Un salto di qualità
Il bel salto del M5S…dalle parolacce di Grillo (i famosi Vaffanculo days) e della Paola Taverna (Merde! – chissà come la definirebbe l’esimio professor Gozzini) i pentastellati si danno una ripulita e indossano il completo blu e la pochette di Conte, chiamato a dirigere gli “scappati di casa” come vengono definiti i grillini.
Del resto, nella filosofia del Movimento “uno vale uno”, un professore universitario (per altro mediocre in politica) può davvero andare a braccetto con gli urlatori professionali, specie se il più urlatore di tutti ora indossa un casco non si sa bene per cosa: paura del Covid? Distanziamento dai giornalisti e dalle loro domande imbarazzanti? Allusione a Marte (i grillini non sono più marziani…). Resta il fatto che dietro a quella visiera Grillo è rimasto stranamente zitto.
Coerenza
Non ho mai condiviso le idee sul quale si fondava il M5S: lo sconfiggere la povertà a suon di decreti, (pura utopia), la concezione esageratamente restrittiva della legge, nel senso di considerare colpevole a priori chi fosse anche solo sotto inchiesta (a meno che non si fosse trattato di uno dei loro, vedi tra i tanti Raggi e Appendino); l’abolizione della prescrizione con la proroga all’infinito dei processi; il giustizialismo portato all’estremo; il voler privilegiare l’onestà (per quanto alcuni di loro in questo abbiano “peccato”) alla competenza (e di questo invece peccavano parecchio quasi tutti i loro esponenti) ; le fantasiose soluzioni “green”, l’odio per la BCE e l’Europa dei banchieri; l’uno vale uno… e via dicendo.
Condividevo solo lo scetticismo sull’euro: scettica ero e scettica resto, anche se inizialmente la moneta unica mi era parsa una buona cosa, rivelatasi inattuabile perché tutti gli altri parametri (lavoro, previdenza, tassazione, burocrazia) erano troppo dissimili tra nazione e nazione.
Però riconosco la coerenza di quei parlamentari (15 senatori e 16 deputati) che, attenendosi agli iniziali princípi del movimento, hanno votato contro il governo Draghi e sono stati per questo espulsi. Non contiamo poi gli assenti e gli astenuti.
Ossignur, non che tra i dissidenti grillini ci siano delle cime, ad esempio tra loro si annovera Barbara Lezzi, quella per cui ad un aumento del caldo con conseguente uso dei climatizzatori corrispondeva un aumento del PIL, o che voleva convertire l’acciaieria di Taranto in allevamento di cozze. Comunque, onore alla coerenza.
Nel M5S o voti come Grullo comanda, o sei fuori, puro stile staliniano (e meno male che non hanno deportato in Siberia o fucilato i dissenzienti sulla pubblica piazza).
Per Grillo, che ha citato la sonda Perseverance atterrata ieri sul pianeta rosso, i grillini che hanno espresso la fiducia a Draghi non sono più marziani (sigh!).
Infatti sono una razza in estinzione, chiameremo il WWF.
Piattaforma Rousseau
Ma dico io… Non avendo il coraggio di chiedere chiaramente agli iscritti l’avallo al governo Draghi, nel qual caso il movimento si sarebbe sputtanato, il quesito sulla Rousseau verterà sull’assenso alla costituzione di un superministero per la transizione ecologica.
L’unica ragione di fondo è che i capoccioni del movimento vogliono gestire gli oltre 70 miliardi di euro. Nel frattempo Casaleggio ha già messo le mani avanti dicendo che, dovesse prevalere il no, non verrebbe data la fiducia a Draghi oppure ci sarebbe l’astensione. Tanto sa già che i pentastellati faranno ciò che grillo ord…opps, consiglia.
Grillini, questa è circonvenzione di incapaci e manco ve ne accorgete.
(Tra l’altro,quei due punti prima di “che” gridano vendetta al cielo, proprio una volta che avevano azzeccato i congiuntivi).
M5S
La danza dei sette veti
NO al TAV
NO al MES
NO al PD
NO all’euro
NO al terzo mandato
NO agli sbarchi
ed ora cade anche il settimo velo…opps,,,veto
NO a Draghi
Chi lascia la vecchia autostrada per la nuova…
…sa quel che lascia ma non sa quel che trova.
Quando un titolo scende vertiginosamente per risalire il giorno seguente, qualche domanda è necessario farsela.
I Benetton contavano, se estromessi dalla gestione di Autostrade per mancata vigilanza sulla sicurezza, su un risarcimento record di 23 miliardi, ma hanno rinunciato al braccio di ferro con il governo ed hanno anzi proposto allo stato un risarcimento di 3,4 miliardi.
Ora facciamoci qualche domanda: perché la Borsa, all’annuncio dell’entrata di CDP in quella che erroneamente viene chiamata public company (in realtà una vera e propria nazionalizzazione), è schizzata verso l’alto?
Semplice: CDP dovrà assumersi i debiti di Atlantia, ed i Benetton, non essendo più “padroni” del ramo Autostrade non incasseranno più tanto come prima, è vero, ma neppure pagheranno lo scotto: niente obblighi e niente più debiti (si parla di 14 miliardi che CDP dovrà accollarsi).
Chi pagherà, come al solito, sarà Pantalone, ossia noi poveri italiani.
E i pentastellati di questa débâcle si vantano pure.
Furbi o dementi?
Pilloline

Landing of migrants in the port of Salerno, Italy on April 19, 2017. The Gregoretti ship carried about 400 migrants form Subsaharian to port of Salerno, on the ship there are more than two corpses, 354 man and 40 women. (Photo by Paolo Manzo/NurPhoto via Getty Images)
Credo proprio di aver bisogno di spiegazioni, perché è tutto abbastanza complicato.
Parlo della questione della nave Gregoretti per il qual caso è stata richiesta l’incriminazione di Salvini .
Innanzitutto se sequestro ci fu la magistratura doveva intervenire immediatamente, in quanto per questo tipo di reato mi risulta che ci sia l’obbligatorietà di intervenire, specie in presenza di flagranza.
Salvini mantenne la nave al largo per 3 giorni, facendo però sbarcare ammalati, minori e donne incinte, e rifornendo i restanti migranti di medicinali e viveri.
Il Tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere contro Salvini, mentre la procura di Catania ritiene che l’ex ministro dell’Interno non debba andare a processo in quanto non si è verificata nessuna limitazione della libertà personale. Del resto credo che in caso di incriminazione debba andare a processo tutto il Consiglio dei Ministri, in quanto queste sono decisioni prese collegialmente.
Allora pure il ministro Lamorgese dovrebbe essere messa sotto accusa per aver “sequestrato” per 11 giorni la nave Ocean Viking, con 104 migranti (tra i quali 14 minori – di cui 2 bimbi sotto l’anno – e 2 donne incinte).
La medesima situazione si presentò qualche mese prima con la nave Diciotti, (la nave con gli “scheletrini” a bordo, rivelatisi poi giovanottoni pasciuti), caso poi caduto nel nulla come era ovvio.
Di mezzo ci si mette pure Luigi Di Maio che raffrontando i casi Diciotti-Gregoretti dice che il primo fu un avvertimento all’Europa (sob), mentre nel secondo era palese l’interesse personale di Salvini (!?!?)
L’unica cosa chiara è che viene utilizzata una certa magistratura per colpire un avversario politico rivelatosi assai pericoloso.
Poi ci sono i pentastellati che non si accorgono di venir presi costantemente per i fondelli. Il loro guru Grillo ha dichiarato in sintesi “Io c’ho i soldi, Casaleggio pure…quindi noi siamo noi e voi non siete un caxxo”. E la conclusione qual è? Che tutti i parlamentari portati in Parlamento dal duo barbuto sono, tranne rare eccezioni, una massa di persone impreparate improvvisatesi parlamentari, manovrate come marionette che, per mantenersi il posto caldo e ben remunerato piovuto dal cielo come la biblica manna, saltano quando e dove i due padroni comandano e ripetono slogan a pappagallo. I quali padroni vanno dove loro più conviene, non certo dove conviene all’Italia ed agli elettori. E gli elettori sono stati bellamente presi per i fondelli: una parte se ne è accorta, ma altri credono ancora alle balle del guru barbuto che li ha mandati già a quel paese (anzi, come è nel suo stile, al Vaffa) perché lui in ogni caso i soldi ce li ha e se li tiene, mentre gli altri possono al massi o sperare nel reddito di cittadinanza.
Umbria
La dignità vorrebbe che dopo una simile scoppola il Presidente del Consiglio presentasse le dimissioni per poi farci andare a nuove elezioni.
Ormai è chiarissimo che esiste una forte scollatura tra il paese reale e quanti lo rappresentano in parlamento in base a percentuali che ora non hanno più alcun valore.
L’arroganza e la protervia del PD (“Dobbiamo restare uniti altrimenti vince Salvini.”.. senza considerare che è la gente che lo vuole… Bella idea di democrazia la loro) hanno portato il M5S verso il baratro, a percentuali impensabili dopo poco più di un anno.
L’esperimento Lega – M5S stava producendo i suoi frutti, ma l’ingenuità dei pentastellati che dopo aver raggiunto il proprio scopo – reddito di cittadinanza – hanno iniziato a boicottare tutte le iniziative dell’alleato, ha portato alla rottura del patto. Aggiungiamoci il voltafaccia di Giuseppi Conte, che sulla carta godrebbe di grande fiducia tra gli italiani (😉) e mettiamoci anche il suo progressivo avvicinamento al PD e l’arroganza di cui ha dato ampia prova (“l’Umbria in fondo non è determinante, essendo grande quanto la provincia di Lecce”) ed il quadro è completo. Certo, come lui molti altri hanno detto l’Umbria rappresenta solo il 2% dell’elettorato italiano, ma da sempre era zona “rossa” e va ad aggiungersi a tutte le altre regioni che piano piano sono passare al centro-destra.
Poi si sono riaperti i porti, si ricomincia a parlare di ius soli e ius culturae, aumento di tasse (raschiando il fondo del barile), manette agli evasori, blocco del contante, obbligo dell’uso delle carte, asservimento completo alla UE… Mentre una parlamentare PD si interessa maggiormente a far ritirare le magliette dal Carrefour, che secondo lei incitano alla violenza contro le donne, invece di dedicarsi a cose più concrete.
Vi meravigliate ancora che sia finita così?
Adesso aspettiamo la prossima tappa, il 20 gennaio prossimo.
Stallo
Il governo è in stallo, ma nessuno dei due partiti vuole staccare la spina.
La Lega per paura che non si vada ad elezioni e si passi invece ad un governo tecnico che verrebbe appoggiato da PD, M5S e quasi certamente anche da FI.
Il M5S invece per paura che si vada al voto e che metà dei loro parlamentari se ne torni a casa.
Dilemma
Il Movimento 5 Stelle si affida alla votazione online sulla piattaforma Rousseau (quattro gatti, in effetti) per valutare se gli iscritti ritengono sia giusto processare o meno Matteo Salvini.
Prima però mettono le mani avanti, avvisando che sul caso Diciotti la decisione fu presa collegialmente, quindi con il benestare di Conte, Di Maio e Toninelli.
Gli iscritti avranno allora il dilemma se votare salvaguardando i valori (?) in cui credono, oppure salvare il Governo, tradendo le proprie convinzioni.
Ah, poi c’è lo strano caso in cui ci si affida alla democrazia popolare (diretta) per stabilire se il potere legislativo (Parlamento) possa permettere al potere giudiziario (Magistratura) di procedere contro il potere esecutivo (Governo).
Buffo, vero?
il “golpe”
Certuni criticano Matteo Salvini asserendo che il vero “padrone” sarebbe Silvio Berlusconi, il che non corrisponde al vero.
Pensino piuttosto a Di Maio, sempre in contatto con Beppe Grillo e Davide Casaleggio (a che titolo, poi?), per seguirne i “consigli” o, meglio, i diktat.
Casaleggio infatti è PROPRIETARIO, tramite la sua agenzia di comunicazione ereditata dal padre Gianroberto, del M5S con cui i parlamentari eletti hanno dovuto firmare un contratto (non si sa di quale valenza giuridica).
Sempre tramite la suddetta agenzia, proprietaria anche della piattaforma Rousseau, Casaleggio controlla anche l’eventuale “contratto di governo” con la Lega, che verrà sottoposto all’approvazione o meno degli iscritti al M5S. Piattaforma soggetta a varie falle di sicurezza e ad hakeraggi, senza alcun controllo sulla regolarità delle votazioni e sulla veridicità dei risultati.
Tutto questo in dispregio dell’unica istituzione delegata a concedere la fiducia al governo, ossia il Parlamento.
Non è immaginabile che un governo possa essere soggetto ad approvazione tramite un sondaggio sul web, tanto più che non tutti possono accedere alla suddetta piattaforma: la democrazia non si attua tramite dei click, ma nelle forme appositamente stabilite dalla costituzione. Hanno un bel coraggio a chiamarla “democrazia diretta”, quando invece si tratta della sottrazione di finalità pubbliche da parte di un’agenzia privata.
E se i pentastellati vogliono escludere dall’eleggibilità i possessori di mass media (con chiaro riferimento a Berlusconi), a maggior ragione la stessa misura dovrebbe essere applicata a chi possiede agenzie di comunicazione, in quanto capaci di manipolare sensibilmente l’opinione pubblica.
Dio ce ne scampi se ad attuare una cosa simile fosse stato il Centrodestra: Rai 3, la 7, Sky, i vari giornalisti capitanati da Travaglio e Gomez, vari magistrati, i partiti di sinistra sarebbero insorti congiuntamente contro il “golpe fascista”, definendolo degno della dittatura di Pinochet,
Però lo fanno loro, i pentastellati, quindi tranquilli: tutto va bene.
Un piatto di lenticchie.
Ho qualche grillino tra i miei contatti, persone che, in buona fede, credevano nell’onestà e, soprattutto, nel cambiamento.
Altri invece hanno votato il M5S per protesta.
Ora molti si sono resi conto di essere stati ingannati da quanti cambiano continuamente le carte in tavola, però una buona parte dello zoccolo duro segue pedissequamente le giravolte dei capoccia del movimento, e sono quelli che agli argomenti rispondono solamente con insulti senza accettare il confronto (e sono quelli che ho eliminato senza remore dai miei contatti).
Ora i pentastellati si ritroverebbero aggregati al PD che hanno tanto esecrato, ed i loro rappresentanti voterebbero a fianco di Renzi e della Boschi…
E i programmi, come ha tenuto a precisare in maniera soft Martina, dovrebbero essere naturalmente quelli del PD, altrimenti addio poltrone. E tutto questo dopo aver spalato escrementi a iosa sul PD.
Programmi PD da sempre aborriti da Grillo e compagnia cantante, quando Grillo “vaffanculeggiava” l’Europa dei banchieri, la Nato, i privilegi della casta, l’euro, le lobby politiche-finanziarie, lo Job act, la legge Fornero … Tutti temi ripresi inizialmente da Di Maio, il quale un poco alla volta si è avvicinato sempre più all’Europa per ottenere appoggio e consenso presso gli interlocutori stranieri, rassicurandoli che con lui PdC nulla sarebbe cambiato, rinnegando quanto promesso in campagna elettorale.
Ormai tutti hanno capito che l’unico scopo dei grillini è governare, non importa con chi e con quale programma, anche a costo di abbandonare i propositi con i quali si erano presentati. Tutti hanno compreso che rifiutare Berlusconi, che persistendo l’ostracismo dovuto alla legge Severino non è candidabile e non può nemmeno ricoprire incarichi di governo, è solo una scusante per staccare Salvini dal resto della coalizione per poter dettare legge forte del suo 32% contro il 17% della Lega, anziché il 37% dell’intera coalizione.
Ed ora che Salvini ha ribadito la sua lealtà a FI e FdI soprattutto per non tradire il mandato degli elettori, Di Maio rigetta su di lui la responsabilità, anzi la colpa, di non voler formare il governo e si rivolge all’avversario di sempre.
Gente che presenta un “contratto” per governare pieno di ovvietà e che sarebbe stato stilato da una delle teste pensanti del partito!
M5S, un contenitore vuoto da riempire in qualunque modo e che si vende per un piatto di lenticchie.
I manipolatori

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
03-07-2017 Roma
Politica
“The italian public debt in the eurozone”, convegno organizzato dal M5S
Nella foto Beppe Grillo, Davide Casaleggio
Photo Roberto Monaldo / LaPresse
03-07-2017 Rome (Italy)
Conference “The italian public debt in the eurozone”, organized by M5S
In the photo Beppe Grillo, Davide Casaleggio
Sono stata giovane anch’io, e capisco quindi i giovani e la loro voglia di cambiamento, di rinnovamento.
Ricordo la ventata di novità che aveva portato il decennio degli anni ’70: nuove musiche, nuove fogge di vestiti, nuovi colori, l’abbandono di tanti tabù e regole ormai sorpassate. Si veniva da un periodo “ingessato”, quindi anche ogni piccolo cambiamento sembrava rivoluzionario. Solo che non tutto quel che luccicava era oro: ad esempio molte cose, come le libertà civili, sono state ottime conquiste, ma ad esse si sono purtroppo accompagnate tra l’altro l’uso di droghe ed un’eccessiva promiscuità sessuale.
Dicevo che capisco quindi la voglia di cambiamento dei giovani, quindi non mi stupisco se molti di essi si sono avvicinati al MoVimento 5 Stelle. Solamente, data appunto la loro giovane età, non si accorgono di venire manipolati da un marpione furbo e scafato quale Beppe Grillo e dalla ditta Casaleggio ed associati.
Già, perché la ditta Casaleggio è esperta di marketing e strategie web, sa come far presa sulle menti delle persone, come controllarle e manipolarle, anche se con la scusa della “democrazia del web”, APPARENTEMENTE sembra che sia la gente a scegliere, mentre invece viene accortamente indirizzata secondo la volontà del figlio del fondatore e del suo compare.
Però è inutile dire ai seguaci della “setta” (non è un partito, non avendo un programma ben definito, anzi spesso le idee proposte sono in antitesi con quelle affermate poco tempo prima) che vengono accortamente manovrati come burattini: non lo crederanno MAI e persevereranno nella loro convinzione che spesso rasenta l’ottusità.
Però mi chiedo: passi per i giovani…ma quelli che hanno una certa maturità? L’età avrebbe dovuto portare loro un minimo di saggezza, invece sembra che si sia giunti ad un inebetimento totale… Dovrebbero aver fatto tesoro delle esperienze passate, invece pendono pure loro dalle labbra di un paio di furbacchioni.
L’incubo
Non so se ridere, piangere o incazzarmi.
Abbiamo fatto di tutto per andare a votare anzitempo ma non ce l’abbiamo fatta. Abbiamo pazientato fino alla fine della legittima (?) legislatura, votando per mandare a casa un governo di sinistra che ha praticamente rovinato l’Italia ed in questo ci siamo riusciti, penalizzando il PD precipitato ai minimi storici.
Ed ora i pentastellati, banda di incapaci e di incoerenti, si rivolgono al PD ed allo stesso Renzi che hanno denigrato e demonizzato fino a ieri per poter formare un governo.
Il vecchietto stizzoso
Berlusconi non ha ancora digerito il sorpasso della Lega Nord su Forza Italia e per far vedere che “comanda” ancora lui, voleva imporre forzatamente la nomina di Paolo Romani alla presidenza del Senato, pur consapevole che il MoVimento5Stelle non lo avrebbe mai accettato.
Avrebbe invece dovuto essere grato a Salvini che aveva votato e fatto votare la Bernini.
Grazie alla mediazione di Giorgia Meloni (almeno così ho letto), le divergenze si sono appianate, facendo convergere tutta la coalizione sul nome di Maria Elisabetta Alberti Casellati (ed a tal proposito, si tornerà ad usare il termine Presidente). Giorgia Meloni ha fatto capire che incaponirsi sul nome di Romani era solo una impuntatura infantile. (Qui dissento, era chiaramente un’impuntatura SENILE, da vecchietto stizzoso che freme perché non ha più il seguito di una volta).
Del resto i risultati elettorali hanno evidenziato chiaramente la volontà degli italiani di voltare pagina, eliminando tutto il vecchiume che permeava la politica italiana da decenni.
Gli italiani sono stufi di provvedimenti “vuoti” che non rispondono alle loro esigenze: vogliono lavoro, sicurezza, certezza della pena, tassazione equa. Non so ancora se queste richieste verranno soddisfatte, anche perché molti punti programmatici divergono tra i due maggiori rappresentanti. Aspetto la composizione del governo anche per vedere quali saranno i primi provvedimenti che verranno presi.
Speriamo solo che non si verifichi il solito gattopardismo all’italiana “Cambiare tutto, affinché nulla cambi”.
M. & M.
M&M (Merkel e Macron) si sono detti preoccupati per l’esito delle elezioni in Italia per la vittoria dei partiti populisti.
Fanno comunque un parziale mea culpa (?) per via della recessione economica e del problema gestione immigrazione, però consiglierei loro di non guardare solo all’Italia, ma anche al resto dell’Europa (Austria, Olanda, Finlandia, Belgio, Grecia, Danimarca e gruppo Visegrad), iniziando magari da casa loro, dove AfD e il Front National, che di recente ha cambiato nome, vanno alla grande.
Ora però sono allarmati per la tenuta di questa Europa che non piace a nessuno, e disposti perfino ad appoggiare Di Maio. (*)
Naturalmente, per non smentirsi, i due leader si propongono quali leader ed esempi per l’Europa intera e stanno studiando comuni linee guida in materia di immigrazione, accoglienza, difesa che verranno proposte ( =imposte) agli altri paesi al vertice di giugno.
(*) Non mi interessa affatto se Di Maio sia o meno gay, come ha recentemente sparato Sgarbi (però Grillo l’aveva già detto tempo addietro). Mi preoccupa invece il fatto che sia incompetente e che l’Europa si stia facendo abbindolare da lui.
Del resto, chissà se i grillini nostrani hanno capito perché il movimento da loro votato si è espresso contro il trasferimento di EMA a Milano.
Per me le ipotesi sono due: o è una ritorsione verso il nord che non li ha votati massicciamente come al sud, oppure (più probabile) è un atteggiamento di asservimento all’UE, tanto più grave in quanto i loro voti non erano determinanti.
I panda
Il mio parere sulle parlamentarie dei pentastellati?
Una farsa.
In pratica sembra un concorso statale dove, per un centinaio di posti, si presentano in migliaia. Solo che vengono scelti apposta candidati senza competenza alcuna per poterli manovrare a piacimento (i famosi utili idioti), ma per un buon compenso possono fare questo ed altro.
E Grillo guarda amorevolmente questi suoi “figli” (guardate quanto sono belli!), o meglio questo gregge di pecore disposto a seguirlo, anzi panda, cui il buon Di Maio voleva far mangiare carne, ma che è stato riportato dal suo guru sulla retta via dei germogli di bambù perché, diciamolo:
Gigi propone,
ma chi dispone
è sempre Beppone.
Ed a detta di quest’ultimo, il MoVimento adesso è passato ad una fase adulta, ossia dall’infantilismo direttamente alla fase arteriosclerotica.
L’esempio lampante è quello di un certo Domenico Impagliatelli, in arte Costantino Strapmen* di professione spogliarellista che, per sua stessa ammissione, di politica ne capisce poco e che, come curriculum, ha mandato solo nome, cognome, età e lavoro svolto, ma che è stato preferito a persone laureate e con professioni di prestigio (medici, avvocati etc). Non che.le professioni significhino qualcosa, basti vedere i flop della Raggi e dell’Appendino…
* per meglio conoscere il personaggio, ho visitato il sito facebook del candidato, tutto serate in discoteca dove lavora, e tanto padre Pio. Mah.
i furbacchioni
Da ieri è scattato il privilegio…opps, il diritto al vitalizio dei parlamentari, che hanno maturato ben 4 anni 6 mesi ed un giorno di “lavoro”, anche se è da verificare quante volte si siano realmente recati in Parlamento, e che percepiranno mille euro al mese al compimento del sessantacinquesimo anno di età.
I furbacchioni del M5S subito hanno sbandierato ai quattro venti che loro rinunceranno a questo privilegio e, a tale scopo, hanno scritto una lettera firmata in calce da tutti loro, che verrà inviata a Pietro Grasso e Laura Boldrini nella loro qualità di presidenti delle due Camere. In pratica una scrittura privata di nessunissimo valore, in quanto non si può rinunciare a tale privilegio – e loro lo sanno benissimo – ma il gesto è sicuramente d’effetto sulle menti ottenebrate dall’ideologia. Se proprio avessero voluto rinunciare effettivamente al vitalizio, sarebbe bastato presentare le dimissioni entro il 14 settembre, però loro non lo hanno fatto.
La coerenza non sta di casa presso il M5S, basti pensare a quante volte hanno combattuto su fronti opposti, iniziando dall’immigrazione e finendo con l’ultima proprio di questi giorni quando, per consentire a Di Maio di presentarsi quale candidato premier alle future elezioni, improvvisamente è stato deciso che possono candidarsi anche coloro che, per il momento, sono soltanto indagati, contravvenendo alle precedenti regole. Finiti i giorni del Vaffa – Day, del comportamento forcaiolo, delle offese agli avversari che prendevano di mira anche i difetti fisici delle persone: ora non sono più un movimento, ma un partito a tutti gli effetti, con maggiori difetti degli altri.
La “fede”
Bene, dopo l’ultima tornata amministrativa il M5S è stato ridimensionato, ed era abbastanza prevedibile dopo i disastri a Roma della Raggi e la figuraccia dell’Appendino a Torino. Aggiungiamoci le doppie “comunarie” di Genova, dove la prima candidata è stata sconfessata da Grillo che ha poi fatto scegliere un altro candidato, l’allontanamento a suo tempo di personaggi validi come Pizzarotti – che si è preso la sua rivincita -, ed il quadro è fatto. Per non parlare delle posizioni ambigue in altri campi, come le vaccinazioni e l’immigrazione, che hanno sconcertato non poco le persone che avevano votato precedentemente per il movimento.
Quello che non capisco è la tenuta del PD.
Dissidi e scissioni interne, scandalo MPS, ritardi nella gestione del terremoto dello scorso anno, truffe delle cooperative non hanno scalfito la granitica ideologia del suo elettorato che ancora una volta, pur masticando amaro, lo ha ancora premiato.
Già, perché “essere di sinistra” rappresenta una “fede” che non può essere in alcun modo essere messa in discussione.
La ghigliottina
È da decenni che c’è il “giustizialismo forcaiolo”, e tra gli ultimi a cavalcare questo teorema per cui i giudici hanno sempre e comunque ragione c’è stato il Movimento 5 Stelle.
Questo teorema portato all’eccesso comportava il fatto che anche un semplice avviso di garanzia determinasse automaticamente il decadimento da qualsiasi carica e l’espulsione automatica dal movimento, equiparandolo in pratica ad una condanna, avvalendosi di una magistratura altamente politicizzata, auto-controllata ed autoreferenziale, alla faccia di quanti ritenevano che andavano garantiti anche i diritti della difesa. Ora la “punizione” scatterebbe solamente dopo una condanna anche in primo grado.
Per lungo tempo i pentastellati hanno aggredito a colpi di insulti quanti non concordavano con il loro giacobinismo, ed ora che una loro creatura rischia di finire sotto la scure della magistratura, ecco che improvvisamente diventano “garantisti”.
Tutte le pecore che prima avevano aderito al programma stabilito dal manovratore, adesso che questo ha cambiato rotta, si affrettano ad andargli dietro votando per dei non meglio definiti “comitati di salute pubblica”… e qui mi viene in mente la Rivoluzione Francese, la ghigliottina, le tricoteuse che sferruzzavano sotto il patibolo. Già, perché i primi a stabilire chi dovesse posare la testa sul ceppo, furono anche i primi a dovercela perdere.
Non li sento più gridare “Onestà, onestà”: i canoni dogmatici vengono riscritti, adeguandoli alla nuova situazione e, come fanno “gli altri”, ribaltano la verità: i cattivi, gli immorali, siamo noi che non ci siamo mai piegati alle loro regole illiberali.
Anche le invettive lanciate contro la stampa lasciano il tempo che trovano: è noto che i conduttori di telegiornali e trasmissioni varie dovevano accettare le condizioni poste dal comico: temi concordati antecedentemente, nessun altro ospite in studio, nessuna domanda oltre a quelle pattuite.
Come Giano, Grillo è bifronte: un giorno dice una cosa, salvo affermare esattamente l’opposto quando gli convenga.
Il fatto stesso che a decidere comunque sulle sanzioni da comminare in casi di avviso di garanzia sia affidata al garante del movimento (lo stesso Grillo) ed al collegio dei probiviri “in totale autonomia in virtù e nell’ambito delle funzioni attribuite dal regolamento del M5S, nel pieno rispetto del lavoro della magistratura” è comunque l’indice della pochissima autonomia degli eletti e degli elettori, affidando tutto alla discrezionalità di poche persone in totale assenza di democrazia, checché ne dica Beppe, che per autonomia intende solamente: “O la pensate come me, altrimenti fuori”. Il caso più eclatante, dopo quello di Pizzarotti a Parma, è quello del sindaco di Quarto Flegreo, Rosa Capuozzo, espulsa dal movimento in quanto aveva rifiutato di dimettersi pur non essendo stata raggiunta da un avviso di garanzia.
Quindi è meglio che Grillo stia ben attento con i tribunali popolari (spesso influenzati da simpatie ed antipatie personali o da interessi economici): ci può sempre essere qualcuno “più realista del re” che potrebbe mandarlo, anche se solo mediaticamente, alla ghigliottina.
Solo due anni fa…
Forcaioli
Grillo che cavolo pretende? Sceglie i candidati alla carica di sindaco mediante consultazioni sul web previo suo benestare (e firma di contratto) e poi li sconfessa. È successo a Parma con Pizzarotti (che a detta di molti ha fatto e sta facendo bene) e a Roma, dove invece la Raggi si sta rivelando un disastro, anche se a suo tempo Grillo l’aveva definita “una macchina da guerra”, e come la guerra sta seminando solo disgrazie.
A Livorno invece Nogarin resiste, nonostante un avviso di garanzia, perché segue pedissequamente le direttive del capo.
Il fatto però è questo: da quando è nato il M5S, i pentastellati hanno sempre urlato a squarciagola contro chi riceveva un avviso di garanzia equiparandolo ad una condanna, si sono dimostrati i più forcaioli di tutti insultando chiunque non fosse allineato ai loro princìpi sbraitando che i magistrati hanno sempre ragione, ma sopratutto, hanno riempito di insulti ogni indagato e chi invocava il rispetto dei diritti della difesa.
Quindi, essendo garantista, (lo sono stata nei confronti di Berlusconi e lo sono ora anche nei confronti di Sala, che ha ricevuto solo un avviso di garanzia e non è per adesso accusato di nulla) non lo sono affatto nei confronti dei grillini che adesso provano sulla propria pelle i risultati delle loro teorie.
C’è solo una cosa da aggiungere: la magistratura per anni ha cercato di estromettere un personaggio dalla scena politica a forza di indagini, intercettazioni, avvisi di garanzia ed ora che è fuori dai giochi hanno allargato il campo di indagine, andando a colpire proprio coloro che, al grido di “Onestà, onestà” si proponevano come paladini della legalità. Ora forse i pentastellati si renderanno conto che la magistratura italiana è politicizzata al massimo, oltre ad essere un ordine autoreferenziale ed auto controllato. Quindi chi si mette di traverso ad una certa parte politica, prima o poi finisce indagato, perché ciascuno ha qualche scheletro da nascondere…a meno che non abbia una certa tessera in tasca.
Molti italiani hanno votato il Movimento 5 Stelle “con la pancia”, credendo in buona fede che i suoi esponenti fossero tutti casti e puri. Ora le magagne stanno uscendo fuori piano piano, perché ciò che ha importanza non sono le buone intenzioni, ma i risultati, e questi si ottengono solo se si possiede la competenza ed una squadra che sappia portare avanti i progetti.
Credo che, col tempo, i grillini crolleranno sotto il peso della loro incapacità, già evidenziata nell’amministrazione di Roma, nonché della falsa “superiorità morale” che si sono attribuita autonomamente.
Rogne romane
Il compito di Virginia Raggi è sempre più difficile.
Passi per la questione dell’assessore all’ambiente Paola Muraro, in cui il M5S ha fatto una figura barbina.
Ora spuntano altre due “perle”.
Primo – il capo di gabinetto dottoressa Carla Romana Raineri, che percepirà ben 193mila euro di compenso annuo, perché è quanto prende in qualità di magistrato e “non può certo rimetterci” (ma si viene pagati in base al lavoro che si svolge o in base a quello che si faceva prima? Perché allora se si conferisce l’incarico ad un laureato disoccupato, in base a questo ragionamento non bisognerebbe affatto pagarlo!).
Secondo – Salvatore Romeo funzionario del comune attivista del M5S che prima percepiva 40mila euro annui, è stato automaticamente promosso a capo della segreteria del sindaco quale dirigente di terza fascia (senza concorso? in base a cosa?) con il compenso addirittura triplicato, mentre il suo predecessore nella giunta Marino si accontentava di 18mila euro annui.
Il fatto è che i pentastellati non hanno nessuna esperienza amministrativa, non sanno come muoversi, quindi sono obbligati a ricorrere a professionisti o a funzionari già esperti che si fanno pagare profumatamente.
Quindi i piccoli risparmi tanto sbandierati, quali le eliminazioni delle auto blu e il ritiro dei permessi per le ZTL vengono vanificati dalle enormi spese che comportano il ricorso ai consulenti esterni. Si saranno accorti che non è possibile portare avanti la loro tanto decantata “politica a costo zero” ?
Doppia morale
Nessuno incolpa, giustamente, Virginia Raggi per l’emergenza rifiuti a Roma.
Lei sta semplicemente pagando l’inefficienza di anni ed anni di malgoverno che hanno ridotto Roma in pessime condizioni, tra le strade con i buchi, con la sporcizia, con un traffico indescrivibile e tutte le altre magagne.
Quello che le si rimprovera è la difesa ad oltranza del suo assessore, Paola Muraro, che negli ultimi 12 anni è stata consulente sia di AMA (azienda municipalizzata) che di Bioman (la società privata che ha in gestione la raccolta dei rifiuti organici) percependo un compenso di ben oltre un milione di euro per le sue consulenze. Nulla da dire se questi soldi fossero serviti davvero a rendere Roma una città pulita, però il degrado è andato via via aumentando, fino a raggiungere dimensioni mastodontiche.
Ritrovarsi con una città con i cassonetti strapieni ed i sacchetti dei rifiuti in mezzo alle strade non è certo un bel biglietto da visita per i numerosi turisti che affollano la capitale durante il periodo estivo ed infatti i giudizi espressi sono del tutto negativi.
L’altra questione è quella del conflitto d’interessi del medesimo assessore.
Premetto una cosa: il conflitto d’interessi è in pratica un’ipocrisia, secondo la quale si vorrebbe che un politico lavori esclusivamente per l’interesse della collettività, sottintendendo con ciò che questo sia garanzia di onestà. Però, da nessuna parte sta scritto che il politico DEBBA rinunciare a tutelare i propri interessi, come del resto fanno tutti gli esseri umani, per fare esclusivamente il bene degli altri. Semplicemente si richiede che abbia dei requisiti tali da rappresentare gli interessi della collettività, tra i quali sono inclusi ovviamente anche i suoi.
Fino ad oggi il conflitto d’interessi è stato sollevato quasi esclusivamente in chiave antiberlusconiana, e fra i più accaniti accusatori c’erano proprio i pentastellati. Se la Muraro fosse stata di un altro partito, il M5S si sarebbe scatenato con interrogazioni, interventi velenosi sul blog di Grillo e trasmissioni televisive al vetriolo. Ma la Muraro è grillina, quindi bisogna difenderla a tutto spiano, evidenziando così la doppia natura del movimento, giustizialista ad oltranza ma non con i propri rappresentanti.
Bicicletta senza Raggi
Non sempre quando si possiede una bicicletta si è poi in grado di pedalare.
È quello che sta succedendo a Virginia Raggi. Ostaggio di Grillo e della Casaleggio & c. (con la quale ha stipulato un contratto in caso avesse vinto le elezioni), non riesce a formare la giunta.
Prima l’importo di € 67.000 è ritenuto troppo basso per l’incarico da ricoprire e quindi nessuno si propone (mi immagino i 5stelle se avesse vinto Giachetti ed i suoi assessori avessero detto la medesima frase: dai banchi del Consiglio si sarebbe levato l’urlo dei pentastellati “Tagliatevi lo stipendio).
L’altra difficoltà nella scelta della giunta potrebbe essere appunto il famoso “contratto” che i consiglieri e il sindaco del Movimento 5 Stelle sono stati costretti a firmare. In pratica, Grillo ed il suo staff hanno facoltà di decidere sulle nomine e sulle dimissioni dei vari collaboratori, e consente pure loro di mettere becco su qualsiasi decisione amministrativa di una certa rilevanza. Chi disattende il contratto è tenuto a versare una penale da 150 mila euro.
Grillo, pur avendo tolto il proprio nome dallo stemma del Movimento, ne rimane comunque proprietario, ed agisce di conseguenza, in vera democrazia!
Infatti le uniche due nomine che Virginia ha proposto ( Frongia e Marra) non sono gradite al Direttorio, ma alla base di tutto c’è lo spazio che, piano piano, Di Maio (dal look accattivante da politico nato, i toni convincenti ma soprattutto sponsor della Raggi) sta sottraendo a Beppe Grillo, che gli preferisce il “guerriero” Di Battista (che ogni tanto spara cavolate galattiche).
Di Maio era anche quello che più volte ha contestato Grillo, dicendogli che fa “battute da comico”, specie quando Beppe aveva proposto un algoritmo per espellere i militanti supposti traditori del movimento.
Roma si è quindi rivelata una grossa trappola per la neo eletta Raggi, e questo probabilmente si ripercuoterà sul futuro del M5S quando verrà dimostrato che, con la sua inesperienza, non è in grado di governare una città. E la Raggi ha già commesso la prima gaffe, chiedendo i curricola dei dirigenti ai vertici dell’ACEA. Solo che la società energetica della capitale è appunto una società della quale il Comune detiene il 51% ed un azionista, per quanto di maggioranza, non può prendere decisioni sulla gestione, ma solo convocare un’assemblea degli azionisti per cambiare eventualmente gli amministratori ai quali solamente spetta la gestione dei dirigenti (nomine, promozioni, licenziamenti). Questo passo sembra assai strano, in quanto la Raggi è pure avvocato.
Nel frattempo, il nostro “caro leader “ ha toppato alla grande, prendendo per buona una bufala che gira su internet, secondo la quale l’Appendino (nuovo sindaco di Torino), avrebbe licenziato 3200 dipendenti 🙂 .
Siamo messi bene…
Sospetto.
Vabbè.
Già l’avviso di garanzia a Pizzarotti, sindaco M5S di Parma, in periodo di elezioni mi era sembrato strano.
Ma che ora pure la Raggi in pieno ballottaggio venga indagata per falso ideologico in atto pubblico per cose avvenute 4 anni fa mi fa pensare che certa magistratura si muova con un tempismo incredibile, però non solo in fase antiberlusconiana: basta solo che il PD non venga toccato, proprio il partito che ha un numero impressionante di indagati.
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Inviato dal Veloce promemoria
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