Ancora sui 150 anni dell’Italia….
Per comodità, chiamerò Altoatesini gli abitanti dell’Alto Adige di lingua italiana, e Sudtirolesi quelli di lingua tedesca.
Ne ho già accennato e ne discutevo con una persona… Il 150^ per quanto concerne l’Unità d’Italia per mio conto è un falso storico, una ricorrenza voluta da Prodi e dai quei compagnetti che alla bandiera italiana (quando addirittura non la bruciavano in piazza), sovrapponevano quella rossa dato che il comunismo era “internazionale”. Il 1861 segna solamente la proclamazione del Regno d’Italia, composto allora dal Regno di Serdegna e dall’ex Regno delle due Sicilie, conquistato da Garibaldi e dai Mille con il supporto degli Inglesi.
Che mi risulti, l’annessione del Veneto fu attuata solo nel 1866 e quella di Roma, con quel che restava dello Stato Pontificio, praticamente il solo Lazio,nel 1870, dopo la presa di Porta Pia, tanto che la capitale venne spostata là solo nel 1871.
Qui in Alto Adige sta succedendo il finimondo perché la Giunta provinciale ha deciso di non aderire ai festeggiamenti, pur non proibendo, ovviamente, agli altoatesini di parteciparvi, e la questione sta assumendo anche rilevanza nazionale. Se per quanto concerne i monumenti la mia posizione era diametralmente opposta a quella dell’Obmann, Luis Durnwaldner, (sia da un punto di vista artistico che di natura storica, non certamente “nazionalista”), qui devo dargli pienamente ragione. Il Suedtirol, contrariamente al Trentino, con il quale molti lo confondono, è sempre stato austriaco, dal valico del Brennero fino al confine di Salorno. Grazie al trattato di Versailles fu inglobato di prepotenza nello stato Italiano che vedeva nelle Alpi il confine naturale della nazione. I sudtirolesi pertanto nulla hanno da celebrare, costringerli a ciò è una imposizione, come qualcuno che pretende che il suo amore venga forzatamente corrisposto. Gli altoatesini nemmeno non hanno nulla da festeggiare, visto che diventarono italiani solamente nel 1919, in seguito al succitato trattato. Inoltre il territorio fu italianizzato da Mussolini solo con massicci trasferimenti da altre parti d’Italia, prevalentemente dal Veneto e dal Meridione, allora tristemente sottosviluppati.
Il Meridione recrimina ancora oggi per lo spoglio attuato dai Savoia, (piccolo inciso…Vittorio Emanuele II era un gran pu***re, altro che Berlusconi!), tanto da ritenere questa invasione la causa del brigantaggio che infestò queste terre.
Consideriamo gli eventi da un’altra angolazione: perché riteniamo legittime le aspirazioni dei lombardo-veneti, dei toscani, dei marchigiani ecc. ad aderire al regno d’Italia, e vituperiamo tanto se lo stesso fanno i sudtirolesi?
E’ poi da verificare la legittimità dei plebisciti, visto l’esiguo numero di persone che in quel periodo avevano il diritto di voto e non esprimevano certamente il sentimento popolare e nazionale. Il popolo in quei tempi aveva un solo motto “Franza o Spagna, purché se magna”, dato che l’Italia era sempre stata territorio di conquista da parte di altre Nazioni, e le aspirazioni insurrezionali la plebe le lasciava ai “signori”.
Su un quotidiano locale ho letto tantissimi commenti di gente “forestiera” che nulla conosce della storia di questa Provincia se non per averci passato qualche periodo in ferie, (confondendola appunto con il Trentino ed altre amenità del genere) e che farebbe quindi bene a tenere il becco chiuso…
Infine, non del tutto irrilevante, le spese per questa ricorrenza…enormi, considerando la crisi … E qui sto con la Marcegaglia. Le imprese, già oberate di costi dovrebbero sobbarcarsi anche quelli aggiuntivi della giornata festiva retribuita…
Ancora sui monumenti
“Quando mancasse il consenso, c’è la forza”…lo disse a suo tempo Mussolini, adesso però sembra che sia diventato il motto dei suoi più accaniti oppositori, ossia gli intransigenti politici altoatesini, decisi a fare tutto da soli con o senza il consenso della parte di popolazione italiana che disapprova il provvedimento relativo ai monumenti. Ho già scritto quello che vogliono fare ad alcuni monumenti, nonostante il dissenso di una certa parte della popolazione di lingua tedesca e (udite udite) anche dei politici di Rifondazione comunista e dei Verdi. Sono tutti d’accordo nel dotare questi monumenti di targhe esplicative del periodo storico in cui futono eretti, in varie lingue, italiano e tedesco ovviamente, ma anche ladino, inglese e francese, in poche parole un vero “tomo” di marmo. Però loro, gli intransigenti, dicono di no, vanno non dico distrutti, ma snaturati, togliendo loro tutto quello che ricorda l’epoca del ventennio. Nel frattempo i lavori di restauro dell’arco della Vittoria sono stati sospesi, come temevo. Vedremo cosa succederà al famigerato bassorilievo raffigurante il duce a cavallo. Io avrei proposto di lasciarlo, magari sostituendo al viso di Mussolini la facciona sorridente del nostro Obmann, Herr Luis Durnwaldner, che ha più o meno la stessa fisionomia…ironia della sorte! Lo spostamento del bassorilievo in “idonea sede museale” si tradurrà praticamente in un abbandono totale come è accaduto alle aquile del Ponte Druso.
Se poi penso al bellissimo cinema-teatro Corso, son una scalinata fantastica e l’atrio adronato da una statua, i palchi e la platea con un’acustica perfetta, mi viene lo sconforto. Lo stessi dicasi del Cinema Druso, che faceva parte di un grande complesso comprendente anche lo stadio ed il Lido, abbattuto per fare posto ad un palazzone tutto di vetro che sarà anche bello, ma stona completamente con gli edifici adiacenti.
Cosa ne pensate?