La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Poesia

soffione bac22152d98b966d0ced33416e2d4eaaPolvere d’universo

parole soffiate

su ali di pappo

intorno

a una cellula viva

sfuggita all’effimero

inesorabile

umano

perdersi nel nulla

Caterina Parisi Mehr


Agli imbecilli

 Quando i ramati tramonti
di tutti i nostri orizzonti
iridiamo di smeraldo,
è lecito aspettarci
che chi sta seduto al caldo
eviti di seccarci.
Ci si raffina molto
ma assai magro è il raccolto
a viver di poesia;
Per noi operai della canzone,
da nessuna stazione
passa il treno che ci porta via.
E’ troppo caro il biglietto
per prendere il diretto,
più ancora la nave che plana
sul bel mare turchese;
andare a quel paese
costa un mucchio di grana.
Voi dunque, al caldo seduti,
placidi e ben pasciuti…
non fate troppa festa
al Poeta: La fame gli pesa…
Potrebbe un giorno, a sorpresa,
Piantarvi due pallottole in testa.


Charles Cros

Pabrezan 1.10.1842

Parigi 9.8.1888

imbecillità


La pace

Israele-Palestina

 

 

La pace che sgorga dal cuore

e a volte diventa sangue,

il tuo amore che a volte mi tocca

e poi diventa tragedia

la morte qui sulle mie spalle,

come un bambino pieno di fame

che chiede luce e cammina.

Far camminare un bimbo è cosa semplice,

tremendo è portare gli uomini

verso la pace,

essi accontentano la morte

per ogni dove,

come se fosse una bocca da sfamare.

Ma tu maestro che ascolti

i palpiti di tanti soldati,

sai che le bocche della morte

sono di cartapesta,

più sinuosi dei dolci

le labbra della donna che t’ama.

(Alda Merini)

 

 

 

 

 

 


L’anno nuovo

Mo accumencia l’anno nuovo,è Jennaro, ch’alleria!
Cu ‘a speranza e ‘a fantasia,tu te pienze ca chist’anno
forse è cchiù meglio ‘e chill’ato…quanno è a fine t’he sbagliato.


(tratta da “Calannario” poesia di Antonio de Curtis)


Milano 20 settembre

Oggi a Milano.

Ero incuriosita da una pizzeria al taglio  consigliata su Facebok dal Tourbillon de Milan, sita in via Spontini. Devo dire che sono rimasta davvero piacevolmente sorpresa.

Il locale magari non si presenta molto bene, il servizio è essenziale, ma la pizza (solo rigorosamente Napoli, niente altre variazioni) è davvero ottima. Frequentare i social network a volte può essere davvero utile ed interessante.

Nel pomeriggio poi ci siamo recati in via Paolo Sarpi, da Melegari, per acquistare l’ennesimo cappello stile texano per mio marito, questa volta bianco. All’uscita, proprio davanti al negozio, una sorpresa: un’altra conoscenza, questa volta di Google+, Toni Graffio, che gira Milano per documentare tutti i graffiti della città e fotografare anche altri artisti di strada.

Questa volta era il turno di Jurij (in arte Sulmondo), che fa parte della cosiddetta categoria dei Madonnari, il quale, armato solo di una fotografia di Einstein – quella celebre con la linguaccia – di un metro e di gessetti, stava decorando in questo modo il marciapiedi. 

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Ho così fatto la conoscenza di Tony che mi ha dato pure l’indirizzo di un blog, Armando Bruzzesi, il re del barboni, che invece usava i marciapiedi per scrivere le proprie poesie… e qui ne posto una…

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Atea è l’indifferenza

Percorrendo cammini nel tempo riconosci che

l’umanità oggi è ad un bivio: l’assurdo o il mistero?

L’assurdo porta alla disperazione, il mistero

come una scala invita a salire sul sublime

colle della speranza, ove la vita s’infiora, l’animo

tace, colto da improvviso stupore.

La scelta del mistero è la via che conduce alla

verità ed alla liberazione dai mille intrugli che

possono rendere dubbioso il cammino.

Duole, fa male, fa paura l’indifferenza.

E’ la morte dell’anima, induce l’uomo a

chiudersi in se stesso, a guardare solo il suo

tornaconto senza cogliere la varietà della vita

e delle  varie sofferenze, incapace com’è

d’altruistici slanci nel diario dei giorni a venire.

 


Inverno

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Foto dal quotidiano Alto Adige 

Silenzi

mattutini di neve

soffocano voci e rumori

e i miei pensieri.

(loredana)

 


Primavera ai giardini (104)

Chiacchiericcio di passeri invadenti

che litigano briciole di pane.

Chiocchiolio di fontane

dove immergon le mani intirizzite

bambini sorridenti.

E soffioni che liberano al vento

semi d’argento….

 

(forse la primavera è finalmente arrivata)


la foiba

Fu fine più pietosa 

quella del giustiziato

con un colpo alla nuca

che non quella di chi,

alla spoglia legato

con un filo di ferro,

fu gettato nel baratro ancor vivo

a consumare la propria sofferenza.

Non odio, ma l’essenza

stessa della barbarie,

che retrocede l’uomo

assetato di sangue

simile a belva

priva di sentimento,

rendendolo assassino

d’incolpevoli vittime,

un’altra volta uccise

dall’annoso silenzio

per il loro massacro.

(loredana)


In ricordo di Andrea Zanzotto

Muoiono i poeti

 non la poesia.

Un addio che non è un addio

perchè le parole restano per sempre.

Parole leggere d’aria

che si imprimono nel cuore,

parole pesanti di ferro

che si incidono nella mente.

(Loredana)


Alba

Preferisco

le albe ai tramonti.

L’alba è un inizio

da ammirare in solitudine,

o, meglio, in compagnia di me stessa,

nessun altro vicino,

solo i miei pensieri,

splendida luminescenza di perla

fresca aria mattutina,

silenzio,

purezza…

E’ l’istante

in cui la notte

diventa trasparente

e smorza la luce delle stelle

lasciando, unica e risplendente,

Lucifero

e un accenno di luna.

Il tramonto…

è solo un tramonto…

una conclusione aspettata

di cose, a volte, mai nemmeno incominciate.

(Loredana, 02.05.2011



Frammento…

Poesia

è rivestire i sogni di parole


Non conosco l’inglese

 

Io non conosco l’inglese.

Se questo è un intoppo per quello che riguarda internet, quale lo scaricare o aggiornare determinati programmi, per quanto concerne invece la letteratura è una vera disgrazia. Mentre alcuni testi posso tranquillamente leggerli in francese o tedesco, pur incontrando a volte qualche difficoltà, e sono quindi in grado di apprezzarne molte sfumature, non posso fare altrettanto per quelli inglesi.

Sto rileggendo infatti il “Paradiso Perduto” di Milton con testo a fronte, e mi accorgo che nell’ originale c’è una “solennità” che si perde leggendo la traduzione italiana. I bellissimi versi rendono solo l’idea di quello che devono essere in originale, con una metrica ed una musicalità che ovviamente nella trasposizione viene smarrita.

Mi chiedo allora come uno straniero possa parimenti apprezzare la “Divina Commedia”.

 

“Sweet is the breath of morn, her risin sweet,

With charm of earliest birds; pleasant the sun

When first on this delightful land he spreads

His orient beams, on herb, tree, fruit, and flow’r,

Glist’ring whit dew; fragrant the fertile earth

After soft showers; and sweet the coming on

Of grateful ev’ning mild, the silent night

With this her solemn bird and this fair moon,

And these the gems of heav’n, her starry train:

But neither breath of morn when she ascends

With charms of earliest birds, nor rising sun

On this delightful land, nor herb, fruit, flow’r,

Glist’ring whit dew, nor fragrance after showers,

nor grateful ev’ning mild, nor silent night

With this her solems bird, nor walk by moon

Or glittering starlight without thee is sweet.

But wherefore all night long shine these, for whom

This glorious sight, when sleep hath shut all eyes?”

“Dolce il respiro del mattino, dolce

il suo risveglio col canto degli uccelli appena desti;

e piacevole il sole quando diffonde i suoi raggi orientali

su questa terra piena di delizie, sull’erba, sugli alberi,

sulla frutta e sui fiori stillanti di rugiada, fragrante

questa fertile terra dopo ogni tenero scroscio di pioggia;

dolce e mite la sera quand’essa sopravviene

piena di grazie, e poi la notte che avanza silenziosa

con i suoi uccelli solenni e questa bella luna, e queste

gemme del cielo, il suo corteo di stelle: e tuttavia

non il respiro del mattino, che ascende

col canto degli uccelli appena desti, né il sole che sorge

su questa terra piena di delizie, non l’erba,

né la frutta né i fiori stillanti di rugiada, o la fragranza

dopo gli scrosci di pioggia, o la sera che giunge

mite e piena di grazie, non la notte che avanza silenziosa

con i suoi uccelli solenni, nessuna passeggiata

sotto la luna, sotto la scintillante luce delle stelle, nulla

di tutto questo è dolce senza te. Eppure perché mai

splendono tutta la notte, a chi è rivolto un simile

meravigliso spettacolo, appena il sonno, ha chiuso tutti gli occhi?”

(Paradiso perduto libro IV 641-658)

(Ho cercato di riportare il testo inglese il più esattamente possibile…se ho fatto errori mi scuso in anticipo)


haiku della primavera

Ad occhi chiusi

mi abbevero di sole.

E’ primavera.

(loredana, 22 marzo 2011)



In ricordo di Yara

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Fili d’erba strappati tra le tue dita

la tua vita strappata tra i fili d’erba.

Il viso rivolto al cielo

come un’ultima preghiera.

(Loredana)


Libri

Tutto nasce dal fatto che questa notte ho dormito male… Mio marito dice che è per colpa della luna piena (io non ci credo, ma ho notato che, effettivamente, le crisi del sonno sono in concomitanza del plenilunio)’ e così, rigirandomi più volte nel letto, ho fatto cadere la pila di libri che stazionava sul comodino in precario equilibrio, sperando di non aver svegliato mezzo condominio. Ho guardato allora i libri cascati per terra… Libri “poveri”, edizioni economiche ereditate dai miei, acquistate da ragazza, a prezzo di varie rinunce, con la piccola paghetta settimanale, o, in età più matura girando per bancarelle e “seconda mano”. Già, perché i best sellers di oggi non mi attirano più di tanto. Biografie delle quali non interessa nessuno, saggistica che pretende di “educare” il tuo pensiero, manuali di cucina, giardinaggio, cucito ed arti varie e inoltre gialli, tanti gialli (questi, in effetti, li compero pure io…). I grandi romanzi…spariti. La poesia contemporanea, con l’eccezione di Alda Merini, pure. Non resta che rispolverare i vecchi capolavori o rivolgersi al mercato dell’usato. A Milano, benedetto sia il Libraccio… Nelle mie trasferte, io frequento quello di via Vittorio Veneto, presso i bastioni di porta Venezia, e là ho trovato tantissimi titoli che nessuno ristampa più, come ad esempio il “Canto generale” di Neruda, che ho comprato per poco, davvero poco. Inoltre è vicino alla Bancarella del sig.Tagliaferri, dove ho scovato tanti piccoli tesori.

Mi sono messa allora a riordinare la pila composta da vari titoli, differentissimi gli unoi dagli altri, anche se molti testi sono di poesia:

– Canti orfici, di Dino Campana;

– Scritti corsari, di Pierpaolo Pasolini;

– Canto generale, di Pablo Neruda ,2 volumi, in cui è narrata l’epopea dell’America Andina;

– Mala storie, di Pietro Colaprico, raccolta di articoli su fatti di cronaca nera avvenuti a Milano negli ultimi anni;

– Non esiste saggezza, di Gianrico Carofiglio;

– Poesie d’amore e della memoria, di Kostandinos Kafafis,

– La sorellina, di Raymond Chandler;

– A rischio, di Patricia Cornwell;

– Addio mia amata, sempre di Raymond Chandler;

– Giallo a tempo di swing, di Cornell Woolrich;

– Ritratti di artista di Susan Vreeland;

– Gitanjali e il Giardiniere, di Tagore;

– Quelli che Milano, di Ascari e Guarnaccia

oltre ad un paio di gialli Mondadori e a qualche rivista di sudoku….



Metà gennaio

 

E timido in giardino,

incurante del gelo,

fiorito è il calicanto…

 

(Loredana 13.01.2011)


Gli animali

 

Gli animali

che si danno la morte,

che si guardano dentro, gli uomini,

questi animali che dilaniano se stessi.

 

E noi lo sappiamo:

il nostro cervello è l’ipertrofia

che ci porterà all’estinzione.

 

E siamo perfino fieri

di saperlo.

 

(Brigitte Schweiger)

poetessa austriaca, nata nel 1949 a Freistadt e morta suicida nel 2010. Si è portata dietro il trauma di una nonna morta nel lager di Theresienstadt mentre il padre era intriso di ideologia nazista. Dopo un primo romanzo, scritto a soli 28 anni, con delle tracce autobiografiche -Perché il mare è salato – che riscosse notevole successo e dal quale fu tratta una sceneggiatura cinematografica, fu presto dimenticata, cadendo in depressione e passando da una clinica all’altra, con vari tentativi di suicidio. Nel suo ultimo lavoro -Lasciarsi cadere- descrive, come Alda Merini, la tragica esperienza del manicomio ed il trauma dell’elettrochoc, nonché la deprivazione della dignità. Si suicidò affogandosi nel Danubio, mettendo fine alla sua esistenza tormentata.



Vuoto

Una piazza deserta

senza passi,

senza voci.



Solo un volo d’uccelli

che si allontanano tra nubi indifferenti

che vagabondano

in uno scialbo cielo

in compagnia

di una luna sbiadita

appena distinguibile,

che pare aver smarrito la sua strada.

Ti cerco,

Non ci sei…

O forse sì, ma solo

nei miei ricordi.




Er terno – Cesare Pascarella

Er terno

Ecco er fatto. Lo prese drent’al letto,

Dove stava in campagna in un casino;

Je sigillò la bocca cór cuscino,

E j’ammollò ‘na cortellata n petto.

Dunque, ferita all’undici; ce metto

Uno er giorno; quarantatré assassino:

Vado giù da Venanzio er botteghino

Ar Popolo e ce butto un pavoletto.

A l’estrazione, sabeto passato,

Ce viè l’ambo; ma invece de ferita

M’esce settandadue: morto ammazzato.

Ma guarda tante vorte er Padreterno

Come dà la fortuna ne la vita!

Si l’ammazzava ce pijavo er terno.

 



Luna nova – Salvatore di Giacomo

 

 

 

 

 

Luna nova

La luna nova ncopp’ ‘a lu mare

stenne na fascia d’argiento fino;

dint’a la varca nu marenare

quase s’addorme c’ ‘a rezza nzino….

Nun durmì, scétate, oi marenà,

votta sta rezza, penza a vucà.

Dorme e suspira stu marenare

se sta sunnando la nnammurata…

zitto e cuieto se sta lu mare,

pure la luna se nc’è ncantata…

Luna d’argiento, lass’ ‘o sunnà,

vaselo in fronte, nun ‘o scetà…

Comme a stu suonno de marenare

tu duorme, Napule, viate tte!

Duorme, ma nzuonno lacreme amare

tu chiagne, Napule! Scétete, scé!…

Puozze na vota resuscità!…

Scétete, scétete, Napule Na’!…


In ricordo di una poetessa amica scomparsa

 
 
Sogni
 
 
Mi vengono incontro fluttuando
leggeri, eterei, danzanti.
S’insinuano nel sonno furtivi
pervadono il corpo dormiente.
 
Visioni lontane, sopite dal tempo,
aneddoti strani, parole indistinte finché…
Finché non distinguo il tuo volto
e tu che mi prendi per mano,
le labbra mi dicono t’amo.
 
Ricordi quei giorni felici;
in cui ridevamo di niente
ed io ti guardavo sognante?
Per me eri il mondo vivente.
 
Poi tutto svanisce d’incanto
ed io mi ritrovo qui sola,
di tutto l’amore provato
non resta che un sogno soltanto.
 
(Carmela Costalbano)


Natale G.Ungaretti

Non ho voglia di tuffarmi
in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi cosi come una
cosa posata in un
angolo e dimenticata
Qui non si sente
altro che il caldo buono
Sto con le quattro
capriole di fumo
del focolare

 

 

Ho postato questa poesia, invece delle solite filastrocche natalizie, perché il Natale ormai è puro consumismo. Quante volte abbiamo regalato qualcosa solo perché era dispendioso e ci faceva fare bella figura? Lo ammetto, sono cascata pure io in questo vortice, ma da qualche tempo ho deciso di non caderci più. Tranne che per i bambini, agli amici basta un pensiero affettuoso, con qualcosa che rispecchi i loro gusti ed i loro desideri, ma senza eccedere…Del resto avendo molti amici…Sorriso


Alda Merini – A tutte le donne

 

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso

sei un granello di colpa

anche agli occhi di Dio

malgrado le tue sante guerre

per l’emancipazione.

Spaccarono la tua bellezza

e rimane uno scheletro d’amore

che però grida ancora vendetta

e soltanto tu riesci

ancora a piangere,

poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,

poi ti volti e non sai ancora dire

e taci meravigliata

e allora diventi grande come la terra

e innalzi il tuo canto d’amore.


Senza titolo – Nazim Hikmet

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Il più bello dei mari

è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli

non è ancora cresciuto.

I più belli dei nostri giorni

non li abbiamo ancora vissuti.

E quello che vorrei dirti di più bello

non te l’ho ancora detto.

(Nazim Hikmet 1942)