La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Articoli con tag “ONG

Piatto ricco, mi ci ficco

Cosa scrivevo l’altro giorno?

Che le ONG sono solo organizzazioni a scopo di lucro, e tante ONLUS non sono da meno.

Molti si erano dimenticati, o avevano fatto finta di dimenticare, quanto Buzzi nell’inchiesta su Mafia Capitale diceva nel 2014 “Si fanno più soldi con gli immigrati che con la droga”.

È quello che sta emergendo ancora adesso, a Lodi, Parma e Pavia, dove quattro ONLUS avrebbero falsificato i documenti per partecipare ai bandi pubblici per gestire l’accoglienza degli immigrati, lucrando in quattro anni ben 7,5 milioni di euro, 4,5 milioni dei quali utilizzati per scopi personali!

E l’idea che molte organizzazioni “finte buoniste” non siano altro che associazioni a delinquere mi si rafforza pensando che le navi che scaricano i clandestini non fanno altro che trasportare della “merce”, in quanto ricevono il compenso pattuito solo alla consegna materiale delle persone. Alla faccia della carità cristiana!


…nessun titolo :-(

È iniziata la guerra contro la Lega, principale imputato Matteo Salvini.

Lo accusano di tutto, qualcuno si è spinto a dire che è pericoloso, c’è chi addirittura paventa manovre fasciste, tipo manganelli, retate e olio di ricino, dimenticando che la nostra sovranità, rendendoci di fatto schiavi dell’Unione Europea, è stata svenduta dai partiti di sinistra, PD in primis.

Salvini e gli altri componenti il nuovo Governo, con il Presidente Conte in testa, hanno saputo dire dei NO con fermezza in sede europea: i nostri mass media hanno sminuito questo loro intervento, ma sui giornali esteri si leggono tutt’altre cose, molto lusinghiere.

Adesso l’ultima accusa a Salvini è quella di aver causato i morti affogati nei pressi delle coste libiche in quanto ha impedito alle navi delle cosiddette ONG di attraccare nei porti italiani.

Quindi, se un barcone fatiscente con un centinaio di persone a bordo affonda a 6 chilometri dalle coste libiche (poco più di 3 miglia nautiche, ricordando che le acque territoriali si spingono fino a 12 miglia nautiche dalla costa), la colpa di chi è?

Chi era demandato a raccogliere i naufraghi, visto che erano ancora praticamente in territorio libico?

La Tunisia è a poca distanza, l’isola di Malta è ancora più vicina (340 km) dell’Italia (445 km), perché quindi l’onere di accoglienza dovrebbe gravare su di noi?

Lo stesso per l’altro recente affondamento di un altro barcone “a poca distanza di Zwara”, dove 41 su 63 naufraghi sono stati tratti in salvo dalla Guardia Costiera libica, che in una solo fine settimana ha riportato a riva ben 220 persone.

Per i detrattori la colpa è di Matteo Salvini. Lo stesso Macron che ci disprezza tanto, ha messo le manine avanti, affermando che la Francia non accetterà nessuno: perché la Francia no e l’Italia invece dovrebbe essere OBBLIGATA ad accogliere?

La responsabilità su chi ricade?

Su chi imbarca gente su gommoni sovraccarichi o su barche vetuste lucrando sulla pelle di quei poveri diavoli e vede svanire i propri guadagni, tra le quali molte ONG conniventi, ed ovviamente afferma l’esatto contrario. Lo stesso accade per quelle organizzazioni che utilizzano quelle persone come schiavi sottopagati.

Per concludere: dispiace sempre quando delle persone perdono la vita in maniera così tragica. Per il primo naufragio poi sono stati recuperati i corpi di tre bimbi in tenera età…ma gli altri 97 che fine hanno fatto?


Qualcosa si muove…

da “Il Giornale” -Fausto Biloslavo: ” Il libro nero delle Ong ribelli”

Lunedì pomeriggio l’Ong tedesca Jugend Rettet non ha firmato il Codice di condotta voluto dal Viminale in accordo con l’Unione europea, perché contraria alla presenza della polizia giudiziaria a bordo della Iuventa. Un rifiuto che ora pesa come un macigno di fronte all’inchiesta della procura di Trapani e della polizia che travolge l’Ong con la pesante accusa di «favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». La nave Iuventa, battente bandiera olandese, ieri è stata sequestrata nel porto di Lampedusa su ordine del gip Emanuele Cersosimo. Al momento il fascicolo è ancora a carico di ignoti e riguarda almeno tre episodi, avvenuti il 18 e il 26 giugno scorsi e il 10 settembre 2016. Ma non sono esclusi nuovi sviluppi di indagine, anzi. «Sulla nave si sono alternati diversi equipaggi – precisa il procuratore di Trapani Ambrogio Cartosio – e al momento non pare abbiano percepito compensi». Per il resto, il quadro è davvero desolante. Con il team della Iuventa che interviene praticamente a ridosso delle coste libiche, arrivando persino ad una distanza minima di 1,3 miglia, per caricare i migranti trasportati dai trafficanti. Questi sono stati fotografati mentre scambiano i saluti con l’equipaggio dell’Ong e se ne tornano tranquillamente in Libia riprendendosi il motore del gommone. E in alcuni casi il viaggio di ritorno degli scafisti viene persino agevolato dall’Ong. Le indagini della squadra mobile di Trapani e dello Sco (il servizio centrale operativo della polizia) hanno scoperchiato un sistema di collusione tra i trafficanti di esseri umani e l’equipaggio della Iuventa. Ma non basta. Emerge anche uno spaccato inquietante, in termini più generali, con le Organizzazioni non governative interessate più che altro a raccogliere fondi e donazioni. Per non parlare di singolari «volontari» che in realtà arrivano a guadagnare fino a 10 mila euro al mese. L’intesa tra l’equipaggio della Iuventa e i trafficanti è stata certificata da intercettazioni, fotografie – grazie anche a un agente di polizia sotto copertura a bordo di una nave di un’altra Ong vicina – e testimonianze di due operatori della Vos Hestia, imbarcazione della Ong Save the Children. Ecco dunque emergere situazioni in cui i migranti spesso non vengono salvati, ma consegnati dagli scafisti agli attivisti della Iuventa. In particolare sono tre gli episodi specifici agli atti dell’inchiesta. Ma ve ne sono altri che secondo il procuratore Cartosio e il pm Andrea Tarondo configurano come «abituale» il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le indagini sono state avviate nell’ottobre del 2016, e hanno avuto ulteriori accelerazioni a giugno. Utili si sono rivelate le testimonianze dei due attivisti vicini a Save the Children. Ritenute peraltro genuine perché anche i due sono stati intercettati e le loro parole in privato rispecchiavano i loro racconti ufficiali forniti alla polizia e ai magistrati. «In un soccorso datato 10 settembre 2016 – ha spiegato uno dei due operatori ai pm – abbiamo notato che durante un trasbordo dalla Iuventa alla nostra nave di 140 migranti soccorsi da quella imbarcazione, si allontanava un gommone dirigendosi verso le coste libiche con a bordo solo due uomini di colore. Questa circostanza ci faceva ritenere che l’equipaggio della Iuventa avesse trasbordato i 140 migranti dal gommone che rientrava sulla costa con a bordo gli scafisti». Della circostanza venne informato l’Aise. Stessa cosa sarebbe accaduta il 14 febbraio 2017. Il secondo operatore della Ong ha raccontato ai pm che durante le operazioni di soccorso «un legno di sei metri, con due persone di colore a bordo, si sarebbe allontanato dalla Iuventa verso le coste libiche a forte velocità».

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Bloccare o meno l’immigrazione illegale sarebbe competenza del Governo e del Parlamento italiano, cioè delle cariche rappresentanti il Popolo sovrano.

Ancora una volta, la Magistratura si è surrogata ad un potere politico latitante e tutto timoroso di prendersi responsabilità.

Ma, come diceva Deng Xiaoping, non importa il colore del gatto, purché acchiappi i topi…

Sempre a proposito di immigrazione illegale, sarà un caso che ben 5 organizzazioni su 7 delle ONG che non  hanno firmato il protocollo d’intesa proposto dal governo italiano siano tedesche? 

 

 

 

 

 


Clandestini

Quando era ancora Ministro dell’Interno, in uno dei suoi rari momenti di obiettività Alfano annunciò che in Africa c’erano centinaia di milioni di persone pronte ad imbarcarsi dalla Libia per arrivare in Europa e che c’era da aspettarsi un flusso di immigrati pari ad oltre centomila persone all’anno, previsione purtroppo non solo avverata, ma anche superata.
Tra gli immigrati che entrano clandestinamente nel nostro paese ci sono anche i cinesi. In quale modo entrino non lo so. Nessuno li va a prendere, nessuna nave li va a recuperare, nessuna ONG si muove per loro.
Perché?
Mi sorge un dubbio.
Forse perché i cinesi LAVORANO?
Tra di loro ci sono certamente casi di sfruttamento, però una volta pagato il loro debito li vedi subito aprire una piccola attività e lavorare indefessamente senza giorni di riposo.
Quindi, a parte all’inizio e tra connazionali, non gravano su nessuno e nessuno lucra su di loro.
Adesso poi non li si vede neppur più vendere cianfrusaglie per strada come accadeva anni fa, men che meno li si vede elemosinare.

Nessuno di loro è ospitato nei centri di accoglienza e quindi non sono a carico della nostra collettività.
Si potrebbe obiettare che la loro microeconomia manda in malora molti nostri esercizi ma resta sempre il fatto che non pesano sul nostro bilancio e molti italiani frequentano i loro bar, ristoranti, negozi di PC, parrucchieri, grandi magazzini, sartorie : tutto a prezzo ultraconcorrenziale, in quelle attività nelle quali si sono gettati a capofitto e lasciate libere da noi italiani. Mantengono le loro tradizioni, ma non cercano di imporcele.

CAPODANNO CINESE A MILANO IN VIA PAOLO SARPI (MATT CORNER, MILANO – 2013-02-10) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate – CAPODANNO CINESE A MILANO IN VIA PAOLO SARPI (MATT CORNER, MILANO – 2013-02-10) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate -> SAVOIA CATTANEO FARAVELLI

Certo dispiace ad esempio vedere l’AUMAi in piazzale Loreto al posto dell’UPIM, o piccole attività che prendono il posto di negozietti locali che erano là da una vita, però credo che pure gli italiani abbiano avuto la loro bella convenienza.


Per gli africani invece è esattamente l’opposto: le ONG ci guadagnano e c’è la corsa ad accaparrarsi una così lucrosa fonte di denaro.
I clandestini allora non sono tutti uguali.
Africani e nordafricani andiamo a prelevarli quasi fin sulle coste libiche.

Arrivano qui, non fanno un tubo, ci costano bei soldoni per ospitarli, vestirli, nutrirli, curarli, dotandoli di “mediatori culturali” e di servizi giuridici e, spesso, si lamentano ed inscenano proteste per cibo ed alloggio non confacenti alle loro pretese (nb: pretese, non “richieste”). Non contenti, stanchi di bighellonare per strada, tampinano la gente chiedendo lamentosamente soldi “per mangiare”, quando sanno benissimo che ci sono un sacco di associazioni umanitarie istituite allo scopo.
E non voglio menzionare i casi di violenze e stupri oltre al pericolo di radicalizzazione islamica.

C’è quindi molta differenza tra queste due categorie.
I cinesi magari evaderanno l’IVA, però molti si integrano bene e si danno da fare per rendersi autonomi. Tanto per dire, lo scorso anno a Bolzano scolastico i voti più alti all’esame di maturità li hanno presi studenti cinesi.

Gli uni che vogliono solo essere assistiti (a spese nostre, ovviamente), gli altri invece che si danno da fare attivamente.

Che c’entrino le ONG?

A pensar male spesso ci si azzecca.