1968…2006
Caro Mario,
rispondo al tuo commento con un post dedicato interamente a te, anche perché non sapevo come mettere altrimenti i filmati.
Ricordo bene la discussione avvenuta in Torre in quel marzo 2006, una Torre allora frequentata e brillante, non il deserto silenzioso in cui si è tramutata attualmente.
Posso assicurarti che le forze dell’ordine non facevano le belle statuine, anzi alcuni finirono pure in Pronto soccorso con lesioni varie, perché impegnati ad impedire che i militanti di O.N. venissero linciati dagli autonomi. http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/03_Marzo/11/milano.shtml
http://it.wikinews.org/wiki/Scene_di_guerriglia_a_Milano_da_parte_degli_autonomi
Ora, e non scambiare queste mie parole per un’apologia del fascismo, se un corteo è stato regolarmente autorizzato dagli organi competenti e se chi sfila, pur lanciando slogan che suonano male alle mie orecchie, lo fa in maniera ordinata mi sta anche bene, nel senso che tutto questo rientra nel sacrosanto diritto di esprimere le proprie opinioni e di manifestare il proprio pensiero, che si sia in accordo con esso o meno. Possono farlo CIVILMENTE anche gli avversari, ma questi ultimi cercavano esclusivamente lo scontro fisico, come adesso sta purtroppo succedendo in val di Susa.
Per quanto concerne il 1968 hai ragione, non ero ancora decenne, ma ne ho letto e sentito parlare molto, e posso quindi affermare tranquillamente che non solo è stato necessario, ma addirittura DOVEROSO. Lo sfruttamento dei lavoratori è una cosa odiosa, ed a tutti deve essere garantito un dignitoso tenore di vita. Inoltre la sicurezza sul posto di lavoro è un imperativo dal quale non si può né si deve derogare. Però se giustifico i cortei operai e le loro manifestazioni, non posso fare altrettanto con quanto successo nelle scuole, università soprattutto.
Trento…due passi da casa mia, culla di quello che sarebbe diventato il terrorismo delle Brigate Rosse, Curcio e la Cagol ed i loro compagni… Un “insegnamento” che è continuato per gli anni a venire, non del tutto estirpato.
Capisco la voglia di cambiare il mondo, un mondo ingessato dal conformismo, incancrenito dalla corruzione, devastato dal clientelismo…ma distruggerlo causando un sacco di morti? Ricordi i furti e le rapine chiamate “espropri proletari”? Ricordi che ad un certo punto perfino Pasolini si mise contro il PCI quando disse che i veri proletari erano i poliziotti che prendevano una miseria e che rischiavano la pelle? Quei poveri cristi in grigioverde invisi a tutti che avevano il solo torto di adempiere al loro dovere e che contarono pure loro vittime, ormai dimenticate.
Sono stati tempi bui che ora cerchiamo di seppellire nemmeno sotto un velo, ma sotto un macigno. Ed ancora adesso c’è gente che ne paga le conseguenze, come Torregiani che sta in sedia a rotelle, mentre Battisti se la gode al sole, viziato e coccolato prima dalla Madame (italo)francese e poi dal Lula e da chi lo ha sostituito.
Per dirla chiara, come la penso, anche i sindacati hanno le loro responsabilità. Innanzitutto credo che siamo l’unico paese al mondo con una miriade di sigle sindacali: la triade CGIL-CISL-UIL, aggiungici CISNAL, SinPa ed un’altra serie di sigle minori, altre addirittura locali, ulteriormente suddivise per rami di attività (fabbriche, pubblico impiego, trasporti, comunicazioni e chi ne ha più ne metta…). Sindacati che cercano adesioni per COLORE POLITICO. Ma che cavolo c’entra? Forse che le esigenze ed i sacrosanti diritti di un operaio democristiano erano differenti da quelle di uno comunista od ex-fascista? Il diritto al lavoro, alla sicurezza, alla dignità era e dovrebbe essere a tutt’oggi uguale per tutti a prescindere dall’orientamento politico, quindi via tutte le sigle e sindacato UNICO.
Ma allora quante chiappe si troverebbero senza sedia e senza il necessario trampolino di lancio per un incarico politico? Sono queste le storture che mi lasciano perplessa, anzi mi fanno incavolare di brutto!
Buona giornata con un abbraccio
Loredana
(PS. Per inciso…Sono stata rappresentante sindacale pure io, sempre CGIL..d’accordo che l’ufficio non è la fabbrica, ma certi discorsi che facevano, specie negli ultimi tempi, non mi andavano proprio….)
Ipocriti
C’è molta ipocrisia nelle parole di quanti, a sinistra, richiedono ora l’estradizione di Cesare Battisti. Molti di loro infatti presero le parti di brigatisti ed affini, ritenendoli semplicemente “compagni che sbagliano”, anziché efferati assassini. Ed ora invece gli stessi individui accusano l’attuale Governo di non aver fatto abbastanza per ottenere l’estradizione del pluriomicida, cui è stato concesso lo status di rifugiato politico perché qui in Italia rischierebbe addirittura la morte. Premesso che se un simile individuo dovesse morire non me me importerebbe assolutamente nulla (basta osservare l’espressione insolente che mostrava all’atto della cattura), ma proprio il Brasile sarebbe in grado di darci lezioni di democrazia? La decisione di Lula travalica la sovranità del nostro Paese, ed è pure causa di dissensi interni oltre che procurare un incidente diplomatico. Inoltre Lula ha atteso l’ultimo giorno del suo mandato presidenziale per rendere nota la sua decisione, lasciando che sia la nuova presidente a subirne le conseguenze.
Nel frattempo su la Repubblica e su il Riformista appaiono due interviste rispettivamente a Paolo Persichetti e Sergio D’Elia, che plaudono alla decisione di Lula concordando con lui sulle pecche del sistema carcerario italiano. Il primo, brigatista rosso, dei 22 anni comminatigli ne ha scontati appena 6 ed attualmente gode della semilibertà, scrivendo per Liberazione, l’altro, di Prima linea, è rimasto in carcere per 15 anni, uscendone grazie a Pannella che lo aveva candidato nel partito radicale…Ambedue liberi… questo perché nelle carceri italiane si rischia di morire!
Cosa ne pensate?