Dilemma
Il Movimento 5 Stelle si affida alla votazione online sulla piattaforma Rousseau (quattro gatti, in effetti) per valutare se gli iscritti ritengono sia giusto processare o meno Matteo Salvini.
Prima però mettono le mani avanti, avvisando che sul caso Diciotti la decisione fu presa collegialmente, quindi con il benestare di Conte, Di Maio e Toninelli.
Gli iscritti avranno allora il dilemma se votare salvaguardando i valori (?) in cui credono, oppure salvare il Governo, tradendo le proprie convinzioni.
Ah, poi c’è lo strano caso in cui ci si affida alla democrazia popolare (diretta) per stabilire se il potere legislativo (Parlamento) possa permettere al potere giudiziario (Magistratura) di procedere contro il potere esecutivo (Governo).
Buffo, vero?
Un giallo altoatesino
Am 16 Juli 1876 wurde
hier MadaleineTourville von
ihrem Gatten ermordert
Nello scorso luglio, visto il clima sempre inclemente, ovviamente non si poteva andare al lago a fare il bagno, quindi ci siamo recati, tempo permettendo, in montagna: almeno qualche fungo in saccoccia siamo riusciti a metterlo. Una di queste volte, sui tornanti che portano allo Stelvio ho notato una lapide murata sulla massicciata che fiancheggia la strada. La scritta mi ha incuriosito, così ho cercato di documentarmi su chi fosse questa Madeleine de Tourville, uccisa da marito il 16 luglio del 1876.
La signora era la seconda moglie del conte Henri Perreau de Tourville, nato a Valenciennes, in Francia, ma naturalizzato inglese. La coppia risiedeva a Londra e il 15 luglio 1876 si recò in Val Venosta per un periodo di ferie, per la precisione a Spondigna. Già il giorno seguente i due coniugi si recarono sullo Stelvio per una gita, ma alla sera in albergo ritornò solo il marito, dicendo prima che la moglie era stata vittima di una disgrazia poi, modificando la deposizione, affermando che la donna si era tolta la vita gettandosi in un dirupo. Le versioni del conte però insospettirono la polizia: si trovarono alcuni testimoni che smentirono le sue dichiarazioni asserendo di aver visto con i propri occhi il marito spingere la moglie nel baratro. Il processo si tenne a Bolzano: vi assistettero giornalisti venuti da tutto il mondo, inviati da giornali quali il New York Times, il Glasgow Herald, Le Figaro. Quest’ultimo descrisse l’imputato, allora quarantenne, come un ragazzo elegante, col sorriso sulle labbra, l’aria sicura ed il volto incorniciato da una barba nera, mentre i capelli sulle tempie erano appena ingrigiti.. Tutto questo interesse della stampa non era tanto per la morte di Madeleine, quanto per il fatto che Henri era finito sotto il mirino di Scotland Yard , poiché anni prima era stato accusato della morte della ricchissima suocera, Elizabeth Brigham, madre della sua prima moglie, uccisa da un colpo di pistola alla testa, ma era stato assolto perché le cause del decesso erano state considerate accidentali: il colpo sarebbe partito per errore e la signora, anziana, era anche molto inesperta. La giuria bolzanina, pur non raggiungendo l’unanimità (un giurato infatti diede parere opposto), non credette alle coincidenze e il 2 luglio 1877 condannò a morte per impiccagione il conte. La condanna fu però commutata in 20 anni di carcere con tanto di lavori forzati, ma l’uomo si spense 14 anni dopo. Le cronache di quel tempo addossarono a de Tourville molti altri crimini: la morte della prima moglie e quella di altre sette donne, tanto che il 23 febbraio 1890 il New York Times titolò “ Uno dei più straordinari criminali dei tempi moderni ha appena interrotto la sua vita in una cella della prigione di Karlau, a Graz, in Austria”.
“Ma l’ho visto con i miei occhi”, mormora il pastore armeggiando timidamente al proprio cappello di feltro. “Ha spinto di proprio pugno la gentile signora nella gola.”
Giustizia è fatta?
Per aver sostenuto che la precedente condanna di Berlusconi era una porcata, in quanto non c’erano prove e sia l’imputato che la “vittima” negavano di aver avuto rapporti intimi, mi sono sentita dire che ero berlusconiana.
Ora sono diventati berlusconiani pure i giudici che oggi lo hanno assolto?
Intanto, proporrei una bella class-action di tutti i contribuenti per far pagare tutte le spese per i processi e per le intercettazioni, perché non è giusto che queste ricadano sulla gente comune, però purtroppo la responsabilità civile dei giudici non esiste ancora, perché è un attentato al loro portafoglio…ops..alla loro indipendenza.
Resta comunque il fatto che,senza cambiare nulla nel castello della difesa, prima i giudici condannano e poi assolvono…e questo è molto preoccupante.
https://ombradiunsorriso.wordpress.com/2012/07/05/lamica/
21.08
Il momento che più mi gusto quando siamo in ferie è la mattina. Ci si alza verso le 7, poi la colazione…vabbè, manca l’espresso, ma, come avevo già scritto altre volte, mi sono abituata al caffè alla tedesca. Dopo…niente colazione alla continentale, con salumi, uova, formaggio e cetrioli vari, o yoghurt, muesli e cose del genere, ma il classico pane, burro e marmellata che a casa non mangio quasi mai. Poi, mentre mio marito legge il Corriere, che viene fornito dall’albergo agli ospiti italiani, dò una scorsa alle Ansa dal cell, una sbirciatina al blog, e poi una rapida programmazione della giornata, senza il pensiero di dover mettere in ordine la casa.
In alcuni locali (non tutti) si respira un’atmosfera lievemente razzista ed antiitaliana, che si dissolve non appena si parla tedesco, anche solo per ordinare il menu. La cittadinanza infatti è abbastanza nazionalista. Qui appunto iniziò la tragica avventura del nazionalsocialismo, con numerosi congressi del partito, le adunate oceaniche, che si ricollegavano come simbologia alle Diete imperiali del Sacro Romano Impero cui si ispirava il Terzo Reich, qui furono emanate le leggi razziali antiebraiche del 1935, e qui si concluse quel triste ciclo, con il famoso processo ai capi nazisti nell’immediato dopoguerra da parte del Tribunale Militare Internazionale.
Ovunque si passeggi, la mole del Castello (Kaiserburg) domina sulla città. Un massiccio dalle mura rossastre, posto su un’altura che si raggiunge percorrendo una strada abbastanza ripida, (la Burgstrasse), poca cosa per noi “montanari”: alla fine si incrocia la Kaiserastallung, ossia la scuderia imperiale. Quindi, oltrepassata la Sinwellturm, una torre cilindrica del 1500 circa, si entra nell’edificio.
Il castello fu costruito nel 1039 e successivamente ampliato sotto la reggenza di Federico Barbarossa e dei suoi successori.
Nei suoi sotterranei furono stipati innumerevoli tesori artistici che, in tal modo, sfuggirono alle distruzioni ed alle razzie del conflitto mondiale. Nella corte si trova un pozzo fondo oltre 50 metri (Tiefer Brunnen), mentre in un’ala si trovano sia una cappella che una sezione del Germanisches Museum, dove sono conservati mobili, arazzi, armature dell’epoca. Destinato essenzialmente a funzioni militari, le stanze del castello erano solitamente lasciate spoglie di arredi, ma venivano nuovamente ammobiliate solo in occasione della visita dell’Imperatore (der Kaiser kommt! L’Imperatore arriva!).
La visita è stata davvero interessante, anche perché la volta precedente ci eravamo limitati a vedere solo la parte esterna ed il cortile.
Cosa ne pensate?