Al cinema
A Bolzano al cinema non vado mai, anche perché ho una consistente videoteca.
Tanto per dire, l’ultimo film che mi ricordo di aver visto è “Bianca e Bernie” quando i miei figli erano ancora bambini, ed in una sala, il Boccaccio, che ormai non c’è più in quanto l’edificio è stato demolito.
A Milano però succede di andare a vedere qualche prima visione, come ieri sera.
Davano la nuova versione di “IT” di Stephen King che non apprezzo particolarmente tranne in qualche pellicola, perché i suoi finali sono sempre troppo esasperati. Però eravamo in compagnia, tutti ne erano entusiasti, quindi dopo cena ci siamo avviati alla multisala dove lo proiettavano. I posti erano già stati prenotati tramite internet, ultima fila, poltrone comode e mi accingevo a gustarmi lo spettacolo.
Qui però è iniziata la tragedia.
A fianco a me, proprio attaccata alla mia poltrona, una coppia di maleducati e cafoni. Pochi minuti dopo l’inizio hanno tirato fuori un sacchetto di popcorn formato condominiale lei, altro sacchetto di patatine formato famiglia allargata lui ed hanno cominciato a sgranocchiare allegramente per tutta la durata del primo tempo. Non era tanto lo sgranocchiare che dava fastidio, anche se mi sembrava di essere seduta accanto ad una famiglia di criceti, quanto lo stropiccìo della carta stagnola.
Ho sopportato per un quarto d’ora circa poi, esasperata, ho chiesto alla combriccola (eravamo in cinque in totale) se potevano scalare di un posto. Fortunatamente i posti in quella fila erano vuoti, quindi l’operazione è potuta andare in porto. Il rumore c’era comunque, ma almeno era meno fastidioso.
L’operazione rosicchiamento è terminata giusto alla fine del primo tempo, quindi credevo di potermi gustare in pace almeno il secondo tempo.
Errore!
Lei ha iniziato a tirar fuori il cellulare, scrivendo compulsivamente su non so quale social, naturalmente con i suoni tastiera, bassi ma comunque udibili, e con una luminosità da discoteca. Ero perfino tentata di accendere il mio cellulare in modalità torcia e puntargliela in faccia, però sono una persona PURTROPPO educata, e non l’ho fatto.
Mi domando che razza di tare mentali abbiano coloro che vanno al cinema per mettersi a chattare durante la proiezione: posso capire se uno ha problemi di reperibilità, ma non era certo il caso della tizia che inviava faccine e smiles a tutto spiano! Per mio conto, al cinema dovrebbero assicurarsi che i cellulari vengano spenti, tranne appunto i casi di reperibilità (medici e simili).
Benedetta sia la mia videoteca, il mio divano, le mie comodità, quando posso eventualmente interrompere la visione per mangiarmi un gelato o sospendere in casi di attacco di sonnolenza e senza roditori importuni a fianco!
Supermarket
Dovrebbe essere un momento abbastanza tranquillo non essendo ora non di punta, circa le 13, quando molti sono già seduti a tavola per il pranzo, però c’è una fila interminabile all’unica cassa aperta, l’altra è chiusa e le quattro automatiche sono inagibili per aggiornamento di sistema o qualcosa del genere.
Solitamente ho molta pazienza con le mamme che hanno bambini piccoli al seguito, o con le persone anziane che hanno difficoltà di movimento ed armeggiano parecchio tempo alla ricerca del portafoglio e nel contare le monetine; è normale che si attardino, quindi aspetto sempre comprendendo la loro situazione.
Quando però c’è una balda signora/signorina sui trent’anni circa, senza menomazioni fisiche, che invece di imbustare celermente la spesa se ne sta al cellulare a chiacchierare del più e del meno con un’amica e tarda pure a pagare, allora mi viene istintivo sacramentare a voce non propriamente bassa contro l’imbecillità e l’ineducazione di certe persone.
Per ricompensa, uno sguardo di complicità e riconoscenza da parte della cassiera e di quanti attendono pazientemente il proprio turno.
Menefreghismo
Tra i pochi pregi che mi riconosco, c’è quello di essere paziente con le persone in difficoltà, anziani, disabili, mamme con bimbi molto piccoli: mi faccio un obbligo di aiutarli o, quanto meno, di agevolarli il più possibile.
Ma con chi è nel pieno delle proprie facoltà fisiche e pecca di maleducazione, divento molto insofferente.
Con l’avanzare dell’età bisognerebbe acquisire saggezza e tolleranza, però a me riesce sempre più difficile dimostrare gentilezza con chi non lo è, per cattiva educazione o anche per semplice sbadataggine, che denota un assoluto menefreghismo nei confronti delle altre persone.
Non sopporto le persone che si fermano a chiacchierare a crocchi sul marciapiede impedendomi di passare; lo stesso per le mammine che camminano affiancate con le carrozzine e mi costringono a camminare sulla carreggiata.
Al supermercato mi infastidiscono i bambini che scorrazzano urlando sotto lo sguardo indifferente dei genitori; i maleducati che scambiano i carrelli per riporre le merci per cestini dell’immondizia lasciando all’interno, dopo l’uso, guanti di plastica, lista della spesa e i depliants delle offerte speciali; quelli che alla cassa aspettano fino all’ultimo secondo per imbustare gli acquisti e ti costringono ad aspettare; i maleducati che parcheggiano davanti al cancello d’entrata del caseggiato e costringono a fare un giro per entrare dal portoncino sul retro, con annessa rampa di scale; i distratti che non chiudono bene le porte dell’ascensore obbligando a portare la spesa a piedi per quattro piani; le persone che si piazzano davanti ai tornelli della metropolitana frugando nella borsa o nelle tasche per cercare il biglietto o che si piazzano davanti alla porta dei vagoni per entrare senza attendere che gli altri escano prima…
Più passa il tempo, più mi accorgo di quanta indifferenza e maleducazione ci sia in questo mondo. Ognuno vive nel proprio guscio,bada a proprio orticello e se ne frega altamente delle esigenze altrui.
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Intolleranza
Sarà l’età che mi rende intollerante?
Primavera, giorni che precedono le festività pasquali, e forse per questo motivo molte scolaresche vanno in visita a musei, monumenti, mostre. Se ai bambini delle elementari posso perdonare una certa esuberanza, come pure a quelli delle medie, non tollero la maleducazione di certi studenti delle superiori. Occupano tutto il marciapiede invece di camminare affiancati due a due. Ti guardano pure male se cerchi di passare (ma non mi faccio certo intimidire da squinziette e bulletti vari). Alle pestate di piedi, rispondo con altrettante pestate, visto che non si premurano nemmeno di chiedere scusa…
Altra cosa che infastidisce alquanto: i signori uomini quando sono seduti sulle panche o sui sedili in fila dei mezzi pubblici: belli sparapanzati con le gambe divaricate a più non posso. E se tra di loro c’è un posticino libero per potercisi sedere, è un’impresa poterlo fare… Poi, se ci riesco, mi sembra di essere la classica sardina.
Girando per la città poi si vedono cose assurde: alcune signore di una certa età strizzate dentro tunichette elasticizzate che evidenziano sia la pancetta che le maniglie dell’amore, oppure giovani ragazze con delle “mortadelle” fasciate da leggins neri traforati, sulle quali troneggia un popò di rispettabili dimensioni infilato in un paio di short bianchi sfilacciati. D’accordo che ciascuno è libero di vestirsi come gli pare, però anche l’occhio vuole la sua parte, e qui il buon gusto davvero non si sa dove stia di casa…
Cosa ne pensate?