Le stelle nel sacco
Hai appena mosso un braccio
Sei sveglia o stai dormendo
È più di un ora che ti sento respirare
A un centimetro da me
Non è questione di coraggio
Ma di scegliere il momento
È da quando sono sveglio
Che non so pensare ad altro
Perciò mi do da fare
Per svegliare anche te
Adesso apro la finestra
E volo fino al cielo
Metto le sue stelle
dentro a un sacco
E le spargo tutte intorno a te
Tu che ti volti e mi chiedi perché
Sì, sì, sì, tu che ti raggomitoli
contro di me
Di più… Di più… Di più…
Allora mi vuoi bene anche tu
Si aprono le porte del cielo
Che esplode e cade a pezzi
come fosse di vetro
E sento un brivido
Mi sento libero
Il primo e l’ultimo
Ed è bellissimo…
Ringrazio Dio che ti ha creato
Guardo i tuoi occhi anche se è buio
E metto in banca questo bacio
L’ultimo bacio che mi hai dato
Io ti porto nel posto più lontano
Atterriamo su uno scoglio
Mentre ti dico in un orecchio
Tutto il bene, tutto il bene
che ti voglio
Lo so che un giorno moriremo
Ma spero ci sia un letto
anche nel cielo
Tra le nuvole e le stelle
Per questo amore vero
No, questo amore non morirà mai… mai… mai…
Arriverà alle porte del cielo
e anche più in là
Arriverà ai confini del cielo
e anche più in là
E se non ci sarà posto in cielo
Va bene anche l’inferno
Perché quando l’amore è vero
L’amore è eterno
È come il lampo, non torna più indietro
È il razzo, il fulmine che illumina il cielo
Mi sento libero
Dentro a quel brivido
Un corpo unico
Nel golfo mistico
Ancora un attimo
Ancora un brivido
L’ultimo attimo
Ed è bellissimo
Lucio Dalla
Amo il mare
Amo il mare, il rumore delle onde, la spiaggia.
Detesto i quasi, i forse, i monosillabi.
Do peso alle parole.
Piango per un film, per un finale di un libro, per le persone che vanno via.
Ho l’incazzatura abbastanza facile, ma mi basta un piccola parola per farmela passare; non riesco a tenere il muso alle persone a cui tengo.
Credo sempre che l’ultimo tentativo sia il penultimo, e credo che le cose belle non si ottengono se non si lotta.
Sono per le cose complicate, ma non resisto a lungo.
Non so dire addio.
So solo che resto, resto se credo in qualcosa.
Elizabeth Julie Shanti
Sabato sera
Mi accontento
Nella nuda sera del sabato
mi accontento di guardare la gente
che ride fuori di casa nell’aria
Anche il mio cuore è di aria
e nei miei occhi ride la gente
e nei miei ricci è la luce del Sabato.
Giovane, mi accontento del sabato,
povero, mi accontento della gente,
vivo, mi accontento dell’aria.
Sono abituato al male del sabato.
Pier Paolo Pasolini
L’importanza…
… di non chiamarsi Silvio.
Già, perché quando a Catanzaro un sessantenne viene sorpreso a letto con una undicenne ed il giudice sentenzia che tra i due c’era un rapporto d’amore, pur confermando la condanna per violenza sessuale, non so se mi fa più schifo il sessantenne o i giudici che hanno ravvisato delle attenuanti nel rapporto tra i due. Notare che gli psicologi hanno certificato anche lo stato di plagio della bambina, e se questo può essere definito “amore”…
idiozia pura
Su consiglio di Mario, mi sono letta ed ascoltata le esternazioni (chiamiamole così) di un certo Rognoni su Radio Padania…certo che nn si è accorto, il tipo, di essersi dato la zappa sui piedi, perchè se Dalla era così in quanto la sua mamma non era “padana”, cosa dovremmo dire allora del Trota, mezzo terrone pure lui, e che tra l’altro non sa nemmeno cantare?
Cosa ne pensate?