semplice.
Supponendo una popolazione di 100 persone, il quorum è di 51 votanti. Se dovessimo ammettere che si rechino a votare solo 49 persone e che tutte votino SI, la legge non verrebbe abrogata in quanto il quorum non è stato raggiunto. Mi si potrebbe obiettare che chi non ha votato sarebbe potuto equivalere ad un voto contrario, quindi 49 SI e 51 NO, e fino a qui ci siamo.
Ma, sempre per ipotesi, se si dovessero recare a votare 51 persone, quindi con un quorum valido, ne basterebbero solo 26 che votino sempre SI perché la legge venga abrogata, però aggiungendo ai 24 voti contrari i 50 astenuti, considerati negativi come nell’obiezione precedente, basta circa un quarto degli aventi diritto per abrogare una legge.
Allora, se la matematica non è un’opinione, 49 è maggiore di 26, ma anche 74 è maggiore di 51. Il porre un quorum ad un referendum abrogativo, cosa che non avviene nella vicina Confederazione Elvetica o negli Stati Uniti, non può fare altro che incentivare l’astensionismo come forma di boicottaggio dello stesso, vanificandone così la natura di vera espressione popolare. Quindi un referendum con il cosiddetto “quorum strutturale”, tutto è meno che espressione di una democrazia.
Alla faccia del popolo sovrano!
FIAT
Fabbrica Internazionale Automobili Toronto
Questo è quello che si prospetta in caso di vittoria della FIOM al referendum che si terrà tra un paio di giorni. Anche gli idioti che scribacchiano a caratteri cubitali sui muri che non dobbiamo diventare come i cinesi, non si rendono conto che la produzione non verrebbe spostata nei paesi emergenti, dove le norme di sicurezza e i diritti dei lavoratori vengono spesso disattesi, ma nel civilissimo Canada, dove evidentemente gli operai danno la precedenza al mantenimento del posto di lavoro? (ma gli idioti lo sanno benissimo, solo rimestano nel malumore…). E’ il colmo che una sigla sindacale, per pure motivazioni POLITICHE, privi dell’occupazione 5.500 lavoratori con relative famiglie, “consigliando” loro di votare NO, quasi in fabbrica li debbano obbligare a lavorare a suon di frustate, con orari impossibili e sottopagati!
Cosa ne pensate?