La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Articoli con tag “poesie

The sound of silence

Come promesso, ecco il video della mia canzone preferita.

Notare come il simpatico e bravo chitarrista tiene lo strumento, e dove ha sistemato la sigaretta 🙂


Milano 20 settembre

Oggi a Milano.

Ero incuriosita da una pizzeria al taglio  consigliata su Facebok dal Tourbillon de Milan, sita in via Spontini. Devo dire che sono rimasta davvero piacevolmente sorpresa.

Il locale magari non si presenta molto bene, il servizio è essenziale, ma la pizza (solo rigorosamente Napoli, niente altre variazioni) è davvero ottima. Frequentare i social network a volte può essere davvero utile ed interessante.

Nel pomeriggio poi ci siamo recati in via Paolo Sarpi, da Melegari, per acquistare l’ennesimo cappello stile texano per mio marito, questa volta bianco. All’uscita, proprio davanti al negozio, una sorpresa: un’altra conoscenza, questa volta di Google+, Toni Graffio, che gira Milano per documentare tutti i graffiti della città e fotografare anche altri artisti di strada.

Questa volta era il turno di Jurij (in arte Sulmondo), che fa parte della cosiddetta categoria dei Madonnari, il quale, armato solo di una fotografia di Einstein – quella celebre con la linguaccia – di un metro e di gessetti, stava decorando in questo modo il marciapiedi. 

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Ho così fatto la conoscenza di Tony che mi ha dato pure l’indirizzo di un blog, Armando Bruzzesi, il re del barboni, che invece usava i marciapiedi per scrivere le proprie poesie… e qui ne posto una…

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Atea è l’indifferenza

Percorrendo cammini nel tempo riconosci che

l’umanità oggi è ad un bivio: l’assurdo o il mistero?

L’assurdo porta alla disperazione, il mistero

come una scala invita a salire sul sublime

colle della speranza, ove la vita s’infiora, l’animo

tace, colto da improvviso stupore.

La scelta del mistero è la via che conduce alla

verità ed alla liberazione dai mille intrugli che

possono rendere dubbioso il cammino.

Duole, fa male, fa paura l’indifferenza.

E’ la morte dell’anima, induce l’uomo a

chiudersi in se stesso, a guardare solo il suo

tornaconto senza cogliere la varietà della vita

e delle  varie sofferenze, incapace com’è

d’altruistici slanci nel diario dei giorni a venire.

 


Inverno

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Foto dal quotidiano Alto Adige 

Silenzi

mattutini di neve

soffocano voci e rumori

e i miei pensieri.

(loredana)

 


Primavera ai giardini (104)

Chiacchiericcio di passeri invadenti

che litigano briciole di pane.

Chiocchiolio di fontane

dove immergon le mani intirizzite

bambini sorridenti.

E soffioni che liberano al vento

semi d’argento….

 

(forse la primavera è finalmente arrivata)


Alba

Preferisco

le albe ai tramonti.

L’alba è un inizio

da ammirare in solitudine,

o, meglio, in compagnia di me stessa,

nessun altro vicino,

solo i miei pensieri,

splendida luminescenza di perla

fresca aria mattutina,

silenzio,

purezza…

E’ l’istante

in cui la notte

diventa trasparente

e smorza la luce delle stelle

lasciando, unica e risplendente,

Lucifero

e un accenno di luna.

Il tramonto…

è solo un tramonto…

una conclusione aspettata

di cose, a volte, mai nemmeno incominciate.

(Loredana, 02.05.2011



haiku della primavera

Ad occhi chiusi

mi abbevero di sole.

E’ primavera.

(loredana, 22 marzo 2011)



In ricordo di Yara

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Fili d’erba strappati tra le tue dita

la tua vita strappata tra i fili d’erba.

Il viso rivolto al cielo

come un’ultima preghiera.

(Loredana)


La farfalla

La farfalla


L´ultima, proprio l´ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
– così gialla, così gialla! –
l´ultima,
volava in alto leggera
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà la mia settima settimana
di ghetto…
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell´altra volta fu l´ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.


Pavel Friedmann, da Vedem, 4.6.1942


https://i0.wp.com/www.acquadellavita.it/images/shoah2.jpg


Gli animali

 

Gli animali

che si danno la morte,

che si guardano dentro, gli uomini,

questi animali che dilaniano se stessi.

 

E noi lo sappiamo:

il nostro cervello è l’ipertrofia

che ci porterà all’estinzione.

 

E siamo perfino fieri

di saperlo.

 

(Brigitte Schweiger)

poetessa austriaca, nata nel 1949 a Freistadt e morta suicida nel 2010. Si è portata dietro il trauma di una nonna morta nel lager di Theresienstadt mentre il padre era intriso di ideologia nazista. Dopo un primo romanzo, scritto a soli 28 anni, con delle tracce autobiografiche -Perché il mare è salato – che riscosse notevole successo e dal quale fu tratta una sceneggiatura cinematografica, fu presto dimenticata, cadendo in depressione e passando da una clinica all’altra, con vari tentativi di suicidio. Nel suo ultimo lavoro -Lasciarsi cadere- descrive, come Alda Merini, la tragica esperienza del manicomio ed il trauma dell’elettrochoc, nonché la deprivazione della dignità. Si suicidò affogandosi nel Danubio, mettendo fine alla sua esistenza tormentata.



Vuoto

Una piazza deserta

senza passi,

senza voci.



Solo un volo d’uccelli

che si allontanano tra nubi indifferenti

che vagabondano

in uno scialbo cielo

in compagnia

di una luna sbiadita

appena distinguibile,

che pare aver smarrito la sua strada.

Ti cerco,

Non ci sei…

O forse sì, ma solo

nei miei ricordi.




Er terno – Cesare Pascarella

Er terno

Ecco er fatto. Lo prese drent’al letto,

Dove stava in campagna in un casino;

Je sigillò la bocca cór cuscino,

E j’ammollò ‘na cortellata n petto.

Dunque, ferita all’undici; ce metto

Uno er giorno; quarantatré assassino:

Vado giù da Venanzio er botteghino

Ar Popolo e ce butto un pavoletto.

A l’estrazione, sabeto passato,

Ce viè l’ambo; ma invece de ferita

M’esce settandadue: morto ammazzato.

Ma guarda tante vorte er Padreterno

Come dà la fortuna ne la vita!

Si l’ammazzava ce pijavo er terno.

 



Luna nova – Salvatore di Giacomo

 

 

 

 

 

Luna nova

La luna nova ncopp’ ‘a lu mare

stenne na fascia d’argiento fino;

dint’a la varca nu marenare

quase s’addorme c’ ‘a rezza nzino….

Nun durmì, scétate, oi marenà,

votta sta rezza, penza a vucà.

Dorme e suspira stu marenare

se sta sunnando la nnammurata…

zitto e cuieto se sta lu mare,

pure la luna se nc’è ncantata…

Luna d’argiento, lass’ ‘o sunnà,

vaselo in fronte, nun ‘o scetà…

Comme a stu suonno de marenare

tu duorme, Napule, viate tte!

Duorme, ma nzuonno lacreme amare

tu chiagne, Napule! Scétete, scé!…

Puozze na vota resuscità!…

Scétete, scétete, Napule Na’!…


In ricordo di una poetessa amica scomparsa

 
 
Sogni
 
 
Mi vengono incontro fluttuando
leggeri, eterei, danzanti.
S’insinuano nel sonno furtivi
pervadono il corpo dormiente.
 
Visioni lontane, sopite dal tempo,
aneddoti strani, parole indistinte finché…
Finché non distinguo il tuo volto
e tu che mi prendi per mano,
le labbra mi dicono t’amo.
 
Ricordi quei giorni felici;
in cui ridevamo di niente
ed io ti guardavo sognante?
Per me eri il mondo vivente.
 
Poi tutto svanisce d’incanto
ed io mi ritrovo qui sola,
di tutto l’amore provato
non resta che un sogno soltanto.
 
(Carmela Costalbano)


Natale G.Ungaretti

Non ho voglia di tuffarmi
in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi cosi come una
cosa posata in un
angolo e dimenticata
Qui non si sente
altro che il caldo buono
Sto con le quattro
capriole di fumo
del focolare

 

 

Ho postato questa poesia, invece delle solite filastrocche natalizie, perché il Natale ormai è puro consumismo. Quante volte abbiamo regalato qualcosa solo perché era dispendioso e ci faceva fare bella figura? Lo ammetto, sono cascata pure io in questo vortice, ma da qualche tempo ho deciso di non caderci più. Tranne che per i bambini, agli amici basta un pensiero affettuoso, con qualcosa che rispecchi i loro gusti ed i loro desideri, ma senza eccedere…Del resto avendo molti amici…Sorriso


Alda Merini – A tutte le donne

 

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso

sei un granello di colpa

anche agli occhi di Dio

malgrado le tue sante guerre

per l’emancipazione.

Spaccarono la tua bellezza

e rimane uno scheletro d’amore

che però grida ancora vendetta

e soltanto tu riesci

ancora a piangere,

poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,

poi ti volti e non sai ancora dire

e taci meravigliata

e allora diventi grande come la terra

e innalzi il tuo canto d’amore.