Memorie di una geisha
Il cuore muore di morte lenta. Perdendo ogni speranza come foglie. Finché un giorno non ce ne sono più. Nessuna speranza. Non rimane nulla.
Se un albero non ha né foglie né rami, si può ancora chiamarlo albero?
Lei si dipinge il viso per nascondere il viso.
I suoi occhi sono acqua profonda.
Non è per una geisha desiderare.
Non è per una geisha provare sentimenti.
La geisha è un’artista del mondo che fluttua.
Danza.
Canta.
Vi intrattiene.
Tutto quello che volete.
Il resto è ombra.
Il resto è segreto.
Non si può dire al sole “più sole”.
O alla pioggia “meno pioggia”.
Per un uomo, la geisha può essere solo una moglie a metà. Siamo le mogli del crepuscolo.
Eppure apprendere la gentilezza, dopo tanta poca gentilezza, capire come una bambina con più coraggio di quanto creda, trovi le sue preghiere esaudite, non può chiamarsi felicità?
Dopo tutto, queste non sono le memorie di un’imperatrice, né di una regina. Sono memorie… di un altro tipo.
Memorie di una geisha, film di Rob Marshall
Mancanza
Al Tempio c’è una poesia intitolata “La mancanza”, incisa nella pietra.
Ci sono tre parole, ma il poeta le ha cancellate.
Non si può leggere la mancanza: solo avvertirla.
(Arthur Golden – Memorie di una Geisha)
Haiku – La roccia dell’aquila
Dietro il vetro dell’urna
i rettili
stranamente fermi.
Una donna stende il bucato
nel silenzio.
La morte è immobile.
Nelle profondità della terra
scivola la mia anima
silenziosa come una cometa.
Tomas Tranströmer
Cosa ne pensate?