Pioggia
Perché uno mi sia compagno mentre piove
deve sentire
la pioggia sulla piazza vuota o su un sentiero o soltanto su un paesino.
Oppure è necessario che abbia un volto quieto che dica siamo uomini
e che abbiamo dimenticato o sentito o visto qualcosa da qualche parte
e che qualcosa resta racconta e si bagna o solo tace o viene sotto la pioggia
e ora non sappiamo dove in realtà e che cosa.
Milivoj Slaviček
Illustrazione di Evgeny Lushpin
Pioggia
Piove e tu dici è come se le nuvole piangessero. Poi ti copri la bocca ed affretti il passo. Come se quelle squallide nuvole piangessero?
Impossibile. Ma allora: da dove questa rabbia,
questa disperazione che ci condurrà tutti al diavolo?
La Natura nasconde alcuni dei suoi processi nel Mistero, il suo fratellastro. Così questa sera che consideri simile a una sera da fine del mondo più presto di quel che credi ti sembrerà soltanto una sera triste, una sera di solitudine smarrita nella memoria: lo specchio della Natura.
Oppure la dimenticherai. Né la pioggia, né il pianto, né importano i tuoi passi che risuonano durante il percorso sulla scogliera.
Ora puoi piangere e lasciare che la tua immagine si disperda nei parabrezza delle auto ferme lungo il Paseo Marítmo.
Ma non puoi perderti.
Roberto Bolaño
Pioggia
Perché uno mi sia compagno mentre piove
deve sentire
la pioggia sulla piazza vuota o su un sentiero o soltanto su un paesino.
Oppure è necessario che abbia un volto quieto che dica siamo uomini
e che abbiamo dimenticato o sentito o visto qualcosa da qualche parte
e che qualcosa resta racconta e si bagna o solo tace o viene sotto la pioggia
e ora non sappiamo dove in realtà e che cosa.
Milivoj Slaviček
Milano. Pioggia.
Una settimana a Lubiana (devo ancora postare qualcosa di questo viaggio, ma ho poco tempo ed una pessima connessione), poi una settimana a casa e domenica scorsa subito dopo aver votato, nuovamente in partenza, questa volta tanto per cambiare per Milano.
Fino a ieri ci sono state giornate stupende: cielo terso, temperature ideali, un giorno perfino quasi estive (29 gradi), ma da ieri piove.
Milano mi piace con il bel tempo, ma con la pioggia ha un suo fascino particolare.
L’asfalto ed il pavé, lucidi come specchi, riflettono gli edifici ed i monumenti, ed in tutto quel grigiore spiccano i colori dei tram, le luci dei semafori sembrano gemme ed agli ingressi della metropolitana spuntano i venditori di ombrelli variopinti. I giorni di pioggia sono quelli in cui i musei e le mostre vengono presi letteralmente d’assalto, e per questo noi li evitiamo accuratamente. Meglio farsi un lungo giro in tram, prendendolo possibilmente al capolinea in modo da restare comodamente seduti, e poi fermarsi in un locale a sorseggiare una bevanda calda e fumante, osservando la gente che, nonostante tutto, si muove frettolosamente come negli altri giorni.
Ed ora mi preparo: scarpe in Goretex, giacca impermeabile con il cappuccio, zainetto… e fuori, a sfidare il maltempo.
Pioggia
La pioggia ha un vago segreto di tenerezza
una sonnolenza rassegnata e amabile,
una musica umile si sveglia con lei
e fa vibrare l’anima addormentata del paesaggio.
È un bacio azzurro che riceve la Terra,
il mito primitivo che si rinnova.
Il freddo contatto di cielo e terra vecchi
con una pace da lunghe sere.
È l’aurora del frutto. Quella che ci porta i fiori
e ci unge con lo spirito santo dei mari.
Quella che sparge la vita sui seminati
e nell’anima tristezza di ciò che non sappiamo.
La nostalgia terribile di una vita perduta,
il fatale sentimento di esser nati tardi,
o l’illusione inquieta di un domani impossibile
con l’inquietudine vicina del color della carne.
L’amore si sveglia nel grigio del suo ritmo,
il nostro cielo interiore ha un trionfo di sangue,
ma il nostro ottimismo si muta in tristezza
nel contemplare le gocce morte sui vetri.
E son le gocce: occhi d’infinito che guardano
il bianco infinito che le generò.
Ogni goccia di pioggia trema sul vetro sporco
e vi lascia divine ferite di diamante.
Sono poeti dell’acqua che hanno visto e meditano
ciò che la folla dei fiumi ignora.
O pioggia silenziosa; senza burrasca, senza vento,
pioggia tranquilla e serena di campani e di dolce luce,
pioggia buona e pacifica, vera pioggia,
quando amorosa e triste cadi sopra le cose!
O pioggia francescana che porti in ogni goccia
anime di fonti chiare e di umili sorgenti!
Quando scendi sui campi lentamente
le rose del mio petto apri con i tuoi suoni.
Il canto primitivo che dici al silenzio
e la storia sonora che racconti ai rami
il mio cuore deserto li commenta
in un nero e profondo pentagramma senza chiave.
La mia anima ha la tristezza della pioggia serena,
tristezza rassegnata di cosa irrealizzabile,
ho all’orizzonte una stella accesa
e il cuore mi impedisce di contemplarla.
O pioggia silenziosa che gli alberi amano
e sei al piano dolcezza emozionante:
da’ all’anima le stesse nebbie e risonanze
che lasci nell’anima addormentata del paesaggio!
Federico Garcìa Lorca
Senza titolo
Non tutto è giorni di sole,
e la pioggia, quando manca da molto, la si invoca.
Per questo prendo la felicità e l’infelicità naturalmente,
come chi non trova strano che esistano montagne e pianure,
che esistano rocce ed erba.
Fernando Pessoa
Finalmente…
Caldo.
Afa.
Sudore.
Aria immobile.
Poi, lontano, il borbottio di un tuono.
Si alza il vento, che ammassa rapidamente le nuvole.
Il cielo si offusca, gli uccelli zittiscono improvvisamente, mentre i tuoni si fanno sempre più vicini.
Ed ecco i primi goccioloni, che formano piccoli crateri nel terreno polveroso o schioccano sui cubetti di porfido o sull’asfalto ancora rovente nonostante sia ancora mattina, evaporando subito dopo.
Una breve interruzione, che mi fa pensare “Tanto rumore per nulla”, ed inviare silenziose maledizioni ai servizi meteorologici che da giorni prevedono pioggia.
Ci sediamo all’interno del solito ristorantino dove pranziamo alla domenica e, finalmente, inizia a piovere a dirotto.
Finiamo di mangiare e piove ancora… Tornando a casa, nonostante l’acqua continui a cadere, anche se non più così scrosciante, non mi riparo neppure sotto l’ombrello. Mi rinfresco e mi rigenero…
Bellissima, questa pioggia, così anelata…ed ancora adesso, dopo 5 ore, continua.
Finalmente un po’ di fresco: speriamo che resista.
sera
Milano in macchina una sera che piove… come cantava Loredana Berté.
Viale Monza…sulla via di casa
Pioggia
Anche oggi piove, e le previsioni indicano che proseguirà così per tutta la settimana. Una volta trovavo questo tempo piuttosto deprimente, ora guardo Milano con altri occhi, e mi sembra comunque bellissima.
In via Torino sono le tre del pomeriggio, ma ormai sembra quasi sera.
I fari delle auto, i semafori, i fanali stradali, le insegne dei negozi che riflettono le loro luci sul pavé lucido, una folla di ombrelli neri, variopinti, a spicchi nei vari colori dell’arcobaleno;
il profumo delle caldarroste che si mescola all’aroma dei bastoncini d’incenso che emanano dai banchetti dei venditori ambulanti; folle di extracomunitari che vendono parapioggia agli angoli delle strade o all’entrata delle metropolitane. E corso di Porta Ticinese, che ogni volta vedo con gli stessi occhi, ma sempre nuovi, con le sue saracinesche decorate artisticamente e con i manifesti “artigianali” che l’acqua stacca dai muri.
Poi le colonne di San Lorenzo, dove quest’oggi, a causa della pioggia battente, non sosta nessuno a mangiare seduto sui basamenti.
Dal tram, la visione è offuscata dalle gocce e dalla condensa,
ma da sotto il sedile un cane riposa con aria indifferente ed annoiata…
pioggia – Pessoa
Non tutto è giorni di sole,
e la pioggia, quando manca da molto, la si invoca.
Per questo prendo la felicità e l’infelicità naturalmente,
come chi non trova strano che esistano montagne e pianure,
che esistano rocce ed erba …
Fernando Pessoa
Pioggia
Si pranza in Corso Como, quindi è d’obbligo passare per piazza Gae Aulenti. Hanno aperto una nuova passeggiata in mezzo ad un vastissimo prato dal quale c’è un’ottima visuale dei nuovi grattacieli.
Il tempo soleggiato volge rapidamente al brutto, come è solito nelle città di pianura. Il vento trasporta velocemente grossi cumuli di nubi che diventano subito scure.
Facciamo giusto in tempo a ripararci in un bar prima che inizi a diluviare. Si decide di rientrare e fortunatamente la fermata del tram non è distante.
I finestrini rigati dall’acquazzone fanno intravvedere un cielo scuro, lunghe file di auto con i fari accesi, negozi illuminati quasi fosse già l’imbrunire, mentre sono solo le due del pomeriggio. Le insegne luminose si riflettono sul pavè bagnato, con lunghe scie colorate.
Tutti tacciono, quasi oppressi dal maltempo. Una bimbetta di circa 5 anni si appisola abbracciata alla mamma. Solo il rumore ritmico ed ipnotico del compressore, che induce alla sonnolenza e lo sgocciolio degli ombrelli bagnati sul pavimento.
Ultimo giorno di maggio… e sembra un qualsiasi giorno di novembre.
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Inviato dal Veloce promemoria
pioggia
Quando una giornata è piovigginosa ed uggiosa, l’unica è rallegrarla con un ombrello colorato
Oggi
Una di quelle giornate in cui i vetri appannati tengono fuori il grigiore di un autunno piovoso.
Il matrimonio delle volpi.
Ecco… uno di quei momenti in cui piove e contemporaneamente splende il sole.
Allora le gocce di pioggia sui rami d’abete, sulle siepi di tasso e su fiori e foglie brillano come perle argentate.
Allora mi viene in mente un detto popolare : “Piove con il sole, si sposa la volpe”.
Ho fatto una piccola ricerca su questo antico modo di dire: deriva dalla mitologia giapponese, e viene ricordato anche nel film “Sogni” di Akira Kurosawa, e precisamente le primo episodio che si intitola appunto “Raggi di sole nella pioggia”.
Secondo una leggenda è appunto quando piove e contemporaneamente splende il sole che arriva il momento in cui le kitsune (sorta di demoni dall’aspetto di volpi) preferiscono celebrare il loro matrimonio (kitsune no yomeiri), formando lunghe processioni e portando delle lanterne per illuminare il cammino. Essendo molto raro assistere a questo evento, è altrettanto raro che il sole splenda mentre sta piovendo…da qui il motto.
Ancora oggi in Giappone si ricorda questa leggenda con processioni di persone mascherate da volpi.
Pioggia….finalmente
Ieri temporale ( e siamo usciti dal ristorante che diluviava, arrivando a casa bagnati fradici).
Oggi pure piove…finalmente, dopo tanto caldo ci voleva proprio.
Ed allora mi è venuta in mente “Cantando sotto la pioggia”, un film che amo particolarmente, perché sono appassionata di commedie musicali. Questa pellicola però mi ricorda anche altre cose perché l’ho vista a Firenze con mio marito (che allora lavorava là) nel lontano 1979, poco prima di sposarci. Prima di accomodarci in sala, una focaccia (schiacciata all’olio, croccante e fragrante) da Pugi: la ricordo ancora tanto era buona, anche se per il nome, che avevo dimenticato, ho dovuto chiedere al consorte; poi all’uscita gelato da Vivoli (questo invece lo ricordo benissimo, anche per via dell’indirizzo stranissimo: via Isola delle Stinche) in un gusto che non ho più trovato in giro: al riso! Comunque, ritornando al discorso di prima, che fare se piove a dirotto? Ed allora, via con la cucina, approfittando del fresco, così ho preparato tre grosse teglie più una più piccolina di melanzane alla parmigiana da surgelare (e far contento mio figlio, sua moglie e mia nipote appena verranno nuovamente a trovarci).
pioggia
Piove.
La pioggia in questa stagione, a meno che non duri giornate intere, mi piace.
Mi accomodo in salotto, accoccolata sulla poltrona, un libro tra le mani (anzi il Kobo, dove sono ancora alle prese con “Le memorie di Adriano”, ma leggerlo direttamente in francese è abbastanza faticoso), accanto alla porta finestra, quella prospiciente il terrazzino. Ne apro solo un’anta, annuso l’odore aromatico delle foglie bagnate e quello muschiato e leggermente marcescente della terra nei vasi, intrisa d’acqua.
Ascolto il picchiettare delle gocce sul gelsomino, prossimo alla fioritura, un suono ipnotico che indurrebbe a dormire se non fosse per il chiacchiericcio insistente di passeri e merli.
Le mie rose, fino ad ieri diritte e rigogliose, adesso sono piegate verso il basso, appesantite perché impregnate dalla pioggia. Domani devo ricordarmi di raddrizzare i rami con dei sostegni.
Un po’ leggo, un po’ penso.
Certo, con questo tempo c’è un filino di malinconia, ma non tristezza, una sensazione sottile, difficile da definire: la pioggia lava via alcuni pensieri, altri ne riporta a galla. Una tazza doppia di caffè bollente, un libro, un po’ di musica… Cosa cercare di meglio?
—
La pioggia di marzo
Oggi piove,e non è la solita pioggerellina di marzo che picchia argentina, ma una pioggia uggiosa quasi autunnale…
E mah è forse è quando tu voli rimbalzo dell’eco è stare da soli
è conchiglia di vetro, è la luna e il falò
è il sonno e la morte è credere no
margherita di campo è la riva lontana
è la riva lontana è, ahi! è la fata Morgana
è folata di vento onda dell’altalena un mistero profondo
una piccola pena
tramontana dai monti domenica sera è il contro è il pro
è voglia di primavera
è la pioggia che scende è vigilia di fiera è l’acqua di marzo
che c’era o non c’era
è si è no è il mondo com’era è Madamadorè burrasca passeggera
è una rondine al nord la cicogna e la gru, un torrente una fonte
una briciola in più
è il fondo del pozzo è la nave che parte un viso col broncio
perché stava in disparte
è spero è credo è una conta è un racconto una goccia che stilla
un incanto un incontro
è l’ombra di un gesto, è qualcosa che brilla il mattino che è qui
la sveglia che trilla
è la legna sul fuoco, il pane, la biada, la caraffa di vino
il viavai della strada
è un progetto di casa è lo scialle di lana, un incanto cantato
è un’andana è un’altana
è la pioggia di marzo, è quello che è
la speranza di vita che porti con te
è la pioggia di marzo, è quello che è
la speranza di vita che porti con te
soliti inconvenienti
Al ritorno da Milano mi ero finalmente decisa a riporre le cose invernali (anche per questo sono poco presente sul blog e inoltre, dopo l’ultimo aggiornamento, WordPress dallo smartphone funziona molto male 😦 ). Ho fatto giusto in tempo a lavare e riporre le maglie ed altro vestiario pesante, poi ho avuto la malaugurata idea di lavare una delle due trapunte…
e naturalmente
PIOVE !!!!!!!
6 e 7 dicembre 2010
Piove… Non piove… Non si capisce bene, perché se guardo le pozzanghere non c’è traccia di gocce, ma dopo qualche minuto che si passeggia, la faccia è tutta bagnata da questa acquerugiola uggiosa che si insinua, trasportata dal vento, anche sotto l’ombrello e si intravede, fine e sottile, solo attraverso la luce dei fari. È come vivere immersi in una nuvola, che ti avvolge completamente, mentre l’umidità ti penetra fin dentro le ossa. Questa è Milano in inverno. A parte che tra qui e Bolzano sono settimane che mi sono scordata di cosa sia il sole. Sembra di interpretare un vecchissimo film con Paul Newman, “Quintet”, dove la Terra era perennemente avvolta da una nebbia grigiastra, incombente ed allucinante, tanto da spingere molti ad inventare un gioco simile alla roluette russa per trovare una giustificazione al suicidio indotto da quella cupa atmosfera. Per fortuna qui ci sono le luci natalizie… Però..c’è un però… Le luci, si sa, costano, ma vedere le porte ( Venezia, Romana e Ticinese) ed, ancora peggio, corso Venezia, il Broletto e piazza Cordusio illuminate dalle luci rosate sponsorizzate dalla “Gazzetta dello Sport” o l’altissimo abete di Piazza Duomo (oltre 40 metri) completamente avvolto dagli stands verde-acqua di Tiffany, simili a pacchi regalo infiocchettati, fa un po’ tristezza…
Oggi poi è sant’Ambrogio, ed i milanesi che non sono partiti per il lungo ponte dell’Immacolata si riverseranno tutti in centro. Pure noi, che volevamo sottrarci a questa abitudine, siamo stati coinvolti, ed ahimé, ci aggregheremo a quella massa vociante e scomposta…
Come immaginavamo, abbiamo dovuto desistere dall’entrare nei negozi, in quanto tutti i meneghini che non si erano allontanati per il ponte si sono ritrovati in centro per lo shopping, formando code incredibili. Ci siamo quindi limitati a passeggiare sotto la pioggia, con una sosta al sant’Ambroeus per un caffè e per ammirare i capolavori di pasticceria esposti in vetrina (panettoni decorati in varie forme artistiche con cioccolato, zucchero e marzapane). Sotto il porticato di Corso Matteotti ad un certo momento sono transitati alcuni ragazzi (7 o 8 al massimo), con tamburo e vessilli della CGIL che si preparavano alle immancabili contestazioni per l’apertura della Scala. Il tempo per fare casino lo trovano sempre, ma quello per studiare?
Via Montenapoleone e via Dante invece sono uno spettacolo per le decorazioni: la prima con grosse palle dorate e rami verdi, l’altra con lampioni di stoffa simile a seta che cambiano continuamente colore ogni pochi secondi.
Cena a Monza e ritorno quasi immediato per vedere il secondo tempo dell’Inter che perdeva contro il Werder Brema…unica nota positiva di una giornata stressante.
E domani si ripete al Christmas Village… Brrrr
Purtroppo…
Stamattina nevicava ancora…fiocchi larghi e leggeri, che però non hanno avuto presa sul terreno bagnato, ma solo nei giardini e sui tetti delle auto. Adesso poi si è tramutata in una pioggia fastidiosa. Sono giorni che non vediamo più il sole. Comincio a capire il pessimismo dei miei amici tedeschi! Che attribuiscono l’allegria dei popoli latini proprio al sole.
piove….
Ennesima domenica di pioggia… Ma basta poco a rallegrarla, un ombrello tutto colorato, ma soprattutto una bella musica tratta dal migliore musical di tutti i tempi…
Cosa ne pensate?