Denatalità e immigrazione.
Tutti si preoccupano sempre più della denatalità, perché mette in crisi il nostro sistema pensionistico basato su uno schema a ripartizione, per cui i contributi dei lavoratori attivi vengono utilizzati per pagare le pensioni dei lavoratori in quiescenza.
Un problema che data da tempo, tanto che un paio di anni fa l’allora ministro della salute Beatrice Lorenzin promosse, senza nessun risultato significativo, il Fertility day.
Quindi giù con la storiella, con Boeri in prima linea, che serviva più immigrazione in quanto i nuovi arrivati avrebbero dovuto pagarci le pensioni.
Ora la stessa INPS, tramite il suo Osservatorio sui cittadini extracomunitari, smentisce tale teoria.
Ci sono 2.259.000 persone iscritte all’Istituto previdenziale, circa 1.700.000 svolgono attività di lavoro dipendente con una retribuzione media di poco più di 12mila euro annui. Circa 120mila persone ricevono una integrazione al reddito, altre 96mila percepiscono una pensione di tipo assistenziale, per il solo fatto di essere residenti in Italia, quindi pensioni non coperte da versamenti contributivi, e sono dovute per la maggior parte ai ricongiungimenti familiari; 10mila assegni sono dovuti per prestazioni di tipo infortunistico, mentre un altro numero, non quantificato, è relativo a pensioni di invalidità, di vecchiaia e ai superstiti.
Contestualmente all’Osservatorio, il Centro Studi Itinerari Previdenziali evidenzia che nel periodo tra il 2008 ed il 2014 i lavoratori italiani sono diminuiti di 1.400.000, mentre i lavoratori stranieri sono aumentati di 516.000 unità, ma con una sensibile diminuzione dei salari e, di conseguenza, dei contributi. Boeri in televisione sciorinava un saldo attivo dovuto all’impiego degli immigrati di una trentina di miliardi di euro, che però a conti fatti è di soli 8 miliardi. C’è da considerare però che solo di spese sanitarie se ne vanno altri 11 miliardi, ed altri 8 per un milione di spese scolastiche per i figli. Mettiamoci anche le spese per l’accoglienza che abbiamo sborsato fino ad ora, l’assistenza sociale, l’assistenza legale, i trasporti etc…
Se almeno una parte di questi soldi fosse stata utilizzata primo per far ripartire l’economia, evitando i licenziamenti, e poi per aiutare in maniera concreta le famiglie italiane che ormai non fanno più figli o, al massimo, si limitano ad un solo bambino (il che non è sufficiente per il ricambio generazionale), il problema non si sarebbe presentato. Oggi le giovani coppie, timorose del futuro che le aspetta, senza adeguati servizi che sostengano le mamme che lavorano, che non posso no neppure più contare sull’aiuto dei nonni quali babysitter perché l’età pensionabile è stata aumentata, sono restie a fare figli. Spero che le manovre di questo governo vadano in tal senso.
Favole
“Tu fai in questo campo una piccola buca e ci metti dentro, per esempio, uno zecchino d’oro. Poi ricopri la buca con un po’ di terra: l’annaffi con due secchie d’acqua di fontana, ci getti sopra una presa di sale, e la sera te ne vai tranquillamente a letto. Intanto, durante la notte, lo zecchino germoglia e fiorisce, e la mattina dopo, di levata, ritornando nel campo, che cosa trovi? Trovi un bell’albero carico di tanti zecchini d’oro … ”
(Carlo Collodi, Pinocchio)
Portare le pensioni a 1000 euro mensili è un’utopia, anche perché verrebbero concesse pure a chi non ha versato alcun contributo, iniziando anche dai familiari degli extracomunitari arrivati qui per il ricongiungimento, il che inoltre favorirebbe sempre più i flussi migratori.
Innanzitutto: quanto costerebbe questa manovra?
Poi: dove si prenderebbero i soldi?
Facendo lavorare sempre più a lungo chi è in età lavorativa?
Anche ammettendo di tagliare ALCUNE spese (al che credo poco, visto il trend), e dato che si parla pure di abbassare le tasse, non si giungerebbe mai, credo, a coprire un simile esborso.
Si verificherebbe poi un fattore di diseguaglianza nei confronti di chi ha lavorato una vita intera per percepire la medesima somma: uno naturalmente potrebbe pensare “Chi me lo fa fare sgobbare tanto per poi prendere la stessa cifra di chi ha lavorato versando tasse e contributi? Lavoro in nero per quello che mi serve per vivere ed al momento della vecchiaia saremo tutti uguali”. Così nelle casse statali mancherebbero sia i quattrini delle imposte che quelli dei contributi.
Eh già, l’età a volte gioca brutti scherzi.
I soldi mica crescono sugli alberi, ma qualcuno forse crede ancora nelle favole.
Non per soldi ma per danaro
Adesso viene fuori che c’è gente che percepisce pensioni da oltre 36 anni.
Adesso si accorgono che le pensioni calcolate con il sistema retributivo non sono congrue e vogliono ricalcolare il tutto secondo il sistema contributivo.
C’è una normativa che esclude la retroattività dei provvedimenti legislativi, ma nel caso dei pensionati viene sempre disattesa (per i vitalizio dei parlamentari e dei magistrati, la retroattività vale, ma solo per gli aumenti).
Se tu Stato hai permesso ai tuoi dipendenti di andare in pensione dopo i famosi 14 anni 6 mesi ed 1 giorno di lavoro, arrotondati a 15, (poi aumentati a 19 anni 6 mesi ed 1 giorno), consentendo a costoro di prendere un assegno ridotto ma con l’intera indennità integrativa speciale (rivalutata sempre al 100%, e spesso superiore alla retribuzione);
se tu Stato hai permesso che le pensioni venissero calcolate sull’ultima retribuzione percepita e non in base ai contributi effettivamente versati;
se tu Stato non hai pensato agli sviluppi futuri di questo deleterio sistema ma approvandolo per i tuoi scopi elettorali ,
sei tu Stato il colpevole, non il pensionato che furbescamente, ma in modo del tutto legittimo, ne ha approfittato.
Non parlo per me, che non appena arrivo ad una soglia pensionistica, quella si allontana sempre di più, un vero supplizio di Tantalo. Spero solo, prima o poi, di riuscire ad incassarla. Nel frattempo, mi godo la mia, seppur piccola, rendita privata.
Sento al Tg che i concussori hanno dichiarato “che le mazzette di soldi erano state lasciate nelle loro borse a loro insaputa”. Comincerò a dimenticare strategicamente in giro il portafoglio, chissà che a mia insaputa succeda qualcosa :)….
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Inviato dal Veloce promemoria
il bancomat
Una volta il bancomat delle casse statali era costituito dalle sigarette, poi è diventato l’automobile con la tassa di circolazione trasformata in tassa di proprietà e le infinite accise sulla benzina che ne raddoppiavano (e raddoppiano ancora oggi) il prezzo alla pompa.
In seguito, la fonte dalla quale attingere i rifornimenti è diventata la casa, con tasse che comparivano, scomparivano, quindi ricomparivano con una diversa denominazione .
Adesso il bancomat è rappresentato dalle pensioni.
Premetto che il sistema pensionistico italiano è pessimo, essendo “a ripartizione”, ossia le pensioni pagate vengono coperte dai contributi dei lavoratori in attività, invece di essere formate dal montante delle somme versate sia dal lavoratore che dal datore di lavoro e commisurate al numero ed agli importi versati nonché alla speranza di vita del pensionato, come succede con qualsiasi assicurazione.
A parte l’età pensionabile che aumenta sempre di più, a parte i vari blocchi che ancora persistono – pur se giudicati incostituzionali – delle rendite superiori ad un certo importo, a parte l’abbandono del sistema retributivo per passare – giustamente – a quello contributivo, ora nel mirino ci sono le pensioni di reversibilità che colpirebbero le vedove (e pure i vedovi, aggiungo io).
Chi ha ideato questa proposta è l’onorevole (?) Tinaglia di Scelta civica; naturalmente la misura non colpirebbe i nostri beneamati parlamentari, perché loro a fine mandato non percepiscono una pensione ma un VITALIZIO!…
La voce V nella sigla IVS sta ad indicare i “SUPERSTITI ” perché per la quota percepita dal coniuge rimasto solo è stata versata una certa percentuale di contributi da parte del coniuge passato a miglior vita.
Inizialmente concepita per assicurare una piccola rendita alle casalinghe rimaste sole (le donne solitamente sono più longeve degli uomini), la misura è stata poi estesa a tutti, uomini inclusi – in quanto ormai era aumentato il numero delle donne lavoratrici.
Quindi la decurtazione della pensione di reversibilità è da considerarsi un vero e proprio furto a danno dei lavoratori.
Già si era parlato di trasformare in pensione una quota del TFR, ma solo una piccola parte dei dipendenti hanno aderito a tale prospettiva: il guaio è che questa quota complementare sarebbe comunque gestita dall’INPS, quindi chissà che prima o poi le voraci mani dello stato non si approprino anche di questi accantonamenti.
Pensioni
Premetto…non sono una pensionata baby, anzi, non sono neppure una pensionata, e con questi chiari di luna chissà quando riuscirò a vedere quanto ho maturato con oltre 30 anni di contributi in quanto ho lasciato anzitempo il lavoro per scelta personale. Fortunatamente dallo scorso novembre percepisco una rendita che mi sono costituita con dei versamenti volontari presso un’assicurazione: rendita non altissima, però aggiunta alla pensione di mio marito (rimasta senza adeguamento per 3 anni e rivalutata a gennaio del favoloso importo di ben 8 euro!) e ad investimenti oculati, possiamo dire di cavarcela benino mantenendo il tenore di vita cui eravamo abituati.
Però c’è un fatto: su vari giornali e sul web molti hanno paragonato i vitalizi percepiti dai parlamentari (sproporzionati alle somme da loro versati) alla rendita di chi a suo tempo è andato in pensione anticipatamente o con la pensione calcolata con il cosiddetto sistema “retributivo” e non “contributivo”.
Il paragone non può reggere, in quanto la differenza sostanziale risiede nel fatto che i pensionati, baby o meno che siano, hanno usufruito di una legge (pure se iniqua) allora in vigore, votata da altri, per lo più per ottenere consensi elettorali. Se detta legge non fosse stata approvata, moltissime persone avrebbero lavorato molto più a lungo.
I parlamentari invece si sono attribuiti AUTONOMAMENTE i vitalizi che percepiscono, a solo ed esclusivo beneficio delle loro tasche. Non solo, ma c’è gente che incassa mensilmente una cifra sostanziosa per essere rimasto in Parlamento per una sola giornata.
Quindi lo Stato, che a suo tempo aveva assunto un impegno, stipulato un patto con i pensionati, dovrebbe essere tenuto a rispettarlo: può cambiare le regole per gli anni a venire, ma non per il passato. Come si suole dire con una locuzione latina “pacta sunt servanda”.
Adesso Renzi parla di dare a tutti i pensionati sotto i 3000 euro (lordi, per giunta) un importo una tantum di 500 euro.
Ho fatto caso che quando si tratta di prendere i soldini dalle nostre tasche, entra in campo la retroattività, non contano i diritti acquisiti e tutte queste belle cose, ma quando si toccano i privilegi delle caste (parlamentari e magistrati innanzitutto), quelli diventano diritti inalienabili.
Per i pensionati (solo alcuni, per giunta) invece solo le briciole: i soldi che Renzi dice di voler generosamente elargire erano già soldi loro, e tanto per cambiare lo stato se li riprenderà con tasse e balzelli vari. Ma si sa, i pensionati non possono protestare, non possono scioperare, possono solo tacere e sopportare. E la diseguaglianza tra la gente normale e le caste va ampliandosi sempre di più.
Non c’è da preoccuparsi.
Al Governo stanno pensando all’impatto che provocherà la decisione della Consulta che ha bocciato il blocco della perequazione delle pensioni istituita dalla Fornero.
Aumenterà l’Iva e poi studieranno qualche altra tassa.
Tranquilli: ci pensa Matteuccio nostro.
Ps. Una norma voluta da un ministro (ops, una ministra) del salvatore della Patria nonché bocconiano ed esperto di economia Monti.
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Inviato dal Veloce promemoria
la colpa non è sua…
Di chi è la colpa? Dello spread alto, lo sanno tutti, era di Berlusconi, anche se dopo l’insediamento di Monti, dopo un piccolo, iniziale calo, era salito vertiginosamente. Adesso lo spread si è assestato su livelli medio-alti, sufficienti a tener un po’ più bassi gli interessi dei titoli di stato, però ci sono altri parametri preoccupanti. E che ci dice il nostro caro leader? che i fenomeni negativi (leggi disoccupazione, cali dei consumi, recessione) non sono da addebitare alle politiche economiche del governo, mentre l’iniziale piccolo calo dello spread era tutto merito suo. Allora il bocconiano ci prende per fessi. I conti della serva son presto fatti: come ho già scritto tempo fa, chi vuoi che investa in un paese tartassato e stratassato come il nostro? Perché tante aziende potenzialmente sane chiudono e delocalizzano all’estero? E la conseguenza non è forse il calo della produzione con conseguente aumento della disoccupazione? In un anno di governo Monti la disoccupazione è aumentata di 2,3 punti, pari a 600mila persone… E il trend va peggiorando. Certo che il numero dei senza lavoro è aumentato in tutta l’Eurozona, ma qui le cifre denotano uno stato tragico.
Ma il guru esterna :
– Se l’attuale governo avesse voluto far sì che oggi le cifre sulla disoccupazione e sulla recessione si presentassero un po’ meno negative avrebbe dovuto, con equilibrismi insostenibili, fare un surfing protratto sulla cresta dell onda illusoria e questi problemi si sarebbero presentati ancora maggiori.-
Tutti ad applaudire le pillole di saggezza, ma sfido chiunque a spiegare chiaramente il senso della frase…
Ma l’importante è la salute, anche se il premier ci dice che il peso del servizio sanitario è ormai insostenibile. Del resto, staremo tutti meglio. Pochi soldi da spendere in tabacchi, ristoranti e carburanti significano un livello di vita più sano, con maggior movimento a piedi quindi con minori effetti deleteri su colesterolo, obesità, glicemia, malattie cardiocircolatorie e polmonari.
C’è solo un appunto… Camperemo più a lungo, ma godremo più a lungo della pensione. Urge trovare rimedio, tipo l’eliminazione forzata al compimento dei 75 anni!
Lamberto Dini
E dopo il beneAmato… tocca al secondo “tagliapensioni”, ossia Lamberto Dini.
Notizie rilevate sempre dal libro “Sanguisughe” di Mario Giordano, che si rivela essere sempre più interessante…
Sarà un caso, ma i moralizzatori delle finanze pubbliche sono quelli che hanno mantenuto intatti i loro privilegi (chiamarli diritti mi sembra un’oscenità).
Dini infatti fu quello che nel 1995 abolì le pensioni calcolate con il sistema retributivo (una certa percentuale,solitamente il 2%, dell’ultima retribuzione percepita per ogni anno di servizio) sostituendola con il contributivo, ossia in base ai contributi versati. Venivano così penalizzati tanti lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che avevano iniziato la carriera dai livelli più bassi, salendo di grado via via.
E nel contempo decretò il divieto di cumulo per i pensionati.
Però il Lamberto nazionale, che varò la legge nel 2005, l’anno precedente (guarda caso!), si pensionò dalla Banca d’Italia (notoriamente larga di manica con i propri dipendenti, corrispondendo loro ben 15 mensilità) con un vitalizio corrispondente ad oltre 18.000 euro mensili cumulandola con un’altra pensione INPS di circa 7.000 euro, pensioni che andavano a sommarsi allo stipendio ministeriale ed alla indennità parlamentare….non male per un moralizzatore dei conti pubblici.
E a noi continuano a chiedere sacrifici.
Io non so quando riuscirò ad andare in pensione (meglio non pensarci)… Mio marito rientra nel blocco per una pensione pubblica…per l’altra vedremo, perché le finestre si allargano sempre più.. Ma a me personalmente le finestre servirebbero solo per buttarci fuori certi personaggi…
Sottil…mente
Si parla di “leggi ad personam” e subito molti pensano a Berlusconi. Ma prima di mr.B. c’è stato un dott. A. , Giuliano Amato. Leggendo il libro “Sanguisughe” di Mario Giordani, ne ho scoperto una bella.
Giuliano Amato i più se lo ricordano per la rapina del 6×1000 sui depositi bancari, effettuata con un colpo di mano nella notte tra il 9 ed il 10 luglio 1996 ad insaputa di tutti (?).
Ma il dottor Sottile è stato anche un rigoroso e severo amministratore delle finanze pubbliche, che riteneva le pensioni di anzianità un vero spreco ed attuò un primo blocco delle pensioni nel giugno 1992. E giù un bel taglio! Continuò a parlare di ulteriore riforma nel 1999, quando era ministro con D’Alema, e fece lo stesso lo scorso anno, ribadendo che i sacrifici erano necessari… quelli degli altri però.
Già, perché lui di pensioni e cumuli è molto esperto. Dal 1.1.1998, quindi a soli 59 anni, percepisce una pensione di 22.048 euro lordi MENSILI ben superiore alla retribuzione da professore universitario (tra i 5 e 6mila euro mensili) alla quale è dovuta.
Questo perché il nostro caro parlamentare era presidente dell’Antitrust, e nell’anno 1996 presentò un quesito al Consiglio di Stato, ritenendo che le indennità percepite per tale carica fossero di fatto una retribuzione, soggetta a contributi e quindi pensionabile, ed il CdS gli diede ragione. Fin qui tutto bene, ma come ministro si accorse che tali manovre costavano eccessivamente allo Stato e perciò con la finanziaria del 2000 la decisione del CdS fu sterilizzata, ovviamente SENZA effetto retroattivo, in quanto ormai era un diritto acquisito e quindi il nostrobeneamato politico ha potuto quindi ricongiungere le due posizioni pensionistiche.
Cito testualmente dal libro succitato:
“Amato presidente dell’Antitrust ottiene un beneficio e Amato ministro lo sterilizza, così lui può incassare la superpensione e, nel frattempo, tagliare le pensioni altrui. Grandioso!”
Notare che a dette somme aggiunge altre prebende quali la pensione di parlamentare di € 9.363 lordi sempre mensili, incarichi professionali, conferenze, e partecipazione alla Deutsche Bank quale senior advisor ed altro ancora.
E poi in una intervista al Corriere della Sera ha asserito di comprendere i giovani che protestano contro la rapacità dei vecchi! Se non si chiama faccia tosta questa!!!!
Spulciando qua e là
Cane non mangia cane
Nonostante a suo tempo un referendum avesse stabilito di far pagare in sede civile i magistrati, nonostante una legge comunitaria sabilisca la stessa cosa, il CSM ha stabilito che così si limiterebbe l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, tanto che i giudici potranno impunemente continuare a sbagliare. Chissà dove sta scritto che il principio “chi sbaglia paga” sia in contrasto con il principio dell’imparzialità dei giudici…
Chi è causa del suo mal…
Il 26 gennaio scorso, una risoluzione del gruppo ALDE ha richiesto il blocco di uno stanziamento di 145 milioni promosso dalla UE per i progetti per la gestione dei rifiuti in Campania. Il primo firmatario? Sorpresaaaa… Un certo Luigi De Magistris, che ora trova comodo gettare le responsabilità sul Governo, e che adesso cerca di recuperare almeno una parte di quei fondi che lui stesso aveva chiesto di bloccare.
Marcia indietro
Qualche giorno fa il neo sindaco Giuliano Pisapia aveva attaccato lady Moratti dicendo che il bilancio da lei presentato che evidenziava un avanzo di 48 milioni di euro non era veritiero e che invece si profilava un buco di oltre 140 milioni di euro. Ora, dopo la dura replica della lady (ah, se avesse mostrtato questo carattere durante la campagna elettorale!) e dopo una precisazione dell’Ufficio di Ragioneria del Comune, il sindaco ha dovuto riconoscere di essersi sbagliato. (ed io che di contabilità pubblica ne capisco un pochino, l’avevo capito subito!), in quanto erano state previste cessioni di quote dell’autostrada di Serravalle (anche se il Comune resterà sempre azionista di maggioranza), addirittura stimate prudenzialmente in bilancio con una valutazione inferiore a quanto ptobabilmente si ricaverà.
Un’altra smentita aveva dovuto farla dopo che aveva sbandierato l’abolizione delle auto blu in Comune, manovra già attuata dopo una mozione della Lega Nord ancora nel 2008!
Moody’s
La grande agenzia di rating ha messo sotto osservazione 16 banche italiane (tra le quali anche 2 delle quali ci serviamo in famiglia). Non so che valenza possa avere una simile valutazione dato che le banche italiane hanno assorbito bene la crisi monetaria a livello mondiale, mentre la stessa Moody’s ha dimostrato una miopia a dir poco sconvolgente nel caso Madoff ed in quello della Grecia che potrebbe mandare a gambe all’aria l’intera area Euro. Ho il dubbio che l’imparzialità delle agenzie di rating (inclusa la Fitch e la Standard & Poor) sia viziata da vari conflitti di interesse visto l’appartenenza dei loro pacchetti azionari ed i vari intrecci, e che le loro valutazioni siano mosse negli interessi a titolo speculativo dei loro “padroni”.
Pensioni
Si profila un innalzamento dell’età pensionabile, al quale sono personalmente favorevole, dato l’allungamento della vita… ma solo a determinate condizioni.
Sto leggendo infatti “Sanguisughe” di Mario Giordano, dove vengono evidenziati privilegi e sperequazioni in questo campo quali la persistenza delle baby pensioni nel pubblico impiego nella Regione Sicilia, statalista quando deve riscuotere ed autonoma quando deve spendere… O i privilegi (troppo comodo chiamarli diritti acquisiti) che ancora adesso hanno i nostri cari rappresentanti!
Ma, facendo anche parte della manovra che Tremonti si appresta a varare, aspetto a dare ulteriori giudizi finché questa non sarà competata.
Cosa ne pensate?