Non è un paese per vecchi
Anche se con le migliori intenzioni, leggo di chi vorrebbe recludere gli over 65 per consentire agli altri di condurre una vita normale. Questo mio contatto di Facebook propone di segregare gli anziani in casa, consentendo loro di essere accuditi tramite i figli in base a speciali permessi o, se soli, consegnando loro spesa e medicinali direttamente a casa tramite la protezione civile!
Grazie alla legge Fornero si è considerati “forza lavoro” fino ai 67 anni (salvo futuri aumenti di età), poi ci sono molti nonni over 65 che si occupano dei nipoti qualora i genitori siano così fortunati in questi tempi da avere ancora un lavoro, quindi trovo questa idea palesemente assurda.
Chiudere un anziano in casa significa solo seppellirlo anzitempo. Come passerebbe le giornate? Rincitrullendo davanti alla TV o leggendo i giornali che come prime notizie snocciolano le cifre dei decessi, a parte l’eccezione del festival di Sanremo o le dimissioni di Zingaretti che hanno tenuto banco per un paio di giorni?
Con quale logica imprigionare vecchi, malati, deboli, “imperfetti”? Sembra una soluzione dal vago stile nazista: manca solo che venga proposta l’eliminazione di queste categorie per salvaguardare i giovani!
Provvedimento simile a quello già prospettato da Jacques Attali, l’economista francese mentore di Macron, che aveva suggerito di eliminare tutti gli anziani improduttivi qualora mantenerli in vita fosse diventato troppo dispendioso.
Eh, questi vecchietti che si ritrovano al supermercato per fare la spesa, oppure al bar a bere un caffè o farsi una partitina a carte…loro sì che sono i potenziali untori. I giovani invece, quelli che, dopo essere stati ore davanti ad un PC per la DAD, e si ritrovano poi nei cortili o nei parchi (e a mio parere FANNO BENE), sono quelli che sono meno colpiti dal contagio e, se infettati, superano tutto con minori conseguenze.
Illogicità
Ieri ho dovuto dare l’addio ad un paio di ciabattine, irrimediabilmente rotte.
“Beh, che c’è di strano?”, dirà qualcuno. Il fatto è che i negozi che le vendono sono chiusi, Secondo gli imbecilli che hanno studiato questi lockdown stabilendo quali negozi possano restare aperti e quali no, io dovrei girare per casa con le scarpe oppure con i piedi scalzi. Fortunatamente in valigia ne avevo un paio di riserva, quelle che uso quando all’estero pernottiamo in albergo, così ho risolto.
Secondo esempio: avevo bisogno di un mestolo in silicone. Mi reco sotto i Portici dove, tra tante serrande abbassate c’è pure Schoenhuber dove mi fornisco di solito (che tristezza ), vedo che il negozio della D-Mail è però aperto, ma quel determinato prodotto non possono vendermelo.
Lo stesso da Tigotà: per chi non lo conoscesse, questa catena fornisce prodotti per la casa e cosmetici. Bene, si possono comperare creme idratanti e nutrienti, sieri etc, ma non fondotinta, cipria, blush per il trucco.
Sento la solita vocina controcorrente: “Tanto, sotto la mascherina il trucco non ti serve”. Premesso che mi trucco anche per me stessa, ma gli occhi fuoriescono dalla museruola, quindi SERVONO mascara, matite, eyeliner, ombretti…In compenso, gli scaffali sono pieni di mascherine FFP2, obbligatorie se si entra in negozio o si sale sui mezzi pubblici.
Questo per far capire l’illogicità di certi provvedimenti. Noi comuni mortali, a differenza di certi politici, capiamo quanto sia incoerente consentire il pranzo a mezzogiorno e proibire la cena alla sera, ma non qui a Bolzano, dove il ducetto locale ha chiuso tutti i ristoranti, tranne che per l’asporto. Il quale asporto invece è vietato a tutti i bar, che SOPRAVVIVEVANO, vendendo caffè, cappuccini e bibite purché venissero consumati all’esterno. Ora pure quello è negato loro! Però ci sono bar-gelaterie e bar-pasticcerie: bene, queste possono fornire torte, paste e gelati per l’asporto, fermo restando il divieto per caffè e simili.
Semplicemente DEMENZIALE: Non ho più parole per esprimere il mio disgusto.
Grrrr
Da lunedì altre tre settimane di duro confinamento a Bolzano, negozi nuovamente tutti chiusi, obbligo di mascherina FFP2 se si entra nei supermercati o sugli autobus, divieto di uscire dal comune di residenza con l’auto (a piedi o in bicicletta si può)…manovre a dir poco DEMENZIALI, e multe che fioccheranno a bizzeffe.
Però se chi si accalca sono i giornalisti per intervistare Conte e compagni, allora va tutto bene…
Vi risulta ci sia mai stata una moria di fotografi e/o giornalisti?
Cosa ne pensate?