The sound of silence
Come promesso, ecco il video della mia canzone preferita.
Notare come il simpatico e bravo chitarrista tiene lo strumento, e dove ha sistemato la sigaretta 🙂
Inverno
Foto dal quotidiano Alto Adige
Silenzi
mattutini di neve
soffocano voci e rumori
e i miei pensieri.
(loredana)
Primavera ai giardini (104)
Chiacchiericcio di passeri invadenti
che litigano briciole di pane.
Chiocchiolio di fontane
dove immergon le mani intirizzite
bambini sorridenti.
E soffioni che liberano al vento
semi d’argento….
(forse la primavera è finalmente arrivata)
Alba
Preferisco
le albe ai tramonti.
L’alba è un inizio
da ammirare in solitudine,
o, meglio, in compagnia di me stessa,
nessun altro vicino,
solo i miei pensieri,
splendida luminescenza di perla
fresca aria mattutina,
silenzio,
purezza…
E’ l’istante
in cui la notte
diventa trasparente
e smorza la luce delle stelle
lasciando, unica e risplendente,
Lucifero
e un accenno di luna.
Il tramonto…
è solo un tramonto…
una conclusione aspettata
di cose, a volte, mai nemmeno incominciate.
(Loredana, 02.05.2011
In ricordo di Yara
Fili d’erba strappati tra le tue dita
la tua vita strappata tra i fili d’erba.
Il viso rivolto al cielo
come un’ultima preghiera.
(Loredana)
La farfalla
La farfalla
L´ultima, proprio l´ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
– così gialla, così gialla! –
l´ultima,
volava in alto leggera
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà la mia settima settimana
di ghetto…
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell´altra volta fu l´ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.
Pavel Friedmann, da Vedem, 4.6.1942
Gli animali
Gli animali
che si danno la morte,
che si guardano dentro, gli uomini,
questi animali che dilaniano se stessi.
E noi lo sappiamo:
il nostro cervello è l’ipertrofia
che ci porterà all’estinzione.
E siamo perfino fieri
di saperlo.
(Brigitte Schweiger)
poetessa austriaca, nata nel 1949 a Freistadt e morta suicida nel 2010. Si è portata dietro il trauma di una nonna morta nel lager di Theresienstadt mentre il padre era intriso di ideologia nazista. Dopo un primo romanzo, scritto a soli 28 anni, con delle tracce autobiografiche -Perché il mare è salato – che riscosse notevole successo e dal quale fu tratta una sceneggiatura cinematografica, fu presto dimenticata, cadendo in depressione e passando da una clinica all’altra, con vari tentativi di suicidio. Nel suo ultimo lavoro -Lasciarsi cadere- descrive, come Alda Merini, la tragica esperienza del manicomio ed il trauma dell’elettrochoc, nonché la deprivazione della dignità. Si suicidò affogandosi nel Danubio, mettendo fine alla sua esistenza tormentata.
Vuoto
Una piazza deserta
senza passi,
senza voci.
Solo un volo d’uccelli
che si allontanano tra nubi indifferenti
che vagabondano
in uno scialbo cielo
in compagnia
di una luna sbiadita
appena distinguibile,
che pare aver smarrito la sua strada.
Ti cerco,
Non ci sei…
O forse sì, ma solo
nei miei ricordi.
Er terno – Cesare Pascarella
Er terno
Ecco er fatto. Lo prese drent’al letto,
Dove stava in campagna in un casino;
Je sigillò la bocca cór cuscino,
E j’ammollò ‘na cortellata n petto.
Dunque, ferita all’undici; ce metto
Uno er giorno; quarantatré assassino:
Vado giù da Venanzio er botteghino
Ar Popolo e ce butto un pavoletto.
A l’estrazione, sabeto passato,
Ce viè l’ambo; ma invece de ferita
M’esce settandadue: morto ammazzato.
Ma guarda tante vorte er Padreterno
Come dà la fortuna ne la vita!
Si l’ammazzava ce pijavo er terno.
Luna nova – Salvatore di Giacomo
Luna nova
La luna nova ncopp’ ‘a lu mare
stenne na fascia d’argiento fino;
dint’a la varca nu marenare
quase s’addorme c’ ‘a rezza nzino….
Nun durmì, scétate, oi marenà,
votta sta rezza, penza a vucà.
Dorme e suspira stu marenare
se sta sunnando la nnammurata…
zitto e cuieto se sta lu mare,
pure la luna se nc’è ncantata…
Luna d’argiento, lass’ ‘o sunnà,
vaselo in fronte, nun ‘o scetà…
Comme a stu suonno de marenare
tu duorme, Napule, viate tte!
Duorme, ma nzuonno lacreme amare
tu chiagne, Napule! Scétete, scé!…
Puozze na vota resuscità!…
Scétete, scétete, Napule Na’!…
In ricordo di una poetessa amica scomparsa
Natale G.Ungaretti
Non ho voglia di tuffarmi
in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi cosi come una
cosa posata in un
angolo e dimenticata
Qui non si sente
altro che il caldo buono
Sto con le quattro
capriole di fumo
del focolare
Ho postato questa poesia, invece delle solite filastrocche natalizie, perché il Natale ormai è puro consumismo. Quante volte abbiamo regalato qualcosa solo perché era dispendioso e ci faceva fare bella figura? Lo ammetto, sono cascata pure io in questo vortice, ma da qualche tempo ho deciso di non caderci più. Tranne che per i bambini, agli amici basta un pensiero affettuoso, con qualcosa che rispecchi i loro gusti ed i loro desideri, ma senza eccedere…Del resto avendo molti amici…
Alda Merini – A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.
Cosa ne pensate?