La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Calcio, politica etc

 ALLIANCE - EURO 2012  - GERMANIA- ITALIA

Per favore, non buttiamola in politica. Prandelli ha detto che si è sentito attaccato quasi fosse un partito politico, che lui non sperpera i soldi pubblici e che paga regolarmente le tasse: ma chi lo ha mai accusato del contrario?

Altri scrivono che Prandelli è stato messo a capo della Nazionale solo perché renziano. Ma quando il Ct ha preso la guida della squadra nel 2010, Renzi era ancora sindaco di Firenze ed era abbastanza osteggiato dalle correnti della vecchia nomenklatura. Balotelli ha detto che non ha chiesto lui di essere italiano ma lo è perché è nato in Italia (gli africani magari non abbandonano i fratelli, anzi i “negri”, – termine che personalmente non considero affatto offensivo – ma i figli sì, visto che il calciatore è stato adottato da una famiglia bresciana). Poi dovrebbe ricordarsi di tanti suoi “fratelli” dalla pelle scura che si fanno un mazzo tanto raccogliendo San Marzano nei campi e non possono girare in Ferrari. Ovvio che la colpa della disfatta non ricade interamente su di lui, ma una gran parte della responsabilità è anche dell’indolenza dimostrata nelle ultime due partite.

Non buttiamola in politica nemmeno paragonando la Nazionale alla Nazione: paese allo sbando, dato che ha perso. Ma se avesse vinto? Sarebbe cambiato comunque qualcosa? Certamente no, ma tutti su sarebberi sdilinquiti in commenti tipo “l’Italia nei momenti difficili sa sempre risorgere” e frasi fatte del genere. Basta con i ragionamenti dettati dall’emozione del momento, slegati dalla razionalità. Non è vincendo una partita o addirittura un Mondiale che si misura l’efficienza e la prosperità di un paese, ed il Brasile stesso ne è l’esempio, perché quando ha vinto i Mondiali precedenti era davvero a livello di terzo mondo. I parametri che ci faranno uscire dalla crisi saranno quelli della competitività economica e dell’efficienza, non certo i piedi dei giocatori per quanto magici possano essere.

 

 

 


Il destino dei secondi

Cesare Prandelli ritorna dagli Europei con una medaglia d’argento, accolto quasi come un salvatore della Patria.

Certo, un argento non è da buttare via, specie se come avversario ti trovi davanti degli spagnoli “fuori dal mondo”.

Però mi viene in mente quel disgraziatissimo mondiale USA del 1994 perso ai rigori contro il Brasile (e che Brasile) da Sacchi e dai suoi ragazzi,con Baresi e Baggio avviliti per i rigori sbagliati.

 

Il quale Sacchi fu sfottuto per anni (Gnocchi ci scrisse persino un libro, “Il culo di Sacchi”), con la nazionale ignorata o addirittura fischiata al ritorno in Italia.

Allora diamo a Cesare ciò che è di Cesare, ma restituiamo ad Arrigo quel che è di Arrigo.