La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Dieci minuti al giorno

 

nicola-porro-in-ondaSe avete Facebook, perdetevi 10 minuti al giorno (in realtà non sono affatto “persi), ed ascoltate la rassegna stampa di Nicola Porro, specialmente adesso che la RAI, che come è noto è democratica ed apartitica, sembra che voglia silurare il suo programma “Virus”.

 


Rai-TV

 

canone-rai-bollettino

C’era una volta la tassa di circolazione. Si pagava per quadrimestri solamente nel caso venisse utilizzata l’auto. Così, se qualcuno durante l’inverno non avesse ritenuto opportuno utilizzare il veicolo poteva esimersi dal pagare l’importo relativo a quel periodo. In seguito è diventata tassa di proprietà, ossia si viene tassati per il solo fatto di possedere un veicolo.

C’era una volta il canone, e pure questo è diventato una tassa di possesso: anche nel caso uno possieda un televisore ma non ritenga opportuno guardare i programmi forniti da mamma RAI, è tenuto comunque al pagamento della relativa tassa.

Se la RAI fosse davvero un’azienda seria dovrebbe fare come le reti private.

Vuoi vedere i miei programmi? All’atto del pagamento del canone ti invio una scheda tipo Mediaset premium, oppure ti fornisci di decoder atto a ricevere i miei programmi. Perché una persona dovrebbe essere obbligata a pagare per il solo fatto di possedere un apparecchio televisivo, se poi non intende usufruire del servizio? (Come nel mio caso). E perché tutti questi soldi? Per foraggiare personaggi alla Fazio o alla Littizzetto? Eh no, non mi sta bene…

 

 

 

CANONE_RAI

 
Però la RAI non è un’azienda seria, ma solo un “carrozzone.”, come spesso viene denominata

Dal sito stesso della RAI si evince che, essendo il servizio “pubblico”, l’Ente è tenuto a fornire informazione ed a trattare argomenti di attualità a carattere istituzionale nonché programmi di approfindimento. Il canone serve appunto a coprire le spese sostenute per tali servizi, come pure ad aggiudicarsi i diritti per la trasmissione di eventi sportivi. E qui casca l’asino. Infatti da tempo le partite di calcio del campionato italiano vengono trasmesse unicamente da canali privati; lo stesso dicasi per le gare di Formula uno. Qualche partita la si riesce a vedere se gioca la nostra nazionale oppure, come in occasione di questo Mondiale, l’Ente è riuscito ad ottenere i diritti di ALCUNE (ma non tutte) le partite… e per giunta con dei commentatori assolutamente non all’altezza.

Adesso poi è scoppiata la “grana” del canone richiesto a chi è possessore di un computer, notebook, tablet o altro mezzo idoneo a ricevere programmi televisivi se si è in possesso di una partita IVA…e qui si è raggiunta la demenzialità. Perché un artigiano, un commerciante, un libero professionista utilizza il computer per lavoro e non certo per guardarsi la televisione mentre è al lavoro. Il paradosso inoltre è quello del doppio canone richiesto a chi esercita l’attività in casa propria: un canone “normale” per il possesso dell’apparecchio televisivo casalingo (€ 113.50) ed il canone “speciale” di € 407.35 per il computer. Già anni addietro la RAI ci aveva provato, ma dopo qualche tempo era arrivato un parere opposto da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Le partite IVA sono sul piede di guerra, e molti stanno valutando l’ipotesi di una class-action contro l’azienda.

Vedremo come andrà a finire.

 

 

 


solite incavolature

Oggi è il 27 di gennaio.

Bene, il bollettino per il rinnovo del canone TV non è ancora arrivato. Non so se per colpa della Rai o delle nostre puntualissime poste (ovviamente ironico!).

Non ricordo il numero di abbonamento: sono anni che non uso più il libretto apposito preferendo aspettare che arrivi l’avviso di pagamento da parte dell’ente. Non trovo nemmeno i pagamenti precedenti, in quanto ho cambiato banca e con quella nuova non ho ancora effettuato questo tipo di operazione.

Poco male, penso. Mi collego ad internet, trovo la voce abbonamento RAI e tra le FAQ c’è pure un settore dedicato a questa ricerca.

Il numero di abbonamento si può rilevare da:

1 – Avviso inviato dallo sportello S.A.T. a tutti gliabbonati. Non è il mio caso perché il bollettino, come ho scritto sopra, non mi è pervenuto.

2 – Dal libretto di abbonamento alla televisione. Anche questo è escluso, in quanto non lo trovo.

3 – Dalla ricevuta di abbonamento dell’anno precedente. Niente da fare, perché, avendo cambiato banca non riesco a risalire al pagamento dello scorso anno, effettuato a mezzo bonifico e non a mezzo posta.

Oh, finalmente…

4 – Contattare l’operatore del Call Center al numero 199.123.000

Credete che sia facile? Col cavolo!

Per ben 6 volte ho cercato di contattare l’operatore…compongo il numero…Una voce meccanica avvisa: premi questo se sei un erede…premi quell’altro se hai più di 75 anni…premi ancora un altro se…se…se…

NESSUNO, dico NESSUNO che ti dica: premi il tasto X se vuoi sapere il tuo numero di abbonamento (come specificato nelle FAQ http://www.canone.rai.it/dl/canone/faq/ContentItem-0b975f8c-2f51-4fd5-80a6-dbd152063545.html oppure darti l’opzione“vuoi parlare con l’operatore?”.

Alla fine ho premuto un numero qualsiasi (chissà  a quale opzione si riferisse) e dopo aver espresso lo sconcerto per il disservizio, sono riuscita a conoscere questo benedetto numero (tra l’altro, per una prestazione della quale non usufruisco, non guardando MAI la televisione di stato).

Fine delle trasmissioni.

 

 


Il Marpione

Ho sempre avuto ammirazione e simpatia per i toscani. Lasciamo perdere i “classici”, come Dante, Petrarca,Boccaccio, Michelangelo, Giotto etc e passiamo ai contemporanei : ho una vera adorazione per Alessandro Benvenuti, mi piacciono Leonardo Pieraccioni e quel povero cristo di Francesco Nuti prima che la malattia lo riducesse molto, molto male… Paolo Hendel, Athina Cenci ed il “vecchietto” Novello Novelli sono anche tra i miei preferiti… Mi è simpatico anche quella faccia da schiaffi di Ceccherini, un pochino meno Panariello, ma ce n’è uno che proprio non digerisco.
Decisamente non sopporto più Roberto Benigni e la sua volgarità che non data da adesso, ma da tanto, tanto tempo, ancora dai tempi di “Televacca”. Ricordo il suo “Inno del corpo sciolto”, i palpeggiamenti alle parti intime di Pippo Baudo, lo sbaciucchiare e brancicare Raffaella Carrà… Tutte cose che mi hanno dato estremo fastidio, specie perché passate sulla televisione pubblica. Quindi nel contesto odierno, tra gli insulti di Grillo, la ribollita toscana Bindi che manda affan… la zarina Rossa Berlinguer ed altre amenità del genere, Benigni ci sta a meraviglia, la classica ciliegina sulla torta.
Un personaggio ritenuto genio, anzi geniaccio, ma le cui uniche performances rimarchevoli sono l’aver camminato sulle spalle altrui alla cerimonia per il ritiro dell’Oscar, e l’essere arrivato sul palco di Sanremo sul dorso di un cavallo bianco con tanto di vessillo sventolante propinandoci pistolotti scontati sull’Unità d’Italia a tutto spiano. Ma chi si crede di essere?
Ed ora tra pochi giorni ci delizierà con la lettura e l”interpretazione della Costituzione, la più bella del mondo…sarà, ma la nostra carta ha anche bisogno di un ritocchino perché ormai mostra tutti i segni dell’età. Ma si sa: noi, popolo bue, dobbiamo essere “educati”, quindi via libera alla lezioncina esplicativa.
Boh, la RAI non può buttar via i suoi soldi in maniera migliore? Si parla di 1,8 milioni di euro, cui aggiungere altri 4 milioni per le 12 serate “Tutto Dante”, alla faccia della crisi ed alla faccia dei “compagni” che sono sempre meno proletari e sempre più capitalisti.
Se la lettura dei versi della Divina commedia ci può anche stare (ma li avete mai sentiti declamare da Gassman, Carmelo Bene o Albertazzi?), la Costituzione…per carità, no…
Personalmente poi non ritengo Benigni neppure un attore (figuriamoci poi un “grande” attore), ma un guitto, un istrione grottesco, una maschera dai tratti volgari e dall’espressione pressocché perennemente imbambolata ….e un marpione estremamente sopravvalutato da pubblico e critica (e forse è stata la critica ad influenzare il pubblico). E se i primi filmetti erano “cosine” simpatiche, molti sono stati i flop, anche al botteghino. Ciononostante, il nostro trova sempre spazi sulla televisione pubblica, e pure a caro prezzo.
Tutto questo, dato che pur non guardando quasi mai la TV, mi fa incavolare e parecchio perché sono una di quelle stupide che paga regolarmente il canone per tutte le scempiaggini che vengono mandate in onda.

Confrontate…

(Intervento rebloggato da quello già postato su Fuga da Polis per acuto attacco di pigrizia)


12 giugno

Parco Sempione è un altro dei polmoni verdi della città. Da un lato è delimitato dall’Arco della Pace, anch’esso opera di Luigi Cagnola, e sormontato da una quadriga bronzea.

Come l’arco di porta Ticinese, pure questo fu costruito per celebrare i trionfi di Napoleone; poi sopravvenne Francesco I d’Austria, ma nel 1859 subito dopo la vittoria di Magenta, venne definitivamente dedicato a Vittorio Emanuele II ed a Napoleone III.

Su un altro versante si trova invece l’Arena, ideata da Luigi Canonica nel 1806, entro la quale venivano svolte perfino delle battaglie navali, riempiendo l’invaso con le acque del Naviglio. Dal 2002 è stata intitolata al popolare e famoso giornalista sportivo Gianni Brera.

Contrapposto all’Arena, c’è invece il Palazzo dell’Arte progettato da Giovanni Muzio, edificato nello stile pulito e razionale dei primi anni ’30, e che ospita la Triennale e nel quale vengono tenute varie mostre di arte moderna e di architettura,

mentre all’ultimo lato del parco c’è il delizioso palazzetto liberty che ospita l’acquario Civico, uno dei più antichi al mondo, le cui facciate sono decorate da mosaici policromi rappresentanti varie forme di fauna acquatica (tartarughe, pesci, molluschi, crostacei).

All’interno sono ospitate una quarantina di vasche contenenti vari habitat fedelmente ricostruiti, da quelli di acqua marina a quelli di acqua dolce dei torrenti, laghi e perfino dei fiumi amazzonici.

Una sezione ospita un terrario ricco di anfibi.

Dal centro del parco svetta la torre Branca, (inizialmente torre Littoria, in seguito semplicemente Torre del parco), alta m.108,6, opera di Giò Ponti, dalla quale, ancora nel 1939, vennero diffuse in via sperimentale le prime trasmissioni televisive che venivano ricevute dagli apparecchi posti nella Galleria Vittorio Emanuele. Ora la televisione, almeno quella non ancora fagocitata da Roma, viene irradiato da poca distanza, in Corso Sempione.

La torre prende il nome dalla famosa distilleria che ne ha curato il restauro, in quanto per ragioni di sicurezza la costruzione era rimasta chiusa al pubblico dal 1972 per 25 anni. All’interno dell’intelaiatura in tubi Dalmine è situato un ascensore che permette di ascendere al terrazzino panoramico in poco più di un minuto. Purtroppo, sempre per ragioni di sicurezza, non è più agibile il ristorante che esisteva sulla sommità.

Per finire, poco distante dal corso Sempione, c’è uno degli impianti sportivi più noti, il velodromo Vigorelli, intitolato ad Antonio Maspes. La struttura fu costruita in Milano perché da anni qui esistevano varie fabbriche di biciclette, la più famosa delle quali era la Bianchi. C’erano un altro velodromo, sempre in zona, ma il crescente interesse per il ciclismo ravvisò la necessità di un impianto migliore e di maggiori dimensioni, cosicché nel 1935 venne inaugurato l’attuale Vigorelli, dal nome di un industriale, assessore in giunta ed ex corridore su pista. Semidistrutto durante i bombardamenti del 1944, fu ricostruito l’anno seguente e divenne sede di scontri famosi su pista, ma non solo, in quanto i Beatles vi tennero il loro unico concerto italiano il 24 giugno 1965. Ora giace in stato di abbandono, specie dopo il crollo del tetto sovrastante le tribune a seguito di una forte nevicata,nonostante varie volte si sia parlato di ripristinarlo…


Tanto per cambiare….

…sono incavolata!

L’ultimo balzello è l’aumento di € 1,5 del canone Rai, che sono tenuta a pagare pur non guardando mai gli schifosissimi programmi che produce.

Aumento per adeguarlo all’inflazione che si è prodotta, mentre le pensioni oltre un certo limite restano congelate…

Aumento per pagare molto profumatamente gente come Morandi e Celentano per un festival da “vecchioni” la cui platea si riduce sempre più.

Aumento per poter veder ballare Vieri e Rivera, che i piedi li usavano in tutt’altro modo (e poi chissenefrega dei ballerini).

Aumento per pagare “solo” 11mila dipendenti, che non si capisce bene cosa facciano, dato che molte produzioni sono esterne.

Aumento per risanare un bilancio perennemente in rosso.

Ma la RAI, pur “televisione di stato”, dovrebbe essere una SpA, quindi perché lo stato deve ripianarne il debito? Se la raccolta pubblicitaria non le è sufficiente, vuol dire che i programmi non sono appetibili per le ditte, e se resta in passivo, facciamola fallire! E di fa soffiare le offerte migliori dalle concorrenti Mediaset e la7.

Se non è nemmeno in grado di arginare l’enorme evasione del canone, pressocché endemica al Sud (si parla di oltre un terzo di evasori), perché sono gli onesti a doversi sobbarcare gli aumenti?


era ora, anche se a caro prezzo….

Permettetemi di dire…FINALMENTE!

Se davvero Michele Santoro se ne andrà dalla Rai, gratificato (è il caso di dirlo) da una molto cospicua liquidazione (si parla di oltre due milioni di euro!), non sarò certo io a rimpiangerlo.

Premesso che, come ho spesso scritto, la televisione odierna ormai non la guardo più, ciò nonostante ogni anno seguivo, probabilmente con latenti istinti masochistici, la sua prima trasmissione stagionale e regolarmente me ne allontanavo letteralmente schifata dalla sua palese partigianeria e faziosità, cosa che in un servizio PUBBLICO non dovrebbe mai accadere. Leggevo comunque le recensioni delle sue “inchieste” (?) sui giornali e su vari siti Internet… Una persona che non cercava di convincere della bontà delle sue opinioni con prove conclamate, ma coartava la gente con arroganza e prepotenza, in quanto spesso toglieva la parola a chi lo contraddiceva.

Con “ospiti” a dir poco discutibili, quali la D’Addario, Grillo, che strilla a più non posso ma non propone nulla di concreto ed altri che non sto a menzionare.

Ma come si fa a dare credibilità a Michele Ciancimino, quasi fosse un novello profeta, e solo perché aveva indicato, con documenti malamente contraffatti col copia-incolla, che Berlusconi ed il generale Mori fossere implicati in questioni di mafia senza prima verificare i fatti, come dovrebbe fare un bravo giornalista. Ed è stato fermato solamente quado è stato tirato in ballo De Gennaro.

Come si fa a dare retta a Marco Travaglio, un saltafosso conclamato, che ha varie condanne per diffamazione nei conronti di Previti, Del Noce, Conalonieri ., Schifani, della giornalista Susanna Patruni, del giudice Filippo Verde e dell’assessore David Costa.

Come si fa ad ospitare Vauro, che ha disegnato vignette di dubbio gusto, anzi, di una volgarità che sfociava nell’indecenza morale. (Ricordo quelle davvero ignobili sui morti del terremoto dell’Aquila)

Come si fa a dare voce (?) ai silenzi di Adriano Celentano, che tutto può essere meno che un pensatore o un filosofo e che in quanto ad ecologia…meglio lasciar perdere.

Per non parlare dei litigi istigati ad arte, delle provocazioni, degli insulti.

E questa sarebbe televisione?

Ecco, il grande passo sta per essere fatto. Il guru, anzi, il tribuno si trasferisce a LA 7, in procinto, dicono, di essere acquistata dal solito De Benedetti con i soldi che, dicono, riuscirà a spillare a Berlusconi con il processo Mondadori.

Il bravo professionista, che del maneggiare soldi (tra contratti e penali) ha fatto una missione, potrà dire finalmente tutto ciò che desidera senza censure (come se alla Rai avessero potuto imporgliele, dato che ha parlato e straparlato).

La 7 sarebbe il terzo piatto in cui mangiare abbondantemente: prima quello della Rai (per due volte) e poi dell’odiato Berlusconi, i cui soldi non gli hanno fatto ribrezzo, ma si sa, pecunia non olet.

Buon appetito ed…Amen!