La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Abbondanza e carestia

Lui sta a Norimberga,

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lei invece a Bamberg

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Germania

Come ogni anno, al solito, qualche giorno in Germania.
Siamo ritornati ad Erlangen prossima a Norimberga. Qui ci rilassiamo : ordine, pulizia, tranquillità, cortesia ed educazione.
Tanto per evidenziare una cosa, Maroni sui nostri treni ha chiesto, giustamente, che vengano messi soldati armati per evitare che succedano ancora casi di violenza nei confronti di dipendenti delle ferrovie e dei passeggeri.
Qui il controllo sui vagoni viene effettuato da personale femminile, cortese e disponibile.
Ripeto ancora una volta che sono stanca di vedere l”Italia ridotta ad una pattumiera ed ad un covo di delinquenti, per necessità o per inclinazione.
Norimberga ha il suo quartiere a luci rosse : ci siamo capitati per caso cercando un ristorante tipico.
Lungo la Frauentormauer ad un certo punto alcune “signorine” in abbigliamento intimo, affacciate alle finestre, come già avevamo visto sia ad Amburgo che ad Amsterdam.
Posti pubblicizzati con cartelli dalle scritte esplicative (Bordell mit Biergarten :)).
Niente adescamenti per le strade, ma tutto alla luce del sole, ma senza l’ipocrisia nostrana di voler “cancellare ” la prostituzione semplicemente col fatto di abolire le case chiuse lasciando le donne sulla strada esposte a vari pericoli e sottoposte alla schiavitù dei papponi.


Inviato dal Veloce promemoria


Norimberga 5 – 10 0ttobre – seconda parte

Oltre ai banchetti dei wuerstel e dei Lebkuchen, ci sono anche quelli dei bretzel, panini tipici dalla forma intrecciata dei quali ho già scritto in altra occasione di un viaggio a Monaco.

https://ombradiunsorriso.wordpress.com/2012/10/26/viaggio-in-germania-seconda-parte-2/

 

Ad ogni mezzogiorno si può assistere al Carillon della Frauenkirche, la cattedrale cattolica, spettacolo che ha luogo fin dal lontano 1509, anno della sua costruzione. Sette statue, rappresentanti i principi elettori ( il duca di Sassonia, il conte del palatinato, il margravio di Brandeburgo, gli arcivescovi di Colonia, Treviri e Magonza e il re di Boemia) rendono omaggio e si inchinano in segno di sottomissione ed obbedienza, all’Imperatore Carlo IV che, con l’emanazione della Bolla d’Oro nel 1356, obbligava i regnanti appena eletti a presiedere la prima riunione a Norimberga. Dopo i dodici rintocchi, iniziano a suonare i trombettieri ed i tamburi, quindi inizia il giro dei sette principi (Maennleilaufen).

All’interno, alte navate gotiche e pregevoli opere in legno policromo

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Questo invece è il frontale della Lorenzkirche, principale chiesa per il culto evangelico-luterano

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Non si può dire di aver visto Norimberga se non si è saliti al Castello: posto su una piccola altura, è il punto più elevato di tutta la città.

 

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È l’edificio più antico, essendo stato costruito nel 1039 come residenza dell’Imperatore, ma nel 1400 circa assunse funzioni quasi esclusivamente militari. Soltamente le stanze erano spoglie, ma all’annuncio dell’arrivo dell’imperatore (der Kaiser kommt!), i cittadini, per lo più ricchi borghesi,facevano a gara per arredare le stanze. In un’ala distaccata, si trova il Germanische Museum, dove sono esposti arazzim, armi, mobili, mentre nel cortile d’ingresso c’è il Tiefer Brunnen, un pozzo profondo una cinquantina di metri.

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Dal castello si dipartono le mura che cingono la città, con i sovrastanti camminamenti.

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Da lassù si possono vedere degli operai intenti a riparare uno dei tipici tetti spioventi (ho notato che nessuno di loro portata le necessarie attrezzature per la sicurezza…)

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Altre case tipiche sono le Fachwerkhaeuser, quelle con i caratteristici graticci di legno, comuni a tante aree tedesche.

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20141006_141731Spesso agli angoli si possono trovare piccoli capitelli contenenti statue di santi, madonne o rappresentanti arti e mestieri,

20141006_133518mentre altre case sono decorate con grandi affreschi. come questo, sulla parete dell’equivalente della nostra camera di commercio.

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(immagine presa da internet)

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E qui, alcuni scorci lungo il fiume che attraversa la città o in altri luoghi

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Norimberga 5-10 ottobre – prima parte

Norimberga è gemellata con Bruges, anzi, Brugge alla fiamminga, perché ambedue hanno una forte connotazione medievale, ma la similitudine si esaurisce qui.

Brugge infatti ha circa centomila abitanti, un terzo circa dei quali residenti nel centro storico racchiuso entro un canale di forma ovoidale, ed ha conservato intatte le proprie costruzioni, per lo più piccole alte 2 o 3 piani, rimaste indenni anche durante i conflitti mondiali.

Il centro storico di Norimberga invece è racchiuso in un quadrilatero di forma pressocché romboidale composto da mura poderose lunghe all’incirca cinque chilometri, collegate tra loro da torrioni rotondi e casematte. All’interno del quadrilatero, edifici possenti, per lo più interamente ricostruiti dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, alternati ad altri modernissimi che ospitano innumerevoli centri commerciali.

Ho già scritto abbastanza della città quando ci sono stata nell’agosto del 2011

https://ombradiunsorriso.wordpress.com/2011/08/20/20-08-2/

https://ombradiunsorriso.wordpress.com/2011/08/21/21-08/

https://ombradiunsorriso.wordpress.com/2011/08/22/22-08/

riportando anche alcuni cenni storici, oltre alla visita a San Lorenzo, al Museo dei giocattoli ed altro. Non ripeterò quindi le cose già viste a suo tempo.

 

Questa volta abbiamo visitato solo il Museo della storia germanica, ricco di reperti storici ed artistici. Tra questi, molte opere di Albrecht Duerer, originario della città, dove è ancora visibile la casa natale, nei pressi della quale c’è un piccolo monumento ispirato alla sua famosa tela “Giovane lepre”, che avevo già potuto ammirare all’Albertina di Vienna.

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Il palazzo del museo è affiancato dalla Strada dei diritti dell’uomo: una serie di 30 colonne candide, opera dell’artista ebreo Dani Karavan, su ognuna delle quali è riportato un articolo della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” in tedesco e in una delle altre 30 lingue in cui è stata tradotta. L’italiano è riportato sulla colonna numero 8.

(Articolo 8

Ogni individuo ha diritto ad un’effettiva possibilità di ricorso a competenti

tribunali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla

costituzione o dalla legge. )

Strasse der Menschenrechte

 

Ovunque aleggia il profumo dei tipici salsicciotti, venduti anche nei chioschi lungo le strade, incluse le principali (Koenigstrasse, Karolinestrasse), con la tipica formula “Drei in der Wecke”, che sta a significare, con voce dialettale, Weck, Worscht onu Woi, ossia pane, salsiccia e vino. Ma aleggia anche il profumo del Leberkaese, polpettone tipico dalla forma del pane in cassetta, che si gusta oltre che in Baviera, anche in Tirolo ed Alto Adige, mescolato a quello dei tipici Lebkuchen, tipici biscottoni a base di mandorle e cacao simili al panpepato, insaporiti con miele, scorze di limone e di arancio grattugiate e speziati con cardamomo, cumino, cannella e chiodo di garofano.

 

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Dappertutto anche i banchetti ricoperti dalle tipiche tende a righe bianche e rosse che vendono prodotti tipici o espongono, con ordine e precisione teutonica, frutta, verdura o fiori. Banchetti anche sui due ponti che passano sul fiume Pegnitz, su uno dei quali ci sono invece prodotti alimentari italiani: pasta, olive, prosciutti, salami…

Per pranzare, ci sono innumerevoli Bratwursterei dove servono appunto i salsicciotti tipici (molto più piccoli e sottili dei soliti wuerstel, arrostiti con o senza pancetta e serviti con crauti, naturalmente accompagnati da una buona birra: tra tutte, a mio parere, la migliore è una Weizen scura (la Weizen è una birra ottenuta dall’orzo mescolato al frumento che, nella versione Hefe, non viene filtrata ed appare quindi torbida), servita in boccali da mezzo litro…non dico quanta birra ho bevuto in questi giorni 🙂 .

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Abbiamo trovato un bellissimo locale molto antico “Zum Gulden Stern”, che si vanta di essere la più antica Bratwursterie del mondo, avendo iniziato l’attività nel 1419,

 

 

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anche se la casa è ancora più antica, risalendo al 1275.

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Difficile resistere, per noi vegani,  al profumo dei wuerstel, serviti in piatti di peltro…ci siamo accontentati di altre pietanze (la foto è del piatto dei commensali a fianco a noi, che ci hanno gentilmente concesso di riprenderlo).

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L’interno è molto caratteristico, con l’arredamento in legno, una grande cucina con gli utensili di rame, panche e tavoli di legno antico (non ricoperti da tovaglie), e finestrine dai classici piccoli vetri piombati. Ognuno si prende da sé le proprie posate (com’è anche usuale in tante zone germanofone) mentre alle pareti, oltre a vecchi ritratti, sono esposti premi ricevuti e ritagli di giornale che parlano del luogo e del procedimento di preparazione dei wuerstel.20141006_125055_120141006_12510820141006_114449

 

 

 

(Continua)


22.08

Ed oggi…si va per chiese.

Era quello che un nostro caro amico, che purtroppo non c’è più, non si spiegava. “Non credenti dichiarati, ma in ogni città visitate sempre almeno una chiesa”.

E’ che le chiese sono dei piccoli musei, contengono sempre qualche cosa di artistico, anche le più piccole. Hanno un’atmosfera che invita al raccoglimento, anche se non religioso nel nostro caso, esortano alla riflessione, all’introspezione.

Eccoci allora alla chiesa di San Lorenzo: stile gotico, con due possenti torri campanarie ai lati che sembrano voler stringere la facciata dal frontone triangolare che sovrasta un enorme rosone traforato di 9 metri di diametro, a sua volta posto sopra un enorme portale doppio, con bassorilievi della vita di Cristo e del Giudizio universale.

L’interno è molto ricco di sculture, assai insolito per una chiesa protestante, le vetrate, altre ed imponenti, fanno entrare molta luce. Ci sono vari altari lungo le navate, tutti arricchiti da sculture policrome, mentre dal soffitto pende il cosiddetto “Engelsgruss”, ossia il saluto dell’Angelo nell’Annunciazione.

L’altra chiesa è quella di San Sebaldo, in stile tardoromanico, con la caratteristica di avere due absidi, che rappresentano il potere religioso (abside orientale) e quello temporale, (abside occidentale), dalla galleria della quale l’Imperatore assisteva alle funzioni religiose. Il santo, pressocché sconosciuto, diventò il patrono della città tanto che verso il 1500 quasi ogni cittadino della città portava il suo nome. La sua tomba è conservata all’interno della cattedrale, ed una curiosa leggenda dice che, da morto, tirò un solenne schiaffone ad un burlone che aveva osato tirargli la barba. E poiché la sua festa ricorre il 19 agosto, adesso mi spiego il perché di tanta animazione qualche giorno fa. Anche questa chiesa è arricchita da preziose statue lignee policrome del 1300-1400.

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Usciti dalla chiesa, ci siamo diretti verso l’Hauptmarkt, il mercato principale, che ospita nel periodo natalizio il Christkindlesmarkt che, si dice, sia stato istituito proprio da Martin Lutero.Al centro della piazza, la Schoener Brunnen , la bella fontana, circondata da una grata, ed arricchita da statue di Profeti, Evangelisti e Principi elettori che attorniano un elegante pinnacolo gotico.

Poi, girando, ci siamo trovati davanti una fontana enorme, di bronzo,non citata sulla guida in nostro possesso, la Eher Brunnen, un insieme di sculture ispirate da una poesia di Hans Sachs (das bittersuess’ ehlich’ Leben, ossia il sapore dolceamaro della vita coniugale).

Non potevamo partire senza aver assaggiato le salsicce di Norimberga, (Nuernberger Rostbratwurst), dei wuestel piccoli e sottili, aromatizzati con maggiorana, zenzero, cardamomo, noce moscata,che vengono arrostiti alla griglia anziché bolliti come si fa usualmente, ma a volte anche consumate crude, accompagnate con insalata di patate. Tanto famose da essere tutelate da I.G.P: (Indicazione Geografica Protetta).



21.08


Il momento che più mi gusto quando siamo in ferie è la mattina. Ci si alza verso le 7, poi la colazione…vabbè, manca l’espresso, ma, come avevo già scritto altre volte, mi sono abituata al caffè alla tedesca. Dopo…niente colazione alla continentale, con salumi, uova, formaggio e cetrioli vari, o yoghurt, muesli e cose del genere, ma il classico pane, burro e marmellata che a casa non mangio quasi mai. Poi, mentre mio marito legge il Corriere, che viene fornito dall’albergo agli ospiti italiani, dò una scorsa alle Ansa dal cell, una sbirciatina al blog, e poi una rapida programmazione della giornata, senza il pensiero di dover mettere in ordine la casa.

In alcuni locali (non tutti) si respira un’atmosfera lievemente razzista ed antiitaliana, che si dissolve non appena si parla tedesco, anche solo per ordinare il menu. La cittadinanza infatti è abbastanza nazionalista. Qui appunto iniziò la tragica avventura del nazionalsocialismo, con numerosi congressi del partito, le adunate oceaniche, che si ricollegavano come simbologia alle Diete imperiali del Sacro Romano Impero cui si ispirava il Terzo Reich, qui furono emanate le leggi razziali antiebraiche del 1935, e qui si concluse quel triste ciclo, con il famoso processo ai capi nazisti nell’immediato dopoguerra da parte del Tribunale Militare Internazionale.

Ovunque si passeggi, la mole del Castello (Kaiserburg) domina sulla città. Un massiccio dalle mura rossastre, posto su un’altura che si raggiunge percorrendo una strada abbastanza ripida, (la Burgstrasse), poca cosa per noi “montanari”: alla fine si incrocia la Kaiserastallung, ossia la scuderia imperiale. Quindi, oltrepassata la Sinwellturm, una torre cilindrica del 1500 circa, si entra nell’edificio.

 

 

 

Il castello fu costruito nel 1039 e successivamente ampliato sotto la reggenza di Federico Barbarossa e dei suoi successori.

Nei suoi sotterranei furono stipati innumerevoli tesori artistici che, in tal modo, sfuggirono alle distruzioni ed alle razzie del conflitto mondiale. Nella corte si trova un pozzo fondo oltre 50 metri (Tiefer Brunnen), mentre in un’ala si trovano sia una cappella che una sezione del Germanisches Museum, dove sono conservati mobili, arazzi, armature dell’epoca. Destinato essenzialmente a funzioni militari, le stanze del castello erano solitamente lasciate spoglie di arredi, ma venivano nuovamente ammobiliate solo in occasione della visita dell’Imperatore (der Kaiser kommt! L’Imperatore arriva!).

La visita è stata davvero interessante, anche perché la volta precedente ci eravamo limitati a vedere solo la parte esterna ed il cortile.


20.08

Nonostante sia stata quasi rasa al suolo durante la 2^ guerra mondiale, Norimberga è stata ricostruita secondo gli originari canoni medievali, rispettando integralmente gli edifici storici e seguendone lo stile per gli altri, tanto da mantenerne intatta l’atmosfera.

Dal 1400 al 1600 la città si arricchì di un vario patrimonio artistico, con le opere di Vischer e Veit Stoss il Vecchio, scultori, e dei pittori Wohlgemuth e soprattutto Duerer. Poi a causa della Guerra dei Trenta Anni la sua importanza decadde, per rinascere poi nel 1800 con la produzione dei giocattoli.
Ed oggi proprio lo Spielzeugmuseum siamo andati a visitare. Situato in un edificio di stile rococò, occupa ben quattro piani. Il più bello conserva delle bambole di tutti i tipi, materiali, fattezze e dimensioni: di stoffa, di legno, di cartapesta ma soprattutto di quello speciale tipo di porcellana chiamato “bisquit”, che rende benissimo l’incarnato delle bambole.

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Ci sono poi numerose case di bambole, curatissime negli arredi, e gli accessori, quali servizi di porcellana, cristallo e perfino alabastro: un vero sogno!


Per importanza segue poi il settore dei giocattoli di metallo: automobiline, giostrine ed altri manufatti di latta, con carica a frizione o a molla, i soldatini di stagno (qui a Norimberga furono fissate le misure standard), i trenini che corrono su di un plastico, bello anche se non al livello di quello di Rablà che ho descritto qualche tempo fa, vecchi giocattoli come cavalli in cartapesta e legno,

montati su ruote o dondoli. Infine si passa al reparto più moderno, interessante, ma provo del fascino di quelli prima descritti.
Appena fuori dal Museo, c’è il Weinstadl (deposito del vino) ora trasformato in un Ostello per studenti, vicino al quale c’è un’alta torre del 1200 dalla quale si diparte un ponte di legno coperto che collega le due sponde sul fiume, e su questo ponte c’era la casa abitata dal boia, da dove si recava per andare al luogo delle esecuzioni.



19.08

Ore 7.10

Sarà stata l’aria condizionata in auto, sarà stato perché ho asciugato i capelli al vento dopo il bagno al lago,o forse perché il giorno di ferragosto ho cucinato in mezzo alla corrente perché non restasse odore di fritto per casa, o è semplicemente uno di quei bastardissimi virus o batteri che imperversano anche in estate…fatto sta che qualche mattina fa mi sono svegliata con un bel febbrone. Durato solo un giorno, ma mi ha lasciato lo strascico di una tossetta fastidiosa. Ma questo non ci ha comunque impedito di partire, abbiamo rimandato partenze varie volte per i motivi più disparati, stavolta NO!

Del resto l’accoppiata ferie-malattie per me è la prassi… Durante le vacanze mi è successo di tutto, compreso rompermi il malleolo passeggiando in città con un comodo paio di scarpe da tempo libero, mica arrampicata su tacchi da 12 centimetri!

Per ora mi godo il viaggio, faccio un giro per i blogs dal cellulare, anche se ogni tanto il collegamento salta per via delle gallerie. Poi, all’estero, si vedrà…

E la bussola sembra indicare Norimberga.

Ci eravamo stati con la nostra amica, ma solo per una mezza giornata, ed abbiamo quindi deciso che meritava una visita più accurata.

Ore 14

Il traffico era abbastanza intenso, specie quello commerciale,ma siamo andati con molta calma. Dopo una sosta in autostrada, al Rosenberger, una sorta di Autogrill tedesco,

abbiamo trovato un bell’alberghetto, oltretutto dotato di LAN, quindi dal cell potrò comunque collegarmi al blog, anche se non per molto. Il viaggio è stato bello, il tempo splendido. Abbiamo lasciato Bolzano con una cappa d’afa e 24 gradi appena alzati, qui si sta magnificamente…ma nuvole all’orizzonte.

Alle 17 in effetti è iniziata a cadere una pioggerella fastidiosa.

Primo giretto per il centro della città, e poi cena in un locale tipico della zona (Franconia), a base di Frikadellen, simili alle nostre polpette.

Alla sera altro giro, mentre la pioggia andava e veniva…

ed ora provo a collegarmi, anche se dovrò usare solo i caratteri predefiniti.