La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Libertà e violenza

 

Sono passati un paio di giorni dalla morte di Nelson “Madiba” Mandela ed ora voglio esporre alcune mie considerazioni: si possono condividere o meno, non lo so, ma sono solo opinioni personali.

La lotta da lui intrapresa contro l’apartheid in Sudafrica e per il conseguimento di una effettiva parità tra bianchi e neri è stata giusta e sacrosanta, però bisogna ricordare che il fine è stato raggiunto solo a prezzo di un grande numero di uccisioni. Lo stesso Mandela nella sua biografia (Lungo il cammino verso la libertà) enumera gli attentati – con mine ed autobombe in centri commerciali, su autobus, negli stadi – cui diede il placet in qualità di membro del comitato esecutivo dell’ANC e le vittime che queste azioni causarono.

In misura minore si è verificato lo stesso in Alto Adige dove, per raggiungere l’autonomia, vennero effettuati vari attentati che causarono, oltre ad ingenti danni materiali, anche un gran numero di morti specialmente tra gli appartenenti alle forze dell’ordine.

Ora è ovvio che non tutti i cambiamenti possano essere effettuati con metodi gandhiani, ma è anche necessario ricordare che eliminare esseri umani, che il più delle volte sono solo delle vittime innocenti, è solo da vigliacchi. La concessione nel 1993 del premio Nobel per la pace a Mandela, istigatore di tanti attentati, mi aveva lasciato perplessa. Per lo stesso motivo allora dovrebbero essere insigniti del premio – concesso non so a quale titolo ad Obama – anche ai terroristi irlandesi dell’IRA o a quelli dell’ indipendenza basca, l’ETA.

Il maggior merito di Mandela consiste nell’essere stato il catalizzatore di un cambiamento epocale e di aver saputo guidare il passaggio dall’apartheid verso un regime democratico multirazziale, anche se ancora oggi la maggioranza nera è ancora ben lontana dal benessere del quale godono i bianchi. Quanti lottano per una giusta causa, che sia l’indipendenza della propria terra o la lotta contro la discriminazione razziale o religiosa, dovrebbero prima di tutto ricordare che la vita umana viene prima di tutto. Mandela, amico di leaders come Yasser Arafat, Saddam Hussein, Muhammar Gheddafi, Fidel Castro, ha lasciato dietro di sé tante belle parole, molte frasi nobili (diventate aforismi), però i fatti hanno in parte sconfessato questa sua nobiltà. Lo ricordiamo, giustamente, solo per il risultato raggiunto ma abbiamo cancellato le tracce di sangue che a questo traguardo hanno condotto.

Eroi per le loro idee di libertà ed indipendenza, per mio conto, sono la birmana Aung San Suu Kyi incarcerata per circa 15 anni oppure il cinese Liu Xiaobo, promulgatore di Charta 08 e per questo in carcere dal 2008, Nobel per la pace 2010, ambedue senza aver mai commesso atti di violenza. Ma per la similitudine della lotta contro la discriminazione razziale, il mio idolo resta sempre Martin Luther King, anch’egli Nobel per la Pace nel 1964, anche lui difensore dei diritti civili e per questo vessato ed imprigionato. Ma a Martin Luther King non si addebita alcuna morte, anzi, rimase egli stesso vittima della violenza che aveva sempre rifiutato, cosa che invece Mandela, con la sua frase “Non vi è alternativa alla rivoluzione violenta, non vi è spazio per una lotta pacifica” e pur dietro la pressione internazionale che l’aveva fatto rilasciare, non aveva comunque mai rinnegato.

— Inviato dal Veloce promemoria


un sogno…

Molto è stato fatto, da quel 28 agosto del 1963 in cui Martin Luther King pronunciò il suo celebre discorso, ma molto resta ancora da fare.

Il razzismo negli Stati Uniti d’America era molto radicato, specialmente negli stati del sud, Alabama e Georgia specialmente, dove imperava il Klu Klux Klan.

Tutti ricordano il caso di Rosa Parks, la sarta afroamericana che, seduta su un autobus in un settore riservato ai “bianchi”, rifiutò di cedere il suo posto ad un passeggero bianco. Arrestata per questa sua improntitudine, con l’accusa di aver trasgredito alle leggi sulla segregazione, si rivolse direttamente all’attivista per i diritti civili Edgard Nixon che promosse il boicottaggio di tutti i mezzi pubblici da parte della popolazione nera. Il boicottaggio che causò gravi danni economici alla compagnia degli autobus – si parla di 40 milioni di dollari del 1955 – assunse tali proporzioni e durò per vari mesi, fino a che la Corte Suprema decretò l’incostituzionalità delle leggi sulla segregazione.

Ma la prima a ribellarsi alle norme che relegavano i neri in una posizione di inferiorità fu, qualche mese prima di Rosa Parks, la studentessa quindicenne Claudette Colvin, che invitata a cedere il proprio posto ad un passeggero bianco si rifiutò di aderire all’ordine impartitole dall’autista dell’autobus e per questo venne arrestata pure lei. In quel frangente, lo stesso attivista che più tardi prese le difese della Parks, decise di non prendere alcuna iniziativa.

Nel rattempo Martin Luther King si batteva per i diritti civili degli afroamericani, entrando ed uscendo dalle carceri, arrestato per i più futili motivi. Ciononostante promosse varie iniziative, quali, il 2 maggio 1963, la marcia dei bambini di Birmingham dove i dimostranti, al massimo diciottenni che marciavano pacificamente cantando “Whe shall overcome” (riusciremo a superarlo), furono caricati con gli idranti e contro di loro furono aizzati i cani poliziotto, rendendosi invisi al mondo intero che li seguiva sulla televisione. Quest’ultimo fatto decise finalmente il Governo statunitense a dichiarare illegale la segregazione ed a parificare le assunzioni tra neri e bianchi.

Il 28 agosto dello stesso anno, durante la marcia di Washingston, il famoso discorso….

Frasi di Martin Luther King

1956 dal carcere

«Eccomi qui – prega – mi batto per ciò che credo giusto. Ma ho paura. Mi chiedono di guidarli, ma se mi presento loro senza forza e senza coraggio anch’essi vacilleranno. Ho esaurito le mie forze. Non mi rimane nulla».

1963, dal carcere

«E facile dire: “aspettate”. Ma quando avete visto una plebaglia inferocita linciare a volontà le vostre madri e i vostri padri… e i poliziotti pieni d’odio maledetto colpire e perfino uccidere impunemente i vostri fratelli e le vostre sorelle… quando sentite la vostra lingua torcersi se cercate di spiegare alla vostra bambina di sei anni perché non può andare al luna- park, e vedete spuntarle le lacrime quando sente che è chiuso ai bambini neri… quando vi perseguita notte e giorno il fatto di essere nero, non sapendo mai che cosa vi può accadere; allora voi comprendete perché per noi è tanto difficile aspettare».

http://www.focus.it/cultura/storia/i-have-a-dream-la-storia-del-discorso-di-martin-luther-king_C12.aspx


frase del giorno

“Può darsi
che non siate responsabili
per la situazione
in cui vi trovate,
ma lo diventerete
se non fate nulla
per cambiarla”

Martin Luther King

 

(In Iran ci stanno provando)