Dei delitti e delle pene
Marco Pannella…Appare in televisione, sempre più magro, con l’aspetto diafano e trasparente, quasi ascetico. Se non fosse per gli occhi ancora incredibilmente azzurri, sembrerebbe uno di quei teschi che conservano ancora la capigliatura e che adornano certe capanne di popoli primitivi. Ovvio, fa tenerezza a guardarlo, però i suoi scioperi della fame sanno tanto di ricatto, (come ho espresso in un altro blog) ed ho l’idea che, vista l’età ormai avanzata, voglia trasformarsi in un martire e lasciare così un segno nella storia dei nostri tempi. Magari sbaglio, ma la mia impressione è questa. A suo tempo riconosco che ha combattuto molte battaglie, anche se non le ho condivise tutte, quella per il divorzio, ad esempio, mentre per l’aborto ci andrei molto più cauta, limitandolo a pochissimi casi, e sviluppando meglio la prevenzione.
La sua protesta contro le carceri mi lascia dubbiosa. È vero che i detenuti vivono ammassati nelle celle in condizioni inumane, ma non è una buona ragione per amnistiare una buona parte dei reati. Quando Prodi si insediò a Palazzo Chigi, il primo provvedimento preso dal suo esecutivo fu quello dell’indulto. Entro poco tempo, il 70% dei detenuti liberati rientrò in carcere, e chi ci rimise fu quella parte della popolazione che fu oggetto di nuove azioni delittuose.
Ed erano delitti di “poco conto”… si fa per dire. Se io cittadino comune per evitare di essere derubato devo barricarmi in una casa con porte blindate e sbarre alle finestre, divento io stesso un recluso…
Tanti propongono la costruzione di nuove carceri, e fin qui ci sta, con celle più spaziose e servizi moderni, ma qui da riformare sarebbe tutto il sistema carcerario.
Innanzitutto la carcerazione preventiva. La detenzione in attesa di processo, tranne pochissimi casi per la pericolosità dell’imputato ( mi viene in mente Sallusti… che pericolosità quel giornalista!), oppure di reiterazione del reato o pericolo di fuga, deve essere assolutamente vietata. La detenzione di extracomunitari pure, rinviando gli stessi nei paesi d’origine a scontare la pena. E già con questi due provvedimenti la popolazione carceraria si sfoltirebbe di parecchio.
Poi sono da rivedere le misure a favore di alcuni reclusi. Certi permessi premio, certe diminuzioni di pena per “buona condotta” ed altri provvedimenti, andrebbero concessi con maggiore oculatezza: ovvio che in carcere la maggior parte dei prigionieri si comporti bene, ma è sotto gli occhi di tutti, ad esempio, che Pier Luigi Destri, responsabile del recente sequestro di Andrea Calevo, il giovane imprenditore edile, era già stato oggetto di ben due provvedimenti di grazia da parte di due diversi presidenti della Repubblica, mentre mi ritorna alla mente il caso di Angelo Izzo, responsabile del massacro del Circeo che, in regime di semilibertà, si è reso responsabile di violenza sessuale e di un nuovo, duplice omicidio. Ed è da modificare anche la discrezionalità concessa ai giudici che, in casi simili, si comportano a volte in modo diverso, comminando pene differenti per delitti praticamente identici.
Dicono che il carcere dovrebbe servire a rieducare la persona, a reinserirla nella società: fosse vero, almeno per i reati meno gravi, si possono istituire pene alternative, come il servizio coatto in comunità che operano nel campo sociale, ma ben pochi possono usufruirne, e alcuni di essi cominque non ne traggono beneficio, reiterando I reati per I quali erano stati puniti.
Nel frattempo, costruiamo pure nuove carceri, con celle singole, o al massimo a due posti, dotiamole di ogni comfort come succede nei paesi scandinavi e poi magari ospitiamoci pure i nostri pensionati al minimo che non riescono a tirar fine mese, ma in compenso avrebbero alloggio e vitto gratuito!
veleni
Tutti parlano di Panorama e del fango che avrebbe gettato sul Presidente della Repubblica, divulgando notizie infondate (quanto infondate siano non potremo mai saperlo, dato che le intercettazioni verranno distrutte dietro sentenza della Consulta, anche se per giungere ad una decisione definitiva sul conflitto di attribuzioni saranno necessari circa nove mesi, il tempo di mettere al mondo un figlio!).
Ma chi si ricorda più de l’Espresso e di Camilla Cederna, che letteralmente infamò una persona come Giovanni Leone e la sua famiglia, distruggendone l’onorabilità e costringendolo alle dimissioni dalla carica. La scrittrice, anni dopo, molti anni dopo, anzi troppi, fu condannata a risarcire i danni ai figli dell’ex Presidente, (Leone si rifiutò di querelarla) però ormai il danno era fatto e lui ancora adesso viene ricordato come non merita mentre la Cederna si è procurata la nomea di paladina della legalità. (lo stesso avvenne nel caso del commissario Calabresi, altro capitolo peril quale la scrittrice fu “mandante morale” dell’omicidio del funzionario di polizia).
Pannella e la Bonino almeno, ebbero il buongusto di scusarsi pubblicamente con Leone per aver appoggiato la campagna denigratoria promossa dal settimanale di via Po, cosa che non fecero molti suoi ex compagni di partito.
Così vanno le cose in Italia…dove se sei del colore giusto puoi anche permetterti di pubblicare un pamphlet pieno di falsità ed essere additato quale salvatore della legalità .
persone e non ideologie
C’è un uomo, di sinistra, che ammiro ed è Matteo Renzi, il sindaco di Firenze, che porta un’aria nuova in quel consesso di cariatidi che è diventato oggi il PD chiedendo di rottamare la vecchia nomenklatura iniziando dal leader Massimo che vuole una grande ammucchiata in veste antiberlusconiana e finendo con Franceschini che ogni volta che apre bocca lo fa solo per dare aria ai denti. Uno che considera Berlusconi un avversario da vincere in sede elettorale e non un nemico da abbattere a suon di denunce dei PM.
C’è una signora, di destra, che mi piace ancora di più, ed è Daniela Santanché, donna come si suol dire “con le palle”, perché ha il coraggio delle proprie azioni e non si tira indietro nonostante le minacce. A ragione si chiede dove erano tutte quelle donne che sfilavano per la dignità, quando lei si batteva per ottenere giustizia per le ragazze islamiche massacrate in Italia, o manifestava contro l’infibulazione, che talune donne di sinistra ritengono di non osteggiare, in quanto una tipica “tradizione” da manterere!
C’è un leghista che rispetto, ed è Roberto Maroni, che senza tanti squilli di tromba contro mafia e clandestinità ha ottenuto molti risultati e ancora all’inizio ci aveva messo in guardia contro quello che stava succedendo nell’Africa mediterranea, ma, come Cassandra, nessuno ascoltava.
In tutti i partiti ci sono persone che pacatamente o con passione perseguono i loro obiettivi, agendo con onestà e buon senso.
A fronte ci sono i buffoni.
Grillo che qualche tempo fa ad Anno Zero ha sbeffeggiato Bossi per l’ictus che l’ha colpito fa letteralmente schifo, perché non si denigra l’avversario politico evidenziando i difetti fisici, specie se dovuti alla malattia. Complimenti invece a Bossi per essersi rimesso in pista nonostante tutto.
Su Fini e compagnia cantante sorvolo… Dietro gli occhiali il niente, altro che grande statista! Ridotto a zerbino di Casini, non so se si sia reso conto di essere stato l’utile idiota di quanti volevano abbattere Berlusconi.
Berlusconi? Se ne parla troppo…lasciamo che sia il tempo il giudice delle sue azioni. Di Pietro? Beh, gli regalerei un testo di grammatica italiana, potrebbe fare a tempo perso un po’ di ripasso… Poi é uno che predica bene e razzola male, nel senso che non si presenta ad un processo in cui è implicato per presunta truffa per i rimborsi elettorali in quanto impedito, ma nega il legittimo impedimento a Berlusconi che di impegni credo che nella veste di PdC ne abbia di ben più importanti di un semplice leader di partito.
A parte considero Marco Giacinto Pannella che, nel bene e nel male, merita di appartenere ad ambedue le categorie.
Borghezio, ogni volta che apre bocca fa solo danni. Bersani? Mah, poverino, lui ci prova, anche sinceramente, ma non ne ha la statura…forse è per quello che sale sui tetti… Vendola? Potrebbe quasi piacermi…ma come amministratore della cosa pubblica è un vero disastro, basta vedere come governa la sua Regione che sta sprofondando in un profondo rosso…
Ipocriti
C’è molta ipocrisia nelle parole di quanti, a sinistra, richiedono ora l’estradizione di Cesare Battisti. Molti di loro infatti presero le parti di brigatisti ed affini, ritenendoli semplicemente “compagni che sbagliano”, anziché efferati assassini. Ed ora invece gli stessi individui accusano l’attuale Governo di non aver fatto abbastanza per ottenere l’estradizione del pluriomicida, cui è stato concesso lo status di rifugiato politico perché qui in Italia rischierebbe addirittura la morte. Premesso che se un simile individuo dovesse morire non me me importerebbe assolutamente nulla (basta osservare l’espressione insolente che mostrava all’atto della cattura), ma proprio il Brasile sarebbe in grado di darci lezioni di democrazia? La decisione di Lula travalica la sovranità del nostro Paese, ed è pure causa di dissensi interni oltre che procurare un incidente diplomatico. Inoltre Lula ha atteso l’ultimo giorno del suo mandato presidenziale per rendere nota la sua decisione, lasciando che sia la nuova presidente a subirne le conseguenze.
Nel frattempo su la Repubblica e su il Riformista appaiono due interviste rispettivamente a Paolo Persichetti e Sergio D’Elia, che plaudono alla decisione di Lula concordando con lui sulle pecche del sistema carcerario italiano. Il primo, brigatista rosso, dei 22 anni comminatigli ne ha scontati appena 6 ed attualmente gode della semilibertà, scrivendo per Liberazione, l’altro, di Prima linea, è rimasto in carcere per 15 anni, uscendone grazie a Pannella che lo aveva candidato nel partito radicale…Ambedue liberi… questo perché nelle carceri italiane si rischia di morire!
Cosa ne pensate?